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Tesi di laurea che si propone di affrontare da un punto di vista socio-antropologico il rapporto fra migrazioni e città, fornendo chiavi di lettura per interpretare la situazione Romana, partendo dall'osservazione di una sua "periferia storica", il Pigneto.
Tra l’ultima settimana di maggio e la prima di giugno 2008 numerosi quotidia- ni nazionali hanno riportato in prima pagina un fatto di cronaca avvenuto nel territorio del Pigneto, prima periferia di Roma. Presso l’isola pedonale di via del Pigneto, in una tranquilla giornata primaverile, un uomo di cinquant’anni, nato e sempre vissuto in questo territorio, ha rotto le vetrine di un negozio gestito da immigrati. Tale gesto è stato interpretato da quasi tutta la stampa come atto di xenofobia e di violenza contro gli immigrati che vivono a Roma e più in gene- rale nel nostro Paese. «Ernesto» è il nome nto che ha dato ai giornalisti l’uomo responsabile dell’atto, il quale, intervistato pochi giorni dopo, ha dichiarato alla giornalista di «la Repubblica»: «Io sono un glio del Pigneto [...]. Tutti sanno chi sono e perché ho fatto quello che ho fatto. È giusto che il Pigneto veda scritta la verità [...]. Stavolta l’ho fatto per loro. Per il Pigneto». Ma a quale verità del Pigneto si riferisce «Ernesto»? Che cosa vuol dire essere «un glio del Pigneto»? Vorrei provare a rispondere a queste domande attraverso questo saggio, frutto di una ricerca etnogra ca che ho condotto dal dicembre 2001 al dicembre 2004, che ha avuto per oggetto il territorio del Pigneto. Che ruolo ha oggi una località come quella del Pigneto negli schemi dei ussi culturali globali? In un mondo che viene descritto, e non solo dagli antropologi, come sempre più delo- calizzato, che cosa è una «località»? Perché i residenti e in generale gli abitanti di questo territorio preferiscono de nirsi «del Pigneto» piuttosto che romani?
Monte Mario dal medioevo alle idee di parco, a cura di Marcello FAGIOLO con Alessandro MAZZA, Roma: Artemide, 2016, pp. 318-334.
2014
“Quando sento che l’autunno si consuma lì, quando so che il fuoco divora le rive della Garonna, dove gli alberi sfavillano. Mi manca casa. Da questo pezzo di terra, che ha bruciato la mia memoria, questo piccolo punto sulla grande tela, che un nonno italiano sceglieva a caso, molto tempo fa”. In queste poche e semplici parole di una canzone di Francis Cabrel, celebre cantautore francese e discendente di terza generazione dell’arteniese Merluzzi Zaira, è riassunta la fortunata storia di una famiglia friulano-veneta emigrata in Francia nel lontano 1923. Un’immagine poetica ed evocativa al tempo stesso quella scelta dal cantante per raccontare le vicende dei propri avi e che dice molto sull’importanza dell’emigrazione friulana oltralpe nel periodo tra le due guerre. Questo articolo costituisce un altro capitolo del volume n. 2 della serie "Quaderni d'Emigrazione", curata dall'Associazione "la sisìle" di Artegna (Ud).
in AA. VV., Osservatorio romano sulle migrazioni: dodicesimo rapporto, Roma: IDOS, 2015
Sono le nove di una fredda domenica mattina di gennaio e in un piccolo parco pubblico nelle vicinanze della stazione della metropolitana Anagnina alcuni uomini si affaccendano intorno a una struttura metallica che sorregge con difficoltà un tendone di plastica appesantito dall'acqua piovana. Durante la notte c'è stato un violento temporale e il forte vento ha danneggiato l'intelaiatura di tubi di ferro, rendendola precaria. Gli uomini si scambiano fra di loro laconiche indicazioni in romeno mentre con i pochi attrezzi a disposizione smontano le parti pericolanti della struttura e le riassemblano in un nuovo e più stabile disegno. Lavorano velocemente, le loro mani si muovono con agilità e con acquisita maestria, sono tutti lavoratori manuali, edili, giardinieri, saldatori, depositari di un saper fare che ha modellato i loro corpi muscolosi e agili, nonostante abbiano tutti più di quarantacinque anni.
