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Introduzione Si ipotizza qui un viaggio di Leonardo da Vinci nella Milano del XX secolo. il Maestro si chiede dov'è la fabbrica della cultura? Dove sono i principi e i mecenati? Perché le fondazioni e le banche preferiscono conservare piuttosto che creare il nuovo? Un club esclusivo di città come New York, Parigi, Londra, Berlino, Pechino, interpretano oggi le istanze di creatività e produzione di cultura. Altre regioni del mondo non sembrano essere all'altezza a fronte di una impressionante accumulazione di cultura antica che non la riflesso in una produzione contemporanea di uguale importanza. Asia, Africa, e Est Europa, Sud Europa. Il limite della conservazione va superato e la creatività artistica va recuperata per muovere avanti le frontiere della cultura in ogni sua espressione. Cap 1 Il patrimonio culturale è una risorsa per lo sviluppo economico. Questo è ovvio. La cultura è un capitale che può produrre reddito e posti di lavoro. Il capitale però va valorizzato con politiche appropriate altrimenti non dà frutti ne di tipo simbolico e identitario ne di tipo economico. Si danno principalmente due casi di politica culturale conservazione e produzione. Conservazione può voler dire più cose: 1 esercitare la tutela attraverso una tradizione giuridica conservativa costruita su norme e divieti. Si sottrae il patrimonio culturale agli interessi privati lo si difende contro le logiche dello sviluppo distruttore, dell'espansione edilizia. 2 difesa contro la pauperizzazione culturale di un territorio. Divieto di esportazione, di demolizione, di asportazione o distruzione. 3 mantenimento dell'integrità originaria dell'opera ossia restauro e manutenzione. 4 gestione e valorizzazione adeguate dell'opera d'arte. Supporto alla sua funzione di consumo visite turistiche turismo culturale. Produzione di cultura. In questi casi il valore economico non si estrae da un capitale fisico accumulato nei secoli ma se ne usa la componente intangibile, i saperi, la conoscenza tradizionale. L'obiettivo di questa seconda opzione e produrre cultura. Il modello della produzione può essere applicato non solo alla pittura contemporanea ma anche al cinema, alla televisione, alla letteratura, alla cultura materiale, alle arti dello spettacolo. In teoria i due modelli non sono di pari importanza. Quello della conservazione è sottordinato a quello della produzione per il semplice fatto che senza creazione non c'è nulla da tutelare. Osservando le politiche culturali delle grandi città, si nota una tendenza opacizzare il modello produttivo a favore di quello conservativo. I visitatori sono arbitro delle principali scelte strategiche. Si parla più di nuovi allestimenti di musei che di una nuova composizione musicale. I numeri divisa visitatori sono snocciolati come indice di successo commerciale per quanto risicato. Nel decennio fra 1990 and 2000 la crescita del valore aggiunto dei beni culturali è stata del + 87,1% ma in quello della produzione di cultura è stato del 37,4% ossia meno della metà. Si può parlare dunque di indice di redditività o indice di creatività culturale come del rapporto fra produzione di cultura e conservazione di cultura, comunque e si siano espressi. Quando l'indice diminuisce significa che il paese conserva più di quanto produce. Una situazione che nel lungo periodo indebolisce il contenuto stesso della conservazione. Un paese che non accumula cultura arretrata. Quando l'indice aumenta significa che il paese produce cultura. In diversi momenti della sua storia l'Italia è stata culturalmente più redditizia e creativa. Oggi attraversa una fase di debolezza. Nel 1990 l'indice di creatività culturale era pari a 24,4 nel 2000 era pari a 17,9. È evidente una situazione di declino. Facciamo un esempio tratto dal settore museale: un'impresa dell'industria tessile mette in vendita con terreno a fine attività. La città si interroga sulle prospettive. Nella logica dei due modelli illustrati le alternative sono uno investire per la conservazione culturale trasformando un sito in un museo dell'arte tessile due investire per produrre
2017
Le più recenti statistiche culturali dell'Istat hanno registrato negli ultimi anni una contrazione del già limitato numero di visite a musei, mostre, monumenti e siti archeologici da parte dei cittadini italiani 1. Tenendo presenti questi dati, che peraltro evidenziano una forte difformità su base territoriale 2 , il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Pisa, che da tempo si occupa di questo ambito di studi 3 , ha ritenuto opportuno procedere con una ricerca più analitica allo scopo di mettere in luce quelle che sono le caratteristiche strutturali della fruizione del patrimonio culturale da parte degli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, situati nelle province di Livorno e di Pisa 4. Durante la prima fase dell'indagine, come principale strumento di ricerca è stato adottato un questionario strutturato, tradotto in formato digitale mediante uno specifico programma e in seguito somministrato in modalità online.
