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Le due Regole della prospettiva pratica, fu pubblicato postumo nel 1583 da Ignazio Danti.
Architettura - I pregiudicati, 2016
L’architettura ha sempre vissuto della doppia anima della rappresentazione slegata dalla realizzazione. Un’opera di architettura può vivere svincolata dalla materia con cui è concepita? Può bastare la sua rappresentazione a renderla immortale all'infuori dalla sua fattibilità? Piranesi, Boullè e Sant’Elia ci raccontano di opere incredibili totalmente slegate da un contesto di fattibilità sia reale che teorica. La rappresentazione dovrebbe portare un’idea a essere realizzabile nelle sue linee guida. Tuttavia se questo è facilmente comprensibile nel campo delle altre arti, più labile diventa nel caso dell’architettura. In uno schema ipotetico che pone la rappresentazione come media del piano estetico e, agli estremi di questo, il visibile e l’invisibile - concepito e concepibile, le altre arti si districano chiaramente in tale campo, mentre l’architettura si sviluppa in maniera più complessa divenendo “creazione” già nel suo stadio progettuale. L’architettura vive quindi di diversi livelli di visibilità e il progetto può essere non meno vero della sua versione realizzata. Se però l’architettura ottiene già nel suo stadio progettuale la dignità di rappresentazione definitiva, cosa la distingue realmente dalle altre arti? Un modello tridimensionale o un plastico sono meno sculture di un nudo di Prassitele? Uno schizzo di Zaha Hadid è meno dipinto di un Picasso? Un allestimento scenografico, pur nella sua effimerità, è meno opera d’arte di una performance d’avanguardia? I sistemi di rappresentazione nascono in un ambito dialettico tra il significato dell’opera con il suo contenitore e il significante con il suo contenuto. La rappresentazione oggi è veramente così importante per il significante di un’opera tanto da sostituirsi al suo significato? Siamo arrivati al punto di considerare la rappresentazione come un punto di arrivo piuttosto che un mezzo? E’ ormai così vicina la rappresentazione dell’architettura all’essere assimilabile a una delle altre arti maggiori?
2020
In the Italian language, the term "tempo" (literally time) is a word of daily use to which we attribute many meanings. It can signify a chronological dimension between past, present and future, an epoch or a period, a phase of an action, as well as the weather and its change. In philosophical and scientific thought, it was the becoming, the before and after of each moment, the unchanging and uniform time of Galilean and Newton's physics, the variability of existential states or the memory of a primeval condition. As the physicist and essayist Carlo Rovelli states, time «is perhaps the greatest mystery» (Rovelli, 2017). The journalist Federico Rampini recalls an ancient Afghan proverb «you have the clocks, we have the time», reflects on its value dimension, different from the attitude of western culture to measure this dimension, to attribute meanings according to its precise accounting (Rampini, 2013). The contemporary age thus stimulates reflections on the comparison ...
Digital instruments and technologies enrich architectonical representation and communication opportunities. Computer graphics is organized according the two phases of visualization and construction, that is modeling and rendering, structuring dichotomy of software technologies. Visualization modalities give different kinds of representations of the same 3D model and instruments produce a separation between drawing and image’s creation. Reverse modeling can be related to a synthesis process, ‘direct modeling’ follows an analytic procedure. The difference between interactive and not interactive applications is connected to the possibilities offered by informatics instruments, and relates to modeling and rendering. At the same time the word ‘model’ describes different phenomenon (i.e. files): mathematical model of the building and of the scene; raster representation and post-processing model. All these correlated different models constitute the architectonical interpretative model, that is a simulation of reality made by the model for improving the knowledge.
2014
The basic premise of this work is to consider architecture as the result of the interrelationship between its constituent parts: aesthetic, tectonics, social, environmental , cultural, and organizational. When the project is focused only on one or a few of these levels, this is when hollow formalisms are generated. The main aim here is to demonstrate that patterns are able to facilitate the interaction and integration ofthese constituents. The rise of computation in architecture has had the effect of diluting the natural thought process of the architect. This paper therefore, helps to fill that theoretical void in parametric design. Hence, new tools are needed to analyse and understand architectural phenomena. For this to happen, the relationship between mathematical models and architecture needs to be cemented, and from here on after, pattern needs to be seen as an invaluable component of architecture. A methodology based on my belief that Complexity Theory could be the basis for interpreting architecture and pattern as structure, in order to transform the abstract into reality.
how architectural history and criticism interacted with projects. A gallery of architect historians and historians who had an influence on architects.
