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Lo scopo principale di questo libro è proporre a studenti e giovani ricercatori, nonché a operatori dei servizi sociali, delle amministrazioni locali e delle diverse istituzioni, alcuni strumenti utili per apprendere a capire la società e la sua organizzazione politica. La prospettiva interpretativa e di analisi qui adottata prende le distanze dalla sociologia oggi spesso banalizzata al pari delle chiacchiere da bar o da talk show. Dopo oltre trentacinque anni di studi, ricerche e insegnamento, mi sembra utile un approccio critico in grado di offrire stimoli e chiavi teoriche e metodologiche che siano allo stesso tempo semplici, agili ma ricchi di riferimenti agli autori classici e contemporanei più importanti, senza alcuna compiacenza con le retoriche e diatribe insulse di cui si nutre oggi tanta accademia.
PubMed, 2000
Renal excretion is the most important route of elimination for the majority of antibiotics, and some antibiotics may cause renal injury by direct and/or immunologic mechanisms. These conditions determine a dose relationship between antibiotic therapy and renal function. In this review we report some practical guidelines for the correct administration of antibiotics in patients with decreased renal function. Currently used antibiotics that are most frequently associated to nephrotoxicity are also examined, and for each of them the incidence and degree of renal damage, pathogenic mechanisms and preventive measures are reported. This review emphasizes the need for a careful assessment of renal function in patients with acute and chronic infections undergoing antibiotic therapy.
42 Gli Autori dichiarano di non avere alcun conflitto di interesse rispetto agli argomenti trattati nell'articolo. Abstract Durante gli ultimi 10 anni le ricerche sui probiotici si sono evolute rapidamente tanto che ad oggi si contano circa 15.000 articoli su questa voce recensiti su PubMed. Nello stesso tempo si è evoluto al pari il mercato internazionale per la messa in commercio di prodotti a base di probiotici con l'indicazione al trattamento o alla prevenzione delle più disparate patologie di tipo allergico, gastroenterologico e metabolico oltre che al mantenimento del benessere psicofisico in generale. Nonostante ci sia un'evidenza scientifica che il consumo di probiotici possa essere benefico alla nostra salute, questa evidenza è fondata e rilevante solamente per le forme specifiche che sono state testate e non è una affermazione valida per tutti i probiotici in commercio. In questo articolo il Gruppo di Studio sul Microbiota della SIAIP si è posto l'obiettivo...
Antidorus ∆Antiv dwroç Cuma 4°/3° sec. a.C.? È merito di Immisch (De gramm. principe, 1890, pp. 695-696) aver recuperato il nome corretto (∆Antiv dwroç) di questo grammatico, prima di allora chiamato Auj tov dwroç in ragione della grafia tràdita in alcuni manoscritti, che veniva ritenuta fino a quel momento sicura. Per molto tempo si pensò che Antidoro fosse vissuto nel 5° sec. a.C., fin quando Müller (Antidoros [n. 10], RE Suppl. 3 [1918], 121-123, in partic. 121) non dimostrò l'infondatezza di tale convinzione, proponendo di datare il grammatico intorno al 300 a.C., o comunque di collocarlo in ogni caso nella prima metà del 3° sec. a.C. (cfr. Sandys, Class. schol., 1920 3 , p.
La stipsi è un sintomo e non una malattia 1 . L'American College of Gastroenterology la definisce come "defecazione non soddisfacente, caratterizzata da evacuazioni non frequenti e/o dal passaggio difficoltoso delle feci per almeno 3 mesi" 2 . La definizione della forma più comune di stipsi, la stipsi cronica funzionale, è riportata nei criteri diagnostici di Roma III, l'ultima revisione sui disturbi funzionali intestinali da parte di esperti internazionali, valida non solo ai fini scientifici ma anche gestionali pratici 3 (Tab. I).
La tentazione è una situazione ben conosciuta da tutti gli esseri umani. Tante volte nelle nostre giornate siamo esposti a momenti di prova in cui camminiamo su un filo di rasoio cercando di stare in piedi, mentre i nostri desideri e impulsi ci spingerebbero verso l'abisso apertosi accanto a noi. Benché l'humour popolare possa dire che "il miglior modo di superare la tentazione è quello di caderci dentro", l'insegnamento e l'esempio di Cristo invece ci urgono a resistere al peccato. E in questa lotta non siamo provvisti di armi efficaci.
