Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
11 pages
1 file
Sabato 25 luglio 1914 i rappresentanti delle società Pro Roma, Lazio, Audace e Juventus si riunirono alle sede della Pro Roma, in via dell'Umiltà 36, per stabilire il piano d'azione da tenere all'assemblea federale di Torino dei primi d'agosto. Vi erano diverse situazioni da raddrizzare e il "cahier de doleance" dei romani verteva su otto punti: 1) Protesta collettiva, da concertare con gli altri delegati meridionali, per la trascuratezza dei nordisti nei confronti del sud calcistico. Due casi su tutti: prima del match con lo Spes Livorno, la Lazio ha ricevuto la data il venerdì, e la domenica ha dovuto partire per Livorno; stessa storia col Casale. 2) Candidatura di Lazio, Roman e Audace alla prima categoria. Assurdo che il regolamento preveda l'ammissione alla prima categoria solo per le squadre vincenti il campionato di seconda, in modo da escludere le centromeridionali, tutte classificate di terza. 3) Nella passata stagione il campionato regionale laziale, come quello toscano, iniziò a novembre e terminò a febbraio. Risultato: nella finale a luglio la Lazio era l'ombra di se stessa. Occorre procrastinare l'avvio in maniera da far svolgere le semifinali di Lazio e Toscana in simultanea con quelle del nord. 4) Ammettere alle semifinali del centrosud non due ma quattro squadre. 5) E' impossibile per le romane avere un campo recintato: il costo si aggira sulle duemila lire. E' necessario anche per il 1914-15 non obbligare le squadre meridionali al campo recinto. 6) Tasse ridotte alla metà rispetto ai club settentrionali, che incassano molto di più. 7) Utilizzare i proventi dei match internazionali per aiutare le società meridionali impegnate nelle trasferte della fase finale. 8) Tenere anche a Roma un match internazionale, come propaganda. Alla riunione del 2 agosto, tenuta a Torino, parteciparono l'avvocato Tonetti per l'Audace e Giulio Corrado Corradini, delegato dalla Pro Roma. Naturalmente, le istanze dei sudisti non vennero prese in considerazione. Anzi, si stabilì che per i club iscritti ai tornei meridionali fosse obbligatorio svolgere una gara riserve immediatamente prima della gara di prima squadra. Notevole fu invece la riforma dei campionati, prevista in due fasi: nel 1914-15 campionato dell'Italia Settentrionale di prima categoria formato da sei gironi da sei squadre; nel 1915-16 le prime tre classificate d'ogni girone avrebbero dato vita alla "Divisione Nazionale A", le seconde classificate alla "Divisione Nazionale B"; al di sotto delle due divisioni, la Promozione a carattere regionale. Questo significava che, nel giro di due anni, le società laziali si sarebbero ritrovate a disputare un girone regionale di Promozione, con la possibilità di arrivare alla Divisione Nazionale B, ed entrare finalmente nel giro alto.
Il 1919 si aprì su un Paese sofferente ma unito dal sacrificio che aveva portato alla conquista dei territori italiani in mano all'Austria. A livello politico, la situazione era caotica, e già s'intravedevano i contrasti ideologici che avrebbero portato i liberali ad appoggiarsi al movimento fascista per difendersi dall'"ondata rossa". Nel suo piccolo, anche il mondo sportivo capitolino era in vena di scelte e spaccature. Nel vuoto di potere formatosi, sorsero due schieramenti in lotta: il Fascio Associazioni Sportive Romane (FASR) e il Comitato Sportivo Romano (CSR). Del primo, facevano parte società minori o fatiscenti: SS Juventus, US Romana, Circolo Romano Audax, Club Sportivo Postelegrafico, Unione Motoristica Italiana; del secondo, le più serie società: Lazio, Pro Roma, Fortitudo, Audace, Ginnastica Roma. Al centro delle polemiche il progetto di costruzione di un nuovo stadio ai Parioli e la rimessa in funzione dello Stadio del 1911, utilizzato durante la guerra come deposito di carbone. Moltissimi calciatori, intanto, rimanevano sotto le armi. Dopo la Coppa di Natale, vinta dalla Pro Roma, ai primi di gennaio la Juventus si aggiudicò la Coppa della Fortitudo. Sei squadre parteciparono a un torneo boys, riservato ai nati dopo il 1903. 