Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2008, Potere delle immagini? - Sensibilia 1, ed. by M. Di Monte and T. Griffero
…
31 pages
1 file
The paper discusses the 1904 St. Louis World's Fair through two photo albums. The fair celebrated the triumphant image of industrialised society, made spectacular the West's technical and scientific progress and legitimised colonial policies. In these images, Western society presents itself as an anticipation of the future network society, a model of a universal city capable of connecting global and local, of providing sociality and information, of modifying the concepts of belonging and identity.
"Latomus", 2008
1. Quale fosse, nella cultura romana di età repubblicana, l'effetto prodotto dalla visione delle imagines maiorum, sia quando erano custodite negli atri delle grandi domus aristocratiche, sia, a maggior ragione, quando erano portate in processione in occasione dei funerali delle gentes nobiliari non abbiamo bisogno di ipotizzarlo, perché ce ne informano con grande chiarezza almeno due fonti ben note.
Nerone, 2011
Paper on the image and the propaganda of the Emperor Nero. The paper examines Nero's portrait, his assimilation to Apollo and Sol/Helios and the choice of the cuirassed statue in his propaganda.
This article is focused on the theory of the photographic archive.
Oggetto di questa tesi è la politica dell'immagine, cioè la produzione consapevole di rappresentazioni orientate a fini politici da parte dei detentori del potere. A nostro avviso, infatti, la politica può essere correttamente definita come una attività di comunicazione finalizzata all'esercizio o alla conquista di potere oppure, in modo più sbrigativo e conciso, come dice Lasswell, "la politica è lo studio di chi prende che cosa, quando e come" (Lasswell 1935, p.13). Per questo prenderemo in considerazione tutti gli aspetti appresentativi, mitici, simbolici, rituali, che riassumeremo con la parola immagine, che, pur essendo stati espulsi da tutte le discipline che hanno voluto assurgere al ruolo di scienze, sono invece rimasti come tratto fondamentale e come risorsa essenziale dell'attività politica e dell'esercizio del potere. Anzi, essi sono stati addirittura potenziati dall'applicazione delle scoperte tecnologiche e dall'utilizzo dei mezzi di comunicazione che via via si sono presentati nel corso della storia. In pratica, il progresso scientifico e tecnologico, avvenuto nell'ultimo secolo, anziché diminuire l'importanza di questo tipo di conoscenza l'ha aumentata a dismisura, facendo passare in secondo piano tutti gli altri aspetti e provocando, a volte, le più gravi tragedie. Inoltre, dimostreremo come la politica dell'immagine sia un fatto attinente alla struttura stessa dell'esercizio di potere e non un fatto accessorio o occasionale: il potere comunica ed è potere in quanto comunica una certa immagine di sé. In tutte le epoche e in tutti i sistemi politici il potere, e i leader che lo hanno incarnato, hanno sempre tenuto in grandissima considerazione la propria immagine e l'hanno coltivata consapevolmente con procedure e metodi opportuni, nella convinzione che una immagine adeguata avrebbe apportato un contributo positivo e determinante al raggiungimento di precisi obiettivi politici prefissati. Pur essendo convinti che non tutta l'attività politica possa essere ridotta a politica dell'immagine riteniamo che l'immagine, di cui studieremo storia e struttura, abbia svolto in passato e continuerà a svolgere in futuro una funzione assolutamente imprescindibile. Proprio per questo riteniamo importante assumere un punto di vista, un angolo prospettico particolare, senza la pretesa di dire tutto e sotto tutti i profili possibili: il punto di vista da cui guarderemo l'intera questione sarà quello del potere. Non un potere astratto, diffuso e per questo quasi indefinibile, ma un potere attivo, consapevole, organizzato o addirittura cinico, spregiudicato ai limiti, e a volte oltre, della liceità morale, storicamente identificabile nei sovrani, nei dittatori, nei partiti, nei leader politici di tutti i tempi. Un potere, quindi, che prende l'iniziativa quando si tratta di difendere i propri interessi e che opera seguendo una propria logica indipendente nella quale non vi è posto, se non accidentalmente e occasionalmente, per gli interessi (o i diritti) di chi potere non ha. Il potere dunque è un valore autonomo e un fine autonomo, è sia un mezzo per procurarsi altri beni sia un fine da ricercare di per sé: potremmo dire, weberianamente, che il potere è razionale sia rispetto al valore sia rispetto al fine. E' certo comunque che qualunque argomentazione sul potere non può prescindere da una riflessione sulla libertà che forse, paradossalmente, è la vera recondita questione sulla quale ci stiamo interrogando. Un discorso sul potere dell'immagine non può non essere anche un discorso sulla libertà dal potere delle immagini: ma anche qui, come nel caso del potere, una libertà consapevole, autentica e identificabile nella ragione di ogni singolo individuo.
