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Monografia su uno dei più significativi attori italiani contemporanei.
Il contributo affronta il rapporto tra recitazione e arti figurative tra la fine del secolo XVIII e i primi decenni del XIX alla luce di una serie di significativi reperti iconografici, soffermandosi in particolare sulla recitazione di François Joseph Talma e Antonio Morrochesi, analizzando le figurazioni a loro dedicate.
Monete di XII secolo ritrovate ad Offanengo
The article analyzes the 12th-century coins discovered in 1896 in Offanengo (CR), Italy currently in the collections of the Civiche Raccolte Numismatiche di Milano (Civic Numismatic Collections of Milan). Examination of the records of the Medagliere di Brera conservation officer, Solone Ambrosoli, enabled the precise determination of the composition of the hoard of coins at the time of its discovery and to identify, among the 38 coins currently present in the storage drawer, eight "intruders" which must therefore be deemed as contaminating elements. The investigation resulted in the confirmation that the first coins issued by the mints of Cremona and Mantua were flat and not convex. The absence of Cremonese money and the presence of inforziato coins, as well as the comparison with other hoards, led to the hypothesis that the first minted coin of Cremona was an inforziato billon, and only later was the Cremonese minted. The lack of Cremonese coins (which the documentation suggests was minted starting in 1163) and the presence of imperial coins from the Noseda mint leads to the supposition that the hoard was placed around 1162-1163, a dating that seems to be supported by the fact that according to Ambrosoli all the coins contained in the hoard were in a very good state of preservation and therefore newly minted. The XRF analysis allowed us to detect fake Henry II, Holy Roman Emperor coins from Milan. L’articolo analizza le monete di XII secolo rinvenute nel 1896 a Offanengo (CR) attualmente in custodia presso le Civiche Raccolte Numismatiche di Milano. L’esame dei carteggi del conservatore del Medagliere di Brera Solone Ambrosoli ha consentito di ricostruire con precisione la composizione del gruzzolo al momento del ritrovamento e di individuare, tra le 38 monete attualmente presenti nel cassetto riferito al ripostiglio, otto "intruse" che devono pertanto ritenersi elementi inquinanti. L'indagine ha consentito di confermare che i primi denari emessi nelle zecche di Cremona e Mantova fossero i denari piani, e non gli scodellati. L’assenza del denaro cremonese e la presenza di inforziati, ed il raffronto con altri rispostigli, ha indotto ad avanzare l’ipotesi che la prima moneta coniata dalla zecca di Cremona fosse stato l'inforziato, e che solo successivamente si sia proceduto alla coniazione del cremonese. La mancanza del cremonese (attestato nelle fonti a partire dal 1163) e la presenza di denari imperiali della zecca di Noseda inducono a ritenere che la deposizione del ripostiglio sia avvenuta intorno al 1162-1163 datazione che sembrerebbe essere avvalorata dalla circostanza che tutte le monete che componevano il ripostiglio erano, a detta dell'Ambrosoli, in ottimo stato di conservazione e quindi appena entrate in circolazione. L’analisi XRF ha consentito di rilevare un falso d’epoca di denaro enriciano di Milano.
Nipoti di Maritain, 2017
Il termine "boccaccesco" è, ormai, indissolubilmente legato alla tematica decamerotica del Certaldese in seguito ad una sua mala interpretazione dell'esegesi del corpus boccacciano nel corso dei secoli. In questo breve articolo, ho cercato di mettere in luce la dimensione teologica che Boccaccio esprime nella sua produzione, specialmente nell'opera "edulcorata" da Vincenzo Borghini in piena età controriformista.