Il valore intrinseco dei Beni Culturali, 2008
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, 2018
The cultural heritage of Italy is so widespread that it can not be managed bythe State alone. We must look at the heritage with the eyes of citizens, without giving upa single inch on the role of technical and professional skills. Research, protection,enhancement and management are four very different things, that go, however, hand inhand: because the research helps us understand the meaning of things; the protection tellsus how to safeguard them; enhancement tells us how to preserve the sense of the heritagedisseminating its social perception; the management tells us how to keep doing it.
Archeomatica, 2012
Ogni frammento è testimone di un passato che in esso è racchiuso. Spesso però il suo essere degradato ne compromette la leggibilità. L'esigenza di 'capire' al fi ne di studiare ed intervenire in modo corretto sull'opera ha bisogno del duplice supporto storico e scientifi co. Per questo motivo la tecnologia può aiutarci in primis ad indagare la consistenza materica del reperto e successivamente a trovare soluzioni adeguate per la sua valorizzazione. Le nuove tecniche di documentazione, le analisi di laboratorio, i sistemi per la fruizione del patrimonio forniscono sempre più una serie di dati utili al processo di rifunzionalizzazione dell'opera. L'utilizzo della tecnologia ha permesso di introdurre modalità di analisi sempre più precise e dettagliate sia nei procedimenti che nei risultati. E' interessante quindi valutare come essa sia stata in grado modifi care gli sviluppi e studiare il suo impatto economico all'interno del processo di valorizzazione del bene. I n occasione del G8 2009, quando ancora c'era il progetto di organizzare il vertice sull'isola della Maddalena, la Presidenza del Consiglio propose di ospitare i Bronzi di Riace in Sardegna. L'idea scatenò un acceso dibattito soprattutto in relazione ai problemi di conservazione delle statue. Una delle proposte avanzate fu quella di realizzarne due cloni, che avrebbero dovuto accompagnare una mostra itinerante relativa alle tecniche di riproduzione degli stessi. Si sarebbe trattato di un procedimento all'avanguardia, in grado di coniugare perfettamente le nuove tecnologie con la conservazione del patrimonio. Per preservarne lo stato di conservazione, infatti, era stato proposto di creare un modello digitale tridimensionale, grazie ad un sistema di acquisizione a triangolazione laser, che permettesse di costruire un prototipo. In questo modo si sarebbe potuto ottenere lo stampo in cera da rifi nire successivamente in bronzo ). Se pur non portato a termine, il progetto dimostra la possibilità di intervenire su un bene così prezioso senza comprometterne l'integrità e di sviluppare una nuova strategia di comunicazione funzionale al processo di valorizzazione, che necessita di un'attenta analisi dell'oggetto e del contesto in cui esso è inserito. Per questo motivo è necessaria la costruzione di un vero e proprio programma, caratterizzato dall'integrazione dei diversi interventi e dalla partecipazione degli attori locali, che non si limiti esclusivamente al recupero fi sico del bene, ma che sia in grado di innescare un'azione di sviluppo del territorio.
Antonio Taormina (Direttore Osservatorio dello Spettacolo della Regione Emilia-Romagna) ha dato un contributo significativo alla ricerca, sia nella redazione di singole parti che nella discussione dei risultati e nella elaborazione delle raccomandazioni finali. Danilo Masotti (ERVET) ha collaborato alla ricerca sul campo e alla realizzazione dei focus group con le imprese. Cap. 7 è stato concertato dall'intero gruppo di lavoro Parte 2 Cap. 8 è opera di Stefano Kluzer Cap. 9 è opera di Roberto Calari Cap. 10 è opera di Roberto Grandi Cap. 11 è opera Cap. 12 è opera di Daniela Boldarino con la collaborazione di Antonio Taormina e Silvia Ringolfi (ERVET) Cap. 13 è opera di Daniela Boldarino Cap. 14 è opera di Stefano Kluzer con la collaborazione di Daniela Boldarino Supporto informatico nella realizzazione del questionario online: Simona Pilati (ERVET) e Giovanna Renna (ERVET) Supporto organizzativo nell'indagine sul campo: Valentina Brini (ERVET) Editing a cura di Lara Pasquin...
