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Cities of dead and cities of living, different types of burial and different types of monument trough the time, religion and death from paganism to christianity. 1. Tipi e forme di sepoltura a Roma, dalla Repubblica a Costantino 2. Tipi e forme di sepoltura nella penisola italica e nelle province dell'Impero 3. Le tombe imperiali di Roma: i cosiddetti 'mausolei' e il caso eccezionale della Colonna Traiana 4. Ipogei, colombari, catacombe e basiliche funerarie 5. Gli ultimi 'mausolei' imperiali e la Rotonda di Santa Costanza Tipi e forme di sepolture a Roma, dalla Repubblica a Costantino Nel corpus della giurisprudenza romana non vi furono leggi particolarmente vincolanti i generi e le forme di sepoltura per chi, avendone i mezzi, desiderasse costruirsi una tomba ove accogliere le proprie ceneri o le proprie spoglie: eccezion fatta per alcuni limiti imposti alla estensione dell'area, all'altezza e alla esibizione di un lusso eccessivo, regnava in materia un'ampia libertà. Bisognava, piuttosto, provvedere da vivi e fin nel dettaglio alla propria sepoltura, non potendo confidare, per il rispetto dei desideri espressi o delle volontà formulate, né sui doveri dei congiunti né sullo zelo degli amici a causa del rapido corrompersi dei sodalizi sociali. Ciascuno, in sostanza, poteva decidere liberamente della forma da conferire alla sua ultima abitazione: non c'erano regole da seguire nel disegno e nella costruzione e, pertanto, non c'era necessità di protocolli che fissassero regole e procedure e nemmeno di architetti (Vitruvio non dedica alle tombe né un capitolo né un paragrafo): principale scopo da raggiungere era la realizzazione con qualsiasi mezzo di un monumentum che assicurasse la memoria del defunto tra i vivi, unico modo di proseguire la vita. In tali circostanze il tipo delle sepolture realizzate fu quanto mai vario e articolato, forse come in nessun altro ambito di costruzioni. Delle tombe dei tempi più antichi poco sappiamo se non che quelle aristocratiche godevano del privilegio di essere ricavate in terreni di famiglia presso le domus urbane sino a quando non fu varato un provvedimento che aboliva il privilegio gentilizio vietando qualsiasi sepoltura entro il pomerium, determinando l'inizio di un esodo fuori le mura in terreni già posseduti o appositamente comperati. E furono i terreni lungo le direzioni di più forte espansione a essere investiti poiché in quelle aree stesse le famiglie più abbienti avevano preferito o preferivano acquistare.
2019
H. Memorie di Eracle racconta la vita eccezionale dell'eroe che i romani chiamarono Ercole. La narrazione si muove dai ricordi che la mente dello stesso Eracle riordina dopo il rogo sulla pira del monte Eta. Figlio di Zeus e della mortale Alcmena, Eracle ci narra di incontri con popolazioni misteriose, come le Amazzoni o i Centauri. Le sue peripezie tracciano l’incredibile geografia del Mediterraneo del II millennio a.C., compresa l’Italia dell’Età del Bronzo e il sito dove, cinquecento anni dopo, sorgerà Roma. Il romanzo nasce da un attento lavoro sulle fonti antiche e sui dati archeologici, di cui si dà conto nelle note in calce ai capitoli del libro.