2020
The essay attempts to analyze the relationship between power and image. The writing starts with the studies of Alberto Giacometti between 1956 and 1961 for the portrait of the Japanese philosopher Isaku Yanaihara. Giacometti says that in this experience one of his tasks is grasping the triangular and pyramidal shape of the portrayed nose. This image, reminiscent of Egyptian pyramids as graves and representations of the pharaoh's power, becomes vitalist shape, hanging between life and death. Power, required to be efficient, deals with what is subject to its force; its exertion doesn't move, it can protect but doesn't save; it hardly gives way to nothing. Power aims at simplification, while art amplifies existence complexity and variety. Art can allows itself a wait and consents to unproductiveness, it strives to bring life into death. Works of art give a picture of power that is not afraid of generating and destroying itself to be able to start again. Works of art have to disown every seeming final goal to avoid their imprisonment into the shapes produced by the desire itself.
“Viviamo nella società delle immagini” è ormai una frase senza senso. Se tutto è immagine, come distinguere tra visione e visione, a ognuna attribuendo una certa fattura, significazione, presa sul reale? Da tempo la semiotica si è data il compito di capire la sintassi delle immagini, il modo in cui forme, colori, posizioni, e testure disegnano ciò che vediamo. Si è poi anche data l’obbiettivo, più arduo, di sviluppare un discorso razionale, intersoggettivamente controllabile, scientifico, sul senso delle immagini, su ciò che accade al soggetto e alla cultura quando un’icona si forma, circola, colpisce l’occhio e la mente. Questo numero di Lexia accoglie una sfida ulteriore: non basta conoscere la fabbrica formale delle immagini, né fissarne il senso nel triangolo fra mente, società, e cultura. È necessario anche spingere lo studio semiotico oltre, verso una pragmatica del visivo, per comprendere il modo in cui le immagini esercitano un’agentività nel mondo. Immagini efficaci, immagini inefficaci. Immagini che fanno fare, pensare, sentire, ovvero che falliscono nelle loro ingiunzioni. Della misteriosa capacità dell’icona di aprire un nuovo sentiero nella realtà si occupano i numerosi saggi riuniti in questo volume.
Itinera, 2022
The article aims to investigate the relationship between the festive act and the artistic event. What Furio Jesi defines as "peaceful celebration" is likened to the ancient Greek festivities in which the poet shows the unrepeatable repetition of the artistic event, and thus frames it within the community-based realm of friendship. While singing the feast, artists preserve memory and realise an "expropriative" event. This creates an atmosphere in which one dwells in the "unappropriable", i.e., what one can neither buy nor possess. Although art can enter the market economy and bend to the laws of exhibition, within itself it remains a pulsating festive image that is never entirely reducible to mere commodity. The event of art, in this sense, brings about the unveiling of an excess and turns it into potential. As their role is to trigger and share the celebration, poets are holders of madness understood as the matrix of a festive wisdom, which allows a perception of life as in-depth, dancing rhythm, and which makes itself available to the human community as an opportunity for transformation.
Il divo Augusto agli inizi del suo principato usò sigillare con la sfinge: aveva trovato due sigilli di questo tipo e molto somiglianti fra loro fra gli anelli di sua madre [...] i destinatari scherzavano dicendo che quella sfinge portava enigmi. [...] Augusto in seguito per evitare le ironie sulla sfinge sigillò con l'effige di Alessandro Magno (Plin. nat. 37,4)» ( .
L'immagine analogica e quella digitale, come due differenti sintassi dell'immagine. Evoluzione o Rivoluzione?
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Studiare le immagini (Introduzione), 2023
Le insidie delle immagini, 2022
"Il libro illustrato a Bologna nel Settecento, Biblioteca Universitaria, 22 settembre-1 dicembre 2007", a cura di Biancastella Antonino, Giuseppe Olmi e Maria Gioia Tavoni, Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento di Italianistica, 2007, pp. 18-27.
Rivista Italiana di Filosofia Politica
DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality
Ragione estetica ed ermeneutica del senso, a cura di A. L. Siani, 2022
Echo - Rivista Interdisciplinare di comunicazione: Lo statuto dell’immagine nel XXI secolo: schermi, rappresentazioni, sparizioni, 2021
Culture Teatrali, 2015
McGraw-Hill, 2022
Pólemos. Materiali di filosofia e critica sociale, 2014