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2024
IV Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale (SocISS), 2024 - Abstract in Atti di Convegno
Rivista Di Psicologia Clinica, 2013
The Voluntary Service as a training: a bridge-experience between study and work Il Servizio Civile come tirocinio: un'esperienza-ponte tra studio e lavoro M. CAPO,V.P. CESARANO, M. NAVARRA, M. STRIANO The contribution aims to reflect the Voluntary Service's experiences within the University Sinapsi Center, resignified following a path of skills assessment. The interpretation and the analysis of the content produced by volunteers during the educational training has allowed to emerge how the same experience of the voluntary service could be read in terms of a reflexive training acting as a bridge between study and work, outlining the interplay between theory and practice and urging a review of the image of themselves and their educational project.
Carmilla, 2021
Recensione del libro "La grammatica delle arti", di Cesare De Seta (Salerno editrice 2021)
La partecipazione da conquista sociale è diventato un dogma, anzi, uno strumento di marketing. L'arte, che ha accompagnato dagli anni '60 i processi di emancipazione sociale, si trova ora in una posizione difficile, se vuole restare una prospettiva critica sul presente, e non una macchina di manipolazione del consenso. Il testo presenta alcuni esempi, fra la ricerca sociale e l'arte pubblica, che si ritiene possano proporre una forma di partecipazione pubblica non consolatoria o celebrativa.
Il tirocinio è parte determinante nel processo formativo e professio nale degli studenti iscritti ai corsi di studio in Servizio Sociale; un'esperienza di apprendimento e cambiamento in situazione che deve necessariamente essere accompagnata da un pensare e da un riflettere. Gli studenti dovrebbero impara re ad apprendere dall'esperienza, a " rileggere se stessi " , a raccontare e raccontarsi, così come avviene nel mondo magico delle fiabe.
Enzo Cacciola. I colori della terra, 2024
L'incontro tra il più grande artista futurista italiano, Umberto Boccioni e Alessandrina Ravizza, la storica portavoce del socialismo umanitario nel nostro paese, avvenne a Milano nel 1910. Da quell'incontro nacquero due iniziative straordinarie: la 'Prima Esposizione d'Arte Libera' a Milano nel 1911 e l'anno successivo la pubblicazione del libro Nota della lavandaia, scritto da Ravizza con la copertina adornata da un disegno a colori di Boccioni. Luigi Russolo, pittore nonché musicista futurista inventore dell'Arte dei rumori, assieme a Boccioni, aveva l'abitudine di recarsi a mangiare la busecca in una affollata ed economica 'Trattoria' di via Cavallotti, che si trovava in centro a Milano, non troppo distante dal covo dei futuristi e di Filippo Tommaso Marinetti nella Casa Rossa in via Senato, né tanto meno dal più famoso e costoso 'Ristorante Savini'. I due artisti futuristi seguivano le orme dell'amico Carlo Dalmazzo Carrà che, prima di aderire all'avanguardia marinettiana, proprio in quella trattoria aveva incontrato i volti noti dell'anarchia milanese che gli avevano commissionato i suoi primi disegni: alcuni bozzetti per le testate di riviste socialiste rivoluzionarie come "La Barricata", "La Rivolta", "La Sciarpa Nera" e "La Questione Sociale". Nei locali rustici di via Cavallotti, dove gli anarchici architettavano le loro azioni rivoluzionarie, è possibile che vi pranzasse la 'Madonna dei poveri' Alessandrina Ravizza, fondatrice dell''Università Popolare', nonché direttrice della 'Casa del Lavoro per Disoccupati'associazione fondata dalla milanese 'Società Umanitaria'-, membro dell''Unione Femminile Nazionale' (la più importante associazione emancipazionista di orientamento radical-socialista in Italia) e la prima a costituire nel capoluogo lombardo (in via Anfiteatro 16) la 'Cucina dei malati poveri' per offrire cibo e assistenza gratuita agli indigenti sin dal 1888. Purtroppo non abbiamo alcuna certezza del luogo esatto dove avvenne l'incontro tra Ravizza e Boccioni: forse avvenne in via Cavallotti oppure i due si ritrovarono per caso seduti ad un tavolaccio in quella 'Cucina dei malati poveri'. Di certo è che Boccioni, quando incontrò quella signora impegnata ad aiutare accattoni ed ammalati, le parlò del progetto di realizzare a Milano la 'Prima Esposizione d'Arte Libera': una mostra il cui ricavato delle vendite sarebbe stato destinato alla 'Cassa sussidi per i disoccupati della Casa di Lavoro', e che si rivelò di