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2014, «Annali di storia e archeologia sulcitana»
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Lo studio dei tratti iconografici superstiti e maggiormente dell’iconologia della fascinosa ed esuberante decorazione scultorea del prospetto di facciata del S. Antioco di Bisarcio, nella Piana di Ozieri, è un processo lento, neppure compiuto, avviato nella storiografia della seconda metà del XIX secolo. Il saggio proporre una nuova lettura di un fregio rappresentato sulla cornice esterna del fornice sinistro che, a causa del grave stato di degrado di talune figure, ha posto maggiori problemi di interpretazione. Alla luce di tratti iconografici sin qui inediti, si cerca di dimostrare come taluni spunti che regolano i rapporti tra i differenti soggetti siano indubbiamente riconducibili a una stessa unità narrativa, individuata in alcuni passi dell’Apocalisse di San Giovanni.
Annali di Storia e Archeologia Sulcitana, 2012
Si ripercorrono le vicende che svelano alcuni indizi sul culto di S. Antioco in Villamassargia e la possibile chiesa campestre in località Astìa citata da Montserrat Rossellò.
Dalla disponibilità di nuovi materiali sulla storia e sulle architetture della basilica romanica di Sant’Antioco di Bisarcio (1065 circa - 1195) in agro di Ozieri (ss) nasce l’esigenza di un riordino sistematico delle idee e delle novità. Lo studio si propone di organizzare, secondo i modi di uno studio scientifico, una importante quantità di informazioni sulla complessa vicenda storica e artistica della chiesa, raccolti in 18 anni di studi, e di integrarli con nuovi inediti dati emersi dalle fonti archivistiche, dalla catalogazione delle epigrafi e dei graffiti, dallo studio della decorazione scultoreo-architettonica, dall’analisi delle visite pastorali a Bisarcio dei vescovi di Alghero del Cinquecento ma anche dall’analisi di un certo numero di arredi liturgici medievali, di recente rimessi in luce. L’opera – oltre 750 pagine, più di 500 immagini – è articolata in due volumi – “La storia e le fonti” e “Le architetture e gli arredi” –, ciascuno distinto in due sezioni: volume 1°: 1. Il complesso monumentale 2. Le fonti, le testimonianze epigrafiche e la storia; volume 2°: 1. L’architettura e la decorazione scultorea della chiesa. Il monastero e le altre pertinenze monumentali. 2. Gli arredi sacri, le suppellettili e i paramenti liturgici. COME AVERE I DUE VOLUMI? Il volume è stato stampato in 120 copie. Può essere acquistato presso la libreria Bellu, in piazza, Garibaldi a Ozieri. In alternativa può essere richiesto all’autore ([email protected]), fino ad esaurimento del limitato numero di copie (75 euro, spedizione inclusa).
Theologica & Historica. Annali della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, 2017
L’antica cattedrale e chiesa priorale cistercense di Sant’Antioco di Bisarcio, in agro di Ozieri (ante 1073 - 1195), rappresenta uno dei migliori monumenti del romanico in Sardegna. La ricerca focalizza una serie di decori, in particolare del secondo e terzo ordine della facciata della chiesa, sola sopravvivenza di un partito architettonico segnato da un fulmine nel 1471. Nella ideale ricostruzione dell’intero prospetto si riconosce un grande inedito fregio in forma di croce commissa, qui definito ‘della Esaltazione della Santa Croce’. Tra i numerosi riscontri di questa ipotesi è la stessa Festa dell’Esaltazione che scandisce le attività del calendario benedettino, e l’epigrafe commemorativa della fabbrica della galilea, che in forma di croce riferisce il nome di magister Paulu illuminato e ispirato cistercense, impegnato a Bisarcio nel 1190/95, tra suggestioni templari e influenze pisane. The ancient cathedral and prioral Cistercian church of Sant’Antioco di Bisarcio, in the countryside of Ozieri (ante 1073 - 1195), represents one of the finest monuments of Romanesque architecture in Sardinia. The research focuses on a series of decorations, in particular of the top level of the face of the church, the only surviving side of the facade devastated by a lightening strike in 1471. In the theoretical reconstruction of the entire facade we recognize a large, undocumented frieze in the form of a Tau cross, here defined as ‘of the Exaltation of the Holy Cross’. Among the various arguments of this hypothesis is the very same Feast of the Exaltation which marks various activities on the Benedictine calendar, and the commemorative epigraph on the galilée, which, in the form of a cross, provides the name of magister Paulu enlightened and inspired Cistercian, who worked at Bisarcio between 1190/95, according to Templar suggestions and Pisan influences.
