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Ascoltare gli Dèi/Divos Audire
a cura di Igor Baglioni Primo volume (Egitto, Vicino Oriente Antico, Area Storico-Comparativa) E s t r a t t o © Roma 2015, Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. via Ajaccio 41-43, 00198 Roma tel. 0685358444, fax 0685833591 Finito di stampare nel mese di Novembre 2015 presso Global Print -Gorgonzola (MI)
2017
Jean-Jacques Abrahams ha 32 anni quando, nel dicembre 1967, si presenta per l’ultima volta nello studio del suo analista. Era in analisi dall’età di 14 anni, per volontà del padre, e dopo diverse interruzioni decide intorno ai 28 anni di interrompere definitivamente la sua terapia, da sempre vissuta come violenta e obbligata. Tre anni dopo accade l’episodio che lo renderà celebre fra le marginalità della storia della psicoanalisi e che sarà discusso da Sartre, Pontalis, Pingaud, Fachinelli, Deleuze e Guattari, Castel, negli anni fra il ’69 e il ’77.
in Il Gran Principe Ferdinando de' Medici (1663-1713), ed. by Riccardo Spinelli, Catalogue of the exhibition (Florence, Uffizi, 26 June-3 November 2013), 2013
Secondo l'elogio funebre pubblicato dal Giornale de' Letterati d'Italia del 1714, Ferdinando imparò «a sonar varj instrumenti di arco da Piero Salvetti, che in ciò valeva di molto [mentre] da Gianmaria Pagliardi, sacerdote genovese, apprese a sonar di cembalo, il contrappunto e la musica» 1 : si tratta di un avviamento alla musica tutt'altro che eccezionale nel contesto della nobiltà italiana del periodo, impartito tuttavia da due personaggi che avranno un influsso duraturo sul rapporto tra il Gran Principe e quest'arte. Il primo ( ), infatti, matematico, costruttore di cannocchiali, esperto di numismatica, resterà il violoncellista favorito di Ferdinando sino alla morte, nel 1697, condividendo, o probabilmente ispirando, un gusto per l'innovazione e la sperimentazione nel campo degli strumenti musicali che segnerà la corte sino al primo decennio del Settecento; l'altro, invece, compositore di origine genovese che darà l'impronta a tutta l'attività musicale della corte almeno sino agli anni Novanta (cat. 10), dovette impersonare attraverso la musica il ponte tra Ferdinando e la madre, massima ispiratrice dell'educazione artistica del figlio, dalla quale il principe sarebbe stato separato, dodicenne, nel 1675, e di cui Pagliardi era stato a lungo "musicista particolare": l'interesse verso la novità, soprattutto ma non solo nel campo degli strumenti musicali, e un legame personale ed emotivo forte, che permea ogni livello della vita quotidiana, sono infatti i due tratti distintivi che caratterizzeranno il rapporto tra Ferdinando e la musica. Una relazione che si svilupperà gradualmente verso l'emancipazione del gusto musicale del principe da quello della corte fiorentina in cui si era formato e che lo spingerà anzi a considerare la provenienza "straniera" di musicisti, compositori e costruttori come un valore aggiunto in sé, conscio probabilmente del fatto che le grandi innovazioni della musica italiana del Settecento stavano avvenendo altrove: a Venezia, dove Ferdinando si recherà nel 1687-1688 e nel 1696-1697, riportandone entrambe le volte nuove idee cui darà vita appena tornato in patria; a Napoli, da cui importerà il nuovo impulso all'opera, ma anche alla musica sacra attraverso gli intensi contatti con Alessandro Scarlatti e Francesco Mancini; a Bologna, dove Ferdinando stringerà solidi rapporti di committenza con Giacomo Antonio Perti, maestro di cappella di San Petronio; e infine a Roma, città con cui manterrà continui contatti anche musicali ospitando tra l'altro per un periodo Bernardo Pasquini.
Storia della Lingua Italiana e Dialettologia, 2010
Uno dei primi, più caratteristici ed al tempo stesso curiosi documenti della letteratura in piemontese delle origini è il cosiddetto "detto del re e della regina", così chiamato dal suo primo editore, Ezio Levi 1 , che lo pubblicò, con breve commento nel 1928, pur rinviando ai posteri il problema di una sua corretta e completa esegesi : "Il detto del re e della regina è significativo e importante; e pone innanzi dei problemi nuovi, la cui risoluzione darà forse un nuovo aspetto alla storia letteraria di quel secolo oscuro". 2 Nel più noto profilo storico di tale letteratura, elaborato da Giuseppe Pancotto 3 ancora nel 1960 e successivamente ristampato, "Il detto" è segnalato come testo di notevole importanza e significato nonostante "i misteri che ancora l'avvolgono".
