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2010, SocietàMutamentoPolitica
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It is not easy to understand the effects on the urban dynamics of the financial crisis began in 2008. The hypothesis that is presented in this paper is that the crisis is acting as an accelerator of some trends of precarization and growing inequality existing in the cities, due to the globalization. In this sense, the examples of the transformations of French banlieues and the dizzy increase of informal settlements in the megacities of the poor areas of the world are considered paradigmatic. The question that remains open concerns the future of the city as a place for social and democratic relations.
PER LA FILOSOFIA Filosofia e insegnamento, 2016
Dove inizia e dove termina una città? Questa domanda non fa solo riferimento alle indicazioni che qualsiasi mappa, o dispositivo digitale di geoposiziona-mento, possono offrirci. Come potremo osservare, l’inizio e la fine di una città non possono risolversi in quelle linee che determinano i suoi “confini”. Attualmente conosciamo città che si estendono, vanno oltre, se stesse: sono tanto incontenibili e incontrollabili non solo dal punto di vista dell’incremento della materia che costituisce il loro tessuto urbano – nel divenire di più nella loro stessa massa – ma anche dal punto di vista della loro velocità, ossia vivono accelerazioni specifiche secondo dinamiche di ritmi propri. Il movimento dei loro abitanti, così come delle trasmissioni e dei trasporti, le ha rese uno spazio di velocità relative, spostamenti che si realizzano nella loro estensione territoriale.1 Si tratta di un’incessante interruzione costituita da attrazioni e repulsioni, movimenti centripeti e centrifughi che trasportano i soggetti cittadini fuori e dentro l’ambito di riconoscimenti in processo di riordinazione del luogo proprio (lavorativo, sociale, culturale, politico o economico).
provincia.bologna.it
Il nesso tra dinamiche sociali e assetti fisici (ed estetici) delle città, che può apparire fatto scontato e banale, è in realtà divenuto oggetto negli ultimi tempi di una delegittimazione e di un discredito crescenti, che tendono ad una nuova 'specializzazione' dei problemi: tipicamente, gli esiti spesso devianti dell'esclusione sociale afferiscono le politiche di sicurezza (nel migliore dei casi di prevenzione), mentre la 'forma' della città ritorna appannaggio di un cast internazionale di 'griffes' progettuali. Il testo che segue ha il merito di mantenere assieme problemi che restano comunque, nei fatti, indissolubilmente legati, dando luogo a quella che l'autrice chiama 'spazializzazione degli effetti cumulativi della povertà'. In questo ambito concettuale si sviluppa il ragionamento sul 'vuoto' urbano o 'non luogo' (secondo una delle possibili accezioni), che viene proposto, con riferimento particolare al caso inglese, come vero e proprio giacimento di potenzialità per una pianificazione consapevole della centralità -fisica, funzionale, simbolica -degli spazi pubblici.
Delera, A., Ginelli, E. (eds.) Storie di quartieri pubblici. Progetti e sperimentazioni per valorizzare l’abitare. Milan-Udine (I), Mimesis Edizioni, 2022
L’abitare costituisce oggi uno dei temi di maggiore fragilità territoriale nel nostro paese. In particolare, l’abitare pubblico, che nasce da politiche pubbliche e non dal mercato, soffre da tempo delle difficoltà di reperimento e distribuzione delle risorse per realizzare interventi di nuova edificazione, ma anche per recuperare e riqualificare l’esistente. Trattare i progetti nel campo della residenza pubblica investe tanto la dimensione economica degli interventi quanto quella spaziale e sociale, mettendo in gioco scale diverse - locale, urbana e territoriale. La natura di questi progetti, multiattoriali (di partenariato pubblico e privato) e multifattoriali (di integrazione tra finanziamenti per infrastrutture, riqualificazione ambientale e misure sociali), richiede una condivisione di strategie e azioni da parte di una pluralità di soggetti, che travalica l’azione dei singoli enti locali e, in prospettiva, offre spunti di riflessione importanti sul ruolo potenzialmente rilevante di Città Metropolitana. L’osservazione di politiche e azioni sperimentali praticate al fine di riqualificare il patrimonio residenziale pubblico negli ambiti più fragili del sistema urbano milanese mette in luce la recente attivazione di un approccio inedito al recupero urbano dei quartieri ERP da parte dell’ente metropolitano. L’obiettivo è delineare un “welfare metropolitano” in cui si intrecciano progetti di ridisegno degli spazi pubblici e collettivi, di inclusione sociale e di integrazione di servizi all’abitare per quei quartieri che costituiscono uno degli assi portanti dell’assetto multipolare. La tesi di questo contributo riguarda la possibilità, al momento ancora embrionale, di intercettare e far convergere le ‘buone pratiche’ e le relazioni fra diversi soggetti entro una regia unitaria di Città Metropolitana e così prefigurare scenari che alludono ad un riscatto possibile dalla marginalità, attraverso la messa in rete intenzionale di esperienze, risultati e processi.
