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in "Materiali per la storia della cultura giuridica" 1998/2, pp. 507-532 ] 1 Gianluigi Palombella Conoscere senza accettare I. Il problema e il suo sfondo teorico 1. L'interesse per una separazione tra conoscere e prescrivere, tra comprendere e accettare sembra entrare in conflitto con una serie di teorie della conoscenza che sono rinvenibili nella filosofia ermeneutica o in alcuni esiti della c.d. epistemologia riflessiva 1 .
Il presente lavoro si pone l'obiettivo di indagare come i fenomeni artistici nel mondo post-coloniale, a dispetto di una visione dominante all'insegna della fissità, siano funzionali all'elaborazione dell'identità e alla costruzione dei movimenti di resistenza. In particolare verrà presa in considerazione l'esperienza artistica del perfomance artist Richar Bell, aborigeno australiano.
[A proposito del libro di Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli 2016]
Post-filosofie, 2017
Da qualche tempo, oggi, le forze della politica progressista si dividono in due campi. Da un lato ci sono gli esponenti della "redistribuzione". Ricorrendo a lunghe tradizioni di organizzazione egualitaria, laburista e socialista, gli attori politici associati a questo orientamento cercano una più giusta allocazione delle risorse e dei beni. Dall'altro stanno gli esponenti del "riconoscimento". Riferendosi a visioni più nuove di una società "amica della differenza", essi perseguono un mondo in cui l'assimilazione alla maggioranza o alle norme culturali dominanti non è più il prezzo da pagare per ottenere un eguale rispetto. I membri del primo campo sperano di redistribuire la ricchezza dal ricco al povero, dal Nord al Sud, e dai proprietari ai lavoratori. I membri del secondo, invece, ricercano il riconoscimento di prospettive peculiari di minoranze etniche, "razziali" e sessuali, come pure della differenza di genere. L'orientamento della redistribuzione ha un retroterra filosofico illustre, dal momento che le istanze redistributive egualitarie hanno rappresentato il caso paradigmatico per la maggior parte delle teorie sulla giustizia sociale degli ultimi 150 anni. Tuttavia, l'orientamento del riconoscimento ha di recente attratto l'interesse dei filosofi politici, alcuni dei quali stanno tentando di sviluppare un nuovo paradigma normativo che metta al centro il riconoscimento. 1
Le ricerche sull'universo, sui suoi misteri, sulle sue certezze, fin da sempre hanno interessato l'uomo che in qualche modo sentiva l'esigenza di trovare delle risposte oltre il mondo terreno, immergendosi tra le stelle. Dapprima, la certezza che il cielo mantenesse quella perfezione inviolabile ed immutabile, come una sfera di cristallo, dura, impenetrabile, un dipinto divino da osservare con ammirazione, sede della creazione convergente nel punto focale prospettico che per secoli è stato la Terra. Successivamente lo sconvolgimento copernicano a sradicare la teoria geocentrica ponendo il Sole come fuoco centrale attorno al quale i pianeti ruoterebbero. Per giungere poi al coraggio premuroso di Galileo Galilei che, affascinato dalla matematica, proietta le formule aritmetiche al cosmo cogliendone la sua profonda complessità. Scoperte, quelle galileiane, oltre il mondo delle apparenze, contro il senso comune ed il pensiero corrente, che avrebbero fatto vibrare le certezze fin d'ora esistenti come vibrano le stelle. La modernità e attualità di Galileo appartengono ad un tempo senza età. Se i suoi studi portano alla rottura radicale con la religione segnando la modernità, aprono anche ad una riflessione morale sull'uomo, il suo ruolo e la sua posizione all'interno del cosmo. Di riflesso all'universo esso vede la profondità dell'esistenza umana. Galileo si discosta dal pensiero comune, da quell'antropocentrismo che poneva l'uomo al centro come essere più importante in quanto creato ad immagine e somiglianza del trascendente divino, governatore della natura e del cosmo intero. Per Galileo la natura non ha a che fare con nulla di sovrannaturale; essa procede per inerzia secondo le proprie leggi, esiste da sempre, prima che l'uomo potesse avere le capacità e le tecniche per comprenderla. Se a Galileo si accusa il distacco dell'uomo dalla natura, per la matematizzazione del cosmo, probabilmente non si ha occhi abbastanza poetici per osservare il cielo. Gli studi galileiani non solo forniscono una spiegazione del "come" dei fenomeni cosmici utilizzando la matematica, ma permettono di far si che l'uomo si possa sentire veramente parte dell'intero universo. Per questo motivo la grande sfida da parte di Galileo è quella di riunire l'astrattezza dell'idealità matematica con la concretezza e la realtà del fenomeno con tutte le sue particolarità. Galileo non vuole assolutamente escludere l'uomo dalle sue ricerche, semplicemente pensa che si possa capire l'esistenza umana da un altro punto di vista, quello cosmico. Galileo punta il telescopio verso il cielo allungando l'orizzonte all'infinito, sfida i pregiudizi sulla natura, dialoga con essa e attraverso le sensate esperienze e le matematiche dimostrazioni ricerca il vero. Presunzione? Arroganza? Eroico furore? No. Esso naviga semplicemente all'interno della sua passione e con una nuova filosofia, basata sui fatti, dipinge diversamente la verità della natura. Galileo e la natura si comprendono grazie alla stessa lingua,
2018
Mi chiedo cosa sia la scienza e, per rispondere alla domanda, espongo sui tre tipi di sillogismi, la loro storia, sulla teoria di C. S. Peirce sull'abduzione, modificandola leggermente, e su come i tre strumenti si possano concatenare per essere utilizzati come metodo per fare esperienza, non solamente scientifica.
