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L’orazione XLII di San Gregorio di Nazianzio presenta un’interessante analogia con un’istituzione fondamentale dell’Atene della democrazia, quella che chi aveva ricoperto una qualunque carica di governo, allo scadere del mandato, era tenuto a rendere conto del suo operato. Così san Gregorio di Nazianzio rende conto davanti al Concilio di Costantinopoli I del 381 d. C. del suo operato come vescovo di Costantinopoli. Questa orazione ci mostra, inoltre, quanto sia distante il cristianesimo delle origini dall’attuale Chiesa cattolica in cui il vescovo detiene un potere assoluto e non è tenuto a rendere conto a nessuno.
i lavori per la costruzio-ne della variante Aurelia SS1 hanno intercettato in località San Martino in Collinaia (LI) una necropo-li di epoca tardo antica e una area di abitato in uso fra il III secolo a.C. e la tarda età imperiale 1. Nonostante l'abitato sia stato ritenuto privo di collegamenti con la necropoli 2 , la vicinanza fra i due siti porterebbe a ritenere possibile un rapporto fra la necropoli e l'ultima fase di vita dell'insediamento di San Martino; tuttavia, in mancanza di dati sui materiali e sull'esatta cronologia del sito, che rima-ne tuttora inedito 3 , non sembra lecito spingersi ol-tre nel campo delle ipotesi. I reperti osteologici provenienti dalla necropoli sono stati oggetto di uno studio antropologico pub-blicato poco dopo la fine dello scavo 4 ; argomento del presente contributo sono le strutture e i reperti di questa area per un inquadramento dal punto di vista cronologico e topografico(Fig. 1) della necro-poli ed il loro inquadramento cronologico e topo-grafico. Il sito sorgeva a poca distanza dalla costa e dal fiume Ardenza, nei pressi del tracciato della via Au-relia, che nel tratto fra i Vada Volaterrana e Portus Pisanus manteneva il suo percorso lungo la linea costiera, passando per le odierne località di Quer-cianella, Montenero, Salviano 5 (Fig. 2). Alcuni km a nord di San Martino (nell'attuale area di Stagno alla periferia industriale di Livorno) si trovava, presso la loc. di S. Stefano ai Lupi, il Por-tus Pisanus, di cui recenti indagini archeologiche hanno portato alla luce il fondale di un tratto di mare frequentato dalla fine del VI secolo a.C. e utiliz-zato in epoca tardo e medio repubblicana per il ca-rico e scarico di merci e un edificio adibito a magaz-zino, datato fra il I secolo a.C. e il VI secolo d.C., articolato in diversi ambienti che si affacciano su un cortile centrale 6. Nella medesima area, in Podere Palazzotto, sca-vi avvenuti fra 1880 e 1883 avevano portato alla lu-ce i resti di una necropoli tardo antica, di cui resta la documentazione in alcune fotografie scattate da E. Chiellini, dove si distinguono tombe alla cappucci-na, a cassa in muratura e con sepolture in anfora, databile fra III e V secolo d.C. 7 Più scarse sono le nostre conoscenze riguardan-ti la zona a sud di Livorno, non interessata da inda-gini recenti, dove si trova la necropoli in esame; tut-tavia, nonostante la scarsità dei siti indagati, la fre-quentazione in epoca imperiale e fino ad epoca tar-do antica di tale area risulta evidente a partire dalle segnalazioni di ritrovamenti archeologici e dall'ana-lisi della toponomastica. Numerosi gruppi di sepolture segnalati lungo la costa attestano la presenza di piccoli insediamenti di cui non rimane al momento altra traccia.
This article explores various aspects of the concept of " Christity " that Teodorico Moretti-Costanzi has developed throughout his philosophical production and that was particularly highlighted in his mature works. The " Christity " indicates a quality of consciousness that, when raised to the sophic recognition of Christ, becomes the highest critical quality of consciousness itself. According to the Umbrian philosopher , this critical nature introduces the concept of wise faith and indicates the origin and development of spiritual activities as purely theoretical activities; in this context of a radical Christology, a return to the main arguments of the critical ontologism is made possible.
rivista Storia Urbana, 2015
La sosta di Ibn Battuta a Costantinopoli e la descrizione nella sua rihla
MARCIANDO CON ANNIBALE: L’ITINERARIO ITALIANO DELLE TRUPPE CARTAGINESI DAL TRASIMENO A CAPO COLONNA (Atti delle Giornate di Studio Roma, 24-25 gennaio 2023), 2023
During the excavation of a large building referable to the Brettiian culture and datable between the 4th and 3rd centuries BC at Tiriolo (Catanzaro), in the locality of Gianmartino, 110 Punic silver coins and 175 bronze coins (mostly Brettian) were recovered. The Punic coins and some groups of bronze ones were clearly grouped together, with an evident intent of hoarding. All of the coins were lost or hoarded shortly before a violent fire destroyed the building, an event almost certainly to be placed in the Hannibalic period, during the resistance by Hannibal and his Brettian allies against Rome (216-203 BC). Previous excavations in a neighbouring area had yielded the discovery of five bronze blank coins, still joined by the casting shanks, possibly documenting the existence of a mint in the area for the production of coins.