2016
Tra le molteplici manifestazioni dell’Altro la figura del reietto è senza dubbio una delle più sfuggenti all’interno dell’immaginario della modernità occidentale. Sin dagli albori dell’«era del confinamento» il diverso da Sé è stato difatti relegato ai margini, isolato e accuratamente celato alla vista, tentando di limitarne la perniciosa influenza affinché non potesse nuocere al resto della società. Oggi come ieri la possibilità di incrociare il suo sguardo ci inquieta non meno di quella di trovarci, volenti o nolenti, a condividerne l’infausta sorte. Per la medesima ragione la peculiare natura di questo soggetto non ha mai smesso di affascinarci e di incuterci, al contempo, un timore quasi reverenziale. Il suo volto riflette in negativo il senso d’identità, lo status a cui aspiriamo; la sua voce mette in discussione i valori dei quali siamo pronti a dichiararci strenui difensori solo quando iniziano a vacillare. Quale momento migliore, dunque, per cogliere il mutevole profilo del nostro alter ego se non quello in cui ogni cosa sembra in procinto di dissolversi in aria sottile? Sei romanzieri – Hawthorne, Poe, Butor, Calvino, Levin, Piñeiro – collocati come sensibili sonde tra la metà del XIX secolo e le soglie del nuovo millennio. Tre distinte crisi. Un solo, scomodo compagno di viaggio. Uniti loro malgrado dalla speranza di arrivare sani e salvi alla fine del cammino…
In questo contributo presentiamo i principali risultati della rilevazione effettuata negli Istituti di Pena Minorili (IPM) di Nisida (Napoli), Palermo e Catanzaro. L'ipotesi teorica di partenza, largamente suffragata dai dati ufficiali sulle presenze medie giornaliere nei singoli istituti (cfr. cap. I supra), era che gli Istituti in questione continuassero ad "ospitare" una popolazione detenuta proveniente dagli ambienti sottoproletari delle principali aree metropolitane delle regioni meridionali, ovvero dalle zone rurali più isolate geograficamente. La presenza di stranieri negli IPM meridionali considerati è rimasta, infatti, sostanzialmente bassa in termini percentuali durante il periodo coperto dalla nostra ricerca. Inoltre, come dimostra l'analisi delle schede relative ai minori stranieri detenuti condotta da Lucia Re (cfr. cap. II, supra), molti di loro sono ragazzi provenienti da qualche istituto settentrionale, trasferiti al sud per ragioni di sovraffollamento o di sicurezza. Il nostro contributo prenderà dunque in esame 160 schede relative ai detenuti italiani presenti tra il 1996 ed il 2006 negli istituti di Nisida (61 schede), Palermo (81 schede) Catanzaro (18 schede).
L'agglomerato urbano di Lugano conta oltre 140'000 abitanti: è il maggiore delTicino e comprende la Città, i suoi immediati dintorni, la regione dellaValle delVedeggio, il Basso Malcantone, l'Arbostora e la maggior parte delle località sulle rive del Ceresio.Una realtà urbana e suburbana che si confronta con le stesse realtà e problematiche sociali di altre città europee di media grandezza.Una regione con una forte presenza di cittadini residenti di origine straniera e oltre un centinaio di nazionalità diverse. L'attuale sfida urbana dell'agglomerato luganese, ma che è pure quella di altri quali Mendrisio-Chiasso, si situa anche fra integrazione e segregazione residenziale, fra sicurezza e qualità di vita. Il vicinato è ancora un'occasione di integrazione multiculturale? Oppure si stanno sviluppando anche da noi fenomeni di esclusione urbana e di ghettizzazione che toccano sia cittadini svizzeri, sia stranieri?
TRA BATTAGLIE PER IL SENSO DEL LUOGO E WELFARE SPACE L'immigrazione rappresenta uno dei processi più significativi attraverso il quale la globalizzazione e la divisione internazionale del lavoro s'inscrivono nei contesti locali. Attraverso i flussi migratori, soggetti e gruppi si deterritorializzano e riterritorializzano (Deleuze e Guattari, 1980), contribuendo a riconfigurare i paesaggi urbani e facendo sì che differenti mappe simboliche tendano a sovrapporsi e a intrecciarsi a una scala e a un livello di intensità sempre maggiori .