2005
Nel 1995 si inaugurava in Biblioteca Marucelliana la mostra Dal manoscritto al fumetto-Cinque anni di acquisto in antiquariato. Scopo di quell'iniziativa, come sottolineavano diversi interventi nel catalogo, era quello di ottemperare ad una norma corrente nelle biblioteche pubbliche statali che prevedeva-e prevede-il compito di conservare, accrescere e valorizzare le proprie raccolte storiche in base alla fisionomia del patrimonio, patrimonio inteso come rappresentativo di ben definiti fenomeni culturali. A dieci anni di distanza da quell'evento la Marucelliana ritorna a riflettere su quei temi con una mostra che allargando il proprio orizzonte anche alle opere ricevute in dono si sofferma sul tema proposto dalla settima Settimana della Cultura: L'Italia è arte. Per tutti. Si tratta di un tema assai congeniale a questa Biblioteca che nel 1783 riceveva in dono, appunto, dall'ultimo rappresentante della famiglia Marucelli, Francesco, una preziosa collezione di disegni e stampe che costituisce un riferimento preciso ancora oggi per tutti coloro che studiano sotto vari aspetti la cultura della grafica. A partire da quella donazione la vocazione artistica della Marucelliana si è rafforzata, non solo, per esempio, con l'entrata di nuovi volumi di stampe, ma anche con materiali diversi, come il ricchissimo fondo di Diego Martelli relativo ai Macchiaioli, ma anche tra fine Ottocento e inizi Novecento, con una vasta produzione libraria relativa alle arti applicate che costituiscono il cosiddetto fondo dell'Arte Industriale. Anche in tempi recenti l'accrescimento delle raccolte è avvenuto con criteri simili a quelli dei secoli precedenti, rivelando i risultati di una specie di effetto 'calamita' che richiama in biblioteca materiali affini a quelli già esistenti. Ne sono testimonianza in questa esposizione i fogli dei disegni che sono stati scelti per l'acquisto, di ambito fiorentino cinque-seicentesco, da affiancare a quelli collezionati da Francesco Marucelli che nel Settecento aveva trovato nel mercato antiquario gli stessi autori che ora sono visibili in mostra. Ugualmente i manuali Hoepli relativi alle tecniche artistiche vanno ad integrare la serie vastissima prodotta da questa casa editrice e già reperibile sugli scaffali della Biblioteca, mentre le edizioni illustrate di Pinocchio ricordano le numerose iniziative della Marucelliana sul capolavoro collodiano. Infine la scelta di autografi ha privilegiato illustri firme del Novecento, come Primo Conti, Viani, Annigoni ma anche una serie di illustratori per ragazzi, come Giove Toppi e Piero Bernardini, le riproduzione dei cui disegni sono presenti in molti volumi della Biblioteca. La selezione effettuata quest'anno si è limitata alle opere sopraindicate ed è forzatamente condizionata dallo spazio espositivo: numerose sono infatti le nuove acquisizioni che meriterebbero di essere segnalate all'attenzione degli studiosi. Non mancherà occasione di presentarle in manifestazioni future. Questa esposizione è frutto del lavoro e della collaborazione di settori diversi della Biblioteca ed è divisa in tre sezioni: disegni e stampe (a cura di Rossella Todros e Silvia Castelli) autografi (a cura di Adriana Camarlinghi) e letteratura del Novecento (a cura di Marta Zangheri e Annamaria Conti). All'allestimento ha collaborato Gianna Renzi. Rossella Todros I SEZIONE-Vetrine laterali Disegni seicenteschi Ottavio Leoni (Roma 1578-1630) Ritratto di Vincenzo de' Nobili Gesso nero, rialzi a gessetto bianco, carta grigia Biblioteca Marucelliana, Disegni AB 13 Acquisto 1997 Il bel disegno dell'autore romano, pittore ed incisore abilissimo come il padre Ludovico nel fare ritratti, caratterizzati dall'uso della carta azzurra e da brevi tracce di matita e gessetto, raffigura il gentiluomo Vincenzo de' Nobili. La Biblioteca Marucelliana possedeva già un prezioso volume dell'artista contenente le raffigurazioni di numerosi illustri personaggi seicenteschi fra i quali spiccano Caravaggio e Galileo. Si vuole che proprio le esalazioni delle sostanza chimiche, usate per le incisioni a lui richieste in grande quantità, abbiano portato il Leoni ad una morte prematura, nel pieno della sua attività artistica.
