La cultura è divenuta, con gli anni, un fattore importante per le società postindustriali; essa entra sempre più massicciamente all'interno dei nuovi processi di creazione del valore economico e ha aperto un nuovo terreno di competizione internazionale, quello della creatività. Tutti i centri urbani che perseguono oggi una strategia minimamente coerente e ambiziosa di sviluppo economico locale fanno della cultura un punto di forza, inaugurando musei, sperimentando forme sempre più avanzate di divulgazione delle attività culturali nel tessuto della città, favorendo l'insediamento di artisti, costruendo i processi di riqualificazione urbana intorno a sempre più grandi e complessi interventi culturali che hanno una funzione pilota. Questo risultato va attribuito alla crescente competizione dei Paesi più avanzati in cui le economie che si sviluppano non sono generate dai classici mercati culturali, quanto dalle attività creative che possono crescere e svilupparsi nell'integrazione con le varie dimensioni della vita sociale ed economica quotidiana. È su queste basi che nasce il modello del distretto culturale evoluto: un modello nel quale la dimensione di sistema è ancora più forte e decisiva rispetto a quella del vecchio distretto industriale, e che richiede un'integrazione complessa tra una molteplicità di attori (pubblica amministrazione, imprenditorialità, sistema formativo e università, operatori culturali e società civile).