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Era estate quando il direttore del giornale mi domandò se volevo fare un giro per il mondo fermandomi soprattutto in Oriente. Naturalmente, spiegò, bisognava attendere che la stagione delle Grandi Piogge fosse finita: insomma avrei dovuto partire in inverno. L'espressione Grandi Piogge ha sempre il suo effetto, un po' come dire "il duca di Norfolk mi ha raccontato..." oppure "non so se conosci quel ristorantino in via Cecov a Leningrado...". Perfino un giornalista uso a recarsi in paesi lontani e privo di qualsiasi illusione sull'eccezionalità di certi viaggi finisce col restarne impressionato, e interessarsi alla cosa. «Perché no? », risposi. «Che dovrei fare in Oriente? ». Avrei dovuto fare, egli aggiunse, un reportage sulle donne. E a questo punto l'espressione Grandi Piogge perse il suo effetto. Per quanto mi è possibile, evito sempre di scrivere sulle donne o sui problemi che riguardano le donne. Non so perché, la cosa mi mette a disagio, mi appare ridicola. Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico. Il padreterno fabbricò uomini e donne perché stessero insieme, e dal momento che ciò può essere molto piacevole, checché ne dicano certi deviazionisti, trattare le donne come se vivessero su un altro pianeta dove si riproducono per partenogenesi mi sembra privo di senso. Ciò che interessa gli uomini interessa le donne: io conosco uomini (assolutamente normali, badate) che leggono Harper's Bazaar e donne (assolutamente normali, badate) che leggono il "fondo" del Times: ma non per questo sono più cretini o cretine degli altri. Così, quando qualcuno mi chiede: «Lei scrive per le donne?» oppure «Lei scrive sulle donne?» io mi arrabbio profondamente.
Fare strumento. Composizione, invenzione del suono e nuova liuteria: A cura di Gabriele Manca e Luigi Manfrin, 2018, 2018
Erano i Parametri, o perlomeno tutti si comportavano come se lo fossero […] si diceva che opprimessero una numerosa schiera di fratelli minori, a quel tempo dediti all'accattonaggio in regioni lontanissime e impervie. […] Se ne parla ancora, laggiù, dei Parametri. Ma nessuno, né qui né altrove, sa dire dove siano andati.
2022
DIalogo a due voci sull'importanza dell'inutile come senso dell'utile. Pubblicato in in AAVV Solo l’inutile può salvare il mondo, InSedicesimo, Savona, 2022 pp. 17-32
L'Arcangelo insussistente, una tela di Luca Giordano ritrovata nei depositi di Palazzo Abatellis, 2023
L'ARCANGELO INSUSSISTENTE Il libro che si è presentato mercoledì 8 novembre 2023 presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, tratta del rinvenimento di un importante dipinto del pittore napoletano Luca Giordano, maestro del barocco, una grande pala d’altare scomparsa da più di settant’anni e per questo assolutamente sconosciuta alla Critica d’Arte. Il volume, edito dalla Associazione Genius Loci Palermo, divulga le circostanze del rinvenimento del dipinto da parte dell’autore del testo, Carmelo Lo Curto, e documenta la successiva ricerca archivistica condotta dallo stesso autore che ricostruiscono le vicende dell’opera da quando essa venne dipinta dal famoso pittore, noto ai contemporanei come "Luca fa presto" sia per facilità di mano che per sveltezza di esecuzione, alla sua rimozione dall'altare sul quale essa era collocata, sino al trasferimento da Napoli a Palermo dove venne esposta al pubblico sino a quando se ne persero le tracce, vivendo in clandestinità, insussistente, sotto mentite spoglie. Edizioni Genius Loci Palermo, [email protected]
abstract della tesi di laurea LUOGHI E FIGURE DELLA RIPETIZIONE, biennio specialistico in Nuove tecnologie per l'arte, l’indirizzo cinema e video dell’Accademia di Brera, pubblicato in Aa.Vv. Editing the future, editrice CASVA, Centro di alti studi sulle arti visive del Comune di Milano, 2010 . Io ho a mano a mano che designo –ecco lo splendore di avere un linguaggio. Ma ho assai più a mano a mano che non riesco a designare. La realtà è la materia prima, il linguaggio è il modo in cui vado alla ricerca – e in cui non la trovo. Eppure è proprio dal cercare e non trovare che nasce la cosa che non conoscevo, e che all’istante riconosco. Il linguaggio è il mio sforzo umano. Per destino devo andare a cercare e per destino torno a mani vuote. Però ritorno con l’indicibile. L’indicibile mi potrà essere dato solo attraverso il fallimento del mio linguaggio. Clarice Lispector
Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia, 2006
La prefazione scritta dal sociologo Franco Cassano per il libro di Marco Brando "Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia" (Palomar, Bari 2006). Il libro completo è qui: https://www.academia.edu/36662436/SUD_EST._Vagabondaggi_estivi_di_un_settentrionale_in_Puglia
2020
La simbologia iniziatica raccoglie varie forme di simboli: quelli che appartengono a un'antica tradizione e che si ripresentano come una normalizzazione del passato in chiave moderna; quelli che derivano da un patto tra i membri della collettività iniziatica e che garantiscono l'unità del gruppo, che sono sincronici nell'ambito del gruppo stesso; quelli che hanno il senso di proiezione al superamento dei limiti gnoseologici del gruppo e dei suoi membri, sono tradizionali ma mediante il loro carattere di molteplicità semantica offrono nuove opportunità gnoseologiche. Il silenzio non fa parte della prima categoria, perché non tutti i gruppi iniziatici antichi o tradizionali lo utilizzavano ritualmente o lo consideravano come simbolo e quiquelon poteva avere una funzione normativa suscettibile di modernizzazione. Può essere momento cruciale