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Il miraggio della libertà nel mondo antico. Intervista con Orietta Rossini, curatrice della mostra «Spartaco. Schiavi e padroni a Roma», all'Ara Pacis.
«Appuntamenti del Centro Mazziano Online», Anno 26, n. 2, aprile/maggio 2003
«Quaderni di storia» 69, 2009, pp. 229-236
Spartacus. Film and History. Edited by M.M. WINKLER, Malden -Oxford -Carlton, Blackwell Publishing, 2007, pp. X + 267, 18 ill. b./n. Spartaco è una delle figure dell'antichità classica di maggiore potenza simbolica, un "mito" disturbante 1 più volte tornato ad abitare i progetti e le speranze di libertà e uguaglianza dei moderni, soprattutto nei secoli XIX e XX. Una delle manifestazioni più complesse del mito di Spartaco, e della rivolta servile da lui guidata, è il film omonimo realizzato da Stanley Kubrick nel 1960 e prodotto dalla Bryna Productions di Kirk Douglas per la Universal, film tratto da un romanzo di Howard Fast (Spartacus, 1951) e sceneggiato da Dalton Trumbo. Davvero un caso a sé tra i tanti prodotti cinematografici di ispirazione greco-romana per la stratificazione dei contenuti e le possibilità di lettura. Intorno a Spartacus Martin M. Winkler, studioso della fortuna dell'antichità classica sul "grande schermo", e curatore di analoghi volumi su Gladiator di Ridley Scott e Troy di Wolfgang Petersen, ha raccolto undici saggi di antichisti e studiosi di cinema, che riguardano, tra l'altro, aspetti (spesso inediti o poco noti) della produzione e della diffusione dell'opera, ma anche il rapporto tra il film e la documentazione antica o, ancora, la figura del protagonista e degli altri personaggi.
Louv perkoç Berito 3° sec. d. C. Luperco, grammatico originario di Berito, nacque o, più probabilmente, fiorì secondo la Suda poco prima del breve regno dell'imperatore Claudio II (268/270 d.C.; su gegonwv ç indicante l'acmé nelle voci bio-bibliografiche del lessico Suda cfr. Rohde, Biograph. Suid., 1878); una determinazione così precisa, in rapporto alla limitata durata dell'impero di Claudio, è parsa sospetta, per cui si è supposto (cfr. A. Gudeman, Lupercus [n. 5], RE 13, 2 [1927], 1839-1840) che Luperco fosse non solo contemporaneo all'imperatore, ma in qualche modo a lui legato. A Luperco la Suda ascrive otto opere: 1) il Peri; tou' a[ n (in tre libri); Jacoby (FGrHist 636, 3C, p. 183), sia pure dubitanter, avanzò il sospetto che a[ n fosse una corruttela per a[ gma, per cui l'opera sarebbe stata una trattazione sulla nasale velare greca, che dinanzi ad occlusiva velare veniva graficamente rappresentata come /g/ e chiamata "agma" (cfr. in proposito Ucciardello, Phthegma, 2000, pp. 77-78). Poco probabile risulta, invece, la correzione avanzata da J. Toup che emendava il testo della Suda tou' a] n gV, Peri; tou' tawv ç in peri; tou' ∆Antifw' ntoç ej n tw/ ' peri; taw' n (sulla base di Harpocr. p 127). Una trattazione così estesa su una singola particella non deve destare meraviglia (cfr. il caso di Trifone, a cui si ascrive un Peri; tou' wJ ç [fr. 61 van Velsen]): non sappiamo se l'indicazione della Suda si riferisca effettivamente a tre libri o a tre rotoli-libri di ridotte dimensioni (quindi un solo libro suddiviso in tre tomi), e non va neppure scartata la possibilità che si tratti di una sezione della tev cnh grammatikhv (cfr. infra) circolante autonomamente. 2) il Peri; tou' tawv ç, probabilmente sull'accento del termine (tawv ç oppure taw| ç, come gli Ateniesi; ma dal titolo si potrebbe pensare che Luperco abbia sostenuto l'accentazione non attica); del problema si erano già occupati Trifone (fr. 5 van Velsen; => Tryphon [1]) e Seleuco (Ath. 9 397e [fr. 70 Müller]; => Seleucus [3] Homericus) e poi Apollonio Discolo (constr. 4, 28 , p. 459, 1 Uhlig; => Apollonius [09] Dyscolus). LESSICO DEI GRAMMATICI GRECI ANTICHI -www.lgga.unige.it -
2018
