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È vietata la riproduzione, totale o parziale, con qualsiasi mezzo e ettuata, compresa la fotografia, senza il preventivo consenso scritto della Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria In copertina Statuetta bronzea di oplita Museo Archeologico di Ioannina, inv. AMI 1411
teplice, mobile, interattiva, adattabile ad ogni singolo destinatario, come per andare oltre alla resistenza del testo» 9. 146 9. Ivi, p. 33. 10. Per esigenze di brevità queste opere saranno di seguito indicate con le iniziali dei loro autori: P per Pitrè, N per Nerucci, I per Imbriani. Le Fiabe italiane saranno invece indicate con le iniziali FI.
Quaderni di semantica: rivista internazionale di …, 2004
Keywords: writing, Ancient italy, literacy, numbers
Scrineum Rivista, 2016
This paper arises from a broader research on the punctuation of private documents in northern Italy in the 8 th and 9 th centuries and is focused on the chartae produced in Verona, much different in their script from those originated in other areas of the Regnum Italiae. It shows that the evolution beginning in the 8 th century and continuing in the 9th came to completion also as a result of the changes affecting the documentation during the 10 th century. The paper provides an analysis of the punctuation marks in relation to the formulary and to the script, showing on the one hand a normalization in the use of punctuation, defined by the requirements of the writing and affecting the gradation of the pause. As the script does not usually leave much space between words or groups of words, the different degrees of the pause are mostly expressed by punctuation marks with a very simple morphology. On the other hand, this paper highlights a progressive standardization in the morphology of punctuation marks as a result of which some pauses, such as separations between the protocol and the text, and between the text and the eschatocol, are almost always expressed by an exclusive sign.
Diaspore europee e Lettere migranti, 2002
A paper presented at the Goethe Institute - Università degli Sudi di Roma "La Sapienza" - Conference, 2002 Then published as a chapter in the volume Diapore europee&Lettere migranti, 2002.
Studi musicali» pubblica articoli riguardanti tutti i campi della ricerca musicologica in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Gli articoli proposti per una eventuale pubblicazione possono essere inviati in copia cartacea al seguente indirizzo: Agostino Ziino, Via Giovanni Antonelli, 21, 00197 Roma, e, in allegato a una e-mail, all'indirizzo [email protected]. La pubblicazione è subordinata al parere di due studiosi specializzati cui l'articolo sarà sottoposto in forma anonima. Una volta accettato, l'articolo dovrà essere redatto secondo le norme editoriali della rivista disponibili in italiano e in inglese al seguente indirizzo: http://studimusicali.santacecilia.it.
L'oralità nella letteratura somala La cultura somala è, generalmente, una cultura basata sull'oralità. Le tradizioni, i saperi, le tecniche così come la vasta poetica e le altre forme letterarie della cultura somala, sono tramandati di generazione in generazione attraverso l'oralità. Poco si perde, ma molto si trasforma. Col passare del tempo, le tradizioni si arricchiscono e si rafforzano, i miti assurgono a storia. I costumi generano norme sociali. "Appartenere ad una cultura che ha da sempre affidato all'oralità le sue più alte espressioni letterarie ha il pregio di farti apprezzare, se non altro per la curiosità e per il fascino, la parola scritta. Per la mia cultura di origine, che è per eccellenza una cultura dell'oralità, il limite della scrittura (o il pregio, dipende dal punto di vista) sta nel fissare una volta per sempre la tua idea, la tua posizione circa una determinata questione, a differenza dell'oralità che ti permette una grande flessibilità, un adattamento ad ogni situazione. Si tratta di una caratteristica resa necessaria dall'ambiente naturale e sociale dentro il quale la vita si svolge. L'adattamento è la condizione necessaria per sopravvivere. Con la scrittura, invece, una volta che hai espresso un'idea devi mantenerti coerente ad essa. Al limite, è permessa un'interpretazione critica del tuo lavoro, della tua idea, spesso da parte di qualcun altro che proprio attraverso le tue stesse parole riformulerà il suo personale pensiero intorno al tuo. Spesso affermando tutt'altro di quanto tu pensavi di aver scritto. Questo aspetto viene considerato dal mondo delle culture orali come fortemente limitativo. Dall'altra parte, chi viene introdotto nella parola scritta ha la possibilità di creare una poetica personale, individuale. Nello stesso tempo, se appartieni ad una cultura e a tradizioni patriarcali, diventa possibile produrre una nuova poetica collettiva, corale. Perché il tuo retroterra culturale ti apparirà come una ricca miniera con inesauribili filoni di ogni genere letterario. I personaggi, nel caso della narrativa, sono già tutti lì, da tempo, ad attendere la tua conversazione. Il vissuto e le testimonianze di generazioni e generazioni di persone