fondamentale importanza per il movimento futurista. Ravizza venne coinvolta da Boccioni nell'organizzazione di una mostra aperta ad artisti più o meno affermati e di qualsiasi tendenza pittorica od età (come avveniva dal 1884 in Francia ai 'Salons des Indépendants'). L'entusiasmo con cui Ravizza accolse la proposta di Boccioni ha indotto studiosi e critici a pensare anche alla possibilità che lei stessa fosse intervenuta direttamente nell'organizzazione dell'evento dando un particolare taglio ideologico alla stesura della lettera-invito all'esposizione. Il testo dell'invito (firmato da Boccioni, da Carrà, da Alessandro Mazzucotelli, da Guido Mazzocchi, da Ugo Nebbia e da Giovanni Rocco) precisava che alla mostra sarebbero state accolte «tutte le espressioni individuali dell'artista dal più umile e infantile sogno di bambino alla più complessa manifestazione della maturità del genio», perché quella esposizione sarebbe stata diversa da tutte le altre. La mostra dell''Arte Libera' infatti avrebbe dimostrato che «il senso artistico, ritenuto privilegio di pochi, è innato nella natura umana, e che le forme con le quali esso si manifesta sono semplici esponenti della maggiore o minore sensibilità di chi le concreta», senza che esista alcuna pregiudiziale politica, economica o sociale. Inoltre all'esposizione non vi sarebbe stata alcuna giuria e nessuna valutazione delle opere da parte di critici d'arte. I firmatari precisarono che non intendevano assolutamente escludere «chi facendo dell'arte una professione, educa e perfeziona le qualità naturali», ma si premuravano soprattutto di invitare quanti intendessero «affermare qualche cosa di nuovo, lungi cioè da imitazioni, derivazioni e contraffazioni» e coloro che tentavano «di esprimersi diversamente» da ciò che era «comune e convenzionale». In nome della libertà d'espressione gli organizzatori reclamavano la ricerca «di un'arte più ingenua, più istintiva, riportata alle sue sane origini» e invitavano ad esporre i ragazzi, gli operai e tutti quegli uomini «che adoperano il linguaggio universale delle forme e dei colori per fissare ciò che la parola mal saprebbe esprimere». All'esposizione, in un padiglione della fabbrica 'Ricordi' al numero ventuno di viale Vittoria, in una ex-officina grafica posta quasi al limitare della campagna milanese, furono esposte quattrocento
Arte Socialmente Impegnata, 2023
"Arte Socialmente Impegnata. Socially Engaged Art. Manuale di materiali e tecniche" di Pablo Helguera (traduzione di Ginevra Ludovici). Ho iniziato a scrivere questo libro mentre stavo tenendo un corso sull'argomento alla Portland State University. Contemporaneamente ero curatore pedagogico della Biennale Mercosul di Porto Alegre, in Brasile, e stavo sviluppando un progetto partecipativo per la città di Bologna. In questa triplice veste di educatore, curatore e artista ho ritenuto urgente avere un libro che aiutasse gli artisti nella produzione di questa pratica. Inizialmente l'ho concepito come un saggio critico nei confronti di quelli che personalmente ritenevo approcci sbagliati, ma alla fine mi sono reso conto che sarebbe stato più utile proporre una sorta di manuale che descriveva i processi e gli approcci di base, più o meno in linea con un libro sui materiali e le tecniche di qualsiasi altro medium, sia esso la pittura o la fotografia. In altre parole, il mio obiettivo era quello di descrivere come possono essere utilizzati gli strumenti tipici dell'arte socialmente impegnata (collaborazione, conversazione, ecc.), senza però suggerire i modi in cui dovrebbero essere usati. (Pablo Helguera)
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Ricerche Di Pedagogia E Didattica Journal of Theories and Research in Education, 2013
Valutare il tirocinio universitario. L’esperienza del CdlM in Scienze pedagogiche e progettazione educativa dell’Università di Catania, 2017
Social Work Education: innovazioni e esperienze, 2021
Quaderni di PsicoArt, Vol. 7 - Arte e psicologia. Contributi e riflessioni (S. Ferrari & C. Principale, Eds.), 2016
HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe), 2020
Strumenti per la didattica e la ricerca
Alessandra Anceschi e Riccardo Scaglioni (a cura di), Formazione iniziale degli insegnanti in Italia: tra passato e futuro L’esperienza SSIS raccontata dai suoi protagonisti, Liguori Editore, Napoli, ISBN 13 978-88-207-5012-1, 2010
Las Torres de Lucca. International Journal of Political Philosophy
Atti di Convegno. Workshop Comunicazione Università del Salento 2021, 2021