Logoi, 2019
Nella città: paura dell'altro e desiderio di comunità tra banlieues e gated communities Peer-Abstract: The multicultural contemporary city, due to the lack of social and cultural inclusion of the economically weaker subjects, is crossed by a process of fragmentation that pushes the population to pile up in the peripheries, within enclaves for the rich, the gated communities, and for the poor, the banlieues. The destructuration of the city is dominated by feelings of fear towards the other, towards the different, fear for security, of themselves and of their goods. This fear leads to create closed communities, where the desire for proximity, of bonds of solidarity, is transformed into a desire for identity. To recover the value and the organic function of the city we need policies of social inclusion, characterized by 'democratic iterations', by a 'shared process of resemantization' that leads to the construction of a new and more inclusive social reality. La città multiculturale contemporanea, a causa della mancanza di inclusione sociale e culturale dei soggetti economi-camente più deboli, è attraversata da un processo di frammentazione, che spinge la popolazione ad ammassarsi nelle periferie, all'interno di enclave per i ricchi, le "Gated Communities", e ghetti per poveri, le "banlieues". La destrutturazione della città contemporanea passa attraverso sentimenti di paura verso l'altro, il diverso, ma anche di paura per la sicurezza di sé stessi e dei propri beni. Questa paura porta a creare comunità chiuse, dove il desiderio di vicinanza, di legami di solidarietà, si trasforma in un desiderio di identità. Per recuperare il valore e la funzione or-ganica della città, abbiamo bisogno di politiche di inclusione sociale, caratterizzate da "iterazioni democratiche" e da un "processo condiviso di risemantizzazione", che porti alla costruzione di una nuova e più inclusiva realtà sociale. All'ombra della tranquilla vita provinciale, che resta tale solo fino a quando non viene toccata da fenomeni di cementificazione selvaggia e di conurbazione forzata ad opera di imprenditori commerciali, 'la città', europea ma non solo, vive un periodo di profondo ri-pensamento che coincide, di fatto, con una totale destrutturazione. In realtà, tale ripensa-mento è già in atto da qualche decennio, almeno da quando l'evoluzione del capitalismo, in gran parte del mondo, ha condotto a dinamiche molto simili dappertutto, che possono es-sere riassunte nel fenomeno della 'globalizzazione' e che connette insieme aspetti economi-ci, ma anche e soprattutto urbanistici, con evidenti ripercussioni sulle dinamiche sociali, interpersonali e, in ultima analisi, interculturali. L'aspetto più lampante di questa evoluzione, che è al tempo stesso economica e sociale, come si puntualizzava, è che la 'globalizzazione' ha fatto in modo che la città assumesse una fisionomia simile in tutto il mondo e che al servizio della città, almeno dal punto di vista urbanistico, vi siano spesso gli stessi studi di architetti che lavorano indifferentemente per progetti a Singapore, in California, a Buenos Aires o a Ryad. In fondo, questo potrebbe essere anche l'aspetto più entusiasmante della questione, quello legato alla creatività, che si esprime attraverso strutture che diventano dei veri e propri musei a cielo aperto, sensa-zionali e imponenti opere dal sapore 'decostruttivista' o 'postmodernista', giusto per citare solo due delle più interessanti correnti architettoniche dal vago sapore filosofico. Tuttavia, dietro e ai margini della città prende corpo un altro fenomeno, che non è altrettanto sensa-zionale, e che rappresenta l'aspetto deteriore del processo di globalizzazione, quello con-nesso più strettamente con il degrado e l'emarginazione da una parte e con
Prospettive urbane fra inclusione ed esclusione, 2021
Reflecting on the issue of the 'city' and its perspectives, the authors reflect in particular on 'inclusion' and 'exclusion' that characterize the contemporary urban fabric, with the intention not to close the question but to open it, in a counter-historical perspective. Riflettendo sul tema della città e delle sue prospettive, gli autori si soffermano in particolare a riflettere sui dispositivi di inclusione ed esclusione che caratterizzano il tessuto urbano contemporaneo, con l'intento non di chiudere la questione ma di aprire una prospettiva controstorica.
Argomenti: Rivista di Economia, Cultura e Ricerca Sociale, 2019
L'articolo fornisce un'analisi intersezionale delle pratiche di cittadinanza urbana in una zona marginale Milano. Attraverso la lente del genere e l'approccio dell'Intersectionality Theory, saranno indagate le dimensioni della diversità e dello spazio urbano, tramite interviste qualitative. L'analisi porta alla definizione di quattro modelli di cittadinanza urbana che si differenziano per grado di partecipazione e senso di appartenenza evidenziando potenzialità e vulnerabilità del contesto urbano analizzato.
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Economia e Politica., 2018
Sociologia urbana e rurale, 2022
Milano Produttiva 2022, 2022
I generi nel “ritiro pandemico” tra resilienza e rigenerazione, Sociologia Per la Persona (SPe) Genere, 2021
Antropologia, 2013
Le smart cities al tempo della resilienza, a cura di G.F.Ferrari, Mimesis, Milano 2021, pp. 223-233., 2021
Per la città inclusiva. Differenze che generano opportunità, 2022
Semestrale di Studi e Ricerche di Geografia , 2021
Economia e Politica, 2019
Atti della XXI Conferenza Nazionale SIU - Società Italiana degli Urbanisti CONFINI, MOVIMENTI, LUOGHI Politiche e progetti per città e territori in transizione, 2019
Myland/Milano, a cura di Cecilia Bolognesi, 2015
Barbara A., Ceresoli J., Chiodo S., Interni inclusivi. Dialoghi trasversali, 2016