1 Proprio l'attività juniores era stata la principale novità positiva del calcio degli anni di guerra. Molti futuri campioni si fecero le ossa non a Piazza d'Armi, oramai semioccupata dai cantieri per il nuovo quartiere delle Vittorie, ma nei gloriosi campi dei pionieri; e spesso entrarono a contatto coi più grandi, approfittando dei buchi che si erano creati nelle squadre maggiori. Il 16 febbraio ebbe inizio un Campionato Romano riconosciuto dalla FIGC. Si iscrissero la Lazio, la Romana, la Juventus-Audax 2 (gruppo A), l'Audace, la Fortitudo e la Pro Roma (gruppo B); le stesse squadre diedero vita a un campionato riserve; altre otto formazioni parteciparono a un campionato di seconda categoria. 3 Il 23 marzo la Juventus-Audax giocò a Piazza di Siena contro l'Olympia Fiume. L'avvenimento richiamò una grande folla per i risvolti politici che racchiudeva: Gabriele D'Annunzio aveva occupato da vari mesi la città di Fiume, che il trattato di Londra aveva mancato di assegnare all'Italia. I fiumani furono oggetto di calorose manifestazioni di simpatia e si aggiudicarono la partita per 2-1. 4 A metà aprile si svolse a Torino la prima assemblea federale del dopoguerra. Vi parteciparono 97 rappresentanti di club, sette dei quali per Roma: Felice Tonetti (Audace), Vittorio Castelli (Juventus), Guido Toncker (Pro Roma), Francesco Mauro (Lazio), Tommaso Panatta (Fortitudo), Giuseppe Varetto (Tiberis), Edoardo Caroncini (Romana). Montù ottenne la rielezione. Francesco Mauro, che faceva parte del direttivo della Lazio, divenne vice-presidente. L'avvocato Tonetti continuò la sua scalata dirigenziale, entrando come consigliere. Il nuovo Consiglio Federale concesse maggiore autonomia ai comitati, fissando normative rigide al fine di evitare gli imbrogli che avevano caratterizzato l'ultimo periodo precedente il conflitto bellico. In sostanza, ai comitati regionali, i cui membri erano eletti dalle stesse società federate, veniva affidata per intero l'organizzazione delle gare di campionato, ad eccezione del girone finale interregionale. Ricadevano sui comitati sia il controllo delle tessere annuali dei giocatori (che avevano l'obbligo della residenza nella regione dove aveva sede la società e non potevano cambiare maglia, se non per ragioni di servizio militare), sia la formazione della categoria arbitrale e le funzioni amministrative. il campionato venne vinto dalla Pro Roma. 4 Poiché la città istriana all'epoca non faceva parte del territorio italiano, questa può considerarsi la prima partita giocata da una formazione romana contro un club straniero.
Escono dalle pagine una Italia e un calcio “bambini”, forse immaturi ma sicuramente affascinanti, e il merito di Impiglia è quello di saperci restituire il sapore della scoperta, dell’avventura e della libertà. Saremo degli inguaribili romantici, ma come non avere un sussulto nell’apprendere, ad esempio, che la prima sede legale della Lazio era in vicolo degli Osti presso la casa di Luigi Bigiarelli solo perché lui era uno dei due maggiorenni del gruppo dei nove fondatori. Incredibile. La più antica società calcistica romana fondata da un gruppo di ragazzetti. Sarebbe possibile oggi? Di notevole interesse, nel volume, oltre ad un ampio corredo di foto d’epoca, la parte finale che va sotto il titolo di “statistiche”. Essa contiene una serie di schede riassuntive di tutte le squadre, i risultati, le classifiche dal 1895 al 1927. ("CAPITOLIUM", 2003)
La formula del campionato nazionale ricalcò quella precedente, con 25 squadre nordiste divise in due gironi e 18 del centrosud suddivise in cinque gruppi (Marche, Lazio, Campania, Puglie, Sicilia). A metà settembre si svolsero le elezioni al Comitato Regionale, che registrarono una più equanime ripartizione delle cariche, dando spazio alle società minori. 2 Il 28 dello stesso mese, nei locali del CRJA di via Velletri, ci fu l'assemblea annuale della Lega Sud. Il gruppo laziale venne clamorosamente battuto dalla coalizione delle altre regioni che facevano capo alla Campania e che si presentarono compatte. In gioco era lo spostamento della sede da Roma a Napoli. Su 52 votanti, si ebbero 35 voti a favore di Napoli e 17 per Roma. Il dott. Pasquale De Rosa (Internaples) fu eletto presidente del Consiglio; l'unico consigliere romano promosso fu il mutilato di guerra Caroncini. Il campionato laziale partì il 16 novembre. 