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Economia dei Beni Culturali La Fabbrica della cultura

Abstract

Introduzione Si ipotizza qui un viaggio di Leonardo da Vinci nella Milano del XX secolo. il Maestro si chiede dov'è la fabbrica della cultura? Dove sono i principi e i mecenati? Perché le fondazioni e le banche preferiscono conservare piuttosto che creare il nuovo? Un club esclusivo di città come New York, Parigi, Londra, Berlino, Pechino, interpretano oggi le istanze di creatività e produzione di cultura. Altre regioni del mondo non sembrano essere all'altezza a fronte di una impressionante accumulazione di cultura antica che non la riflesso in una produzione contemporanea di uguale importanza. Asia, Africa, e Est Europa, Sud Europa. Il limite della conservazione va superato e la creatività artistica va recuperata per muovere avanti le frontiere della cultura in ogni sua espressione. Cap 1 Il patrimonio culturale è una risorsa per lo sviluppo economico. Questo è ovvio. La cultura è un capitale che può produrre reddito e posti di lavoro. Il capitale però va valorizzato con politiche appropriate altrimenti non dà frutti ne di tipo simbolico e identitario ne di tipo economico. Si danno principalmente due casi di politica culturale conservazione e produzione. Conservazione può voler dire più cose: 1 esercitare la tutela attraverso una tradizione giuridica conservativa costruita su norme e divieti. Si sottrae il patrimonio culturale agli interessi privati lo si difende contro le logiche dello sviluppo distruttore, dell'espansione edilizia. 2 difesa contro la pauperizzazione culturale di un territorio. Divieto di esportazione, di demolizione, di asportazione o distruzione. 3 mantenimento dell'integrità originaria dell'opera ossia restauro e manutenzione. 4 gestione e valorizzazione adeguate dell'opera d'arte. Supporto alla sua funzione di consumo visite turistiche turismo culturale. Produzione di cultura. In questi casi il valore economico non si estrae da un capitale fisico accumulato nei secoli ma se ne usa la componente intangibile, i saperi, la conoscenza tradizionale. L'obiettivo di questa seconda opzione e produrre cultura. Il modello della produzione può essere applicato non solo alla pittura contemporanea ma anche al cinema, alla televisione, alla letteratura, alla cultura materiale, alle arti dello spettacolo. In teoria i due modelli non sono di pari importanza. Quello della conservazione è sottordinato a quello della produzione per il semplice fatto che senza creazione non c'è nulla da tutelare. Osservando le politiche culturali delle grandi città, si nota una tendenza opacizzare il modello produttivo a favore di quello conservativo. I visitatori sono arbitro delle principali scelte strategiche. Si parla più di nuovi allestimenti di musei che di una nuova composizione musicale. I numeri divisa visitatori sono snocciolati come indice di successo commerciale per quanto risicato. Nel decennio fra 1990 and 2000 la crescita del valore aggiunto dei beni culturali è stata del + 87,1% ma in quello della produzione di cultura è stato del 37,4% ossia meno della metà. Si può parlare dunque di indice di redditività o indice di creatività culturale come del rapporto fra produzione di cultura e conservazione di cultura, comunque e si siano espressi. Quando l'indice diminuisce significa che il paese conserva più di quanto produce. Una situazione che nel lungo periodo indebolisce il contenuto stesso della conservazione. Un paese che non accumula cultura arretrata. Quando l'indice aumenta significa che il paese produce cultura. In diversi momenti della sua storia l'Italia è stata culturalmente più redditizia e creativa. Oggi attraversa una fase di debolezza. Nel 1990 l'indice di creatività culturale era pari a 24,4 nel 2000 era pari a 17,9. È evidente una situazione di declino. Facciamo un esempio tratto dal settore museale: un'impresa dell'industria tessile mette in vendita con terreno a fine attività. La città si interroga sulle prospettive. Nella logica dei due modelli illustrati le alternative sono uno investire per la conservazione culturale trasformando un sito in un museo dell'arte tessile due investire per produrre