2020
Nello splendido ritratto di Simonetta Vespucci, dipinto intorno al 1480 da Sandro Botticelli e oggi conservato nello Städel Museum di Francoforte (Fig. 1), la nobildonna è raffigurata a mezzo busto, con il viso di profilo e il corpo delicatamente girato verso l'osservatore al quale mostra il prezioso pendente che porta al collo. Fig. 1 Botticelli, Simonetta Vespucci come ninfa, 1480, Städel Museum, Francoforte La giovane Simonetta Cattanei, musa ispiratrice di Botticelli che la ritrasse nei suoi più celebri capolavori quali la Nascita di Venere e la Primavera, oggi entrambi agli Uffizi, fu maritata giovanissima al coetaneo Marco Vespucci e fu amata da Giuliano de' Medici-il fratello minore di Lorenzo il Magnifico-che le dedicò la vittoria della giostra del 29 gennaio 1475. La sua precoce morte, sopraggiunta all'età di 23 anni nell'aprile del 1476 a causa della tisi, fece sì che Simonetta diventasse presto un'icona ultraterrena alla quale lo stesso Lorenzo il Magnifico, immaginandola nel firmamento, dedicò un sonetto nel quale la descriveva come una "chiara stella" che con i suoi raggi toglieva la luce alle stelle vicine. Nel dipinto di Botticelli la celestiale Simonetta, degna della bellezza e della purezza d'un angelo, appare con l'incarnato perlaceo, un abito bianco e una lunga chioma dorata, terminante in due lunghe due trecce unite all'altezza del cuore. La sua elaborata acconciatura presenta candide perle di diversa dimensione e fili argentei che escono da un gioiello a forma di fiore, in oro con rubino, forse un simbolo nuziale. La collana di fili d'oro regge un raro pendente eseguito in età ellenistica, raffigurante una scena del mito di Apollo e Marsia. Il pregiato gioiello è un cammeo in sardonica a due facce aventi lo stesso soggetto e la medesima cornice in oro e smalto nero (Fig.2) Fig. 2 Apollo, Olympos e Marsia, cammeo, sardonica, età ellenistica, Bibliothèque Nationale de France, Parigi L'unica differenza sostanziale è che una faccia del cammeo presenta un fondo con un marrone più chiaro rispetto all'altra faccia che ha il fondo più scuro. Il dipinto di Botticelli mostra il lato del cammeo con il fondo più scuro e con le figure evidenziate dal bianco giallastro della sardonica.
Predella pubblica ogni anno due numeri online e due numeri monografici a stampa / Predella publishes two online issues and two monographic print issues each year Tutti gli articoli sono sottoposti alla peer-review anonima / All articles are subject to anonymous peer-review
Si paragona a chi ha gia compiuto il viaggio negli inferi ovvero Enea (che poi fondò Roma) e San Paolo (che diffuse il cristianesimo; lui si sente in difetto, ma in realtà anche lui avrà il compito di fare il viaggio e raccontare ciò che ha visto, come gli dirà nel XVII canto Cacciaguida. Virgilio rassicura Dante dicendo che dietro il suo viaggio ci sono 3 Donne Benedette (Vergine Maria → Santa Lucia → Beatrice → [Virgilio]), che dal paradiso gli hanno chiesto di accompagnare Dante nel suo viaggio CANTO V: PAOLO E FRANCESCA CERCHIO SECONDO, MINOSSE I LUSSURIOSI "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare!" Minosse vorrebbe intimorire Dante ma Virgilio risposte che Dante è mandato da Dio; incontro con Paolo Malatesta e Francesca. L'amore si manifesta in modo immediato e inaspettato, a partire dal contatto visivo fra i due innamorati che, spinti dalla bellezza l'uno dell'altro, sono pervasi dalla passione amorosa. PENA DEL CONTRAPPASSO PER ANALOGIA: così come furono travolti dai sentimenti così sono travolti da un vento incessante CANTO X: FARINATA E CAVALCANTI CERCHIO SESTO GLI ERETICI Versi 1-21 → Dante e Virgilio camminano per i sepolcri infuocati della città di Dite, nel Sesto Cerchio. Il primo chiede al secondo se può vedere le anime contenute all'interno di essi, dal momento che sono scoperchiati; il poeta latino gli risponde che dopo il Giudizio universale quelle tombe verranno chiuse e che lì dove si trovano sono puniti Epicuro con gli eretici suoi seguaci, gli epicurei, che hanno affermato la mortalità dell'anima. Versi 22-51. Improvvisamente una voce proveniente da uno dei sepolcri si rivolge a Dante, apostrofandolo: si tratta di Farinata degli Uberti che ha riconosciuto la provenienza del poeta per via del suo accento fiorentino. Dante si avvicina e i due iniziano a parlare: il poeta spiega chi sono stati i suoi antenati, e Farinata dice di averli cacciati per ben due volte da Firenze. Dante controbatte dicendo che essi sono stati in grado di rientrare, ma altrettanto bravi non possono dirsi i discendenti di Farinata.