Le edizioni Spartacus per il socialismo rivoluzionario "Chi è Spartacus? Se facessimo questa domanda a un gruppo di persone, alcune tra loro risponderebbero rievocando la figura del gladiatore romano, capo della più grande rivolta di schiavi di tutti i tempi. Altre, in più modesto numero, ricorderebbero la Lega di Spartakus, il gruppo di rivoluzionari che, subito dopo la prima guerra mondiale, scatenò un'insurrezione, rapidamente soffocata nel sangue, contro il governo social-democratico tedesco. Ma ci sarebbe da scommettere che nessuna tra queste persone indovinerebbe che Spartacus è anche il nome di una piccola casa editrice "non come le altre" che, ancora dopo cinquant'anni, nutre una corrente di pensiero critico non menzionata nelle aule delle università e aliena dagli interessi dei ricercatori in scienze sociali. E con la quale nessun'altra casa editrice potrebbe reggere il confronto, in termini di diffusione di una "memoria operaia" nutrita dalla teoria e dalla storia del movimento rivoluzionario. Ma qual è la ragione di questo paradosso? Tale processo di "cancellazione" non è dovuto al caso. Avendo da sempre diffuso tutti quegli autori "maledetti" censurati all'epoca in cui il terrorismo staliniano imponeva la sua visione del comunismo, scrivendo e riscrivendo la storia del movimento operaio, Spartacus si auto-condannava alla marginalità, riuscendo a toccare solo un pubblico ristretto. 1" Più di un trentennio è passato dal 1985, anno in cui Luis Janover introduceva con queste parole il primo catalogo Spartacus. Un secondo catalogo veniva pubblicato appena un anno fa, nel dicembre 2016. Fu, invece, durante gli anni Trenta a Parigi, che un giovane intellettuale di estrazione proletaria di nome René Lefeuvre fondò quella che sarebbe diventata una delle case editrici 2 francesi più rilevanti in termini di produzione e diffusione di pensiero rivoluzionario del ventesimo secolo. La storia della sua vita, legata a doppio filo all'avventura di Spartacus, è stata per lungo tempo dimenticata. Questo articolo costituisce uno dei pochi tentativi di ricostruzione storiografica della vicenda. René Lefeuvre: una breve biografia Per comprendere a fondo la storia del gruppo editoriale bisogna risalire alle sue origini, ricostruendo la storia del fondatore, che ne rimase il punto di riferimento per più di 50 anni 3. René Lefeuvre nasce a Livré-sur-Changeon (Ille-et-Vilaine) il 20 agosto 1902, da padre muratore e madre operaia tessitrice. A 17 anni, dopo un breve periodo passato a lavorare come commesso in banca, seguendo l'esempio del padre, incomincia a lavorare come muratore. Nonostante le difficoltà imposte dall'ambiente d'origine, tradizionalmente conservatore e intellettualmente poco stimolante, il giovane René sviluppa una certa propensione per la lettura; i pregiudizi e i divieti che si accompagnano alla vita nell'ambiente rurale non gli impedirono di venire a contatto, ancora molto giovane, con gli eventi della rivoluzione russa, dai quali fu profondamente toccato. « A' propos de la Russie, qui était symbolisée dans les journaux de droite par Lènine et Trotsky (le couteau entre les dents), dites vous bien qu'elle nous fut présentée comme l'apocalypse, 1 Janover, L., Lire "Spartacus", testo introduttivo al catalogo tematico delle edizioni del 1985 2 Usiamo qui il termine per comodità: in realtà, Spartacus, anche secondo le parole degli attuali animatori, non è mai stata una vera e propria casa editrice. Piuttosto, si può definire un collettivo editoriale, poiché di una normale casa editrice non ha condiviso in passato né la struttura, né gli obiettivi. 3 Più precisamente, dal 1935 al 1988. Le citazioni virgolettate sono tratte da documenti scritti e orali sparsi, perlopiù non ordinati in archivi o in raccolte organiche.
Archivi del movimento operaio, 2023
Il quaderno ricostruisce il percorso politico e culturale di René Lefeuvre con particolare attenzione all'esperienza dei Cahiers Spartacus.