Marta Allegri, 2020
Il presente elaborato di tesi è il frutto di una serie di osservazione volte alle dinamiche turistiche che si ripercuotono ed influiscono sulla nostra attuale società. La pandemia da Sars-CoV-2 ha sensibilmente toccato questo settore, di cui molte località hanno risentito dell'immediato tracollo delle presenze turistiche che ogni anno affollano i propri centri. Sulla base di questa riflessione, abbiamo lavorato a fronte di comprendere come alcune destinazioni fossero sensibilmente più colpite rispetto alle altre, prendendo come esame di studio un determinato specifico caso presente all'interno del contesto territoriale senese: San Gimignano. Le motivazioni che hanno spinto ad indagare su questo caso specifico sono state volte a comprende quali fossero le dinamiche interne e gestionali di un paese che è stato sensibilmente colpito dalla pandemia mondiale, in modo da costruire un'analisi a partire dalla comparazione delle altre località limitrofe per osservare, più da vicino, gli effetti prodotti dal turismo sangimignanese. Il metodo utilizzato è stato nell'avvalersi sia di dati alla mano dei flussi turistici di ciascuna località toscana coinvolta, recuperati presso la Banca dati Istati.Turismo sia di una testimonianza, sia di una testimonianza audio, da noi procurata, grazie all'intervista effettuata all'Assessore della Cultura e al Turismo della località di San Gimignano in modo da tracciare la situazione che l'anno 2020 ha caratterizzato sulla città da un punto di vista turistico. L'obiettivo di questi risultati sono volti a comprendere e analizzare una gestione territoriale veicolata ancora verso un turismo di tipo quantitativo rispetto ad un turismo qualitativo alla luce degli aspetti di una pianificazione volta all'accoglienza del turista da un punto di vista geografico. L'organizzazione del seguente elaborato si articola in 3 capitoli: il primo capitolo tratteremo brevemente la storia del turismo italiano a partire dai primi spostamenti tracciati nell'età classifica fino ad arrivare alla nostra contemporaneità; nel secondo capitolo, invece, andremo a spiegare, nel particolare, quali sono gli effetti prodotti dal settore turistico in alcune destinazioni a livello mondiale e nazionale, presentando alcuni casi viziosi e virtuosi presenti all'interno del contesto italiano. Infine, nell'ultimo capitolo, esporremo il nostro caso di studio analizzato dimostrando le evidenze dei dati e le ipotesi delle nostre considerazioni finali, concludendo il lavorato di tesi con la discussione relativa al concetto di turismo sostenibile.
Studi di Sociologia (Convegno 15 Novembre 2012)
"Il Pigneto è un quartiere di Roma sito fuori le mura orientali della città antica. Borgata immortalata da Pasolini, che vi girò il film “Accattone”, il Pigneto ha vissuto, negli ultimi anni, un rapido processo di mutamento economico, infrastrutturale e sociale che ha partorito un nuovo paesaggio umano. Nelle stesse strade, coabitano gli ex ragazzi di vita con i migranti, i professionisti con gli studenti, gli spacciatori con i venditori ambulanti. La condivisione degli spazi non ha però significato una convivenza delle esperienze. La qualità della coesione sociale è compromessa, come testimoniano i continui casi di violenza, mentre la maggior parte delle relazioni costruttive sembra dominata dagli scambi di denaro. L'articolo propone un'ecologia del Pigneto, capace di osservare come le trasformazioni operate nella struttura ambientale del quartiere abbiano inciso sulla coesione sociale dei suoi abitanti. Seguendo le riflessioni della scuola di Chicago, l'articolo intende verificare inoltre come le trasformazioni sull'ecosistema urbano possano essere spiegate dalle interrelazioni tra i soggetti sociali che lo abitano. − In che modo le mutazioni strutturali, come la progressiva de-industrializzazione e l'apertura di centri culturali, hanno inciso sul tessuto sociale e sulla sua coesione? − Quali sono le principali modalità di coesione tra i diversi gruppi sociali del quartiere? − In che modo le relazioni di coesione, come l'appartenenza di classe e di etnia, tendono a influire sui mutamenti ambientali? "
