Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
1998, in: "Verifiche", XXVII, nn. 3-4, pp. 339-348.
…
10 pages
1 file
Alcuni significativi avvenimenti verificatisi a partire dal 1993 hanno segnato una svolta nel dibattito sull'eutanasia e sul suicidio assistito: in particolare la depenalizzazione della pratica dell'eutanasia attiva volontaria nei Paesi Bassi (la legge è stata approvata nel 1993 ed è entrata in vigore nel 1994) e la legalizzazione dell'eutanasia attiva volontaria nei Territori Settentrionali dell'Australia (1995), poi revocata nel marzo 1997 dal Parlamento Federale australiano. A questi eventi si sono aggiunti i pareri espressi da due Corti Federali di Appello statunitensi che nel 1996 hanno dichiarato incostituzionali i divieti che impongono ai medici di astenersi dal prescrivere farmaci in dosi letali a pazienti terminali, sapendo che l'uso di tali farmaci è finalizzato al suicidio e il conseguente giudizio della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha accettato i ricorsi contro le due sentenze delle Corti di Appello. Da ultimo, la legalizzazione dell'eutanasia attiva volontaria in Colombia. La significatività di tali eventi pone l'accento sul modo di affrontare i dilemmi etici privilegiando le soluzioni di ordine giuridico. Il tema dell'eutanasia e del suicidio è stato affrontato e discusso dal punto di vista etico-filosofico, giuridico, sociale, religioso senza che, fino ad oggi, sia stato raggiunto un accordo morale unanime sulla liceità o illiceità della "buona morte". La realtà concreta ha, per contro, mostrato una diffusa realizzazione illegale dell'eutanasia attiva e del suicidio medicalmente assistito: alcuni Stati hanno pertanto ritenuto opportuno stabilire delle norme giuridiche per permettere di fatto una pratica che non si ponesse fuori della legge.
Mentre scrivo questa breve relazione, Eluana Englaro, ormai da più di diciassette anni, giace inerte ed incosciente nel letto di una clinica. Ed intanto, nel grande circo mediatico della carta stampata, della televisione e della rete internet, politici, giornalisti, uomini di chiesa, filosofi, medici, giuristi, nonché genitori di "altre Eluana" o semplici e comuni cittadini dibattono senza tregua e con gran disinvoltura di vita e di morte, di giustizia e di ingiustizia, di libertà e di repressione, tutti accomunati dal medesimo fine: tutelare Eluana, i suoi diritti e la sua dignità. I dubbi sono quelli di sempre, sono quelli che hanno diviso le coscienze di fronte all'esplicita richiesta di morte di Ramon Sampedro e di Piergiorgio Welby, sono quelli che hanno lacerato gli animi dinnanzi alle immagini di Terry Schiavo e del suo vuoto sorriso.
2019
Partendo dai principi fondamentali dell'ordinamento sanciti dalla Costituzione e dalle fonti sovranazionali, il lavoro affronta il delicato tema del diritto all'autodeterminazione terapeutica dei pazienti affetti da patologie terminali e si interroga sugli spazi di liceità dell'eutanasia e del suicidio medicalmente assistito
2020
This paper presents and critically discusses some profiles that connected the issues of euthanasia and organ donation in recent international debate. The contexts in which new forms of donation, linked to euthanasia, are being discussed, are in particular those in which there is already legislation allowing the practice of euthanasia. However, since these are interesting topics, a critical analysis is proposed, also referring to a possible scenario, which could also concern, in the future, the Italian reality.
2017
Eutanasia: dalle aporie al metodo pragmatico dell'etica combinatoria 1. Introduzione 2. L'aporia filosofico-metodologica, la proposta di Reichlin e la soluzione pragmatica 3. La soluzione combinatoria all'aporia filosofico-metodologica 4. Gli stati vegetativi permanenti 5. Eutanasia attiva? 6. L'aporia deontologica e possibile soluzione 7. L'aporia legislativa e possibile soluzione -Reichlin, Kamisar e D'Agostino 8. L'aporia religiosa: alcune suggestioni, in chiusura Bibliografia in favore dell'eutanasia in molte sue forme. Oggi, fortunatamente, l'eutanasia si è allontanata dall'eugenetica -alla quale era strettamente associata nel secolo scorso 1 -e questo ci consente una sua valutazione più serena e meno condizionata da spettri del passato, i quali, se vanno considerati e condannati come la strada da non percorrere, non ci devono impedire di affrontare con diligenza tutte le possibili conseguenze di un'argomentazione ragionevole.
Biodiritto – rivista interdisciplinare di bioetica e diritto, 2012
Sommario: 1. Introduzione, 69– 2. La variabile “tecnologica”, 71 – 3. La variabile legislativa e il contributo del diritto comparato, 75– 4. Il modello italiano e la variabile giurisprudenziale, 81– 5. Uno sguardo alle posizioni del formante dottrinale sull’eutanasia passiva, 89– 6. L’autodeterminazione nella prospettiva della pluralità degli ordinamenti giuridici, 92 – 7. Qualche riflessione multidisciplinare: capacità, psichiatria e antropologia personalistica esistenziale, 96– 8. Note sull’eutanasia attiva e provvisorie conclusioni, 105.