3 Il manipolo di formazioni in lizza si era rinforzato con varie manovre. L'Alba del presidente avv. Francesco Alessio e del direttore sportivo Farneti, grazie ai buoni uffici del suo dirigente Vincenzo Biancone, aveva ingaggiato l'allenatore Pietro Piselli, già del Pisa. Sotto la guida del trainer toscano vari giovani fecero strada: Delle Fratte e Lo Prete prima, Stoppoloni poi entrarono titolari. Le file albine si arricchirono di forti giocatori quali i laziali Faccani e Maneschi, gli juventini Berti, Scioscia, Ziroli e l'ungherese Shrott, che sostituì l'anziano Buratti 4 . La Lazio rivoluzionò addirittura i ranghi. I giovani dirigenti, che avevano preso in mano la società forzando l'uscita di scena del vecchio presidente Ballerini (Bitetti, Ercoli, Giamminuti, Baldi, Baccani, Palmieri, Micozzi, Zenobi), scelsero la linea della più assoluta competitività. La stagione segnò un passo importante: l'avvento del semiprofessionismo nella sezione calcio, col pagamento di indennizzi "per mancato guadagno" a diversi giocatori. Il generale Giorgio Bompiani ad ottobre lasciò la presidenza al marchese Giorgio Guglielmi dei Vulci, che per motivi di salute procrastinò di qualche mese l'accettazione della carica (fino al 18 dicembre 1924). Nel mentre, resse le sorti della società il vicepresidente Gerardo Branca, sostenitore della linea moderna caldeggiata da Olindo Bitetti. Mutato l'assetto sociale, anche in campionato la Lazio si presentò con diverse novità. La più grossa era l'allenatore Desiderio Koszegi, prelevato dalla Pistoiese. L'arrivo di Koszegi rappresentava la ferma volontà dei dirigenti a intraprendere la strada del semiprofessionismo, l'unica possibile per restare a galla. Giuseppe Ercoli, che lo aveva scovato, si offrì di pagare lo stipendio al tecnico ungherese. Sempre per questioni di soldi, Augusto Faccani e Pio Maneschi sbatterono la porta, e il giovane Dante Filippi fu recuperato per i capelli. Insieme a Koszegi giunse in riva al Tevere il cecoslovacco Jokl, un'ala destra piccolina e veloce. Molto più importante fu l'acquisto del polese Antonio Vojac, scovato dal portiere Ezio Sclavi fra i militariatleti di stanza alla Farnesina. A stagione iniziata arrivò un altro militare: la mezzala sinistra De Franceschi, nativo di Chioggia. Ci fu infine un importante addio: passò definitivamente tra i dirigenti Fernando Saraceni, uno dei più valenti pionieri del calcio capitolino. 5 Era una discreta formazione, più equilibrata in attacco e agile in difesa, con l'inserimento di Augusto Parboni a terzino a far coppia con Luigi Saraceni.
l' o tt a v o .r o ss o @ b lu n° 1, 10 gennaio 2017 pagina 8 Redazione -stefano coronese, missionari saveriani Via Tre Fontane 15 -74122 Taranto Lama -099/777.31.86
Per un'analisi concreta del fenomeno: insediamenti slavi sul litorale e occupazione veneziana, conflitti etnici nell'Impero Austro Ungarico, occupazione fascista e Seconda guerra mondiale.
l' o tt a v o .r o ss o @ b lu n° 4, 10 febbraio 2017 pagina 8 Redazione -stefano coronese, missionari saveriani Via Tre Fontane 15 -74122 Taranto Lama -099/777.31.86
I Severi. Roma Universalis. L'impero e la dinastia venuta dall'Africa, 2018
Breve sintesi sui caratteri della pittura parietale di epoca severiana
Esce per i tipi della celebrata casa editrice pugliese una recente raccolta di studi su temi di diritto dell'Unione Europea a firma del Prof. Ennio Triggiani. L'opera si segnala non solo per il suo taglio affatto peculiare (si tratta di una raccolta organica di "spunti e riflessioni", come indica il titolo), ma anche per i molti stimoli intellettuali che è in grado di suscitare. Nei primi due capitoli, che denominare introduttivi sarebbe riduttivo, viene tracciato un quadro del tutto esauriente della storia recente e della struttura istituzionale (resa peraltro particolarmente articolata a seguito delle riforme di Lisbona, si veda ad esempio il rilanciato ruolo dei parlamenti nazionali) del progetto di integrazione europea. Peraltro, giungendo alla constatazione di come «[…] l'asimmetria nei rapporti tra politica e mercato sia aumentata con una pericolosa e progressiva rinuncia al modello sociale che dovrebbe costituire un fondamentale aspetto identitario dell'Unione» (così p. 35), il Triggiani svela il criterio ispiratore e il filo conduttore del proprio lavoro, inerenti proprio all'esigenza di illustrare l'intreccio inestricabile che esiste, lungo il processo di integrazione europea, tra progetto ideale (ricavabile dalle norme di carattere generale del Trattato sull'Unione Europea) e sua concreta attuazione mediante singole politiche e relativi strumenti giuridici. I tre quarti dell'opera si immergono in un'analisi di quello che nei classici manuali del settore viene definito come il