Sintesi: Tra le attività culturali, la musica appare come una componente dominante sia della pratica delle cosiddette "arti viventi", sia dell'immaginario individuale e collettivo che è alla base del consumo e della produzione di ogni forma artistica. La natura essenziale ed emblematica della musica e le sue proprietà di bene pubblico hanno forti implicazioni dal punto di vista economico e consentono di utilizzarne caratteristiche e manifestazioni come fenomeni rappresentativi del rapporto più generale tra economia, società ed espressione artistica. Questo articolo esamina alcuni di questi fenomeni e ne considera le possibili connessioni con i mercati e la politica economica, con l'obiettivo di delineare nuove ipotesi di governance e nuovi ruoli del settore pubblico e privato.
Aedon, 2014
Sommario: 1. La disciplina speciale delle sponsorizzazioni dei beni culturali. -2. La duplice ratio della disciplina speciale: l'esigenza di tutela del pubblico interesse. -3. Segue: e l'esigenza di tutela del mercato. -4. Tutela del mercato e contratti pubblici. -5. Tutela del mercato vs. sponsorizzazioni?.
Web Journal on Cultural Patrimony, 2006
The supply of cultu al goods determines an increment of social welfare in the ter itory, in terms of higher education of the civil society together with the restoring and conservation o goods and values inherited from the past. The good "culture" distinguishes from the fact that, in opposit on to the basic needs, it comes from relational needs, which are derived from social interaction being this relational goods "common goods" that ask for a common action also in the act of use, their effect on utility is not directly determined from an increment of quantity, like it happens for the majority o consume goods, but i could be mos ly connected to the modalities th ough which these goods are pu into the market.
L' Italia teme di essere un Paese tanto ricco di passato quanto povero di futuro. Questa collettanea, che tenta di raccogliere la sfida che l'assunto di cui sopra ci pone, vuole proporre, attraverso uno spaccato necessariamente parzialissimo e decisamente variegato, il lavoro di chi si occupa di ricerca scientifica e patrimonio storico artistico in Calabria, ossia nella parte d'Italia e quindi d'Europa tra le più depresse, in termini economici, e più sottosviluppate, in termini di progresso. Operare in questi contesti, magari anche da lontano, come fanno alcuni degli Autori, dà il vantaggio di imparare a esercitare e alimentare un ottimismo e una resilienza senza cui il superamento dell'assunto iniziale non può nemmeno tentarsi. Chi proviene da questi contesti o vi opera è consapevole che necessità deve tradursi in capacità; tocca insistere, resistere. Questo lavoro, articolato in quattro aree tematiche -quella delle idee (macro), quella dei processi (meso), quella delle pratiche (micro) e quella dei fenomeni (nano) -vuole pertanto ambire a essere esplicitazione di questa capacità, attuandosi nei modi probabilmente insufficienti di un libro ma che sono propri di chi quotidianamente vive la promozione della ricerca scientifica e la tutela del patrimonio storico e artistico come un'urgenza di civiltà.
2007
Despite a slow start, in the last twenty years cultural economics has recorded a growing success in the Italian experience, with the birth and development of various research groups based in different areas of the Country. Often associated with training programmes, and always oriented towards an intensive flow of exchanges and joint projects with economists from other Countries, the research groups have respectively focused upon a variety of subjects and topics, ranging from cultural districts to public policy for the arts, from the features of cultural demand to the relationships between the public and the private sectors. Such an intensive and varied interest for cultural economics appears to be generated on one hand by a strong inclination towards the humanities and the favour for a multidisciplinary approach in carrying out research projects on the arts and culture; on the other hand, by the complexity of the Italian bureaucratic machine, requiring innovation and change and ther...