Responsabilità "penale" delle persone giuridiche a cura di GIARDA, MANCUSO, SPANGHER e VARRASO, Milano, 2007, sub art. 19, 173 ss.; GRASSO, in ROMANO, GRASSO e PADOVANI, Commentario sistematico del codice penale, III, Milano, 2011, preart. 199, p. 412 ss., sub art. 200, p. 455 ss., e sub art. 240, p. 240 ss.; GUARNERI, Confisca (Diritto penale), in Nss. D.I., IV, 1959, 40 ss.; GULLO, La confisca, in Giust. pen., 1981, II, 38 ss.; HORN, in RUDOLPHI, HORN e SAMSON, Systematischer Kommentar zum Strafgesetzbuch 18 , I, München, 2007, sub § 74 (Vorausetzungen der Einziehung); IACCARINO, Confisca (Diritto amministrativo), in Nss. D.I., IV, 1959, 36 ss.; KÖHLER e BECK, Gerechte Geldstrafe statt konfiscatorischer Vermögenssanktionen, in JZ, 1991, 797 ss.; LACKNER, in LACKNER e KÜHL, Strafgesetzbuch. Kommentar, München, 2011, sub § 73a, 533 ss.; LORENZETTO, Sequestro preventivo contra societatem per un valore equivalente al profitto del reato, in Riv. it. dir. proc. pen., 2008, 1788.; MAGRO, In tema di profitto confiscabile (a proposito del mancato pagamento della sanzione tributaria), in Arch. pen., 2013, 235 ss.; MAISANO, Profili commercialistici della nuova legge antimafia, in Riv. crit. dir. priv., 1984, 409 ss.; MANGIONE, La misura di prevenzione patrimoniale fra dogmatica e potica criminale, Padova, 2000; MANZINI, Trattato di diritto penale italiano, III, Torino, 1950; MARTINI, Reati in materia di finanze e tributi, in Trattato di diritto penale. Parte speciale diretto da GROSSO, PADOVANI e PAGLIARO, XVII, Milano, 2010, 1 ss.; MATSOPOULOU, La confiscation spéciale dans le nouveau code pénal, in Rev. sc. crim., 1995, 301 ss.; MAUGERI, Le moderne sanzioni patrimoniali tra funzionalità e garantismo, Milano, 2001; MELCHIONDA, Disorientamenti giurisprudenziali in tema di confisca, in Riv. it. dir. proc. pen., 1977 334 ss.; MENDITTO, Le misure di prevenzione personali e patrimoniali. La confisca ex art. 12-sexies l. n. 356/92, Milano, 2012; MITCHELL, TAYLOR e TALBOT, On Confiscation and the Proceeds of Crime 3 , London, 2014; MONGILLO, in Codice penale. Rassegna di giurisprudenza e di dottrina diretta da LATTANZI e LUPO, VII, cit., sub art. 322-ter, 248 ss.; ID., Ulteriori questioni in tema di confisca e sequestro preventivo del profitto a carico degli enti: risparmi di spesa, crediti e diritti restitutori del danneggiato, in Cass. pen., 2011, 2332 ss.; MONTELEONE, Effetti ultra partes delle misure patrimoniali antimafia. 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Uno studio de lege lata e de iure condendo sui presupposti processuali dell'applicazione della confisca, in Riv. it. dir. proc. pen., 2010, 1672 ss.; PARK, Vermögensstrafe und "modernes" Strafrecht, Berlin, 1998; PELIS-SERO, in L. 29 settembre 2000, n. 300. 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Segue: il consenso agli usi secondari del materiale biologico e delle informazioni. -9. I confini della negozialità. -10. Segue: gli atti di disposizione del corpo. -11. Segue: il consenso, atto non negoziale a efficacia performativa debole. -12. Segue: revoca del consenso. -13. Segue: le direttive anticipate di interruzione del trattamento. -14. Profili di responsabilità. -15. Sulla natura giuridica dell'autodeterminazione in biomedicina.
Programma di sala, 2022
Nota del traduttore di Edipo Re — 57° stagione al Teatro Greco di Siracusa Fondazione INDA
2005
Il compito delle biblioteche consiste nel raccogliere, gestire e mettere a disposizione degli utenti, nel modo più funzionale ed effi cace ai fi ni del reperimento dell'informazione, i risultati del processo di creazione della conoscenza formalizzati in pubblicazioni. In questo senso gli strumenti principe delle biblioteche sono i cataloghi delle monografi e e delle riviste e le banche dati che contengono lo spoglio sistematico delle riviste scientifi che e accademiche.