La mandragora nel folklore dell'Appennino Centrale italiano " Ma torniamo al Lago di Pilato. Molti spinti fin là da un'illusione menzognera e venuti da paesi lontani, vi si recano tutti i giorni per ottenere libri magici attraverso le consacrazioni demoniache, ma non sanno quel che fanno, assopiti dalla mandragora che rende folli; questi libri possono esser consacrati ovunque, purché sia lontano da luoghi dove le genti sono solite incontrarsi, se sono vere le cose che raccontano gli adepti di queste arti. " (Nicolò Pieranzoni, 1510) RIASSUNTO: sui Monti Sibillini, nel cuore dell'Appennino Centrale Italiano, a cavallo tra Marche ed Umbria, una recente ricerca sul campo volta alla registrazione e catalogazione della tradizione orale folklorica, ha fatto emergere elementi sconosciuti e per certi versi eccezionali nel campo delle conoscenze etno-botaniche. Dai racconti degli anziani del luogo è risultata ancora viva e documentabile la conoscenza di una pianta che ha tutte le caratteristiche della mitica mandragora o mandragola. Una pianta che molti, usando un antico termine probabilmente di derivazione germanica, chiamano " antimonia ". L'antimonia ha la forma di una donna o anche di una " sirena del mare ". Quando viene carpita, " provoca spaventose tempeste e provoca la morte di chi osa stapparla da terra. Per compiere questa operazione occorre servirsi di un cane legato alla radice con uno spago o una fune. Nel compiere questo gesto il cane viene destinato alla morte. Nonostante questo la pianta strappata da terra emette un grido straziante ". Sono evidenti i nessi con tutta la tradizione simbolica legata alla mandragora. Ma c'è dell'altro. Secondo alcune testimonianze l'antimonia, se tagliata, " produce sangue ". Secondo altre ha la forma di un " bambino che sta nella terra ". Elementi nuovi che in qualche modo arricchiscono una tradizione simbolica già vastissima e che vale la pena di approfondire in quanto, forse, legati a miti autoctoni di origine della pianta. Nuove prospettive che si aprono in un settore di ricerca che si credeva già ampiamente esplorato. Siamo sui Monti Sibillini, nel cuore dell'Appennino Centrale italiano, a cavallo tra Marche e Umbria, più o meno nel centro geografico dell'Italia. In queste terre, antico crocevia di genti e di culture, ben protetti dagli aspri contrafforti dei monti, sopravvivono ancora miti, leggende e racconti di origine antichissima, tradizioni orali ancora gelosamente custodite nella memoria degli ultimi anziani che abitano questi luoghi. Leggende e racconti che narrano della presenza tra queste montagne magiche di una Sibilla Appenninica che qui aveva dimora nel suo antro fatato; dello stuolo di fate dagli zoccoli caprini, sue ancelle, che erano solite scendere nei paesi per ballare con i giovani pastori; di negromanti che salivano al lago demoniaco di Pilato per consacrare i loro magici libri; di streghe, spettri, demoni e folletti che popolavano gli anfratti più inaccessibili dei monti. Insomma un sapere ancestrale che gli ultimi anziani ancora custodiscono nella memoria e che rischiava di andare perduto se le Amministrazioni Locali e l'Amministrazione Regionale delle Marche non avessero deciso di preservare questo patrimonio storico-antropologico dall'estinzione registrandolo e catalogandolo. Il progetto è partito due anni fa e a noi, ricercatori dilettanti e moderni viaggiatori della memoria, è toccato il compito operativo di registrare e trascrivere la mole enorme del materiale raccolto. Ed è stato un po' come aprire lo scrigno di un tesoro: un sapere antico, atavico e ancestrale ci si è rivelato e ci ha aperto le sue porte. Di concerto con le Amministrazioni Locali siamo riusciti a
L'archeologo subacqueo. Quadrimestrale di arhceologia subacquea e navale 52, 2012
EMC - Anestesia-Rianimazione, 2009
Lo sviluppo di un'infezione in un paziente di rianimazione è un elemento di gravità associato a una mortalità aumentata. Il ritardo di somministrazione di un trattamento antibiotico efficace è un elemento di prognosi sfavorevole. Un quadro di infezione con degradazione clinica veloce, una minaccia a breve termine per la prognosi quoad vitam, i terreni a rischio particolare, alcuni siti infettivi o la comparsa di insufficienza multiorgano sono indicazioni a una terapia antibiotica probabilistica in urgenza. L'antibioticoterapia probabilista deve prendere in considerazione i batteri comuni e l'ecologia delle resistenze locali. La terapia deve essere rapidamente attiva perché un'antibioticoterapia probabilistica inadeguata o ritardata è associata a un aumento della mortalità. La scelta terapeutica è orientata dall'esame diretto dei prelievi batteriologici. Gli elementi legati al paziente e al suo ambiente permettono di indirizzare l'antibioticoterapia probabilistica verso una flora batterica di tipo comunitario o nosocomiale. Il rischio di batteri multiresistenti è fortemente aumentato in caso di infezione nosocomiale. L'interesse di una associazione antibiotica è essenzialmente l'ampliamento dello spettro antibatterico. La farmacocinetica degli antibiotici nei pazienti di rianimazione è molto alterata, giustificando l'uso di dosi elevate per ottenere concentrazioni efficaci nel sito infettivo e un monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche degli antibiotici. Dopo aver ricevuto i risultati batteriologici è indispensabile ritornare all'antibioticoterapia efficace più semplice possibile. Vengono presentate qui le recenti raccomandazioni per le infezioni più frequenti in rianimazione.
Ricerche di Storia dell'Arte, 124, 2018, pp. 23-35, 2018
EDITIONS NOTRE SAVOIR, 2022
Trattamenti e finiture 10, 34-38 (2011), 2011
“Amicorum Munera”. Studi in onore di Antonio V. Nazzaro, a cura di G. LUONGO, 2016