Pareri del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi
Sul dibattito scientifico e religioso in tema di "fine vita": accanimento terapeutico, stato vegetativo ed eutanasia * SOMMARIO: 1. Il problema dell'eutanasia e il diritto alla salute -2. Profilo medicoscientifico: definizione di morte, stato vegetativo; 3. Posizioni dottrinarie della Chiesa Cattolica -4. Etica protestante -5. Considerazioni conclusive.
Abstract L’eutanasia è un fenomeno multiproblematico ed, infatti, per la definizione delle sue diverse sfaccettature si rendono utili le discipline medico-legali che hanno la peculiarità di costituire un tramite tra la biologia e qualsiasi altra regola di comportamento appartenente al contesto sociale e giuridico della società moderna. Quindi, la particolare duttilità di questa materia permette di esaminare la tematica in questione sotto diversi punti di vista tra i quali si è preferito scegliere quello medico e giuridico, in quanto è proprio in questi due ambiti che l’eutanasia accende le maggiori discussioni. Infatti, non essendo disciplinata in molti degli ordinamenti giuridici ed internazionali e trovando la sua unica regolamentazione in atti di comitati etici, nella soluzione di casi giurisprudenziali e nella deontologia medica, crea non poche difficoltà al comportamento dei medici e delle corti nella valutazione dei casi concreti. Andando alla ricerca delle soluzioni che sono state assunte per risolvere la questione “eutanasia”, sono stati esaminati casi giurisprudenziali, leggi interne e deontologia medica, sia in ambito comunitario che in quello internazionale. Per quanto riguarda la posizione degli organi comunitari, quali il Consiglio d’Europa e il Parlamento europeo, non sembra che ci sia una volontà di prendere una posizione definitiva sull’eutanasia in quanto la considerano un argomento medico/sanitario di competenza dei singoli Stati. Questo è quanto è stato espresso anche attraverso l’approvazione nel 1997 della Convenzione di Oviedo che ha permesso all’ Olanda e al Belgio di raggiungere nel 2002 una regolamentazione legislativa sull’eutanasia attiva: nel primo caso attraverso l’emanazione della legge sulle “Procedure di controllo sull’interruzione della vita su richiesta e sul suicidio assistito”; nel secondo attraverso il “Progetto di legge relativo all’eutanasia”. La Corte europea dei Diritti dell’ Uomo invece è stata più chiara: nella sentenza Diane Pretty v. Regno Unito ha negato la legittimità dell’eutanasia attiva ma ha affermato la liceità dell’eutanasia passiva volontaria. La scelta olandese e belga non è stata seguita da tutti gli altri stati europei ed anglo-americani che tendono a muoversi verso il riconoscimento dell’eutanasia passiva volontaria e non volontaria. Le procedure seguite sono differenti: in Svizzera la legittimità dell’eutanasia passiva è riconosciuta direttamente dal codice deontologico della Federazione dei Medici Svizzeri e i procedimenti d’attuazione vengono disciplinati dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche; nei Paesi di common law si è partiti da una giurisprudenza favorevole a queste pratiche (casi Bland, Miss B, e Cruzan) e si è arrivati all’emanazione di leggi che le rendono legittime (ad esempio il Mental Capacity Act del Regno Unito). Ormai, quindi, tutte le legislazioni di civil law e common law garantiscono a pazienti capaci ed incapaci d’intendere e di volere il diritto al rifiuto delle cure, anche se salva vita. Anche le organizzazioni mediche, che si oppongono totalmente all’eutanasia attiva, rimanendo fedeli al principio ippocratico del “non nocere”, affermano che il prolungamento dei trattamenti medici contro la volontà del paziente violi il suo diritto all’autodeterminazione e sia contrario ad ogni etica medica. Inoltre, prevedono la possibilità di esprimere il rifiuto alle cure attraverso la redazione di direttive anticipate o la nomina di un rappresentante legale che faccia le veci del paziente divenuto incapace a causa di una malattia degenerativa. In Italia, dopo anni di torpore, qualcosa si sta muovendo. Il diritto al rifiuto delle cure mediche è garantito sia dal codice di deontologia medica, sia dalla Costituzione Italiana, ma questo non avviene nel caso in ci cui si trovi di fronte a trattamenti salva vita. Questo diritto è stato riconosciuto dalle ultime pronunce dei tribunali del 2007 sui casi Welby ed Englaro: nel primo caso per soggetto capace, nel secondo per soggetto incapace nel rispetto di determinate condizioni. Intanto nel 2006, proprio sotto la spinta di questi due casi giurisprudenziali, c’è stata la riforma del codice deontologico medico, nel quale si specifica che nel caso di rifiuto espresso da un paziente competente e contenuto in documento scritto, questo dovrà essere rispettato dal medico, mentre in caso di paziente in fase terminale ed incosciente, la sua vita potrà essere artificialmente sostenuta fino a che venga meno definitivamente ogni possibilità di recupero e le decisioni da adottare a riguardo dovranno essere discusse con un genitore, tutore o amministratore di sostegno.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Firenze University Press, 2005
SIMG 2004, 5-6, ottobre-dicembre, 2004
BioLaw Journal, 2019
QUESTIONE GIUSTIZIA, 2013
Immoderati, 2021
in: "Bollettino S.F.I.", nuova serie n. 163, pp. 7-19, 1998
Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 2020
RIVISTA DI STORIA DEL DIRITTO ITALIANO, 2014