"VeneziaMusica e dintorni" (ISSN 1971-8241), 2019
KEYWs: Mozart, _Il Re pastore_ KV 208, Metastasio, Arcadia, despotismo illuminato
Il principe fra le Muse e le arti, in Il ritorno dei classici nell’Umanesimo. Studi in memoria di Gianvito Resta, cur. G. Albanese, C. Ciociola, M.Cortesi, C. Villa, Firenze, Sismel, 2015, pp.589-620, 2015
Una celebre epistola di Guarino a Leonello d'Este è spesso citata 1 come momento importante di una lunga stagione entro la quale si dispiega il rapporto del principe rinascimentale con le Muse. 2 L'epistola suggerisce un programma di vita e di governo, nel segno di una cupiditas sciendi che è necessario valorizzare: De ipsis igitur summatim intelligendum est musas notiones quasdam et intelligentias esse, quae humanis studiis et industria varias actiones et opera excogitaverunt, sic dictas quia omnia inquirant vel quia ab omnibus inquirantur: cum ingenita sit hominibus sciendi cupiditas.
I megafoni di re Ferdinando, 2023
Nuova edizione dell'opuscolo che tratta in modo documentato talune falsità diffuse sulla storia del Mezzogiorno preunitario.
Il Don Giovanni, contrariamente a quel che si pensa è un impotente orgasmico, nel senso che per le ragioni che vi dirò è incapace di godere profondamente del rapporto sessuo-affettivo, dunque un insoddisfatto perenne in cui la libido è rifluita sulle fasi precedenti di sviluppo, soprattutto sadico-anali in cui conta soprattutto il possesso ed il dominio dell’oggetto, così come fa l’avaro per il denaro ed il bambino per le feci. Un possesso sadico, più soddisfacente se intriso della sofferenza dell’oggetto (quanto più la cattura è frutto di sottile e raffinato inganno) L’impressione di ipersessualità può essere dovuta agli stessi fattori che producono l’iposessualità. Privati di una reale soddisfazione in ragione delle numerose inibizioni o repressioni inconsce, molti nevrotici si sforzano ripetutamente ma invano di scaricare attraverso l’attività genitale quella sessualità che sono incapaci di soddisfare. Essi così danno l’impressione di essere genitalmente molto vigorosi ma in realtà soffrono di una pseudoorgasmia che non scarica minimamente l’accumulo libidico.
Lectura Dantis romana. Cento canti per cento anni (1914-2014), II. Purgatorio, Roma, Salerno Ed., 2014, to. 2 pp. 583-620, 2014
Consiglio direttivo della Casa di Dante in Roma, con il concorso del Centro Pio Rajna e il contributo della Ambrogio Trasporti S.p.a. Revisione redazionale a cura di Antonio Del Castello Elaborazione dell'Indice dei nomi a cura di Sveva Allegri, Concetta Canale, Valentina Tortora Copertina: Progetto grafico a cura di Mariavittoria Mancini ISBN 978-88-8402-922-5
2017
Proprietà letteraria riservata © libreriauniversitaria.it edizioni Webster srl, Padova, Italy I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfi lm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in qualsivoglia forma senza l' autorizzazione scritta dell' Editore, a eccezione di brevi citazioni incorporate in recensioni o per altri usi non commerciali permessi dalla legge sul copyright. Per richieste di permessi contattare in forma scritta l' Editore al seguente indirizzo:
Gli infiniti di Cantor
Dal Paradiso di Cantor, passando per L’Albergo di Hilbert fino a scendere giù per la scala del diavolo, saltellando sulla cardinalità degli insiemi, con le funzioni iniettive, suriettive e biettive, andando a raccogliere omeomorfismi e numeri trascendenti.
È il 30 Aprile 1896…quando un gruppo di cittadini operai, Miselli, Ronconi, Turrenti e Trinchi, dopo aver assistito alla rappresentazione dell'Otello al Verdi, si incamminarono verso Porta Romana e San Martino per festeggiare l'arrivo della primavera. Figura 1 "lu palazzone" -Il Palazzone, Viale Brin 111 Fonte: www.cantamaggio.it È in Viale Benedetto Brin, 111, "LU PALAZZONE", dove ha inizio la tradizione del Cantamaggio Ternano. Una breve storia del Palazzone servirà a capire l'origine storica, politica e sociale del Cantamaggio. Costruito alla fine del 1800 per gli operai delle fabbriche ternane e per iniziativa di un imprenditore belga, inizialmente è di proprietà della "Società industriale Valnerina", poi nel 1911 viene venduto alla Società Carburo ed infine nel 1922 alla Terni (attuale THYSSENKRUPP). Il Palazzone è in Europa uno dei primi esempi di grande costruzione di alloggi per operai. L'edificio è un imponente blocco che si struttura "a caserma" con una corte interna sulla quale si affacciano terrazze che servono un centinaio di appartamenti. Al piano terra, sul fronte strada, si collocano numerosi negozi. Insomma, una costruzione imponente per un totale di oltre 37mila m 3 . Luogo di vita e di cultura operaia. Seriamente deteriorato, il palazzo è passato all'Istituto Autonomo di Case Popolari. La ristrutturazione degli alloggi ha comportato la messa in atto di finiture fondamentali come ascensori e attrezzature sanitarie moderne, come pure una migliore distribuzione delle abitazioni. Il progetto ha conservato le caratteristiche tipologiche ed architettoniche dell'edificio originario, in particolare la sua corte aperta e le grandi gallerie, e sono state valorizzate le strutture del piano terra. L'edificio fa parte della rete dei musei territoriali sulla storia industriale ed accoglie un centro di documentazione sugli insediamenti abitativi operai. 