Il Mulino editore, 2015
Estratto da: "I Monti frumentari e le forme di credito non monetarie tra Medioevo ed Età contemporanea”, a cura di I. Checcoli.
Re USO Matera PATRIMONIO IN DIVENIRE conoscere valorizzare abitare, 2019
"From spolia in se to spolia in re': What does the transformation underneath this sentence implies? !t is a transition from a simple building stone, an element originally used fora specific purpose, to a stone that after being cut and used in a built structure is removed for being used elsewhere. This "survival of the ancient" c an be seen from two di./ferent perspectives, o ne purely pragmatic: the reuse of the spolia as a usejùl element for a specific building, or on a more ideological level: the symbol of a glorious past witnessing values to be preserved. The reuse of the Ancient in the centre of the Roman Istanbul is a process that has left marks, clear but with an uncertain and open interpretation, traces rich in mythological depth but completely to be investigated in their architectural history. In the contribution proposed here, contemporary technologies of digitai survey, modeling and visualization for virtual!augmented reality will be used to investigate the protomes of Medusa located in the Basilica Cistern and formulate hypotheses about their formai and architectural changes.
IL TESORO DI MONETCRISTO , 2014
L’isola di Montecristo, con i monaci del suo monastero e la loro fede cristiana,la città di Genova ,con il principe Andrea Doria ammiraglio della flotta cristiana,Costantinopoli da poco conquistata dall’islam che ha cambiato nome in Stambul, con il sultano Solimano il Magnifico,il Legislatore, turco ottomano,le coste del nord Africa,con Dragut,gran Rais della flotta barbaresca turco ottomana,con la sua ciurma e fede nell’islam,sono i protagonisti del romanzo. Dragut vuole distruggere Genova per vendicarsi con Andrea Doria che lo fece prigioniero e lo mise schiavo al remo. Coinvolge Solimano il Magnifico in una spedizione navale contro la repubblica di Genova dopo essere andato ad Istanbul a convincerlo. Confida nell’effetto sorpresa: la flotta turco ottomana in gran segreto si riunisce tutta all’isola di Giannutri e veleggia minacciosa verso Genova. Ma l’effetto sorpresa sapientemente costruito da Dragut non riesce perché Andrea Doria aiutato dai monaci di Montecristo lo sventa. Era infatti accaduto che i monaci montecristini tormentati dalla paura di essere assaliti dai turchi avevano chiesto aiuto a Doria per difendere il loro monastero. Doria aiuta i monaci perché capisce che così facendo difende anche la città di Genova.Nasconde ingenti somme di denaro della Casa delle Compere nel monastero dell’isola di Montecristo e addestra gli stessi monaci al combattimento,all’avvistamento e alla segnalazione di galee musulmane. Dopo la sconfitta in mare davanti a Genova,Dragut ,con quello che resta della sua flotta,nel viaggio di ritorno mette a ferro e fuoco il monastero di Montecristo difeso dai monaci. Fa una carneficina ma ne salva uno solo. Il romanzo per l’azione narrata,per i protagonisti, diventa “affresco” del mar Mediterraneo in quanto questo mare bagna tutti i luoghi dove si svolge l’azione narrata. Su questo stesso mare i personaggi vivono ed agiscono in due mondi e in due modi differenti d’intendere la fede in Dio: quella cristiana e quella musulmana
Notizie storiche sul monastero camaldolese di S.Teonisto della Badia di Longiano (FC)
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Santuario di Montetosto, 2017
“Fay ce que vouldras”. Mélanges en l’honneur d’Alessandro Vitale-Brovarone, a cura di Del Savio (Michela), Martina (Piero Andrea), Pastore (Graziella), Rivoira (Matteo), Classique Garnier, 2018, pp. 844, 2018
a cura di A. Barlucchi, Siena, Betti editrice, 2015
Dove i templari non sono mai stati, 2016
Archeologia a Montegibbio. La scoperta di una villa romana, 2007
Accademia Naz. Scienze, Lettere e Arti di Modena, "Memorie Scientifiche, Giuridiche, Letterarie", s. IX, v. I, 2017
La bellezza della Fede: I quaderni dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Sant'Apollinare di Forlì, 2018
in Studi in onore di Pina Belli D’Elia, a cura di L. Derosa e C. Gelao. Foggia, Claudio Grenzi Ed., p.156., 2011
Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le antiche provincie modenesi, s. XI, vol. XLIV., 2022
in a cura di M. Casagrande, M. Picciau, G. Salis, Antonio Taramelli e l’archeologia della Sardegna. Atti delle giornate di studio (Abbasanta 17-18 maggio 2019), pp. 237-246, 2020
AA.VV. Centocelle. Racconti di un quartiere che resiste, Roma, DeriveApprodi,, 2023
Memorie Valdarnesi, 2020