42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, 2021
La pandemia, dovuta al COVID-19 ha avuto effetti devastanti in tutti i settori, politici, sociali e culturali. Ciononostante, nell'ambito della ricerca scientifica, il rinnovato interesse per lo sviluppo di linguaggi analitici e interdisciplinari, la riduzione di distanze non solo fisiche ma anche intellettuali attraverso le connessioni telematiche, l'ottimizzazione delle tecnologie digitali e multimediali, hanno prodotto un nuovo impulso nei campi della ricerca e della sperimentazione. Scopo dello studio che qui presentiamo, relativo alla borgata giardino del Pigneto, nel quadrante Est di Roma, è quello di fornire una lettura trasversale del tessuto urbano, grazie a una ricerca interdisciplinare che si confronta con la necessità di interazione scientifica che attraversa la situazione contingente. La borgata giardino è stata analizzata allo stato attuale in rapporto alle ipotesi progettuali del 1920-1921 e alla sua consistenza edilizia degli anni Sessanta, quando la storia del Pigneto si annoda con quella del film Accattone di Pier Paolo Pasolini. In alcune scene del film, i villini della borgata giardino fanno da sfondo alle riprese del film, producendo immagini, ricche di possibili suggestioni e rimandi. Rimangono oggi diverse testimonianze della città giardino, espressioni di un linguaggio architettonico chiaramente definito e riconoscibile, a cui si sommano, però, addizioni e trasformazioni, molto spesso incoerenti.
2016
Tesi di Laurea Immigrazione e trasformazioni urbane. Un approfondimento etnografico sulle attività commerciali gestite da immigrati nella zona della stazione a Padova: un confronto.
História (São Paulo), 2017
RESUMO Il viaggio di emigrazione è un oggetto d'indagine storica sfuggente: è una storia di uomini, di navi, di interessi economici e politici. Per gli emigranti è soprattutto un momento di sospensione tra la vita che si sono lasciati alle spalle e quella nuova che troveranno nei paesi di destinazioni. Per gli intellettuali la traversata a fini di conoscenza (letteraria, scientifica, sociologica) è il luogo per eccellenza da cui osservare i flussi migratori e lasciarne una narrazione. La traversata dei migranti tra Ottocento e Novecento può diventare un osservatorio interessante per verificare l'intreccio, spesso drammatico, tra i progetti migratori dei ceti subalterni e le dinamiche di sfruttamento in atto nei loro confronto sia in Italia sia nelle Americhe. Le infermerie delle navi, soprattutto nei viaggi di ritorno dagli Stati Uniti, sono affollate di emigranti che subiscono provvedimenti di rimpatrio coatto perché malati di tubercolosi o perché considerati malati mentali...
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Paradigmi del locale come specchi del globale. Prospettive per il XXI secolo, 2023
Atti della Accademia Roveretana degli Agiati, CCLX A.A. 2010, serie VIII, vol. X, fasc. II, Classe di Scienze umane e Classe di Lettere ed Arti, Rovereto, 2010
Confini, mobilità e migrazioni : una cartografia dello spazio europeo, 2020
Geography Notebooks
La Salaria in età antica. Atti del Convegno di Studi (Ascoli P. ecc. 1997), 2000
La sfida delle migrazioni. rischi e opportunità, 2015
Studi Emigrazione, 2020
PAESAGGI URBANI DELLA PUGLIA IN ETÀ ROMANA Dalla società indigena alle comunità tardoantiche, 2019
Silvia Giorcelli Bersani, Marica Venturino (a cura di), I Liguri e Roma. Un popolo tra archeologia e storia, Roma, Quasar, 2021
Art fugitiu. Estudis sobre art medieval desplaçat, R. Alcoy (ed.), UB, Barcelona 2014, pp. 461-483
Feeria Editore, Comune di Figline - Incisa Valdarno, 2015