BIM e rappresenzazione 5D: sperimentazione nella progettazione di unità abitative prefabbricate destinate a Social Housing Indice Ragioni della Tesi 9 Considerazioni conclusive 235 Bibliografia 237 Ringraziamenti 245 Elaborati grafici Appendice A: analisi energetiche di Green Building Studio Appendice B: schede tecniche Appendice C: verifica delle stratigrafie con PAN 3.1. Appendice D: Attestato di Prestazione Energetica BIM e rappresenzazione 5D: sperimentazione nella progettazione di unità abitative prefabbricate destinate a Social Housing 1.1 Building Information Modeling 1.1.1. Definizione Il termine BIM, acronimo di Building Information Modeling, è stato coniato nel 2002 per descrivere l'insieme di progettazione virtuale, edificazione e Facility Management. E' identificativo di un innovativo metodo di progettazione che ha avuto ampia diffusione a partire dal 2000 benchè, in qualità di Building Product Models, fosse già noto dagli anni Settanta grazie al lavoro di Charles M. Eastman che lo definiva come "una rappresentazione digitale del processo costruttivo che facilita lo scambio e l'interoperabilità delle operazioni in formato digitale." [1] Negli anni succesivi, la definizione di Building Information Modeling è stata perfezionata e completata: "A Building Information Model is a rich information model, consisting of potentially multiple data sources, elements of which can be shared across all stakeholders and be maintained across the life of a building from inception to recycling (cradle to cradle). The information model can include contract and specification properties, personnel, programming, quantities, cost, spaces and geometry." [2] "Il BIM è un modo radicalmente diverso di creare, usare e condividere i dati di un edificio durante il suo ciclo di vita [...] La sua potenzialità complessiva può essere rappresentata da tre configurazioni: BIM come prodotto o rappresentazione digitale intelligente, BIM come processo di collaborazione e gestione dei dati in modo aperto e condiviso, BIM come processo di gestione del ciclo di vita di un edificio, dalla sua progettazione fino alla sua dismissione." [3]
L'armonia, come la bellezza, sono termini pressoché scomparsi dal dizionario dell'architetto, sostituiti dalla meraviglia, troppo spesso prodotta da eccitanti figure o landmarks. Recuperare una concezione basata sul rispecchiamento in terra, nel microcosmo, degli ordini numerici pitagorici rinvenuti nelle stelle, oggi non è certo utile, né necessario. Nondimeno, armonia e bellezza non possono essere espunte dall'orizzonte del progetto architettonico, pena l'irrilevanza dell'architetto, condizione che sempre più si diffonde nel nostro tempo. La responsabilità della attuale condizione, al netto delle pressioni prodotte in questa direzione dal sistema economico, rimane sulle spalle degli architetti. E' loro il compito di riformulare una proposta che rimetta il disegno dello spazio costruito come elemento vivo e necessario per la vita. Questo passaggio richiede il riposizionamento al centro del vuoto architettonico, dello spazio immaginato e costruito un soggetto troppo spesso assente, negletto, nel fare e pensare l'architettura: l'uomo. Fare questo oggi, in modo del tutto nuovo, è possibile. Gli sviluppi delle neuroscienze, dagli anni 90 in poi, ci permettono di ricostruire un nuovo rapporto tra il sistema corpo/cervello e l'ambiente esperito. E', in altri termini, possibile realizzare uno spazio adatto all'uso, profondamente capace di assistere l'uomo e le sue azioni nel quotidiano. Il progetto deve rendere armoniche le attese dell'uomo, mentre vive una determinata esperienza, con i segnali emessi dallo stesso sistema architettonico. La bellezza è la concordia, meglio la ricostruita armonia tra l'esperienza umana e la forma dello spazio che l'accoglie. Secondo questa ipotesi, i segnali trasmessi dall'ambiente architettonico dovrebbero indurre la simulazione incarnata di un determinato movimento del corpo. Quando ciò accade, la memoria stratificata delle precedenti esperienze, dello stesso movimento del corpo, è in grado di far riemergere e rivivere un'emozione, la cui consapevolezza si consolida in un sentimento. L'essenza di ogni esperienza (ascoltare, partire, incontrare, etc) si può, così, tradurre in un sentimento. La percezione interiore della concordia tra le attese più recondite e i segnali che arrivano dall'ambiente, nel quale siamo accolti, produce un senso di benessere profondo, forse semplicemente una nuova forma della bellezza.