S. Celestino Pérez, E. Rodríguez González (eds.), Un viaje entre el Oriente y el Occidente del Mediterráneo. Actas del IX Congreso Internacional de Estudios Fenicios y Púnicos, Merida, 2020
The twenty-nine scarabs made of stone and faїence currently conserved at the Archaeological Museum "Ferruccio Barreca" contribute to increase the documentation relating to the ancient settlement of Sulky and also provide an updated picture of local attestations. The analysis includes heterogeneous specimens from the Punic necropolis and the tophet, bound to Egyptian, Near-Eastern and Greek iconographic heritage, for which it is proposed a typological, iconographic, stylistic and chronological classification. Considering the limited knowledge of seals coming from this settlement, the updating of the documentation at local level contributes to supply an overall picture both of Punic glyptic factories and of the circulation of these peculiar objects, bearer of religious and social values.
L' originale reliquiario del cranio di Sant'Antioco, d'impianto monumentale, 1 è realizzato in lamina d'argento lavorata a sbalzo e cesello, con parti a fusione, ribattuta con chiodi su supporto ligneo fig. 1). Dall'iscrizione latina a caratteri capitali, incisa sul ripiano della base (D(eo) O(ptimo) M(aximo) / caput gloriosissimi / martiris Sancti / Antiochi inventum / una cum toto corpo/re integro in insula / sulcitana in sua pro/pria ecclesia die deci/ma octava martii / 1615; D(omino) D(on) Francisco De Esquivel archiepiscopo meritissimo; Sisinius Barrai argenti faber / fecit), risulta la data 1615, la firma dell'argentiere Sisinnio Barrai 2 e la committenza dell'arcivescovo di Cagliari Francisco Desquivel (1605-24), il cui stemma è ripetuto sulle quattro facce (fig. 2). Sul basamento quadrangolare 3 si erge una sorta di catafalco, sorretto da quattro figure di angeli-telamoni dorati (fig. 3), alti diciotto centimetri, sul quale poggia la semisferica cupola dorata che racchiude il teschio del Santo, lavorata a giorno con classicistici motivi a squame e sormontata da una croce gigliata su base cilindrica. 4 Completano la composizione vari elementi realizzati a fusione: nudi puttini di gusto rinascimentale (h 7 cm), stemmi e vasi ad anfora in due dimensioni (h 5 e 8 cm), conclusi con innesti cilindrici cavi, forse previsti come contenitori per addobbi floreali. I quattro grandi angeli, stanti su basi ornate sulle facce da cherubini, indossano lunghe vesti liturgiche dai grandi colletti e recano aureole circolari baccellate; un chiodo filettato sul capo li collega alla parte centrale del reliquiario. Le ali, realizzate a fusione, risultano piumate solo nella parte frontale; sul retro sono collegate al corpo da una barra d'argento arricciolata alle estremità (fig. 4). Le figure angeliche, derivate dalla giunzione di due parti fuse a stampo (fig. 5), sono infatti speculari: identiche le fisionomie e i lunghi capelli, protendono in avanti le braccia flesse con mani alternativamente chiuse e semiaperte nel gesto di sorreggere oggetti oggi perduti,
Theologica & Historica. Annali della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, 2018
L’antica cattedrale e chiesa priorale cistercense di Sant’Antioco di Bisarcio, in agro di Ozieri (ante 1073 - 1195), rappresenta uno dei migliori monumenti del romanico in Sardegna. La ricerca focalizza una serie di decori, in particolare del secondo e terzo ordine della facciata della chiesa, sola sopravvivenza di un partito architettonico segnato da un fulmine nel 1471. Nella ideale ricostruzione dell’intero prospetto si riconosce un grande inedito fregio in forma di croce commissa, qui definito ‘della Esaltazione della Santa Croce’. Tra i numerosi riscontri di questa ipotesi è la stessa Festa dell’Esaltazione che scandisce le attività del calendario benedettino, e l’epigrafe commemorativa della fabbrica della galilea, che in forma di croce riferisce il nome di magister Paulu illuminato e ispirato cistercense, impegnato a Bisarcio nel 1190/95, tra suggestioni templari e influenze pisane. The ancient cathedral and prioral Cistercian church of Sant’Antioco di Bisarcio, in the countryside of Ozieri (ante 1073 - 1195), represents one of the finest monuments of Romanesque architecture in Sardinia. The research focuses on a series of decorations, in particular of the top level of the face of the church, the only surviving side of the facade devastated by a lightening strike in 1471. In the theoretical reconstruction of the entire facade we recognize a large, undocumented frieze in the form of a Tau cross, here defined as ‘of the Exaltation of the Holy Cross’. Among the various arguments of this hypothesis is the very same Feast of the Exaltation which marks various activities on the Benedictine calendar, and the commemorative epigraph on the galilée, which, in the form of a cross, provides the name of magister Paulu enlightened and inspired Cistercian, who worked at Bisarcio between 1190/95, according to Templar suggestions and Pisan influences.