del secondo quando viene ritualizzato nelle diverse fasi d'apprendimento sulla base di una pattuizione connessa alla creazione del rituale e costituendosi come uno dei fulcri sincronici del gruppo, assicurando la sua unitarietà. Può anche appartenere al terzo caso quando assume una veste taletheiale ma avendo una sua pluridimensionalità semantica, nella comunione del dicere e tacere pulsa di opportunità nuove per l'accrescimento iniziatico.piùcircostanziato Il silenzio nel contesto iniziatico è una forma linguistica specifica che caratterizza tutto il percorso degli iniziati. Questi elaborano all'interno del gruppo la sintassi del silenzio, la morfologia dei simboli espressi tacitamente, senza spiegare compiutamente i loro significati. Ogni simbolo, o segno in senso semiotico, ha delle diverse significazioni per le diverse fasi del percorso iniziatico. Ognuno appartiene a una diversa tipologia di rapporto con ciò a cui si riferisce: ha rapporto di "similarità" come il disegno di una squadra e compasso che illustra degli oggetti operativi, di "prossimità" quando manifesta l'operazione di misurazione e di relazione dei rapporti alla quale l'oggetto è destinato, di "concordanza" se rinvia all'oggetto dentro la cognizione di una regola architettonica. Il simbolo in quanto forma speciale di segno si manifesta (prima fase d'apprendimento), come nell'esempio, in modalità iconografico-descrittiva contenente un significato "dettato". È una dictatio iniziatica da tenere nel silenzio di fronte al mondo essoterico 1 , del quale l'iniziando 2 è ancora permeato, la simbologia deve essere evocata senza esplicitarne i suoi intimi significati, la si descrive ma non la si espone compiutamente. È il valore evocativo, indeterminato e silenziato, un'evocazione impregnata di thauma, che sarebbe semplicistico tradurre con meraviglia. Il silenzio dell'iniziante è thaumante (nel suo significato originario), risveglia la paura, il terrore della morte del proprio essere profano, dell'infelicità di perdere le linee guida del proprio pensare e agire che ha guidato la vita fino al momento del passaggio da profano a iniziando. Questo thauma deve stimolare l'iniziando alla ricerca dei significati, dei quali si deve comprendere il loro portante passato, la tradizione insita che però non è congelamento nell'immagine del passato, se tale fosse non sarebbe altro che un'eredità e se ne potrebbe fare qualunque uso. L'iniziante con il suo tacere di cose che è presto dire apre due vie all'iniziando: la prima è quella riservata ai semplici, a chi non è portato per gli studi ma che ha grande sensibilità e ricerca con passione la conoscenza esoterica in modo maniacale, in senso platonico, la 1 Si usano i termini essoterico ed esoterico nello stesso senso di profano e iniziatico. 2 Si usa il termine iniziato, per colui che, genericamente, è stato accettato in un gruppo esoterico caratterizzato da riti di iniziazione, Maestro per chi è Maestro del percorso iniziatico e iniziando per chi sta apprendendo il percorso da fare. Ogni fase del percorso comporta un avanzamento graduale di apprendimento e quindi si è sempre apprendisti sotto la guida di un Maestro.
Il titolo del noto romanzo di Kundera (19) sprigiona un fascino sottile e, al tempo stesso, molto potente: esso propone una impareggiabile metafora linguistica di quella "embricazione" tra opposti che Escher raffigura in modo altrettanto efficace in alcune delle sue stampe.
A part of philosophy attentive to research in the field of neurosciences tends to eliminate the subject dissolving it in an illusion or an artificial convention. These are issues that accord well with some strings of post-modernity which see the consistency of the subject collapse in favor of a fragmented and nomadic identitary reality. The text briefly addresses three fundamental ethical and anthropological questions connected to these theses: the inescapability of the subject, postulated by the same assumptions of its illusoriness; the need for a clarification of the difference between the psychological and ontological subject, in order to avoid confusing the levels of investigation and the question of the identity of the subject with the connected but distinct question of the mind-body relationship; the repercussion in the ethical and political sphere of the loss of the subject to the subsequent creation of imputability without responsibility. Lastly, it shows how the question of the dissolution of the subject is often the result of a unilateral emphatisation of the body that is resolved paradoxically by the denial of its role in personal identity.
1 Se Eschilo combattè a 35 anni a Maratona e morì a 69 anni nel primo anno dell'ottantunesima olimpiade (456 a. C.), allora egli nacque intorno al 525 a. C, ovvero nel quarto anno della sessantreesima olimpiade. Con questo concorda il par. 2 della vita del lessico SUIDAS, secondo il quale egli a 25 anni gareggiò nella settantesima olimpiade. 2 Sono opere di Eschilo andate perdute, dal catalogo dei suoi drammi ( Χ. ∆ΡΑ. Σῼ. vol. I pg 12s), risulta attestata Niobe e, dai soli titoli ivi riportati, non risulta niente riguardo ad Achille. Il passo di Aristofane cui la vita si riferisce è; ΑΣ Πρώτιστα μὲν γὰρ ἕνα τιν' ἂν καθῖσεν ἐγκαλύσας, Ἀχιλλέαα τιν' ἢ Νιόβην, τὸ πρόσωπον οὐχὶ δεικνύς πρόσχημα τῆς τραγῳδίας, γρύζοντας οὐδε τουτὶ. ,
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DIALOGO SULL' INFINITO - Al confine tra matematica e poesia, 2018
Doctorate "Elementi cristiani nel pensiero e nell'etica di Albert Camus", 2019
Pubblicato sul sito del Gruppo Mineralogico Pinerolo e Valli