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La puttana impacchettata

Abstract

Questo saggio, e quelli pubblicati sulla rivista "Impackt" nel 2002 e nel 2005 sullo stesso tema, rappresentano i relitti di un libro sul packaging a cui lavorammo Maria Gallo e io fra il 1999 e il 2000. Il fallimento di questo progetto resta fra i rimpianti più acuti della mia vita. Certo, se lo scrivessi adesso [2010] avrebbe un'impostazione molto meno "marxista"... Per restare al testo di allora: "Non è che il capitalista sia una puttana, è che la merce deve comunque sognare di essere qualcosa di diverso da quello che è, perché il compratore possa sognare, e possa illudersi di uscire dalla banalità dell’uso e dalla depressione dello scambio. Per questo la merce deve truccarsi da mondo, deve simulare una autenticità originaria che per la sua sordida origine industriale non possiederebbe: altrimenti nessuno la comprerebbe. È la merce la puttana, che deve simulare di essere una venditrice di se stessa: e il packaging non è altro che il suo vestito da lavoro."