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in Natura&Benessere - FN editrice (Roma) - n°15-16-17-18 (2005 -2006)
Le tecniche ascetiche che portano alla formulazione di un nuovo modo di vita, di un nuovo modello di essere umano, sono delle acrobazie, delle ginnastiche formidabili che riplasmano la persona nella sua interezza; non sono dei mezzi fini a se stessi, piuttosto strumenti di spoliazioni di sé per liberarsi dall’egoismo e dalle fallacie dell’io. Questa conoscenza che deriva dal dolore e dalla sofferenza non è una nozione qualunque, piuttosto è l’esperienza della finitezza umana e dell’insopprimibile distanza dal divino; Dio infatti è sempre al di là di ogni definizione formale e tuttavia l’uomo si avvicina di più a Lui, quando il suo pensiero tace, quando non Lo pensa, ma Lo vive. In che modo? Le dinamiche interiori che scaturiscono dall’analisi del misticismo ebraico, della preghiera meditativa cristiana, e del dhikr musulmano ci mostrano delle risposte.
Il fior dei silenzi, come dalla voce di lunghe meditazioni sollevate sulle ali delle idee giungano le note di un canto che ha le delicatezza dei petali e il deciso sapore di un mazzetto di papaveri spremuti nel calice del mondo contemporaneo, per saggiarne il gusto e indovinare il colore scuro e scintillante di un nichilismo sempre più presente e di un'anarchia da riscoprire sotto i lumi della ragione e della natura.
Il respiro di Dio Dio respira? Se non fosse scritto espressamente nella Bibbia, non sarebbe possibile dirlo. Sì, Dio respira e questa non è una concessione alla limitata capacità dell'uomo di intenderlo e di immaginarlo, è una affermazione che riguarda in modo diretto il rapporto che lo lega al mondo creato e all'uomo. Che bisogno c'era di dire che respira se in un altro passo è detto che alita? «Ed egli (= il Signore Dio) alitò (wayyipàch) nelle sue (= di Adam) narici un respiro di vita (nishmàt chayyìm) e accadde che l'uomo divenisse un essere vivente (néfesh chayà).» (Gen 2,7) Questo passo ci insegna chi è l'uomo e, di riflesso, chi è Dio. C'è, condensato in poche parole, tutto ciò di cui abbiano bisogno per impostare, come individui e come comunità, la nostra vita ed il rapporto con Dio, e non ci sarebbe bisogno di altro. Dio che ha plasmato l'uomo dalla polvere del suolo, ora lo forgia a sua immagine e gli alita nelle narici (sottolineo: nelle narici!) un respiro di vita (nishmàt chayyìm). E' come se Dio alitasse sulla superficie di uno specchio e poi, con la mano, togliesse l'alone ed ecco che all'improvviso si mostra un volto (e sottolineo: un volto) di Dio nel volto di quell'uomo, di quell'Adàm che non sa ancora di essere uomo e ad immagine di Dio. E quell'uomo (e con lui ogni uomo dopo di lui), grazie a quell'alito divino, diviene un essere vivente (néfesh chayà) al pari di tutti gli esseri viventi che popolano la terra e il mare come è detto nel racconto della creazione di Genesi 1. Nell'uomo c'è il respiro del vivente, la gola/néfesh che ci mostra la forza pulsante della vita, ma c'è anche (e questo viene prima) il respiro/neshamà che Dio infonde in lui e che lo rende non solo un essere vivente. Quel respiro che sa ed odora di Dio, gli conferisce uno statuto privilegiato che lo innalza e lo separa dalla vita animale che condivide (anche se Qohélet, e con lui forse anche qualcuno di noi, dubita che l'uomo, a partire dal suo destino, sia più di un animale). Se l'animale ha solo néfesh chayà, l'anima che caratterizza tutti gli esseri viventi, uomo compreso, nel segno della creaturalità e della centralità irrinunciabile della vita, l'uomo oltre a néfesh chayà ha anche nishmàt chayyìm, quel respiro di vita che lo rende libero di scegliere come
2020
La simbologia iniziatica raccoglie varie forme di simboli: quelli che appartengono a un'antica tradizione e che si ripresentano come una normalizzazione del passato in chiave moderna; quelli che derivano da un patto tra i membri della collettività iniziatica e che garantiscono l'unità del gruppo, che sono sincronici nell'ambito del gruppo stesso; quelli che hanno il senso di proiezione al superamento dei limiti gnoseologici del gruppo e dei suoi membri, sono tradizionali ma mediante il loro carattere di molteplicità semantica offrono nuove opportunità gnoseologiche. Il silenzio non fa parte della prima categoria, perché non tutti i gruppi iniziatici antichi o tradizionali lo utilizzavano ritualmente o lo consideravano come simbolo e quiquelon poteva avere una funzione normativa suscettibile di modernizzazione. Può essere momento cruciale del secondo quando viene ritualizzato nelle diverse fasi d'apprendimento sulla base di una pattuizione connessa alla creazione del rituale e costituendosi come uno dei fulcri sincronici del gruppo, assicurando la sua unitarietà. Può anche appartenere al terzo caso quando assume una veste taletheiale ma