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QUESTA VITA PRIMA di san Francesco, che il francescano abruzzese Tommaso da Celano (c. 1190Celano (c. /c. 1260) scriveva tra il 1228 e l'inizio del 1229, è la prima biografia del Poverello. E, al tempo stesso, è il capostipite di diverse altre Vite o Leggende non riportate in questo volume, in quanto ne ripetono la matrice. Ciò vale soprattutto per la Vita di san Francesco di Giuliano da Spira (c. 1232Spira (c. /1239, per la Leggenda versificata di Enrico d' Avranches (c. 1232Avranches (c. /1234, per la Leggenda corale dello stesso Tommaso (c. 1230Tommaso (c. / /1232, mentre ci sfugge il testo della Leggenda «Quasi stella mattutina » scritta da Giovanni da Celano, fratello di Tommaso.
2024
Nel celebrare gli 800 anni dall’impressione delle stimmate di Cristo sul corpo di San Francesco d’Assisi, ci sembra opportuno approfondire questo evento così significativo, che ha plasmato non solo la vita di San Francesco, ma anche l’Ordine Francescano ed anche la Chiesa nel suo insieme attraverso i secoli fino ad oggi. A tal fine, riteniamo necessario approfondire inizialmente le ‘ferite’ vissute da Francesco d’Assisi, soprattutto nei suoi ultimi anni, per comprendere come Francesco sia arrivato ad abbracciare la sua Croce e diventare un ‘alter Christus’ . Non meno importante sarà cercare di comprendere come le stimmate abbiano avuto un influsso così significativo sull’Ordine, che ha dovuto affrontare nel corso degli anni innumerevoli sfide e minacce alla ‘sopravvivenza’ del Carisma Francescano, sia all’interno della Chiesa che agli occhi del mondo. Infine, e forse è questo l’obiettivo principale di questa riflessione, cercheremo di capire cosa ci dice ancora oggi questo evento accaduto 800 anni fa, cosa possiamo imparare da esso, e come continua ancor oggi a parlare al nostro cuore.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli». La prima delle beatitudini tuona sempre più forte ed evangelicamente scandalosa quanto più la ricchezza, il benessere ad ogni costo e la ricerca spasmodica del piacere diventano l'unico orizzonte umano. In realtà, quella felicità che sembra nascondersi tra le pieghe dell'effimero, prima o poi, d'un tratto si rivela per ciò che è veramente: un vano tentativo di costruire la propria vita sulle sabbie mobili di ciò che passa, dimenticando o ponendo ai margini quello che realmente conta: l'amore. L'aveva capito bene Francesco d'Assisi quando, pur di non rinunciare al sogno di una vita felice perché piena e ricca d'amore, seppe allontanarsi dal superfluo, spogliandosi simbolicamente davanti al padre che non capiva... Così canta la scena la poetessa A. Merini:
Antologia di fonti per il corso di Storia del cristianesimo presso l'Università di Chieti-Pescara
La Famiglia Feconda di Francesco d'Assisi nel "De Conformitate Vitæ" di Bartolomeo da Pisa. Liber I, Fructus VIII, 2015
2015, La Famiglia Feconda di Francesco d'Assisi nel "De Conformitate Vitæ" di Bartolomeo da Pisa. Liber I, Fructus VIII Bartolomeo da Pisa nacque a Rinonico, presso Pisa, verso il 1335 ed entrò nell'Ordine dei frati Minori a Pisa nel 1352. Prima del 1373 aveva conseguito il titolo accademico di baccelliere a Pisa, e divenne lector nei vari centri di studio dell'Ordine, particolarmente a Padova e a Firenze. Nel 1373 fu mandato dal capitolo generale di Tolosa a Cambridge, per conseguire il titolo di magister in teologia, ma a causa della Guerra dei Cento Anni non potè andare in Inghilterra. Dopo aver concluso i suoi studi a Bologna, Bartolomeo conseguì il titolo di magister da Papa Gregorio XI nel 1375. Il 2 agosto 1399 Bartolomeo presentò al capitolo generale dei Minori, radunato ad Assisi, il suo capolavoro voluminoso, intitolato "De Conformitate Vitæ Beati Francisci ad Vitam Domini Iesu". Il volume fu approvato dallo stesso capitolo. Il “De Conformitate" è una vasta compilazione, nella quale Bartolomeo elenca 40 doppie conformità tra la vita di Gesù e quella di San Francesco. L'idea base del "De Conformitate" fu espressa come un bisogno di sequela e imitazione di Cristo da parte di Francesco e dei suoi compagni. Durante il tempo della prima generazione monolitica, e particolarmente nelle fonti francescane che dipendono dalla "Legenda Maior" di San Bonaventura e la seguono in ordine cronologico, la nozione di conformità divenne una certezza che, tra tutti i santi, San Francesco era unico nel suo essere vicino a Cristo in modo tale che divenne, se non identico, certamente conforme a lui. Abbiamo scelto di tradurre l'ottavo frutto e conformità, intitolato "Iesum cœtus prosequitur - Franciscus fecundatur" per l'importanza che investe nella compilazione sui primi compagni di San Francesco e sulle prima generazioni di frati Minori sparsi nelle diverse provincie dell'Ordine. Parole chiavi: Conformità, Compagni di S. Francesco.