OFFICINA , 2021
A growing number of disciplinary fields are questioning their relationship with the most recent digital technologies: this allows us to understand that digital tools contaminate and modify the territories in which they are applied. Paranoia and aversion are possible reactions to this discovery. Architecture appears increasingly dependent on its Information Technology tools, but the latter’s recent innovations could profoundly change architecture itself. This essay responds to the need for a reflection on the relationship between architecture and the most disruptive digital technologies. Un numero crescente di settori disciplinari si interroga sul proprio rapporto con le più moderne tecnologie digitali: ciò permette di comprendere che il digitale contamina e modifica i territori in cui viene applicato. Paranoia e avversione verso il digitale sono delle possibili reazioni a questa scoperta. Anche l’architettura appare sempre più lega-ta ai suoi strumenti informatici, ma le recenti innovazioni di quest’ultimi potrebbero mu-tarne profondamente i valori. Questo saggio risponde all’esigenza di una riflessione sul rapporto tra l’architettura e le più pervasive tecnologie digitali.
2016
L’idea della mostra è di mettere in atto un dispositivo spaziale adatto a indurre i visitatori a guardare l’architettura con uno sguardo diverso, confidando sull’effetto persuasivo del supporto di una funzione museografico-espositiva non dedicata all’architettura come Pirelli HangarBicocca. In questo spazio vengono esposti campioni di architettura “al vero”, cercando di agevolare la scoperta della loro artisticità peculiare invitando i visitatori al superamento della solita modalità, meramente pratica, della fruizione dell’architettura. I campioni al vero realizzati per la Triennale, esercizi di linguaggio poetico architettonico, si riferiscono a buone pratiche di progettazione all’interno di un determinato campo di competenza. La mostra prende corpo attraverso la formulazione di alcune domande attorno a situazioni e problemi decisivi per l’architettura dei nostri giorni e gli architetti invitati sono chiamati a rispondere con proposte, nelle quali la grammatica e la sintassi certificano la verità di una visione, in modo da trattare le soluzioni come gli esempi che vediamo nei dizionari. Il risultato è la scoperta di un corrispettivo architettonico di queste domande che produce, se non proprio un “pattern language” come è stato teorizzato da Christopher Alexander, per lo meno alcune dimostrazioni a proposito della verità di alcune parole chiave come: Porch, Entrance, Rehabilitation, Roof, Shelter, Pavilion, ecc., figure da usare come dei grimaldelli per esprimere dei pensieri architettonici riguardo i nuovi paradigmi come, ad esempio, il nuovo paradigma ecologico, o come il pensiero guida che indirizza lo sconfinamento dell’architettura nella disciplina paesaggistica, ecc. Progetti: Amateur Architecture Studio, Atelier Bow-Wow, João Luís Carrilho da Graça, El Equipo de Mazzanti, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Lacaton & Vassal, Josep Llinás Carmona, Michel Desvigne, Catherine Mosbach, nArchitects, Rural Urban Framework, Rural Studio, Studio Albori, Studio Mumbai
Proceedings of The IEEE, 2003
Un'analisi architettonica delle antiche civiltà che costruirono le forme piramidali, porta a trovarsi dinanzi ad elementi e prove che sembrano testimoniare stretti rapporti di parentela culturale fra i popoli divisi, non solo da confini terrestri ma anche da confini marini, persino oltre gli oceani.
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Techne. Journal of Technology for Architecture and Environment, 2018
In "Episteme NS", XX, 1, pp. 3-28, 2000
Le Vie dei Mercanti, CIELO dal Mediterraneo all' …, 2009
DISEGNARECON. Archaeological Drawing, 2017
eDA Esempi di Architettura - Info-Architecture. L'architettura performativa dell'età dell'informazione.
L´Erma di Bretschneider., 2020
TECHNE - Journal of Technology for Architecture and Environment, 2021