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PENSATORI CREPUSCOLARI Atene stava morendo e, con lei, il culto della conoscenza. I grandi sistemi avevano fatto il loro tempo: limitati al campo concettuale, essi rifiutavano l'ingerenza dei tormenti, la ricerca della liberazione e della meditazione disordinata sul dolore. Poichè la città antica, ormai agonizzante, aveva permesso la conversione degli accidenti umani in teoria, qualsiasi cosa -dallo starnuto alla morte -soppiantava i vecchi problemi. L'ossessione dei rimedi segna la fine di una civiltà; la ricerca della salvezza quella di una filosofia. Platone e Aristotele avevano ceduto a tali preoccupazioni soltanto per esigenze di equilibrio, ma dopo di loro esse predominarono in tutti i settori. Roma, al suo tramonto, ha raccolto di Atene soltanto gli echi della sua decadenza e i riflessi del suo esaurimento. Quando i greci diffondevano i loro dubbi in tutto l'Impero, il vacillare di quest'ultimo e della filosofia era ormai un fatto virtualmente compiuto. Dato che tutte le domande
In this paper we will compare the portrait of the tyrant made by Cioran in History and Utopia with the portrait made by Plato in the Ninth book of Republic: especially we will focus on the issue of «the government of the passions». On the one side, we will underline some platonic elements which arise from Cioran's considerations on politics and ethics; on the other side, our goal is to understand the reason why Cioran asserts the anti-platonic thesis according to which the philosopher cannot be – and will never be – a good ruler of himself. Our examination is divided into four points, concerning four theoretical aspects that can be found in Cioran and Plato: the tyrant's unreal happiness; the metaphors of «body» and «illness» related to the structure of the soul and its passions; the similarity between «the well proportioned statue» and the philosopher's self control; the question of the «engagement» in political life. Two very different images of «philosophy» will emerge from this analysis; both of them are “paradigmatic” answers to the platonic question: Is the philosopher the only man who can take care of himself and of others? Plato does answer affirmatively, appointing his philosopher as the only one who can rule the «multitudinous beast» of his own irrational appetites. Cioran, conversely, does assert that the philosopher is not better than any other man, by pointing out how he's nothing but a «concoction of beast and ghost, a furious man who would live in a metaphor».
"Se c'è qualcosa di inspiegabile nella mia vita, è il fatto che sia riuscito a sopravvivere a tanta febbre, estasi, follia".
"Filosofia e nuovi sentieri/ISSN 2282-5711"., 2013
Superato l’esame d’abilitazione all’insegnamento, nell’anno scolastico 1936/37 Cioran, allora venticinquenne, ottenne la nomina come professore di filosofia al liceo Andrei Şaguna di Braşov. I pessimi rapporti con il preside, i colleghi e gli studenti, renderanno l’esperienza “catastrofica”. All'infuori di quello scivolone giovanile, l’abiezione del lavoro non gli avvelenò mai più la vita. Il mondo, forse, avrà perduto un docente, ma i suoi lettori hanno guadagnato un prosatore impareggiabile e un provvidenziale medicatore dell’anima, e il vantaggio, lasciatemelo dire, è inestimabile.
LEOPARDI E LA CULTURA DEL NOVECENTO Modi e forme di una presenza Atti del XIV Convegno Internazionale di studi leopardiani (Recanati, 27-30 settembre 2017), 2021
ESTRATTO da LEOPARDI E LA CULTURA DEL NOVECENTO Modi e forme di una presenza Atti del XIV Convegno Internazionale di studi leopardiani (Recanati, 27-30 settembre 2017) A cura di Maria Valeria Dominioni e Luca Chiurchiù
"Filosofia e nuovi sentieri/ISSN 2282-5711"., 2014
Dopo tante frodi e imposture, è confortante contemplare un mendicante. Lui, almeno, non mente, né inganna se stesso: la sua dottrina, se ne possiede una, la incarna; il lavoro, non lo ama e lo dimostra; poiché non desidera possedere niente, coltiva la sua spoliazione, condizione della sua libertà. Il suo pensiero si risolve nel suo essere e il suo essere nel suo pensiero. Manca di tutto, è se stesso, dura: vivere direttamente l’eternità è vivere giorno per giorno. Così, per lui, gli altri sono asserragliati nell’illusione. Se dipende da loro, si vendica studiandoli, specializzatosi com’è nei risvolti dei sentimenti ‘nobili’. La sua pigrizia, d’una qualità rara, fa di lui un ‘liberato’, smarrito in un mondo di gonzi e di sciocchi. Sulla rinuncia, la sa più lunga di molte delle vostre opere esoteriche. Per convincervene, non avete che da uscire per strada. Ma no! Voi preferite i testi che predicano la mendicità. Poiché nessuna conseguenza pratica segue alle vostre meditazioni, non ci si stupisca se l’ultimo dei ‘clochards’ vale più di voi. È concepibile il Buddha fedele alle sue verità e al suo palazzo? Non si è ‘liberato in vita’ e, insieme, proprietario. Insorgo contro la generalizzazione della menzogna, contro coloro che sfoggiano la loro pretesa ‘salvezza’ e la sostengono con una dottrina che non proviene dal profondo del loro essere. Smascherarli, farli scendere dal piedistallo dove si sono issati, metterli alla gogna, è un compito al quale nessuno dovrebbe restare indifferente. Poiché bisogna a tutti i costi impedire di vivere e morire in pace a coloro che hanno troppa buona coscienza. Emil Cioran, La tentation d’exister.
Kajak. A Philosophical Journey, 2024
Cioran è un pensatore la cui estrema coerenza spirituale e filosofica ci autorizzerebbe a chiederne l'avvio di un processo di santificazione, e lo faremmo se non fossimo frenati dal fatto che questa sua lodevole coerenza ha trovato sbocco nella ostinata e incondizionata dissacrazione del mondo, così come nel disprezzo luciferino della filosofia. L'esordio del suo personalissimo Sturm und Drang è tutto romeno, luogo di gestazione di ogni pensiero tenacemente ed eroicamente aggrappato alla nullità dell'esistenza. Dal tormentato esordio di Al culmine della disperazione, pubblicato nel 1934, a Le livre des leurres del 1936 (Gallimard 1992), per passare al blasfemo Lacrime e santi del 1937 (Il Pope di Rǎ şinari, suo padre, ne fu profondamente scosso. Ecco una delle affermazioni più indigeribili per un religioso: "Dio ha creato il mondo per paura della solitudine […]. La sola ragion d'essere di noi creature è di distrarre il Creatore"), fino a Le crépuscule des pensées del 1940, la ragionevole volontà di vituperare la vita e il procedere crudele e cinico di un pensiero pre-filosofico, sono sempre gli stessi. Cioran raggiunge, infine, il picco della composizione unitaria e la massima forza dirompente con il Sommario di decomposizione, libro già esistente in forma di abbozzo col titolo Exercices négatifs, pensato e partorito manoscritto nel 1946, con l'intenzione di giustificare e di riempire il vuoto delle sue giornate di convinto nullafacente (ora, Gallimard 2005). Con il Sommario, finalmente approda, nel 1949, presso Gallimard, il più importante editore parigino, non prima di aver ricevuto la non convinta approvazione di Albert Camus, consulente editoriale della casa editrice.
M. Borriello-A. M. Vitale (a c. di), Princeps philosophorum, Pater philosophie. Platone nell’Occidente tardo-antico medievale e umanistico, Città Nuova, Roma , 2016
Metabasis. Filosofia e Comunicazione, 2017