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Con il presente lavoro intendiamo mettere a confronto il filosofo platonico non cristiano Plotino (III sec. d. C.) e l'autore cristiano della Confutazione di tutte le eresie, d'ora in poi Elenchos (II-III sec. d. C.), in passato generalmente identificato con il presbitero e martire Ippolito di Roma 1 .
2024
Ci si domanda se si mantenga la coscienza oltre l'estinzione dell'Io e, nel caso, di quale coscienza si tratti
Confronto tra testi di p.de J. Main, benedettino anglo-irlandese scomparso negli anni '80, interessato all'aspetto mistico del Cristianesimo, in particolare alla meditazione silenziosa che aveva appreso, in altra forma, dal maestro induista Satyanandha a Kuala Lampur) ed il testo di spiritualità medievale "La nube della non conoscenza" che rappresenta una delle radici del suo pensiero.
«Studi Storici», 60, pp. 573-587, 2019
The essay reconstructs the meaning of the research that, from the late 1980s onwards, Innocenzo Cervelli dedicated to the ancient world, to classical historiography and to the prophetic tradition. It highlights how the author has taken up some research ideas suggested by Momigliano, who died in 1987, and to what extent he continued to confront the figure of that great historian of antiquity through a series of investigations that would be culminating in the monograph dedicated to the sibyls (2002). Cervelli thoroughly analyzed the texts of Flavio Giuseppe and the fathers of the Church, those of the scholastic theologians and the humanists of the fifteenth century, without neglecting the history of hermeticism and the iconographic representation of the sibyls. In this phase of his research the reflection on the apocalyptic writings of Ernesto de Martino and those of Benjamin, Scholem, E. Bloch, Walzer, Yerushalmi and Assmann, was also important. The theme of the prophecy also inspired some essays that Cervelli dedicated to Savonarola, Machiavelli and Bodin through the history of the theory of succession of empires. Moreover, in those same years, he reflected also on the religious and political legitimacy of the war starting from the ancient world, criticizing the abuse of history to justify the new military aggressions of our time.
Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini, 2015
Several copper pieces, bearing on their obverse the portraits of Renaissance princes and having the generic typical look of their period, have been defined each time as projects, trials or medals. This study lists the identified types of these specimens in order to reach more precise conclusions on their nature, thanks also to a document not considered until now for this specific problem.
Benjamin ha parlato, a proposito del mondo di Proust, di una «calza arrotolata nel cassetto», che è «insieme borsa e contenuto» di se stessa; e come i bambini «non si saziano di trasformare queste due cose: la borsa e quello che c’è dentro, con un rapido movimento, in una terza cosa: la calza, così Proust non si stancava di afferrare il tranello, l’Io, per svuotarlo e ritrovare sempre di nuovo quella terza cosa: l’immagine, che placava la sua […] nostalgia. Straziato dalla nostalgia egli giaceva sul letto». Nel mutuo, violento, inarrestabile, diabolico gioco tra Io-subiectum e immagine frammentariamente indigente, dove l’uno non è più concepibile senza l’altra e viceversa, si dispiega l’impasse, la tensione, la ricerca di chi beve il proprio sangue, quella «simbiosi di creatività e sofferenza» della quale si è eretta, «per la seconda volta, […] un’impalcatura come quella di Michelangelo, su cui l’artista, con la testa arrovesciata, dipingeva la creazione nel soffitto della Sistina: il letto di malato, dove Marcel Proust ha dedicato alla creazione del suo microcosmo gli innumerevoli fogli che egli ricopriva con la sua scrittura, nell’aria». Il divorare di Proust è già il suo esser-divorato, e se scrivere è «l’interminabile, l’incessante», allora è proprio in quest’intrico infinito che Proust, l’asmatico cronico terribilmente affamato di jalousie, si situa e situa il suo ex-sistere; egli esiste scrivendo, perché non può esistere altrimenti (o altrove) che lì, ovvero nello spazio-tempo ad-teso dell’esperienza radicalmente originaria della scrittura e del ricordo. Ma parimenti, appunto, il suo esser-divorato è già anche il suo divorare: Proust, quest’aruspice tracotante in cerca di stelle, non è mera vittima innocente o sacrificale, se non nella misura in cui, simultaneamente, è egli stesso carnefice - carnifex, in primo luogo, di sé e del Sé.
G. Greco- D. Monda, Novecento italiano raccontato da scrittori, Napoli, Liguori , 2008
«La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi» Il pensiero di Eraclito 1 [88 Diels-Kranz] indica con nettezza che la giovinezza è uno stato, uno stadio, una condizione, e che il primo modo per analizzarla è per contrasto con altri stati. Vivo, sveglio, giovane, si stagliano con tutta la loro forza di contro a morto, dormiente, vecchio. Ma i confini nel passato erano delineati da ben altri elementi che nel novecento. La pisside con la prima barba che viene mostrata all'ingresso della casa di Trimalchione 2 segna l'entrata nell'età adulta. Nell'antica Roma si passava direttamente dalla toga praetexta alla toga virile, non esistendo una toga juvenile, ovvero si passava direttamente dal mondo dell'infanzia al mondo adulto. Nel corso dei secoli molte soglie sono state create per segnare il transito. Per noi oggi nessun oggetto simbolico ormai marca l'entrata in un mondo complicatissimo, fatto essenzialmente di cambi di voce, di misure, di umore. Senza più riti di passaggio, nella più totale fragilità psicologica, soglia sbordante. All'interno dell'età si aggiungono separatìe, distinzioni, e dall'infanzia che non dovrebbe, etimologicamente, avere l'uso della parola, si passa all'adolescenza per sua natura "in progress": L'adolescenza fa cenno da lontano regno del pomeriggio tristezza precolombiana 3. Dopo l'adolescenza la giovinezza si allunga come ombra lunga della sera fino ai trent'anni ed oltre, non vuole addirittura, grazie ai progressi medici e cosmetici, più abdicare. E' inchiodata a quel frequentativo "adolesco"...
