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Uno sguardo sull'ancora misterioso mondo delle monete suberate emesse in Sicilia in epoca arcaica. Le contromarche Foglia di Selino a cinque punte e Pecten. Documentazione del fenomeno e procedura adottata per i controlli.
a cura di Claudia Giuffrida -Margherita Cassia EDIZIONI DEL PRISMA Silenziose rivoluzioni: La Sicilia dalla tarda antichità al primo Medioevo : atti dell'incontro di studio, Catania-Piazza Armerina, 21-23 maggio 2015 / a cura Claudia Giuffrida, Margherita Cassia. -Catania : Edizioni del prisma, 2016. (Testi e studi di storia antica ;28)
ARNOLFO DI CAMBIO E LA SUA EPOCA. COSTRUIRE, SCOLPIRE, DIPINGERE, DECORARE, 2006
The Angevin conquest of Regnum Siciliae had an immediate effect in the development of military architecture. The main role in the import of new architectural models from Capetian France was played by the magister Pierre d'Angicourt. He is documented by the royal registers between 1269 and 1282 in a lot of buildings initiated by Charles I of Anjou along the Adriatic, from Abruzzo to Puglia. Reconstructing the iter of the French architect, the contribution is aimed to point out his renewing action in relation to fortification practices, also in connection with the military architecture of Frederick II Hohenstaufen's season.
AdA archeologia delle Alpi, 2016
Le prime ricerche archeologiche nella zona della Cresta di Siusi sono state effettuate da J.M. Moroder nell'anno 1980, seguite dai ritrovamenti Fig. 2. Arco via Serafini. Industria litica con tracce di alterazione termoclastica.
RIASSUNTO La reinterpretazione critica di dati stratigrafici interessanti il sottosuolo della pianura del fiume Sarno, costituente la parte meridionale della Piana Campana, ha consentito di delineare un nuovo quadro delle caratteristiche stratigrafiche dei terreni vulcanici, Olocenici e Pleistocenici, di riempimento della Piana e in particolare dei depositi ignimbritici. In accordo con recenti studi vulcanologici è stata rile-vata la presenza nel sottosuolo della Piana di due livelli di tefra da flusso piroclastico; essi sono costituiti, dall'alto verso il basso, dalla Ignimbrite Campana (39.28±0.11 ka B.P.) presente prevalentemente nella facies del Tufo Grigio Campano e dalla Ignimbrite di Taurano (157.4±1.00 ka B.P.) in facies di tufo giallo. Nella zona pedemontana dei monti di Sarno sono stati rinvenuti in sondaggi mec-canici, al di sotto dell'Ignimbrite di Taurano, dei depositi marini alla quota di circa – 35 metri s.l.m. Ciò dimostra l'esistenza di una ingressione marina attribuibile ad una tarda fase del Pleistocene Medio e quindi più antica di quella eutirreniana come finora ipotizzato. Altri dati geognostici inoltre hanno portato a limitare l'estensione, nell'entroterra sarnese della suddetta trasgressione eutirreniana. E' stata inoltre rilevata l'esistenza di una fase tettonica post 39 ka B.P. di modesta entità, che ha dislocato il tetto del Tufo Grigio Campano senza dare luogo a manifestazioni vulcaniche come invece avvenuto nella Piana Campana a N del Somma-Vesuvio. ABSTRACT New knowledge about stratigraphy and the distribution of Quaternary ignimbrite deposits in the subsurface of the Sarno Plain. (Salerno-Campania)-southern Italy. The critical reinterpretation of stratigraphic data concerning the subsurface of the Sarno Plain, located in the south part of the Campania Plain, has produced a new picture of the stratigraphy characteristics of the Olocene and Pleistocene volcanic terrains that fill the Plain, in particular the ignimbrite deposits. In agreement with recent volcanological studies the presence of two pyroclastic flow deposits has been pointed out in the subsurface of the Sarno Plain. As a matter of fact below the Campanian Ignimbrite, (39.28±0.11 ky B.P.), mostly in the Campanian Gray Tuff facies, the Taurano Ignimbrite, (157.4±1.00 ky B.P.), in the yellow tuff facies, occurs. In addition a modest tectonic phase dislocating the Campanian Gray Tuff has also been pointed out. Moreover this tectonic phase, in the Sarno Plain was not characterized by volcanic activity contrary to what happened in the Campania Plain northward of Somma-Vesuvio. The recovery of marine deposits from the subsurface in the piedmont zone of Sarno Mountains, underlying the Taurano Ignimbrite at depth of 35 meters below sea level, indicates the existence of a marine trasgression older (Middle Pleistocene) than the eu-tyrrhenian period to which these deposits have been attribuited. This finding, in association with other geognostic and stratigraphic data, allows a reduction of the geographical extension of the eu-tyrrhenian trasgression in the Sarno Plain. Parole chiave: Piana del Sarno, tettonica quaternaria, stratigrafia del sottosuolo, depositi piroclastici, depositi marini, Ignimbrite Campana, Italia meridionale
