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2012, Fondazione Centro Studi Campostrini
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Un’analisi dello statuto della nozione di “finzione” sul piano ontologico ed epistemologico.
2013
Ma parmi qua udirti dire: dunque tutte le sofistiche fallacie de' dialettici e le vituperate cavillationi di Protagora e di Zenone saran motti arguti e ingegnosi concetti da epigrammi. Difficultà sostantiale e vasta. Emanuele Tesauro, Il cannocchiale aristotelico 1. Quel che il lettore pensa di sapere.
S. Piazzese, Ermeneutica della finitudine, in «Dialoghi mediterranei», n. 60, marzo-aprile 2023, pp. 583-590, 2023
Metodologia, teoria della conoscenza, filosofia dei valori: Heinrich Rickert e il suo tempo/ A. Donise, A. Giugliano, E. Massimilla (a cura di), 2015
Quest'articolo si pone l'obiettivo di confrontare l'approccio teorico al problema dei valori del filosofo Roman Ingarden 1 con quello di Heinrich Rickert. Pur nella radicale differenza di prospettiva, si ritiene che il confronto possa essere fecondo non solo per fare emergere punti di contatto e divergenze tra fenomenologia e neokantismo, ma anche e soprattutto per offrire un ulteriore tassello alla teoria dei valori. Tale studio verrà sviluppato a partire da un intervento di Ingarden, letto nel 1964 alla Società Filosofica Polacca di Cracovia, in cui sviluppa un articolato confronto con il concetto rickertiano di valore. L'articolo, dal titolo Quello che non sappiamo sui valori 2 , indaga la struttura dei va-1 R. Ingarden dopo aver studiato matematica e filosofia a Leopoli alla Scuola di logica di Twardowski giunge a Gottinga nel 1912 dove comincia a seguire le lezioni di Husserl; nel 1916 lo segue a Friburgo dove nel 1918 discute la sua tesi di dottorato Intuition und Intellekt bei Henri Bergson. Successivamente ritorna in Polonia dove inizia la sua carriera accademia, prima a Leopoli e poi a Cracovia. Ingarden e Husserl rimarranno in stretto contatto fino alla morte del maestro nel 1938. Cfr. E. Husserl, Briefe an Roman Ingarden mit Erläuterungen und Erinnerungen an Husserl, Nijhoff, Den Haag, 1968. 2 La prima versione dell'intervento dal titolo Czego nie wiemy o wartościach? è in polacco e venne letta da Ingarden a Cracovia il 18 gennaio 1964, successivamente nel giugno 1965 all'Università di Belgrado e Sarajevo. In seguito il testo è stato pubblicato in tedesco con il titolo Was wir über die Werte nicht wissen (1967), in Id., Erlebnis, Kunstwerk und Wert. Vorträge zur Ästhetik 1937-1967, M. Niemeyer, Tübingen, 1969 tr. it. di C. Preziuso, Quello che non sappiamo sui valori, in «Archivio di Storia della Cultura», XXVII (2014), pp. 557-600. Lo scritto è
Atti dell'Accademia di Scienze Morali e Politiche, 2013
This paper aims at showing the problem of values as it is conceived in Roman Ingarden's thought in his best-known work Das literarische Kunstwerk, first published in German in 1931, and in his later works. Polish philosopher and student of Edmund Husserl at Göttingen, Ingarden's conception of values is bound up with the "realism-idealism" controversy as it came out of the discussion about Husserlian phe-nomenology. Convinced as he was that the real is first of all an sich and that it cannot be reduced to the subject's intentional act, Ingarden examines the literary work of art as a purely intentional object to stress the differences between its structure and that of any other real object. Despite the fact that Ingarden's research wasn't at first aimed at determining the aesthetic value, it finally comes to deal with values, which however remain just an open horizon. Only in his later works does Ingarden specifically deal with values: here he tries to determine their objectivity against every form of relativism. The paper will reveal that Ingarden's realism was far from being a form of simple realism, and that it was instead set to analyse reality in all its complexity. By going through the world of artistic creation, by discovering the domain of values and finally getting to deal with human freedom, Ingarden presents an extremely elaborate stratification of the real, which is endowed with different layers of autonomy.
In principio fu un'inchiesta di "Solaria" sulle tendenze degli scrittori contemporanei promossa dalla rivista a partire dal numero di luglio-agosto 1931 con un intervento di Giansiro Ferrata intitolato A proposito di tendenze. In seguito, nel fascicolo di settembre-ottobre dello stesso anno, Elio Vittorini partecipava al referendum solariano con uno scritto dal titolo Tendo al diario intimo.
Azioni Parallele, 2016
2022, Carlo Emilio Gadda. Un seminario, a cura di Valentino Baldi e Cristina Savettieri, Mimesis Edizioni
Breve saggio sulla prima sezione de "La bufera e altro" nel quale vengono individuati ed analizzati alcuni richiami alla mitologia greca e la loro influenza nelle liriche montaliane.
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Politiche della Natura alla fine del Medioevo, 2020
Alcuni appunti sui finali di canto nella "Commedia", Stilistica e Metrica Italiana, 12, 2012
Homo Cyber Ludens, a cura di M. Accordi Rickards e F. Belsanti, Idra editing, Roma, 2021
Laboratorio Bassani: L'officina delle opere, 2018
Fata Morgana Web. Un anno di visioni, 2019
lay0ut magazine, 2022