Academia.eduAcademia.edu

VERSO UN'ECOLOGIA DI APOCALYPTO

Ciò che più incuriosisce di Gregory Bateson, è la sua capacità di parlare di tutto e di niente. Il suo sentimento mistico che lo spinge a collegare due fenomeni derivanti da due campi del sapere completamente diversi, ha spinto anche me ad interrogarmi ed addentrarmi nella storia di un piccolo villaggio Maya per passare dall'antropologia, alla psicologia sociale, alla sociologia, alla psicologia cognitiva fino al darwinismo neuronale. La tecnica ha portato l'uomo a distanziarsi dalla natura e ad esercitare su di essa una predominanza tale da distruggerla. Dovremmo tornare a vivere come Zampa di Giaguaro? Quando Heidegger, nella lettera sull'umanismo,invitava l'uomo a percorrere il cammino che lo conduceva alla casa dell'Essere per diventarne custode, voleva avanzare una critica contro la tecnica ed invitare l'uomo a riavvicinarsi alla natura? Io penso di sì; ma credo anche che il nostro riavvicinamento ad essa, qualora si compiesse, non permetterebbe di azzerare tutto quello che è già accaduto e tutto quello che abbiamo prodotto. Perché l'uomo produce ed ha sempre prodotto, dunque il risultato della sua attività non può essere cancellato, anzi deve essere utilizzato per interrogarci e, qualora fosse possibile, arrivare a delle risposte. In questa tesina mi sono servita di un prodotto che ho sempre apprezzato: Apocalypto e ho cercato di rileggerlo alla luce del pensiero di Bateson. Questo mi ha permesso di toccare argomenti di mio profondo interesse, come il linguaggio e la distruzione del nostro ecosistema. La risposta alla mia domanda: "è possibile tornare completamente allo stato di natura?" ha un esito negativo, ma tale responso mi è stato in realtà suggerito da Eraclito.