Metodologie di comunicazione e fruizione integrata dei centri storici tra nuove tecnologie e servizi alla persona. " Il modo migliore di prevedere il futuro è inventarlo " Alan Kay In Italia ci troviamo in una particolare contingenza che a seguito della crisi finanziaria ed industriale, dei flussi migratori e dei processi di globalizzazione economica e sociale, molte città hanno dovuto riconvertire il loro piano di sviluppo territoriale ed è qui che, grazie alle nuove tecnologie possiamo incidere sul nuovo concetto di accessibilità come servizio alla persona e alla comunità. La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006 ha introdotto un vero e proprio cambio di paradigma nell'approccio al tema della disabilità, fornendone una lettura improntata ad una nuova visione culturale, scientifica e giuridica. L'accessibilità, infatti, è un fattore particolarmente efficace per innescare e consolidare coerenti, durevoli e sostenibili processi di sviluppo infrastrutturale volti a promuovere stili di vita sani e ad elevare il capitale sociale ed economico delle comunità. Si può ammettere che l'assetto urbanistico di una città ha concorso, nel tempo, a rendere più o meno efficaci le interazioni pubbliche e forse " la città e ogni altra piattaforma: è costruita dagli essere umani ma poi diventa un contesto, un sistema di logiche che inquadra i comportamenti. Purtroppo buona parte delle nostre città sono state concepite volutamente non inclusive, la realtà italiana conta comuni e comunelli fortificati che si difendevano l'uno contro l'altro e che facevano dell'impedimento fisico un fattore di forza e il vantaggio competitivo per rimanere indipendenti dall'egemonia altrui. Oggi nel terzo millennio dobbiamo svolgere il lavoro inverso, ovvero partire dalla città antropizzata e non inclusiva per renderla maggiormente aperta e " comunicativa " ponendo l'accento su l'equilibrio tra la dimensione individuale e quella collettiva. Nel nostro tempo la comunicazione e la condivisione sono la forma di crescita delle comunità e del sapere dell'umanità, per questo l'apertura mentale e fisica è una necessità per ogni realtà: esiste pertanto uno stretto legame tra accessibilità/partecipazione e crescita collettiva, personale e sociale in qualsiasi attuale campo di attività. Accanto alla più tradizionale visione sostanzialista del patrimonio culturale, come insieme di beni statici e sedimentati da conservare e da trasmettere (si veda il D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, " Codice dei beni culturali e del paesaggio "), si sta gradualmente affermando un metodo più dialogico e interattivo di intendere il patrimonio come insieme di beni da fruire e condividere. Aumentare l'accessibilità di luoghi, beni e servizi significa rendere le nostre città più eque e vitali. In conseguenza di questo potremo ottenere indicatori socio-economici, diretti ed indiretti, più favorevoli come ad esempio l'aumento dei visitatori dei luoghi pubblici, un migliore uso del tempo da parte degli abitanti, la riduzione dei costi sanitari a carico della collettività indotta da stili di vita più sani e dalla diminuzione degli infortuni ed in genere la valorizzazione della qualità urbana. Una città non accessibile oltre ad essere una città ingiusta perché impedisce a tante persone di non coltivare le proprie aspirazioni è anche una città incompleta perché impedisce ad un segmento di popolazione di dare un contributo diretto alla crescita della città.
Intervista a Marco Luca Pedroni su Apocalittici e Integrati di Umberto Eco, 2024
sono principalmente: le Contested illnesses, l'attivismo digitale e le narrazioni di malattia.
Il Museo Archeologico di Perugia ospita un'ingente quantità di buccheri (circa 300 pezzi) raccolti grazie a cessioni di intere collezioni 1 e a donazioni sporadiche o acquisizioni operate da personaggi strettamente connessi a vario titolo con la struttura tra la metà dell'Ottocento e il primo trentennio del Novecento. 2 Raramente però i pezzi sono accompagnati da informazioni relative ai contesti originari e, sebbene in qualche caso compaia un appunto di data e luogo di provenienza, ad oggi si lamenta a Perugia per questa tipologia ceramica la quasi totale mancanza di dati rapportabili con chiarezza al ritrovamento in fase di scavo e alla conseguente eventuale associazione dei medesimi con altri materiali di corredo. 3 Le motivazioni di questa realtà (che accomuna gran parte dei tesori delle collezioni storiche ottocentesche in vari musei d' Italia) per il contesto perugino sono state indagate grazie 1 www.archeologia.
Economia della Cultura Rivista dell'Associazione per l'Economia della Cultura ISSN : 1122-7885. Numero: 4, dicembre 2007, Indice. DOI: 10.1446/26084. L'economia della cultura ha vent'anni, ma non li dimostra Pietro A. Valentino, pp. 564-0 7, ...
