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2010, Kainos
Introduzione ad Alain, "I mercanti del sonno", tr. it. F. Negri, in "Sotto giudizio", "Kainos", annuario n°5, 2010, pp. 61-73.
2017
Il lavoro vuole essere un'indagine sull'interpretazione fenomenologica delle filosofie dei presocratici e della questione del mondo in Eugen Fink. La tesi consta di una prima parte dedicata allo sviluppo della prospettiva cosmologica a partire da alcune problematicita rilevate dall'autore nelle filosofie di Husserl ed Heidegger, e di una seconda dove si analizzeranno le filosofie di Anassimandro, Eraclito e Parmenide in relazione allo sviluppo della prospettiva cosmologica.
Gazzetta Filosofica, 2020
La Arendt è convinta che a differenza della natura, la storia sia piena di eventi e che questa frequenza abbia la La Arendt è convinta che a differenza della natura, la storia sia piena di eventi e che questa frequenza abbia la sua unica ragione nel fatto che gli eventi sua unica ragione nel fatto che gli eventi storici sono di continuo creati e interrotti dall'iniziativa dell'uomo, che è un che è un initium initium in quanto agisce. https://www.gazzettafilosofica.net/2020-1/aprile/il-problema-della-libertà-in-hannah-arendt/
P. d'Hoine and G. van Riel, Leuven 2014. 2 L. Couloubaritsis, La Providence divine de Diogène d'Apollonie à Platon, in P. d'Hoine and G. van Riel (ed. by), op. cit., pp. 3-21. Cfr. contra D. Sedley, Creationism and Its Criticism in Antiquity, Berkeley-Los Angeles-London 2007, il quale attribuisce (p. 66) i primi prodromi della nascita della nozione di provvidenza al nous di Anassagora.
Euripide e Racine: tra γνώμη e fureur " Ecco un'altra tragedia il cui soggetto è tratto da Euripide ". Con questa breve frase, all'inizio della Preface della sua più nota tragedia, la Phédre, il tragediografo francese Jean Racine riassume il gusto per la letteratura classica nato in Francia nel 1600. Questo nuovo interesse, che costituì una sorta di movimento autonomo, dominò nello stato francese, lasciando in ombra la nascente letteratura barocca, già molto diffusa negli altri stati d'Europa. Racine sottolinea che la Phédre non è la sua prima opera d'ispirazione classica, anzi, noi sappiamo che questa fu l'ultima di tal genere, ma ciò non deve lasciar credere che Racine avesse scelto Euripide come " modello " solo per un mero fatto di moda: egli scelse Euripide perché provava dentro di sé lo stesso dubbio e la medesima scissione, sentendo eguale tensione verso l' " illuminismo " e verso l'irrazionalismo, sentimento perfettamente cristallizzato in Fedra, nell'Ippolito. " Je port deux hommes en moi " amava ripetere.
2015
Recensione di "Libero Arbitrio - Storia di una controversia filosofica" (A cura di De Caro, Mori, Spinelli, Carocci 2014)
in corso di pubblicazione in C. Valentini [a cura di], Costituzione e ragionamento giuridico) "(...) dubbio che si resti nell'ambito della libertà di pensiero" quando il rapporto tra pensiero e azione sia "esplicito, diretto ed immediato", tanto da tradursi in un vero e proprio "incitamento all'azione": in queste ipotesi, l'espressione è, infatti, "logicamente altro" rispetto alla "pura" manifestazione del pensiero 5 . A distanza di diversi anni, l'apporto determinante della giurisprudenza costituzionale impone una revisione di tali impostazioni. L'indagine, infatti, non può fondarsi esclusivamente su un'analisi formale del testo della Costituzione o viceversa, su una precomprensione statica della tavola assiologica incorporata dal testo costituzionale, ma deve essere arricchita alla luce di una sistemazione, casistica e problematica, delle pronunce adottate dal Giudice delle leggi. Come è stato da tempo messo in luce, la valutazione di ciò che rientra nel "figurino" 6 della libertà di espressione non può essere considerata valida in ogni tempo e in ogni luogo, ma deve essere effettuata "(…) caso per caso evitando "(…) giudizi pronunciati ex ante sulla base di un editto perpetuo" 7 . In questo senso, l'adozione di un nuovo metodo di analisi, concentrato sulla ricognizione degli argomenti del Giudice delle leggi, conduce a ipotizzare una teoria "debole" e "problematica" 8 , necessariamente orientata alla singola quaestio iuris affrontata dalla Corte e, quindi, alla sintesi motivazionale della "dialettica tra disposizioni costituzionali, disposizioni legislative [e] contesti" 9 . In effetti, pur senza assimilare la giurisprudenza costituzionale italiana al diritto vivente di altre esperienze che, proprio a partire dalla tutela della libertà di espressione, hanno progressivamente individuato peculiari livelli di scrutinio 10 , anche in Italia si può formulare, ormai, una ipotesi di sistemazione stabile dei protocolli di giudizio concernenti l'art. 21 della Costituzione. Questa ipotesi di ricerca incrocia il problema più generale della razionalità del discorso normativo, di cui le argomentazioni giudiziali sono parte 11 . Eppure, non è solo il postulato di razionalità che deve essere verificato, ma anche l'aspettativa di validità che il ragionamento normativo, species del ragionamento pratico generale, avanza rispetto alle premesse normative di un dato ordinamento 12 (che coincidono, in questa sede, con gli obblighi di astensione posti al legislatore ordinario dalle disposizioni costituzionali sui diritti di libertà 13 ). 