Ploutarchos, 2021
In relazione alle prescrizioni stabilite a Sparta da Licurgo in materia di riti funerari, la biografia plutarchea menziona due eccezioni (un uomo e una donna) alla norma che prescrive sepolture anonime. La paradosi dei manoscritti è stata fin dal '500 sospetta e, quindi, corretta. Negli ultimi due secoli è stata accolta la congettura λεχοῦς proposta da Latte e stampata da Ziegler nella sua edizione teubneriana. In questo contributo vengono ridiscusse le ragioni a sostegno di tale congettura e si avanza la possibilità di recuperare il testo tràdito dai codici anche sulla base delle consuetudini spartane attestate dalle fonti. With relation to the requirements established by the Spartan Lycurgus on funeral rites, the Plutarchean biography mentions two exceptions (one man and one woman) from the rule requiring anonymous burials. The manuscripts’ paradosis has been suspected and corrected from the 16th century onwards: in the last two centuries the conjecture λεχοῦς, proposed by Latte and printed by Ziegler in the text of his Teubner edition, has been generally accepted. In this paper the reasons in support of this conjecture are rediscussed, and the possibility of retaining the manuscripts’ text is advanced on the basis of the Lacedaemonian traditions attested by the sources
in Bibliografia Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle isole Tirreniche, vol. XVIII, Pisa-Roma-Napoli 2010, pp. 457-463
Incidenza dell’Antico. Dialoghi di storia greca, 3, 2005, pp. 199-214., 2005
A neclected entry in Hesychius’ lexicon, that seems to postulate the existence in Sparta of the custom to offer a sacrifice during the process of phratry admission, allows to propose a translation of the laconic verb ἐπιπαίζειν as «to recognize someone as additional son», probably in reference to adoptive sons. Besides, it is attempted to frame the enigmatic Spartan phratries quoted by Hesychius in the context of the segmentation of the Spartan citizen body.
M. Giangiulio (ed.), Storia d’Europa e del Mediterraneo. Volume III: Grecia e Mediterraneo dall’ottavo sec. a.C. all’Età delle guerre persiane, Salerno Editrice, Roma 2007, pp. 363-393., 2007
Pre'messa, di MAURIZIO GIANGIULlO VOLUME III. GRECIAE MEDITERRANEO DALL'VIII SEC. A.c. ALL'ETA DELLE GUERRE PERSIANE Introduzione. Memoria, identita, storie, di MAURIZIO GIANGIULlO Sigle e abbret<iazioni PARTE I. CONTESTI E PROCESSI I. . Ovilta micenea e civilta greca: continuita/ discontinuita, di ANTONIETTA 11 17 43 MARINI 51 II. La polis e Ie altre organizzazioni politico-territoriali: Jormazione e svi-I luppi, di MAURO MOGGI 93 III. Mobilita umana, circolazione di risorse e contatti di culture nel Mediterraneo arcaico, di ADOLfO J. DOMINGUEZ 131 IV. Periferie? Sicilia, Magna Crecia, Asia Minore, di FLAVIA FRISONE e MARIO LOMBARDO 177 V. Cli, Etruschi Jra Oriente e Occidente, di MARCO RENDELl 227 VI. Ovilta preromane dell'Italia antica, di ALESSANDRO NASO \ VII. Medi e Persiani: dall'Iran al Mare Egeo, di ANDREA PIRAS , \ \ segue in III di copertina PARTE II . EVENTI 1. efr. PWTARCO, Vita di LiclIrgO, XVI 11; XXII 2. SuI significato sociale della capigliatura si veda E. DAVID, Sparta's Social Hair, in «Eranos », a. xc 1992, pp. 11-21.
in F. Berlinzani (ed.), La cultura a Sparta in età classica, Trento 2013 (Aristonothos 8), pp. 31-69.
This paper aims to investigate the relationships between Bacchylides and Sparta. Bacchylides, in fact, composed a dithyramb (fr. 20 Maehler) certainly dedicated to the Spartans, which recounts the myth of Idas and Marpessa: the theme is appropriate for Spartan festivals, since it reflects under many points of view customs and traditions typical of Spartan society. The dithyramb may have been performed by a female chorus, according to a practice that finds no parallels in other Greek poleis. The same myth recurs in Bacchylides’ encomium 20A and I support the view that this poem was dedicated to the Spartans, too. There is no reason to argue that it was a dithyramb (as has been recently proposed), because the performance of encomia is attested in Sparta and connected to the women’s realm.
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S. Cerasuolo – M.L. Chirico - S. Cannavale - C. Pepe - N. Rampazzo (eds.), La tradizione classica e l’Unità d’Italia , Napoli, Satura, 2014, pp. 219-236, 2014
Gli ultimi re di Sparta, Luca Cristini Editore, Soldiershop, 2020
NAM 3.10, 2022
Enjeux interculturels de l'utopie politique dans l'Antiquité gréco-romaine, 2020
P A L A E O H I S P A N I C A - Palaeoeuropean languages & epigraphies | Italy, 2020
E. Federico and A. Visconti (eds), Epimenide cretese (Quaderni del Dipartimento di Discipline storiche “Ettore Lepore”, 2), Luciano editore, Napoli 2001, pp. 169-191., 2001