Riassunto: La chiesa di Sant'Antioco di Bisarcio (Ozieri) fu cattedrale dell'omonima diocesi dall'XI al XVI secolo. Rappresenta uno dei monumenti più integri e significativi dell'architettura romanica in Sardegna. Tra le fonti documentarie riveste carattere di novità l'iscrizione graffita nell'abside con l'anno 1164 e il nome del vescovo Giovanni Thelle. Nella storia degli studi si è giunti a distinguere tre fasi costruttive, che presentano caratteri distinti sia dal punto di vista formale sia rispetto ai materiali costruttivi (vulcaniti di vario tipo) e ai processi di alterazione e di degrado delle rocce. Abstract: The church of Sant'Antioco of Bisarcio (Ozieri) was cathedral of the homonym diocese from the XI to the XVI century. It represents one of the most preserved and meaningful monuments of the Romanesque architecture in Sardinia. Among the documentary sources it dresses character of novelty the epigraph in the apse with the year 1164 and bisho...
2020
Breve articolo che introduce la Canso d’Antiocha e si sofferma sui contenuti relativi al meraviglioso cristiano, in particolare l’arrivo di angeli-guerrieri che partecipano all’assedio della città durante la prima crociata.
Annali di Storia e Archeologia Sulcitana - 2011, 2011
Fonti documentarie e bibliografia Epilogo: Castris apud portum Palmae de Sulcis. Di probabili origini bizantine e occupato dagli arabi nel 703 durante la distruzione di una grossa città del sud ovest della Sardegna, il castello che nel 1800 fu disegnato e rilevato da Alberto della Marmora, pare abbia ospitato il giudiche Mariano II Torchitorio nel 1107 e l'Infante Alfonso nel giugno 1323. L'articolo ricostruisce la storia della sua demolizione e del contronto con i castelli bizantini del Nord Africa, in particolare quello segnalato dal Lamarmora di Ain Tounga, nel quale ci si è recati per una visita di persona.
"Sardegna Antica culture mediterranee", 2016
La singolare epigrafe graffita al primo piano della galilea della chiesa romanica di S. Antioco di Bisarcio in agro di Ozieri (SS) in Sardegna, rivela, in forma di croce e con l'ausilio di alcuni disegni, gli anni della costruzione della galilea e della torre campanaria ad opera del cistercense magister Paulu, durante l'episcopato di Pietro II : «1190/5 H(AEC) ME FECIT XP PETRI P(ISCOP)U E(T) Q(UOD) MAGI(S)T(E)R P(AT)ER PAULU EXCRYAVYT B(ASILICAM) (DICATAM) S(AN)C(TO) A(NTIOCH)O ET M(ART)IRUM S(ANCTAE) ECCLESYAE † (CHRISTI)». “Nel periodo 1190/95 mi fece queste cose il vescovo Pietro e per queste il maestro Padre Paolo ampliò la cattedrale di Antioco santo e dei martiri della Santa Chiesa di Cristo”. Sarebbe questa la prima attestazione dell'uso di caratteri arabi in Sardegna.
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S. Antioco da primo evangelizzatore di Sulci a glorioso Protomartire "Patrono della Sardegna", 2011
I Quaderni del Museo Bernareggi, 2015
La Pala di San Marco del Beato Angelico: restauro e ricerche, 2021
A. ANGELONI, G. BARBIERI, Montalcino (SI). Sant’Antimo, in Notiziario della Soprinten, 2006
«Annali di storia e archeologia sulcitana», 2014
SOCIETÀ INTERNAZIONALE DI STUD DI STORIA STORIA DELLA MINIATURA 2007- Atti delle Giornate di Studio sulla Storia della Miniatura "Iconografia e liturgia nella miniatura occidentale - IN Rivista di Storia della Miniatura 11, 2007 ed. CentroDi, 2007
Biblica et Patristica Thoruniensia, 2012
http://www.ub.edu/claustra/Monestirs/view/787, 2013
A. Pala, “Sant’Antioco sulcitano: il culto, il santuario, le immagini dal tardoantico al barocco”, in ArcheoArte. Rivista elettronica di Archeologia e Arte, N. 2 (2013), pp. 183-198., 2013
Quaderni grigionitaliani 91 (2023/2), pp.73-92. Slightly modified version of Research Note 31; trans. Paolo G. Fontana.