LA PONTIFICIA BASILICA DI SANT’ANTONIO IN PADOVA Archeologia Storia Arte Musica, a cura di LUCIANO BERTAZZO, GIROLAMO ZAMPIERI, 2021
SEVENTEENTH-CENTURY FUNERARY MONUMENTS Right throughout the Seventeenth Century the Basilica of St Anthony remains a highly sought-after burial site for the laity. This will end in the following century but before it does, every space left will have been filled with magnificent funerary monuments. Inasmuch as these monuments span the entire length of the century, they can be seen to reflect the changing tastes of the time both in an absolute sense and, more specifically, regarding sculpture in the Veneto. In the wake of the late-sixteenthcentury tradition, though perhaps with the odd element of innovation, in 1614- 1616 Cesare Bovo erected a monument to the memory of Christoph von Dohna, a German student enrolled in law at Padua, and Girolamo Paliari is connected with the one completed in 1635 to Alberto de’ Conti, a military man. A major break with tradition came about with the monument to the medical doctor, Giandomenico Sala, fashioned by Mattia Carneri in 1645-1648. Via stylistic affinity with the Sala monument, Carneri is also thought to have sculpted the decorative elements in the monument to the military leader, Pio Capodilista, a decade later. The Allio brothers straddled late sixteenth-century fashion and seventeenth-century taste in the monument to both De Lazara (whose architectural project was carried out by Bedogni in 1651) and, somewhat later, the brothers Ettore, Giulio and Giacomo Sala. The decisive moment for the introduction of Baroque taste came in 1673. The monument to the hero in the war against the Turks, Caterino Cornaro, fashioned by Giusto le Court, “stood out among all others in grandeur and beauty”. Thanks to this one monument alone, the Basilica was seen to “house one of the most beautiful sculptural installations in the Veneto region in the sixteen hundreds thus representing one of the heights of sculpture of the time”. A masterpiece within a masterpiece, the full-scale portrait of the naval comander imperiously forging ahead stands out in majestic strength and thus constitutes a cornerstone in seveenthcentury portraiture. Quite to the contrary, compared to the example and innovation brought about by Le Court, the monument to Giacomo, Pompeo and Eusebio Caimo fashioned in 1681 by Bartolomeo Muggini rather represents a step backwards in its confusing array of figures, symbols and decorative elements. Except for the portrait in palazzo del Bo, nothing remains of the monument fashioned by Bernardo Tabacco in 1684-1687 for Elena Cornaro Piscopia, the first woman to obtain a university degree. Considered to be taking up too much room, it was removed in 1727 and substituted with a bust sculpted by Giovanni Bonazza. A description of it depicting a wealth of allegorical figures forcing the viewer ‘to stare in amazement’ survives in the Life of Helena Lucretia Cornara Piscopia published in 1687. Of the monument commissioned by Vincenzo Pasqualigo and sculpted by Bernardo Falconi in memory of Pasqualigo’s young nephew, Orazio Secco, who had fallen during the siege of Vienna nothing remians either as it was immediately removed by order of the magistrates’ court for the “improper elements” shown for which the sculptor was held to blame and later incarcerated. Filippo Parodi was immediately commissioned to substitute it with a new monument which he achieved by moulding marble and stucco together in a highly original, complex fashion. The monument sculpted by Giovanni Comin closes the review presented in this paper. Comin worked with the expert plasterer, Pietro Roncaioli, and dedicated it to the medical doctors, Pietro and Domenico Marchetti. Due to its scenographic qualities and dynamism of form, it well deserves an honourable mention in the sculptural decoration of the Basilica.
Gli articoli pubblicati su questa rivista sono stati sottoposti a valutazione rigorosamente anonima da parte di studiosi specialisti della materia indicati dalla Redazione.
Sinergie Italian Journal of Management, 2021
Entrasti da professore ordinario alla Luiss alla fine degli anni ’80; una delle prime chiamate di punta dell’ambizioso programma di rafforzamento dell’universita voluto dall’allora presidente Guido Carli. Ti venne dato l’obiettivo di sviluppare il filone degli studi sulla gestione e l’organizzazione d’impresa. Hai fondato quella Scuola, riempiendola di allievi, molti dei quali sono oggi in ruoli importanti nella tua stessa universita, o si fanno valere in Italia o all’estero. Ti occupasti poi di sviluppare l’offerta formativa e il potenziamento della Facolta di Economia. Gestitisti tu, dal lato accademico, l’operazione delle “borse Amici della Luiss”, istituite per far crescere all’interno giovani di belle speranze che sarebbero poi potuti divenire accademici di “scuola” Luiss. … to be continued
Nel corso di questo scritto verrà fatto un breve excursus della storia dell'arte sacra dai suoi iniziali sviluppi nell’epoca antica, fino ai giorni odierni. Nell’epoca contemporanea si assiste ad una forte desacralizzazione causata da numerosi fattori che si sono susseguiti nel corso del tempo, i primi passi di questo grande cambiamento si possono osservare nel corso del XVIII secolo. L’uomo ha mano a mano perso fiducia nella religione in favore della ragione o di elementi empiricamente verificabili, in questo vortice di cambiamenti la Chiesa si è trovata in difficoltà e i rapporti di collaborazione con importanti artisti sono andati progressivamente incrinandosi. L’arte si è sviluppata secondo orientamenti molto diversi, tanto da rendere il confronto con tematiche sacre un’eventualità fra le tante possibili. Tra gli artisti che continuano a confrontarsi con certi temi nel periodo contemporaneo si colloca l’interessante operato dell’italo-argentino Lucio Fontana, del quale sarà trattata la biografia con particolare attenzione alle produzioni di tematica sacra.