CONOSCO IL MIO NOME Alcune considerazioni videoludiche e pleonatische riguardo alla guerra nel videogame cult "Metal Gear Solid -Tactical Espionage Action" di Hideo Kojima di Fabrizio Melodia, l'Astrofilosofo "Meryl: Snake, ma tu sei un eroe, non è vero? Snake: Sono solo un uomo che sa fare bene il suo lavoro: uccidere. Un mercenario non vince e non perde, gli unici vincitori in guerra sono le persone. Meryl: Va bene, e tu combatti per le persone. Snake: Non ho mai combattuto per nessuno, non ho uno scopo nella vita, nessun obiettivo finale. Meryl: Andiamo... Snake: Solo quando fisso la morte negli occhi, solo allora mi sento davvero vivo. Meryl: Vedere gli altri morire ti fa sentire vivo, eh Snake? Ami la guerra e non vuoi che finisca, come tutti i grandi soldati della storia", ("Metal Gear Solid", dialogo tra Meryl e Solid Snake). Brutto affare la guerra, un giro di violenza e denaro che non ha pari in nessuna modalità dell'uomo, forse la fase meno transitoria della Storia umana, sicuramente una costante universale nonostante tutte le belle parole dei pacifisti e degli antimilitaristi. "La guerra è padre di tutte le cose, di tutte è re", affermava il filosofo greco Eraclito, che vedeva nella conflittualità degli opposti, la logica sistemazione delle entità nel mondo. Dunque la guerra percorre con il filo rosso del sangue versato tutta la vicenda dell'uomo, fin dall'antichità, stando ai ritrovamenti archeologici, l'uomo ha combattuto contro il proprio simile, per i più svariati motivi, gli assetti politici e territoriali mutavano in continuo, prima dell'avvento millenario dell' Impero Romano, il quale fece della guerra il suo programma politico più efficace, franando poi sotto i colpi della propria intrinseca debolezza. Ai disordini conseguiti alla dissoluzione dell'Impero e alle guerre di religione, si arrivò agli Stati Secolari, fondati su complessi e spesso precari equilibri politici e finanziari. Fino ad arrivare alle due guerre mondiali, che hanno messo in luce, con la guerra fredda, quanto l'uomo impiega per distruggersi definitivamente e quanto importante sia che vi sia ancora guerra pur mantenendo un equilibrio per la conservazione della specie. Nell'equilibrio dei due blocchi contrapposti, iniziarono molte guerre sotterranee per mantenere la pace cosi difficilmente conquistata, le due superpotenze, USA e URSS, si adoperarono in ogni modo, lecito ma più spesso illecito, per attuare i propri piani di mantenimento dello status quo e dei trattati di pace firmati alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Si svilupparono vari conflitti minori, ma che lasciarono altrettanti segni indelebili nella fragile pelle dell'umanità, la guerra di Corea e del Vietnam ancora gridano vendetta agli occhi di un popolo ferito e sperduto che, dopo l' 11 settembre ha definitivamente perso la cognizione che gli uomini di potere, una volta dispersa la partecipazione democratica, lavorino davvero per il Bene Comune. In questo affresco assai poco rassicurante che è il nostro mondo consumistico e capitalista, s'inserisce la vicenda del mercenario Solid Snake. Ha una vita particolare questa persona, non è un libro, né tantomeno un'opera cinematografica, né un fumetto o un programma radiofonico o di animazione. Nasce in una console di videogame, è figlio di un computer e di un suo programmatore, Hideo Kojima, che sviluppò il terzo capitolo della saga videoludica nel 1998, prodotto poi dalla "Konami", consacrandolo come il guru dei videogiochi, con oltre sei milioni di copie vendute in tutto il mondo, per lui si è coniato il termine di "arte videoludica" e l'estensore di questa nota ritiene che non si vada troppo distanti dalla realtà, visto e considerato le profonde considerazioni e l'esperienza di immersione totale nell'universo terribile e molte volte senza speranza di Kojima, una filosofia di fondo che non lascia davvero troppo allegri. Solid Snake è un ex agente speciale dell'unità di missioni sotto copertura FOX-HOUND, ritiratosi a vivere in alaska, lavorando come musher, guidatore di slitte trainate dai cani. Viene prelevato a forza dagli uomini del suo ex comandante, il colonnello Roy Campbell, per svolgere una missione potenzialmente suicida ma di cui sembra essere l'unica persona in grado di
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Doctor Virtualis 1 [pp.147-153], 2002
Rivista di Filosofia Neo-Scolastica
La nuova giurisprudenza civile commentata, 2015
In Bianchi, A. and Leghissa, A., eds, 2015. Mondi Altri Milano: Mimesis., 2016