PROGETTO CUMA - RISORSA CULTURA: MODELLI INTERNAZIONALI DI MANAGEMENT DEI BENI CULTURALI POR CAMPANIA 2000/2006 - Misura 6.4 FSE - Tipologia di azione: 5.5 - Tipologia di progetto:5.5.2, 2004
Al termine di un percorso formativo e di aggiornamento che ha coinvolto dipendenti della Pubblica Amministrazione Locale vengono messi in evidenza punti di forza e di debolezza della rilettura del territorio in funzione della individuazione del vantaggio competitivo e del ruolo essenziale che può svolgere la PA attraverso i suoi dipendenti che diventano Agenti di Promozione della Innovazione.
2018
Un nuovo progetto per il Museo dello Sportsystem di Montebelluna brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk provided by Archivio istituzionale della ricerca -Università...
Patrimonio culturale, modelli organizzativi e sviluppo territoriale, 2019
SOMMARIO: 1. Premessa.-2. Tutela e valorizzazione. La necessità di una lettura in chiave di completamento.-3. La doppia natura della valorizzazione.-4.1. Gli strumenti utili alla valorizzazione economica dei beni culturali.-4.2. I nuovi strumenti.-5. La collaborazione pubblico/privato.-6.1. Organizzazione ammi-nistrativa e valorizzazione dei beni culturali.-6.2. Il compito della formazione.-7. Conclusioni. 1. Premessa Da sempre il tema dei beni culturali è oggetto di grande attenzione da par-te della dottrina giuridica italiana 1 , probabilmente anche perché il nostro Pae-se è caratterizzato dalla presenza diffusa di beni culturali, tradizionalmente ri-partiti in differenti categorie, sia quanto alla loro consistenza materiale (cose mobili, immobili, collezioni), sia quanto alla loro tipologia (beni d'interesse storico, artistico, archeologico, etnoantropologico). I giuristi hanno intuito ra-pidamente che le categorie tradizionali riferibili ai beni pubblici non potevano essere estese de plano ai beni culturali ed hanno iniziato ad analizzarne lo spe-cifico "giuridico", alla ricerca di un sistema coerente di riferimento. Dopo una prima fase di ricerche legata all'individuazione della categoria "bene culturale" e del suo regime giuridico, gli studiosi sono stati naturalmente portati ad occuparsi degli aspetti per così dire "statici" della materia, legati all'analisi delle forme di tutela di questi beni, ai procedimenti di vincolo o ai poteri 1 La letteratura in argomento è davvero vasta e la sede di questo lavoro consiglia l'uso di una certa sinteticità, per cui mi limito a citare in questa nota solo alcune opere di carattere ge-nerale: M. GRISOLIA, Tutela delle cose d'arte; Roma, 1952; G. PIVA, voce Cose d'arte, in Enc. Dir. vol XI, Milano, 1962; S. CASSESE, I beni culturali da Bottai a Spadolini, in L'ammi-nistrazione dello Stato, Milano, 1976, 117; M.S. GIANNINI, I beni culturali, in Riv. trim. dir. pubb., 1976, 3; F. MERUSI, Commento all'art. 9 Cost., in Commentario alla Costituzione, a cura di Scialoja-Branca, Roma-Bologna, 1976, 434; G. ROLLA, Beni culturali e funzione sociale, in Le Reg., 1987, 67; V. CERULLI IRELLI, I beni culturali nell'ordinamento italiano vigente, in Beni cul-turali e comunità europea, a cura di M.P. Chiti, Milano, 1994; AA.VV., I beni culturali. Esigenze unitarie di tutela e pluralità di ordinamenti, a cura di L. Mezzetti, Padova, 1995; N. AICARDI, L'ordinamento amministrativo dei beni culturali. La sussidiarietà nella tutela e nella valorizzazio-ne, Torino, 2002; M. AINIS-M. FIORILLO, L'ordinamento della cultura, Milano, 2015.
Carrara White Walks - Progettazione integrata di turismo culturale sostenibile attraverso reti di percorsi e reti di funzioni, 2016
Relazione finale del Progetto per la Specializzazione in Gestione e Valorizzazione dei Beni CUlturali presso DiDA - Università di Firenze - 2016. Durante il corso è stato elaborato un progetto per la pianificazione strategica della valorizzazione turistica e identitaria del territorio di Carrara attraverso una serie di azioni volte al recupero della memoria, alla comunicazione dei valori, alla progettazione del sistema di relazioni, punti di interesse e percorsi.
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