avendo una sua pluridimensionalità semantica, nella comunione del dicere e tacere pulsa di opportunità nuove per l'accrescimento iniziatico.piùcircostanziato Il silenzio nel contesto iniziatico è una forma linguistica specifica che caratterizza tutto il percorso degli iniziati. Questi elaborano all'interno del gruppo la sintassi del silenzio, la morfologia dei simboli espressi tacitamente, senza spiegare compiutamente i loro significati. Ogni simbolo, o segno in senso semiotico, ha delle diverse significazioni per le diverse fasi del percorso iniziatico. Ognuno appartiene a una diversa tipologia di rapporto con ciò a cui si riferisce: ha rapporto di "similarità" come il disegno di una squadra e compasso che illustra degli oggetti operativi, di "prossimità" quando manifesta l'operazione di misurazione e di relazione dei rapporti alla quale l'oggetto è destinato, di "concordanza" se rinvia all'oggetto dentro la cognizione di una regola architettonica. Il simbolo in quanto forma speciale di segno si manifesta (prima fase d'apprendimento), come nell'esempio, in modalità iconografico-descrittiva contenente un significato "dettato". È una dictatio iniziatica da tenere nel silenzio di fronte al mondo essoterico 1 , del quale l'iniziando 2 è ancora permeato, la simbologia deve essere evocata senza esplicitarne i suoi intimi significati, la si descrive ma non la si espone compiutamente. È il valore evocativo, indeterminato e silenziato, un'evocazione impregnata di thauma, che sarebbe semplicistico tradurre con meraviglia. Il silenzio dell'iniziante è thaumante (nel suo significato originario), risveglia la paura, il terrore della morte del proprio essere profano, dell'infelicità di perdere le linee guida del proprio pensare e agire che ha guidato la vita fino al momento del passaggio da profano a iniziando. Questo thauma deve stimolare l'iniziando alla ricerca dei significati, dei quali si deve comprendere il loro portante passato, la tradizione insita che però non è congelamento nell'immagine del passato, se tale fosse non sarebbe altro che un'eredità e se ne potrebbe fare qualunque uso. L'iniziante con il suo tacere di cose che è presto dire apre due vie all'iniziando: la prima è quella riservata ai semplici, a chi non è portato per gli studi ma che ha grande sensibilità e ricerca con passione la conoscenza esoterica in modo maniacale, in senso platonico, la 1 Si usano i termini essoterico ed esoterico nello stesso senso di profano e iniziatico. 2 Si usa il termine iniziato, per colui che, genericamente, è stato accettato in un gruppo esoterico caratterizzato da riti di iniziazione, Maestro per chi è Maestro del percorso iniziatico e iniziando per chi sta apprendendo il percorso da fare. Ogni fase del percorso comporta un avanzamento graduale di apprendimento e quindi si è sempre apprendisti sotto la guida di un Maestro.
Un articolo sul significato filosofico del silenzio.
Giuseppe, 2018
La Bibbia ad oggi è uno tra i testi più diffusi e tradotti al mondo, oltre che il più studiato. Viene considerata e definita dai credenti: "Parola di Dio". Ma perché questo libro che è "Parola di Dio", ciò che dovrebbe essere un punto d'incontro e di riferimento per tutti coloro che si riconoscono e credono in Dio, è invece causa di molti diverbi? È buono soffermarsi e chiedersi il motivo per cui la sua interpretazione da alito a così tante dispute e controversie, creando innumerevoli fazioni. Vi sono emeriti studiosi della Bibbia che vantano riconoscimenti a livello mondiale, dimostrando un'ampia conoscenza biblica, studiandola in maniera maniacale anche nelle lingue in cui La Bibbia fu in origine scritta. Fra i tanti studiosi che vantano notorietà e seguaci, avvalendosi delle proprie indiscutibili conoscenze teologiche, vi è:-Mauro Biglino "Per anni ha collaborato con le edizioni San Paolo per la traduzione di alcuni libri del vecchio testamento. Oggi propone libri e organizza conferenze in cui mette in discussione Dio come perno e origine del racconto biblico, presentando l'ipotesi secondo cui, nel Vecchio Testamento, lo stesso termine "Elohim" non indicherebbe una singola entità, ma un gruppo di esseri evoluti che avrebbero accelerato l'evoluzione del genere umano avvalendosi di tecniche avanzate di ingegneria genetica, i quali si sposterebbero e utilizzerebbero velivoli (identificati come velivoli alieni)-o comunque a dispositivi dotati di tecnologie ignote e incompatibili con le conoscenze dell'epoca; da cui la possibile presenza di esseri viventi giunti da altri pianeti o appartenenti a civiltà avanzate non riconosciute dalla storiografia ufficiale, popolando di conseguenza il pianeta terra non attribuendola quindi alla creazione divina descritta nel libro della Genesi. " Oltre a Biglino, vi sono molti altri teologi e studiosi della Bibbia che contestano la corretta interpretazione