"Bollettino '900", 1-2, Giugno-dicembre 2023
Se Pisa, nella geografia tabucchiana, è la città dell'origine per antonomasia, Vecchiano emerge fra i luoghi toscani che punteggiano i romanzi e racconti di Antonio Tabucchi come centro reale e immaginario della biografia e della creazione. È un luogo della biografia perché l'autore vi è cresciuto e vi è tornato costantemente dai suoi viaggi e dai suoi paesi di elezione (Portogallo e Francia, fra gli altri); è luogo della creazione perché è stato trasfigurato e narrato fin dall 'opera d'esordio Piazza d'Italia (1975) col nome di Borgo. Ne La geografia immaginaria di Gregor von Rezzori, Tabucchi ammetteva di leggere «con ammirato stupore gli scrittori che si sono inventati un mondo parallelo, una loro contea immaginaria che coincide con quella reale e che, essendo identica a quella reale ma non essendo quella reale, è da essa altra e diversa: è quella ma non lo è» (Tabucchi, Viaggi e altri viaggi 220). Applicando alla geografia la teoria dell'«autonomia del personaggio» (220), Tabucchi parla di «autonomia del luogo» (221): se uno scrittore ambienta una storia in un luogo reale, questo, attraverso la metafora, evade da sé stesso, pur coincidendo col reale. Vecchiano in Piazza d'Italia diventa Borgo, pur restando Vecchiano. Come Macondo per García Márquez è la metafora della Colombia caraibica, ma la metafora coincide con l'oggetto metaforizzato e dunque ha una doppia potenza, allo stesso modo Borgo è sia Vecchiano sia la sua metafora: «A quei tempi, probabilmente, Borgo si chiamava ancora Borgo a. Magari Borgo alla Torre, per quella torraccia in rovina la cui unica apparente utilità era di offrire alloggio a corvi e cornacchie; o Borgo ai Paduli, per i paduli densi di cannelle poi bonificati dal fascismo con l'ordine di feste agrarie cui non partecipò nessuno; o Borgo alla Marina, perché seguitando per lo stradone polveroso si raggiungeva, ad aver le gambe buone, una marina pallida orlata di dune cespugliose [...]; o Borgo al Convento, perché lo dominava dall'alto del colle un convento decrepito in cui si venerava una Madonna del Latte, e che poi fu trasformato in ristorante dancing» («3. Borgo, soltanto», in Piazza d'Italia 17). Dato che l'evento narrato in un simile luogo, sfidando la contingenza, acquista durata e si eternizza in exemplum (Viaggi e altri viaggi 222), questo procedimento concorre a spiegare la natura epica di un libro come Piazza d'Italia (Conti 2013 e 2021) e ce ne offre indirettamente la chiave di lettura: una memoria che «si fa universale e ci parla della condizione umana» (Tabucchi, Viaggi e altri viaggi 222).
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Artibus et Historiae, n. 70, pp. 61-82, 2014
Osservazioni sui paragrafi delle 'Leggi' ittite relative al matrimonio, 2017
in "Memorie Scientifiche, Giuridiche, Letterarie", Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena, Ser. IX, v. V (2021), fasc. unico
La storiografia storico-religiosa italiana tra la fine dell’800 e la seconda guerra mondiale
ATTI DELLA ACCADEMIA LIGURE DI SCIENZE E LETTER, 0
«Ticontre. Teoria Testo Traduzione»,, 19, 2023
ANNALI LICEO CLASSICO PLINIO IL GIOVANE, 2009
“Tam Tam Bum Bum. Librorivista internazionale di poesia”, novembre 2022, ISBN 9798364841742., 2022