stanno nell'aria che respiri, nella terra, nelle piante, nei nomi delle cose, e persino in te stesso. Scoprire questo mondo significa entrare in una dimensione temporale di indescrivibile bellezza, prenderne coscienza significa capire ed accettare una missione per la quale si è destinati. Inoltre, cosa di non poca importanza, passare dall'oralità alla scrittura ti offre la rara possibilità di contribuire alla costruzione di un certo ordine di coerenza, nonché una presa di posizione su alcuni argomenti di grande interesse per la tua società. Per coloro che riescono a compiere questo salto di qualità, non è possibile scrivere nulla che non abbia rilevanza e significato per la società e per il suo avvenire. Per chi sceglie la parola scritta, in particolare per colui che è lontano dalla propria terra, la scrittura rappresenta la possibilità di far conoscere ed apprezzare la cultura di origine a quanti non la conoscono nella società dove egli ora si trova. È una prospettiva molto allettante, ma utile solo nella misura in cui, tu scrittore, potrai avere le idee chiare riguardo al percorso ed al fine della tua poetica. Così come è chiaro e irrinunciabile il tuo esatto punto di partenza, il tuo substrato storico e sociale. In altre parole, si arriva a conoscere se stesso attraverso la conoscenza della propria società. È questo ciò che avviene. Non si arriva da nessuna parte se prima non si è riconosciuta la propria origine, e dopo averla riconosciuta non le si è dato il suo valore: di origine della conoscenza e di ogni poetica. Tramandandosi a voce, da una generazione all'altra, nel tempo, la poetica dell'oralità si accresceva ed acquistava consistenza. Si caricava di valori e di simboli collettivi che ne facevano una vera e propria 1 This work has been published in Gnisci, Armando, and Nora Moll, eds. Diaspore europee e lettere migranti. Vol. 1. Edizioni Interculturali Uno, 2002.
Antrocom: Online Journal of Anthropology
L'antropologia del mondo classico si occupa della Grecia antica e del mondo antico con l'intento di dotarci di una serie di strumenti metodologici che ci consentano di andare a rintracciare la ricerca e la coscienza del sé. Questo è possibile recuperando alcuni momenti del mondo antico, così da sorprendere la nostra cultura in una fase particolare della propria progressiva evoluzione; nel passaggio fondamentale dalla tradizione del sapere orale alla nascita della scrittura. Quindi, occuparsi di antropologia del mondo classico significa andare a cercare le radici dell'alterità che si annidano nella nostra cultura, recuperandone quegli aspetti che a vari livelli ci hanno avviato verso nuove procedure e nuove forme di sapere. Per poter capire come e perché nella nostra cultura si è consumato il distacco ideologico tra oralità e alfabetizzazione, non possiamo non richiamarci alla cultura della Grecia antica, e in particolare a quella fase precisa di congiuntura culturale che si realizza tra l'epica omerica e la paideia, la filosofia e la prosa platonica. Qualche secolo di storia nel quale si viene a consumare definitivamente il passaggio fondamentale nella trasmissione del sapere nella nostra cultura, che da cultura orale si trasforma in cultura alfabetizzata, scritta. Per definire meglio l'ambito di competenza è d'obbligo fare una precisazione metodologica: quando noi studiamo antropologicamente la cultura classica ci dotiamo di una metodologia ben diversa da quella in uso presso le scuole filologiche o storico-letterarie. Usiamo, infatti, il testo tramandato da queste culture come enciclopedia tribale, cercando di risalire alle precedenti forme di questo testo, in modo da recuperarlo alla sua fase pre-letteraria. Si cerca, in altri termini, di individuare tutti quei pre-testi culturali che prima di diventare prodotto scritto facevano di questi contenuti dei concetti a uso di un'intera collettività.
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Oracoli delfici e storia greca, ed. by Maurizio Giangiulio and Giorgia Proietti, Quaderni dell'Università di Trento n.16, 2023
Laboratorio dell’ISPF, XXI,, 2024
in Avventure della scrittura. Documenti dal Mediterraneo Orientale antico, a cura di Raffaella Pierobon Benoit, Cahiers du Centre Jean Bérard, Napoli 2018, pp. 141-153
Prospettive nello studio del lessico italiano, IX Congresso della SILFI, 2008
Atti del XXVIII Congresso internazionale di linguistica e filologia romanza (Roma, 18-23 luglio 2016)
Non uno itinere. Ebraismi, cristianesimi, modernità. Studi in onore di Mauro Pesce in occasione del suo ottantesimo compleanno, a cura di Cristiana Facchini; Claudio Gianotto; Edmondo Lupieri; Franco Motta; Enrico Norelli; Mara Rescio, in “Humanitas” 76, (Sup1/2021), pp. 365-394, 2021
Rivista Storica dell’Antichità 29 (1999), 77-90
Scrittura epigrafica e sacro in Italia dall’Antichità al Medioevo. Luoghi, oggetti e frequentazioni (Atti del workshop internazionale, Sapienza Università di Roma, 15-17 dicembre 2021), Scienze dell’Antichità 28.2 (2022), 2022
Archivio Storico Sardo, 2019
Reti Medievali Rivista, 2018
in “Scritture Brevi I, SMS I ♥ U - Quaderni di Linguistica zero”, 2012, pp. 192-207, 2012