NUOVA GIURISPRUDENZA CIVILE COMMENTATA , 2010
Difese e resistenze nella nevrosi ossessiva, 2007
PREMESSA Gli uomini non comprendono in che modo ciò che diverge converge in un rapporto di tensione contrastante come quella dell'arco e della lira. Tutte le cose avvengono, e dunque si generano, vengono all'essere secondo contesa e necessità. Il logos della contesa si mantiene attraverso le cose, attraverso l'uomo che è vivo e morto, sveglio e dormiente, giovane e vecchio. Eraclito, Secolo VI A.C. In più di un'occasione Freud descrisse le grandi difficoltà che dovette affrontare per porre fine al suo esilio scientifico. Nel saggio Per la storia del movimento psicoanalitico riferisce che in Germania "(la psicoanalisi) si trova al centro della discussione scientifica, suscitando espressioni del più reciso rifiuto presso medici e profani" 1 e che "in nessun luogo come a Vienna l'analista avverte con tanta chiarezza l'ostile indifferenza dell'ambiente degli studiosi e delle persone colte" 2 Nonostante le difficoltà, Freud prosegue l'elaborazione della sua teoria, ponendosi come un imperativo basilare il riconoscimento dello statuto scientifico della psicoanalisi. 3 Colloca la psicoanalisi fra le naturwissenschaften (scienze della natura) e, fondandosi sulla sua formazione nel campo dell'anatomia e della fisiologia, prende come modello di scientificità il metodo della fisica e della chimica, metodo basato su un'epistemologia positivista. 4 Uno sguardo attento della teoria psicoanalitica, però, mette in rilievo il carattere profondamente dialettico-e non positivista-e dei concetti e dei processi studiati dalla psicoanalisi. Il concetto di verneinung (negazione), ad esempio, è un concetto intrinsecamente dialettico, hegeliano, come lo ha messo ben in luce il filosofo Jean Hyppolite. Costui osserva che la verneinung implica al contempo negare, sopprimere e conservare. 5 Per ciò che riguarda i processi studiati dalla psicoanalisi, dall'altro canto, Lacan, sin dal seminario I, Gli scritti tecnici di Freud, afferma che l'originalità della scoperta freudiana risiede nell'aver colto il rapporto problematico che il soggetto intrattiene con sé stesso. 6 1 Freud, S., Per la storia del movimento psicoanalitico, in Freud, Opere, Vol VII, Boringhieri, Torino, 1985, p. 407. 2 Ibid., p. 413. 3 Anche Lacan, come figlio legittimo di Freud, si pone la questione della scientificità della psicoanalisi come nucleo centrale della sua elaborazione teorica. Si veda a questo riguardo la prima parte del Seminario XI, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi. E' interessante osservare che nessun altro dei successori diretti di Freud si è interessato alla riflessione sullo statuto scientifico della psicoanalisi. 4 Assoun, P.L., Introducción a la epistemología freudiana, Siglo veintiuno editores, México, 1982, p. 46. 5 Hyppolite, J., Commento parlato sulla
Lungamente avversato in ogni contesto, tanto da essere persino definito da Marie- Joseph Thiers “un arbitrio odioso” e da John Stuart Mill “una forma moderata di furto”, Il principio di progressività è il prodotto di un’invenzione recente: abbiamo vissuto per molto tempo senza pensare che l’imposta potesse essere più che proporzionale. Non ci si rende conto che la progressività dell’imposizione e la conseguente redistribuzione determinano conseguenze letali per lo sviluppo economico
Urbanistica e Appalti, 2008
Nota a commento della sentenza Cons. Stato Sez. V Sent., 04 marzo 2008, n. 890 Sommario: Immedesimazione organica e rappresentanza-Le peculiarità della nullità del provvedimento amministrativo-Sull'impossibilità di individuare una disciplina unitaria dell'invalidità negoziale-I confini fra la nullità e l'inesistenza e la questione di giurisdizione-Nullità del provvedimento e poteri di autotutela-La responsabilità amministrativa e l'art. 28 della Costituzione-L'abuso d'ufficio.
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LA NON RASSEGNAZIONE: LA PORTA SUL VUOTO, 2019
in AA.VV., D’Annunzio. Per una grammatica dei sensi, a c. di G. OLIVA, Chieti, Solfanelli, 1992, pp. 47 - 80
in Atti e Memorie dell'Ateneo di Treviso, a.a. 2016/17, n. 34, 2018