Alla luce delle ultime ricerche storiche ed archeologiche risulta evidente che il tarantismo salentino, a differenza di quanto sostenuto da Ernesto De Martino nella sua Terra del Rimorso, affonda le sue radici nella prima storia del bacino del Mediterraneo. Se ci si sofferma ad analizzare con spirito sereno la particolarissima ritualità di questo fenomeno antropologico, ormai in via d'estinzione, non si possono non cogliere le numerosissime corrispondenze di culto che lo legano intimamente agli antichi riti di guarigione praticati in tutti i santuari di Asclepio della Magna Grecia e delle zone ad essa culturalmente contigue. Ernesto De Martino interpretò il tarantismo quasi esclusivamente in chiave sociologica individuandone la causa nel malessere sociale dei poveri del Mezzogiorno d'Italia, nella condizione subordinata all'uomo della donna contadina, nella società rurale salentina retrograda e culturalmente arretrata, nella diversità fisico-psichica e sessuale mal vissuta e/o socialmente mal tollerata e soprattutto in uno spaccato esistenziale ingenuo e sottomesso all'autorità religiosa. Per quel che concerne l'origine del fenomeno sociale, nel quinto paragrafo del commentario storico della sua Terra del Rimorso l'etnologo collocò l'atto di nascita del tarantismo nell'alto Medioevo, durante gli scontri tra la civiltà cristiana e quella musulmana in occasione delle Crociate, uno spazio temporale ben preciso che, a ben vedere, escludeva drasticamente la possibilità che esso si fosse generato nella protostoria dell'Occidente. Un'indagine, quella demartiniana, che finì per porre in essere un'interpretazione riduttiva del tarantismo perché frutto di una visione personale del marxismo vissuto soprattutto in chiave esistenzialista, una lettura antropologica, dunque, vittima del tempo (anni 50 del XX secolo) in cui il fenomeno venne studiato, etichettato e proposto al pubblico. Ciò che lascia oggi sorpresi è però, come mai, uno studioso delle religioni attento, intelligente ed intuitivo come Ernesto De Martino abbia trascurato di esaminare il culto di una importantissima pratica medica delle origini e la sua probabile sovrapposizione sincretica in un altro rito nel corso degli anni. Probabilmente ciò fu dovuto proprio dalla formazione culturale dell'etnologo, una formazione culturale fedele all'indirizzo imposto da Benedetto Croce, da sempre poco incline ad analizzare ciò che poteva fuorviare il dato storico da analizzare. In realtà, però, gli sarebbe bastato interpretare con più attenzione le stesse critiche del medico settecentesco Francesco Serao, da lui più volte menzionate nella Terra del Rimorso, quando affermava che la fenomenologia del tarantismo non dipendeva affatto dal morso della tarantola quanto, piuttosto, dall'indole congenita dei pugliesi. L'indole di un popolo, è notorio che non la si costruisce dall'oggi al domani, ma è un sovrapporsi di simboli, significati e vissuti sociali che si tramandano nei secoli nei costumi, soprattutto in quei contesti culturali arretrati come possono esserlo quelli propri del mondo contadino. Gli sarebbe bastato poco per intuire che il tarantismo come forma di catarsi dall'oistros, come esorcismo coreutico-
F.Spatafora - V.Brunazzi, Restauri e riconfigurazione del complesso monumentale agora/teatro di Iaitas, in Selinunte.Restauri dell’antico, Roma 2016, 237-249.
The ongoing studies on the pottery from the medieval settlement on the Villa del Casale at Piazza Armerina (Enna, Sicily) allow to enlarge the knowledge of production and trade in Sicily and in the Maghreb between the X and the XII century. Glazed, coarse, cooking wares and the amphora found during recent excavations as well as the old finds newly studied mark the eminence of the site in the Islamic and in the Norman period, showing also Mediterranean wide developments in material culture and in kiln technology.
La Chimica e l'Industria, 2018
Sono trascorsi poco più di due secoli dalla nascita del chimico-tossicologo Francesco Selmi e Vignola, la cittadina emiliana che gli diede i natali, l'ha celebrato con un ciclo di manifestazioni. Qui lo ricordiamo non solo come scienziato e patriota ma anche per il suo impegno a favore dell'istruzione popolare.
a cura di Mariagrazia Celuzza e Paola Rendini, Catalogo della mostra, Nuova Immagine Editrice, Siena 1991
Bibliografia IQ (FIG. 5). Questa metallo era resistente a qualunque forma di corrosione, era piu elastico e piu flessibile della pietra, aveva un peso specifico tale da perrnettere di fabbricare elementi pesanti e poco voluminosi. Questa progresso avvenne nel corso <lei IV secolo a.C. Si poterono fabbricare da allora ceppi fissi con pemo centrale, da saldare stabilmente al fusto ligneo dell'ancora, e ceppi mobili.
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L'AREA DELLE MURA E DEL MERCATO TARDOANTICHI LO SCAVO NEGLI ARCHIVI, 2023
Storie di animali e di iconografie lontane, Atti dell'incontro internazionale di studiosi delle tavolette da soffitto e dei soffitti dipinti medievali (Viadana, 21-22 ottobre 2017), 2018
Rassegna internazionale di ricerche dantesche, 2022
IL RUPESTRE E L'ACQUA NEL MEDIOEVO: RELIGIOSITA', QUOTIDIANITA', PRODUTTIVITA', di E. De Minicis, G. Pastura (a cura di), 2020