Paolo Golinelli (Università di Verona) Magliabechi e gli eruditi italiani: Benedetto Bacchini È nota l’amicizia tra Benedetto Bacchini e Antonio Magliabechi, vissuta anche con incontri personali tra i due, come nel 1681, quando Bacchini fu a predicare a Firenze, o alla fine del 1696, quando egli passò per la città, durante il suo viaggio a Montecassino, e vi sostò per una decina di giorni, accompagnato dal Magliabechi a visitare le principali biblioteche fiorentine, oltre che la corte. Di questa amicizia sono prova soprattutto le 274 lettere di Benedetto Bacchini ad Antonio Magliabechi conservate nella Nazionale di Firenze, che coprono un arco di tempo di trent’anni, dal 1682 al 1712, e che il Momigliano indicava nel 1966 come “ancora da studiare”. Dall’esame di questo ingente corpus epistolare, messo in relazione con gli scritti del Bacchini (anche inediti), emerge il rilievo avuto dal bibliotecario mediceo nella redazione del Giornale de Letterati, edito prima a Parma (dal 1686 al 1690) e poi a Modena (dal ’92 al ’97), con la messa in comune delle informazioni che egli riceveva da tutto il mondo, e anche di libri e notizie. Ciò permette di ricostruire, per quanto possibile, la rete delle relazioni tra intellettuali, soprattutto italiani (ma non solo, anche se la relazione si limiterà a essi), che ebbero in Magliabechi un punto fondamentale di riferimento tra fine Seicento e inizio Settecento, e in Bacchini la possibilità di farsi conoscere. Mi riferisco ai molti personaggi di rilievo che appartenevano alla cerchia delle loro amicizie, quali il geografo Cantelli, il medico Ramazzini, lo scienziato Malpighi, l’editore napoletano Bulifon, il teologo e storico Enrico Noris, l’abate benedettino Erasmo Gattola, e così via, che dimostrano, al di là delle difficoltà poste dal momento storico, la straordinaria vivacità intellettuale di questo periodo.
Un elegante e sobrio cartiglio rosso sovrasta la prima cappella a sinistra della chiesa con la scritta «D.Carlo Bor. soC. faBrianensis suB eius invoC. ereCt. hoC saCellum D.o. Cons.o mDCxx»: da ciò risulta che fu consacrata nel 1620 per iniziativa di una confraternita intitolata a San Carlo Borromeo, probabilmente 1 già completata nelle sue parti 2 : il dipinto dell'altar maggiore con il Borromeo e un angelo che gli porge i simboli della passione; i laterali uno con il santo consacrato cardinale, l'altro mentre assiste gli appestati impartendo loro l'eucarestia; sulla volta ad affresco l'attentato alla sua vita, il salvataggio dall'annegamento di un bambino ed infine la gloria 3 . Sopra i dipinti laterali in monocromo sono due figure femminili 4 : una versa del liquido in un grande vaso posato a terra da una coppetta che tiene in mano, atteggiamento tipico della Temperanza che è virtù di moderazione, che "tempera" l'acqua calda con la fredda o il vino con l'acqua.
The origins of detective stories in the late twenties and early thirties in the correspondence between Lorenzo Montanaro and Arnoldo Mondadori.
Ars Olearia. Dall’oliveto al amercato nel medioevo. Ars Olearia. From Olive Grove to Market in the Middle Ages, 2018
PREMESSA Sono trascorsi dieci anni e più dalla pubblicazione in Italia di due opere fondamentali che hanno fatto il punto sulle vicende dell'olivicoltura e dell'olio di oliva durante il medioevo. Al volume Olivi e olio nel medioevo italiano, a cura di Andrea Brugnoli e Gian Maria Varanini (Bologna 2005), hanno fatto seguito a breve distanza di tempo i due poderosi tomi, riferiti a un ampio contesto geografico, che raccolgono gli Atti della cinquantaquattresima settimana di studio del Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Olio e vino nell 'alto Medioevo (Spoleto 2007). Indagini più o meno recenti ne hanno sondato alcuni aspetti specifici, con lavori talora riguardanti ambiti territorialmente circoscritti, non di rado orientati ad affrontare l'argomento preferibilmente nella prospettiva dell'associazione olivicoltura -viticoltura. La storiografia italiana è tra le più ricche e articolate nel panorama dell'Europa occidentale degli studi sul tema, che incontra peraltro un notevole interesse anche tra i medievisti di area francese e soprattutto iberica: un dato che, se da un lato riflette con ogni evidenza l'importanza di colture e relative produzioni assai diffuse nei territori affacciati al Mediterraneo, dall'altro non sfugge alle strategie di valorizzazione sul piano gastronomico e dietetico di prodotti 'tipici', quali sono per l'appunto l'olio d'oliva e il vino.
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www.amministrazioneincammino.luiss.it, 2016
Ritratto tizianesco di Ercole Gonzaga, 2017
I testimoni del vero. Su alcuni libri in biblioteche d'autore, a cura di Emilio Russo, 2000