di questi testi, esponendo tesi che al posto di istituire un ordine tra le varie opinioni, creano maggiore confusione e divisione. Ad un livello di preparazione più comune a tutti, le discussioni non sono di certo meno divergenti rispetto agli intellettuali citati sopra. Vi sono forti contrapposizioni dottrinali, e in molti confessano di possedere l'assoluta verità, abbracciando una fede e seguendone gli insegnamenti tratti da interpretazioni bibliche, impregnando una particolare denominazione, condotta e sostenuta da specifiche linee guida e dottrine, attribuendole ad una sana e "umile" comprensione della "Parola di Dio". Ma cosa è la "Parola di Dio"? Sembra una domanda banale di cui la risposta dovrebbe essere più che scontata. Ma vediamo di fare qualche saggia riflessione. La "Parola di Dio" ha un concetto che non si limita ad un'analisi intellettuale e personale, l'idea più diffusa di cosa sia, è che la "Parola di Dio" è la Bibbia. Di principio non è sbagliato definire la Bibbia "Parola di Dio", è sbagliato limitare la "Parola di Dio" al solo testo scritto. La Bibbia non è un semplice testo da leggere, ma va decisamente oltre. Ne vanno scoperte le origini, il metodo di diffusione, il suo percorso storico, e capirne il significato originale che ne trasmette un pensiero profondo e spirituale che va oltre il nostro limite intellettuale. Non soffermarsi in questa analisi, da origine alle grandi divisioni tra le religioni, nate a seguito di dispute dottrinali frutto dell'orgoglio umano presuntuoso a tal punto da reclamarne un copyright della "Sua Parola". Un tale atteggiamento non porta frutto, e blocca quell'azione che permette alla Sua Parola di essere per noi quell'arricchimento quotidiano che non deve fermarsi e bloccarsi in un'arida dottrina. La Sua parola produce frutto, questo frutto è l'amore e il costante e continuo rinnovamento delle nostre menti: Efesini 4:23 a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente. Un esercizio importante, è comprendere la "Parola di Dio" nella sua origine divina e non umana, la sua iniziale diffusione avveniva oralmente, quando la stampa e la scrittura ancora non esisteva. I primi manoscritti venivano replicati manualmente da coloro che venivano chiamati "copisti", vi fu poi l'invenzione della stampa, e il primo libro realizzato in
2020
Questa “fabula fantastica quinta” per essere più facilmente compresa richiede la previa lettura della “fabula secunda” dove alcuni personaggi sono già stati descritti. La storia si svolge tra Val Camonica e Val Poschiavo in un periodo orribile dove il sospetto e la cattiveria umana fecero numerose vittime. Molte furono le persone, per il loro atteggiamento non “ordinario” o per invidia, che finirono nelle mani dei tribunali civili e religiosi, perdendo la vita.
Pubblicato su NotiCum -Il mensile della Fondazione CUM -n.6-2017 Rubrica: Note di un Fidei Donum -di Paolo Cugini, prete della diocesi di Reggio Emilia, già fidei donum in Brasile ARCOBALENO La diversità segno dell'alleanza con Dio È stato Isaac Newton a scoprire che il bianco, più che essere un colore, era l'insieme dei colori dell'arcobaleno. Lo Ha scoperto quando, giovane studente, leggendo e riflettendo sulle teorie di Boyle, si rende conto che c'era ancora qualcosa da capire. Lo studioso italiano Maurizio Mamiani, leggendo i taccuini del giovane Newton, ha scoperto come procedeva nella ricerca. Mentre leggeva le pagine di Boyle si domandava se era proprio così come lui diceva, poneva nel suo taccuino delle domande che divenivano delle indicazioni di ricerca. Fu così che un giorno decise di andare al mercato di Amsterdam per comprare un prisma. Tornato a casa fece in modo di orientare un raggio di luce che, ponendolo dinanzi al prisma scoprì, con sua grande meraviglia, che la luce bianca veniva rifratta nei colori dell'arcobaleno. Non soddisfatto del tutto dell'esperienza, tornò al mercato la settimana seguente per comprare un altro prisma, che mise dinanzi alla luce rifratta, che si ricompose nel fascio unico di luce. Fu in questo modo che Newton scoprì che il bianco, in realtà era l'insieme dei colori dell'arcobaleno. Fece questa scoperta non fidandosi delle idee di un grande scienziato come Boyle, ma volle provare nella realtà quello che i libri dicevano e scoprì che non sempre i libri ci prendono, che non sempre le idee coincidono con la realtà, anzi.
Pubblicato su Noticum -Il mensile della Fondazione CUM n.7-8-2016 Rubrica: NOTE DI UN FIDEI DONUM di Paolo Cugini, sacerdote della diocesi di Reggio Emilia, già fidei donum in Brasile
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🔴 GOD Concept Evolution Project --【https://lnkd.in/erZ48tm 】, 2018
ARCHEO 453/05, 2022
Come sentire la voce di Dio, 2008
Anna Spinelli http://www.endasravenna.it/wp/pagine-darte/la-musica-del-silenzio-e-delle-immagini/, 2022
Ho Theológos, 2011