diritto materiale dell'Unione. Anche qui, i dati di novità derivano dall'approccio seguito dall'A. e dalla scelta dei temi. Si tratta, in effetti, di una "carrellata" degli ambiti in cui il diritto dell'Unione è riuscito ad intervenire, nel corso della storia recente, con forse maggiore incisività e, in ogni caso, si tratta di quelle materie che assumono indubbiamente una rilevanza che potremmo definire "biunivoca", ossia tanto nella prospettiva del rafforzamento del processo di integrazione in sé, quanto nella prospettiva del (sempre auspicabile) progresso economico-sociale dei Paesi membri dell'Unione stessa. Per quanto riguarda la disciplina concernente quello che è noto come il c.d. "mercato interno", il Triggiani esamina temi riguardanti le "quattro libertà" fondamentali, la creazione dell'Unione economica e monetaria (UEM) e il diritto della concorrenza. Per evidenti motivi di spazio e anche alla luce delle maggiori aporie emerse e portate a conoscenza dell'opinione pubblica in tempi recenti, è da ritenere degno di particolare nota il capitolo relativo all'UEM. L'analisi è aggiornatissima ed offre un'accurata ricostruzione allo stesso tempo dell'impianto istituzionale di tale ambito di intervento dell'Unione e delle vicende politiche e giuridiche connesse alla crisi economica che ha attraversato quasi tutti i Paesi del continente europeo e l'Unione stessa a partire (per chi non lo ricordasse) dalla fine del 2007. Sottolineando come, tra le altre componenti dell'UEM, il c.d. Fiscal Compact -che tuttavia si configura in tutto come un accordo internazionale stipulato a latere del quadro giuridico e istituzionale fissato dai Trattati -imporrà al nostro Paese un più stringente controllo
Questa guida è indirizzata a tutti gli utenti del codice SSAP che desiderano avere una panoramica completa delle possibilità di impiego offerte dal programma. In particolare essa è rivolta ai professionisti e tecnici che possiedono già un certo grado di conoscenza delle metodologie, e delle problematiche connesse, di verifica di stabilità dei pendii costituiti da terreni sciolti e/o ammassi rocciosi fratturati, con o senza opere di rinforzo e stabilizzazione. La guida si propone di fornire un riferimento completo a tutti gli strumenti di lavoro e alle procedure di calcolo implementate nel programma SSAP, sviluppate nel corso degli ultimi 26 anni dall’Autore. Una quantità di tempo considerevole è stata impiegata per la stesura di questa documentazione, essendo essa parte integrante ed essenziale per garantire una buona qualità del software. Come per un qualunque programma di calcolo per scopi tecnico-scientifici, soggetto ad un continuo processo di verifica e miglioramento, anche la documentazione interna ed esterna è soggetta a revisioni ed ampliamenti. Costante cura dell'autore sarà informare gli utenti di tutte le revisioni e migliorie apportate, affinché sia disponibile uno strumento di lavoro sempre al passo con gli standard attuali. La versione più aggiornata dei questa guida è scaricabile, in forma di un file .PDF, dal sito ufficiale di SSAP: http://www.ssap.eu , che fornisce anche indicazioni sulla ultima versione ufficiale del software e sulla Licenza d'uso Freeware (ovvero gratuita) per privati e Pubbliche Amministrazioni, a partire dalla versione 4.0 (SSAP2010).. Nel continuo processo di sviluppo di questo software sono di insostituibile aiuto i contributi degli utilizzatori del programma attraverso suggerimenti e critiche costruttive, che nascono dall'uso quotidiano e da applicazioni sopra casistiche reali. Al fine di garantire un trend continuo nel miglioramento della qualità del software applicativo sviluppato, l'intervento degli utenti sarà sempre assai gradito. Si ringraziano pertanto tutti i numerosi utilizzatori che hanno fornito da più 25 anni, con i loro suggerimenti e tests, la possibilità di migliorare in modo continuo la qualità d questo software. Senza il loro contributo ciò non sarebbe stato possibile. Ringrazio quindi in modo particolare:
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Antonio Veneziano, Libro delle rime siciliane, 2012
Fonti cattoliche sulla situazione delle missioni cattoliche nelle zone invase dai comunisti: dal governo nazionalista all’avvento di Mao Zedong, in Orientalia Parthenopea-Napoli, XVIII (2018), pp. 1-21 [ISBN 978-88-97000-28-0], 2018
"Tenne d'Angel Sembianza." Un concetto in divenire., 2016