1 1 Cantamaggio Ternano, www.cantamaggio.it/archivio/repository/il_palazzone.html Figura 2 Interno Palazzone Figura 3 "lu palazzone" -Il Palazzone, Viale Brin 111 Fonte: www.cantamaggio.it . Il Cantamaggio riporta a Terni una tradizione centenaria -Furio Miselli divenuto simbolo della cultura ternana, i primi carri trainati da buoi, le guerre mondiali, il boom economico, l'innovazione tecnologica e così via -che però guarda al futuro, c'è sempre voglia di rinnovarsi, di cambiare e di istaurare nuovi rapporti anche con le diverse comunità presenti sul territorio. Lo studio dei costumi, delle tradizioni dell'utilizzo di determinati strumenti, offre la possibilità di occuparsi della tradizione ternana, che agli occhi di tutti, anche degli stessi cittadini ternani, sembra non esserci più, anzi sembra non esserci mai stata. Le prime comitive di maggiaioli rivivevano gli antichi riti propiziatori per una buona stagione, per un buon raccolto, per una messe abbondante. Questa famosa "passeggiata" cittadina, capeggiata in tempi lontani da Furio Miselli, accompagnata da balli e canti, portava nelle case ternane gioia e felicità al punto tale di offrire alle comitive maggiaiole, le questue primaverili: uova, pizza dolce, pizza di formaggio, prosciutto, salsicce e vino. Misellicome raccontano alcuni dei maggiaioli ternani 2si ricordò degli antichi e remoti riti arborei che servivano per propiziare il maggio e il ritorno di una buona stagione; scelse di accendere un lume ad olio, appeso su di un ramo pieno di fiori bianchi, l'"ARBURITTU", per illuminare il cammino. Con il sorgere delle fabbriche -le acciaierie, il carburo di calcio, lo iutificio…e dei nuovi quartieri operai, destinati ad un proletariato composto in larga parte da immigrati, si assiste 2 Racconti orali dei maggiaioli ternani Figura 3 Il Palazzone, Viale Brin 111 Fonte: www.cantamaggio.it Figura 7 Gruppo Maggiaiolo Giovani Arronesi, Illusionismi de Maggiu, 1°Classificato, 2005. Foto di Sarah Scio' di circa 2/3 mm lievemente tondo) aglio ed olio SECONDU: ARROSTU MISTU CO BRACIOLE, SARGICCE, CUSTARELLE E FECATELLI Secondo: Arrosto misto con bistecche, salsicce, coste di maiale e fegatelli CONTORNU: NZALATA DE CAMPU CO LI RAPUZZOLI E LA RUCOLETTA Contorno: insalata di campo con raponzoli e rucola
il catalogo ufficiale della mostra Avevo dei Princìpi che ho co-curato insieme al collettivo anonimartisti a Milano.
EuroNomade, 2019
Recensione de Il Regno e la Gloria, di Giorgio Agamben, Neri Pozza
As the Italian television has begun to tell people about post-war Italy
I più pericolosi nemici degli italiani sono gli italiani stessi, diceva D'Azeglio, riferendosi all'atavica faziosità che fin dai tempi di Dante caratterizza l'identità italiana. Le radici di questa mentalità affondano nelle ferite del tessuto sociale che il tempo non ha cicatrizzato perfettamente, e di cui restano segni evidenti anche nelle forme della lingua. Questo è il primo capitolo del volume "Storia linguistica dell'Italia disunita" e raccoglie le parole della disunione italiana, ovvero gli aggressivi luoghi comuni usati dagli italiani contro altri italiani. Titoli dei capitoli successivi: 2. Il padre della faziosità italiana; 3. Un popolo di poeti e di analfabeti; 4. I buchi neri della memoria; 5. La capitale alla matriciana; 6. Le Italie del vocabolario.
Io, la Regina. Maria Carolina d'Asbrugo-Lorena tra politica, fede, arte e cultura, a cura di G. Sodano e G. Brevetti, Palermo, Mediterranea, 2016, pp. 75-96., 2016
In formato digitale i Quaderni sono reperibili sul sito www.mediterranearicerchestoriche.it A stampa sono disponibili presso la NDF ISBN 978-88-99487-46-1 (a stampa) Nel dicembre 2014, il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali giornata seminariale dedicata a Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, in occasione del bicentenario della morte. Tale giornata non è nata che va tanto di moda negli ultimi anni. Maria Carolina fu, resta e miti della stagione dell'assolutismo illuminato, del riformismo settecentesco, che tanto contribuì allo sviluppo della civiltà europea, ma che rimase bloccato in gran parte dei suoi progetti di rinnovaa cui Maria Carolina assistette come non impassibile testimone. Pur tuttavia, ciò non rende il personaggio storico meno meritevole di approfondimenti, proprio perché coloro che vissero, con le loro -sità del divenire storico.
Consideration about embossed armours in the 'istoriato' style and possible connections with Raphael - an attempt of identification -
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