Il volume è frutto delle ricerche che da oltre dieci anni Maria Pia Alberzoni conduce sulle origini degli Ordini mendicanti nelle loro componenti maschili e femminili. In queste indagini sono sottoposte a un serrato esame e messe nuovamente a fuoco le complesse relazioni intercorse tra i ‘fondatori’ – Francesco e Chiara – e la Chiesa romana. Il momento dell’approvazione papale per le rispettive regole e forme di vita costituisce infatti un osservatorio privilegiato per considerare come l’emergere di nuovi carismi nella Chiesa abbia incontrato favore o resistenza, talora giungendo, come nel caso dei ‘fondatori’ qui ricordati, a esprimere significative novità istituzionali: l’Ordine dei frati Minori e quello di S. Damiano (dal 1263 denominato Ordine di s. Chiara). Così la peculiarità del carisma francescano è collocata entro un ampio contesto storico-culturale che consente di coglierne a fondo l’originalità. I principali interlocutori di queste novitates furono certamente i papi Innocenzo III e Onorio III, ma nell’agiografia francescana emerge prepotentemente la figura del cardinale Ugo d’Ostia, dal 1227 al 1241 papa Gregorio IX. Costui non solo lasciò un duraturo segno nell’organizzazione della vita regolare e indicò significativi sviluppi della spiritualità, ma fu anche colui che favorì la conservazione della memoria di Francesco sia promuovendone a meno di due anni dalla morte la rapida canonizzazione sia prendendo iniziative volte a regolamentare e a meglio definire la struttura dell’Ordine dei frati Minori.
barbara zilocchi, 2023
RI-USO versus PERDITA DEL BENE Da ex carcere a residenza universitaria (pp.43 - 75)
VITA DI SAN PRISCO. PRIMO VESCOVO DELLA CITTA' DI NOCERA (ALLA LUCE DI DOCUMENTI INEDITI DEL XVI SECOLO) , 2012
ono lieto di aderire all'invito rivoltomi dallo studioso ricercatore stabiese, nonché nostro socio onorario-Panacèa Onlus-avvocato Gennaro Zurolo, cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta, cittadino onorario del Comune di Angri, di presentare questa sua pubblicazione a carattere religioso. Una lodevole iniziativa di cui si avvertiva da tempo la necessità e che merita, a mio modesto avviso, particolare attenzione. Un titolo agiografico per un tema così importante: " Vita di San Prisco, Primo Vescovo della città di Nocera-alla luce di documenti inediti del XVI secolo". Scorrendo queste pagine si possono rivivere alcuni momenti della vita del Santo attraverso testimonianze documentarie parzialmente inedite, estratte da un antico Lezionario della Chiesa di San Matteo di Salerno, e successivamente pubblicate in un manoscritto a stampa del Cinquecento, quasi ignorato e di non facile lettura, che allo stato costituisce una delle più preziose fonti agiografiche di San Prisco, anche perché non si hanno, ad oggi, elementi sufficienti, canonicamente riconosciuti, per una precisa ricostruzione della vita del Santo. Tuttavia la grandezza di questo Santo si evince, fra l'altro, dalla continua e plurisecolare devozione che i fedeli hanno verso di lui fin dall'epoca (secc. III-IV) in cui è vissuto. Un'opera divulgativa, dunque, che non ha la presunzione di svelare il mistero San Prisco in ogni suo aspetto, sarebbe umanamente impossibile. Però, devo dire, che l'autore ha provato a rielaborare in sunto tutti i dati storici, attorno alla vita del Santo, per mezzo di questa sua fatica letteraria di trascrizione e traduzione del testo integrale scritto in latino volgare, e confermare che questo Santo è stato un personaggio vero, che ha vissuto la realtà del suo tempo, e che ci ha lasciato una traccia di sé ben più tangibile di quanto potevamo immaginare. Devo, inoltre, confessare che nella realizzazione di quest'opera l'autore si è ispirato ad una recente pubblicazione della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno dal titolo Priscana, Raccolta delle conferenze per le giornate priscane 2000-2011, a cura di Mons. Carmine Citarella e Mons. Mario Vassalluzzo. Egli, infatti, sfogliando alcune immagini delle cinquecentine, afferenti la "Vita di S. Prisco", contenute nella predetta pubblicazione, ha rilevato la mancanza della trascrizione e traduzione del presente testo originale, in quanto lo stesso viene pubblicato solo in fotogramma. Questo lavoro, quindi, non vuole, né può, competere con l'infrascitta e pregevole opera "Priscana", è evidente, ma vuole soltanto colmare un vuoto, anche se modesto, nell'agiografia di S. Prisco. Formulo pertanto i migliori auguri che questo lavoro possa contribuire a rafforzare sempre più i sani principi cristiani. Angri, Il presidente Panacèa Onlus (prof. Giovanni Rossi)
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore. 1 Francesco d'Assisi
Siete italiani? Vivete all'estero?... Non siete italiani? Una volta l'eravate?...Vi piace un modo un po' meticcio, lontano dal cliché da cartolina postale, d'intendere la nostra cultura? Un sito che fa per Voi Altritaliani! Un giornale polifonico a cui partecipare. De Paris, d'Italie et d'ailleurs, un autre regard sur l'Italie: culture, politique, société...
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Atti dell’istituto Veneto di scienze, lettere ed Arti Tomo CLXXVI (2017-2018) - Parte generale e atti ufficiali
Preistoria del cristianesimo - la radice sciamanica delle religioni , 2021
pp.56ss., 2019
QUATTRO FRANCESCANI ALLA CONQUISTA DEL CELESTE IMPERO, 2022
Studi sull’Oriente Cristiano 21,2, 2017
Rassegna Storica dei Comuni, XXXII, n. 142-143, , 2007
Paragone. Arte, Anno LXIX - Terza serie - Numero 142 (825) Novembre 2018, pp. 3-18.