5 S. Fois, cit. ult., pp. 112-113. 6 L'espressione è di R. Bin, Diritti e fraintendimenti. Il nodo della rappresentanza, in AA. VV., Studi in onore di Giorgio Berti, Napoli, Jovene, 2005, p. 349. 7 Così L. Paladin, Libertà di pensiero e libertà d'informazione: le problematiche attuali, in «Quad. cost.», p. 12, ma in senso affine A. Di Giovine, I confini della libertà di manifestazione del pensiero, Giuffrè, Milano, 1988, passim (spec. p. 112). Lungo la stessa direzione, ancorché da una prospettiva essenzialmente penalistica, si muove C. Visconti, Aspetti penalistici del discorso pubblico, Torino, Giappichelli, 2008, pp. 243 e ss. 8 In questo senso G. Bognetti, La problematica della libertà costituzionale di espressione.(Per una storia autentica dell'art. 21 e della evoluzione dei suoi significati e per una teoria consapevolmente "politica" di quella liberta), in www.rivistaaic.it, p. 49. Una teoria debole della libertà di manifestazione del pensiero si appoggia "largamente a conoscenze di carattere empirico, dotate da un grado di certezza mai assoluto" che "posseggono sempre, nel miglior dei casi, una validità problematica. Ne consegue che, a rigore, la teoria della libertà dell'art. 21, (...), mentre potrà difendere il suo carattere di elaborazione teorica fondata in ogni suo aspetto su un impianto di natura razionale, scientificamente aperto a controllo, dovrà apertamente proporsi, a livello di presentazione dottrinale, solo come teoria problematica". 9 Così A. Morrone, Il custode della ragionevolezza, Milano, Giuffrè, 2001, p. 451. 10 La mente corre, inevitabilmente, alla lunga evoluzione della giurisprudenza della Corte suprema statunitense, su cui diffusamente C. Valentini, Le ragioni della costituzione. La Corte Suprema americana, i diritti e le regole della democrazia, Torino, Giappichelli, 2011, pp. 278 e ss, nonché A. Vespaziani, Interpretazioni del bilanciamento dei diritti fondamentali, Padova, CEDAM, 2002, pp. 11 e ss. 11 Cfr., per un'indagine di diritto positivo condotta attraverso il prisma della teoria generale A. Tesauro, Il bilanciamento degli interessi tra le legislatore penale e Corte costituzionali: spunti per un'analisi metagiurisprudenziale, in «Riv. it. dir. proc. pen.», 2009, pp. 143 e ss, nonché, per un analisi meta-giurisprudenziale relativa alle tecniche argomentative dei giudici comuni, Id., Il reato di diffamazione come reato debole e incerto, Torino, Giappichelli 2005, pp. 25-81. 12 È la nota sonderfall these di R. Alexy. Theorie der juristischen Argumentation. Die Theorie des rationalen Diskurses als Theorie der juristischen Begründung, 1978 (trad. it. Teoria dell'argomentazione giuridica, Milano, Giuffrè 1998. 170 e ss) ma sul punto v. anche L. Gianformaggio, Il gioco della giustificazione. Osservazioni in margine ad una teoria procedurale dell'argomentazione giuridica, in «Mat. st. cult. giur.», 1984, p. 476 secondo la quale il discorso giuridico incontra "(...) tutta una serie di condizioni limitative (il vincolo della legge [e della Costituzione, n.d.r], la considerazione dovuta ai precedenti, il collegamento con la dogmatica, nonché le limitazioni costituite dalle regole procedurali)". 13 L'incorporazione dei diritti di libertà in una Carta costituzionale rigida conduce, in primo luogo, all'introduzione di specifici agere posse di rango costituzionale da far valere nei confronti non solo dello Stato-amministrazione (secondo l'antica teorica dei diritti pubblici soggettivi), ma anche dello Stato-ordinamento. Eppure, la dimensione formale non esaurisce la morfologia dei diritti di Giappichelli, 1999, pp. 452-453 che considera il canone dissociativo uguale e contrario all'argomento analogico: mentre infatti in questa ipotesi l' "astrazione-generalizzatrice" compiuta dall'interprete prende le mosse dall'isolamento di determinare caratteristiche
Lebenswelt: Aesthetics and Philosophy of Experience, 2019
Is Deleuze really in debt to Kant? If so, in which feature of Deleuze's thought can it be traced? The Deleuzian idea of philosophy meant as a creative process for constructing concepts may be deeply rooted in Kant's thought. In his lectures on Kant held at Vincennes in 1978, he acknowledged that Kant first attributed the act of thinking a new absolute meaning: the power to create concepts and no longer a vague meaning to create images or to remember. According to Deleuze the originality of Kant's philosophy lies in creating new words and giving them a new meaning. Although Deleuze had dedicated Kant a significant study in 1963 and four lectures at Vincennes, he did not fully admit to being influenced by Kant, not even in What is Philosophy? , the last monography he wrote with Felix Guattari.
RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, 2015
The eContent is Archived with Clockss and Portico. anvur: a. * La rivista ha periodicità semestrale. I contributi possono essere scritti in francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco e vanno inviati ai direttori. I manoscritti non saranno restituiti.
L'involuzione del pensiero libero, 2021
L’arte contemporanea sembra aver messo da parte i temi universali dell’esistenza e della spiritualità, ma anche quelli di una oggettiva critica sociale, e della ricerca di verità. L’arte, nel 2020, ha seguito i passi del giornalismo mainstream, associandosi a movimenti politici e ponendosi come propaganda visiva, auto-annullando la sua capacità di poiesis, di creazione poetica, di sguardo dell’altrove. Come, allora, poter ricostruire pensiero, poesia e, allo stesso tempo, un’attitudine libera alla vita e al mondo nell’epoca della paura e di una nuova censura in nome di un “pensiero giusto” che è – antidemocraticamente - anche l’unico che viene offerto dalle bocche dei media sempre più agguerriti? Dall’esperienza del giornalismo come pratica della critica, dalla letteratura al cinema alle arti visive, il libro indaga una serie di opere e di voci, divise per tematiche e brevi capitoli, che hanno tentato di resocontare il proprio presente in maniera lucida, allontanandosi dai rumori della comunicazione.
ILLUMINAZIONI, 2019
The plot of Bartolone’s thought evolved through a fundamental series of theoretical experiences that find above all in Rosmini, a privileged interlocutor of his metaphysics of freedom. What emerges is a vision in which the plural knowledge of scientific and non-scientific activity,included in the structurality of their rational plot, finds their full unification only in the significant dimension of philosophizing. The finiteness of the research, its structurality, must find an explanation of its beginning and absolute and unconditioned ending. Thus the metaphysics of freedom gains absolute and unrestrained reality which in the ideal of structural understanding remains only presupposed and never fully acknowledged.
Dalla filosofia dell’azione alla filosofia della mente. Riflessioni in onore di Sandro Nannini., 2018
The article, first, reconstructs and criticizes Sandro Nannini’s incompatibilistic concept of freedom of decision and, second, develops a compatibilistic alternative, a synthesis of a rationalistic and an autonomous approach. Nannini justifies his conception primarily from a naturalistic point of view: it reflects our sense of agency, so he says. This is criticized as empirically wrong and methodically mistaken: The theory of freedom of decision is, actually, normative; it is about good decisions; naturalism cannot establish normative claims. The alternative is based, methodically, on an idealizing hermeneutics, which tries to reconstruct the point of free decisions, and then justifies the resulting concept practically: Free decisions, conceived in this way, realize optimally our autonomous desires.
Bollettino telematico di filosofia politica (2015), pp. 1-36, 2015
Questo articolo ricostruisce la visione del giudizio formulata da Hannah Arendt in un arco di opere che va da Understanding and Politics (1953) a Willing (apparso postumo nel 1978). Tesi centrale della presente analisi è che, diversamente da quanto sostenuto dalla maggioranza degli interpreti, il contributo dell'autrice in questo ambito sia di matrice primariamente filosofico-morale. Nel primo paragrafo viene rigettata l'ipotesi di una cesura all'interno della produzione arendtiana sul judging, mentre nel successivo si indagano gli effetti su quest'ultima del processo al burocrate nazista Adolf Eichmann. I paragrafi terzo e quarto ricostruiscono il tortuoso percorso che portò Arendt ad individuare nel giudizio una possibile risposta ad alcuni drammatici interrogativi etici, mentre nel quinto si tenta di dimostrare che le Lectures on Kant's Political Philosophy non costituiscono, come solitamente si crede, il nucleo del volume non scritto di The Life of the Mind - il quale avrebbe dovuto avere come tema proprio l' Urteilskraft. L'ultimo paragrafo, infine, sonda alcune possibili implicazioni della lettura delineata sino a quel punto per le ricerche successive.
Gli interrogativi suscitati dall'uso delle neuroscienze nell'ambito del processo penale hanno un contenuto di assoluta novità? Prendendo spunto da due recenti sentenze italiane e da una cause célèbre di inizio Novecento (il processo al brigante Musolino), in questo articolo si cercherà di mettere in evidenza come, nel complesso rapporto che ha da sempre legato il diritto alla psichiatria, alcuni punti di frizione tra i due saperi sembrano ripresentarsi con assoluta costanza.
in L’opera di Felice Montagnini, a cura di Giancarlo Toloni, pp. 31-51, 2013
The philological features of Montagnini’s works. The historical-religious perspective of his writings, the linguistic and lexical analysis, the cult for the word, “brevitas” and “novitas,” the evaluation freedom, make his work a learned service to the Bible knowledge
Loescher, 2015
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