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Un saggio sulle emozioni in forma di romanzo. Un romanzo felicemente sperimentale, che va oltre l'eterogenità dell'insieme. Brani diaristici, pezzi di articolo scientifico, scarti di e-mail, sceneggiatura cinematografica, elenchi di film e libri. Una struttura mossa, composita, che evoca Perec. Immedesimazione e tensione narrativa sono prodotte dal personaggio che dice io - Gabriele - vero centro magnetico di un romanzo modulare a tratti quasi ipertestuale. Vivo, corposo, palpitante, oscillante fra paura e rabbia, autocommiserazione e esaltazione, ironia e dramma, tra un bisogno di riconoscimento sociale e il legame con la compagna. Chi racconta ha un tono sincero e sinceramente ci parla delle sue nevrosi e contraddizioni, e della sua ricerca della felicità, alternando una terminologia scientifica con frasi e modi gergali, mescolando cultura alta e attualità politica. A lettura finita ne sappiamo molto di più sul cervello, su come funzionano emozioni e sentimenti, su come po...
Il sabbatico delle emozioni La raccomandazione biblica del riposo della terra ogni sette anni si estende anche all'ansia. Ed è davvero impegnativo congedarsi dall'ansia, visto il livello di specializzazione in merito che ha raggiunto il nostro mondo. Ancora più raro è mettere in relazione questo monito alla spiritualità e sperimentarlo come manifestazione di fede. Forse vi chiederete: "Avremo abbastanza da mangiare quando, ogni sette anni, non avremo il diritto di seminare i nostri campi né di raccogliere quel che essi producono?" (Levitico 25,20). Dio entra nell'ansia dell'essere umano e impone di estinguerne la brama. E' arduo pretendere di stabilire un argine alla preoccupazione della sopravvivenza e ai diversi tipi di nutrimento di cui necessita. E' pur vero che il testo biblico indica anche la soluzione del problema: Ebbene io, il Signore, vi colmerò di beni nel corso del sesto anno, ordinerò alla terra di produrre raccolto per tre anni. L'ottavo anno seminerete di nuovo i vostri campi, ma quest'anno vivrete ancora del vecchio raccolto, perché avrete sufficienti riserve per attendere il raccolto dell'anno nuovo (Levitico 25, 21-22). La terra produrrà di più nell'anno precedente. Non è incoraggiato, quindi, alcun fatalismo. Né l'ansia è liquidata come infondata. Al contrario, è insegnato un metodo. La fame, per sopravvivenza e per vita, va affrontata sul lungo periodo. I mezzi di sostentamento rientrano in una regia di ampio respiro, in cui la vita programma se stessa, non contando genericamente sul futuro, quanto tesaurizzando il presente. E' una bella sfida, soprattutto per la moda diffusa del mordi e fuggi, le tante brevi esistenze in cui un po' tutti c'imbattiamo velocemente, osserviamo naufragare, abbandoniamo saltando sulla prima scialuppa di salvataggio disponibile. Rappresenta un cambio di prospettiva, un impegno a definire obiettivi, ricavando il massimo profitto possibile. Sotto traccia è l'invito a non perdere tempo, a non sprecarlo, per collocare ogni interruzione nella sua giusta capacità di godimento. Altra indicazione fondamentale di saggezza concerne le priorità. Il rispetto di Shabbat e dell'anno sabbatico per la terra si radica nella relazione con il divino. Dio ha chiesto l'osservanza di questo precetto e adempierlo significa riconoscergli il primato. La vita da custodire nei tempi ordinari e in quelli sabbatici è sua, riflette il suo stile, aspetti talvolta indecifrabili di lui.
Fata Morgana, 2011
In this paper we explore the different aspects of a film that can contribute to stir up some emotional reaction in the viewer (the contents, the music, the sounds more generally etc.) and try to categorize the different kinds of emotional reactions that can be raised by them.
Padova University Press, 2018
This article aims at analysing how fear is represented in Shakespeare’s Taming of the Shrew. Although a first interpretation of the play hints at the fact that fear should be found mainly in Kate, many critics have claimed that this emotion is embodied by other characters as well, especially by Petruchio, who mirrors male anxiety and violent behaviour during the Renaissance. Petruchio’s violence hints at a third reading, which suggests that both Kate and he may be ‘subjects’ and ‘objects’ of fear as they both cause it and feel it as ‘refractions of reality’ and onstage as characters.
Una vergogna esemplare. Lettura della 'Marchesa von O..' di Heinrich von Kleist, 2019
Nel 2019 i Rimini Protokoll, collettivo fondato nel 2000 a Berlino da Helgard Haug, Stephan Kaegi e Daniel Wetzel con l'intento di usare il teatro per aprire nuove prospettive sulla realtà, hanno portato in scena un robot, la copia identica di un essere umano, nei tratti fisiognomici, negli occhi, nella pelle, nei movimenti, nella gestualità e postura, nel tono della voce. Lo spettatore sa di avere davanti un 'doppio' artificiale, ma si rapporta alla macchina come ad un uomo, tanto più che il suo modello umano, lo scrittore Thomas Melle, appare in video e racconta la storia della sua vita segnata dalla sindrome bipolare. L'androide desta compassione e simpatia, ma anche sospetto e avversione, poiché lo spet-tatore si trova in una Uncanney valley, in una 'valle perturbante', secon-do la metafora di Masahiro Mori che dà il titolo alla performance, e che vuole significare lo spazio tra l'uomo e il robot: spazio nel quale più quest'ultimo assomiglia al primo, tanto più i suoi difetti e imperfezioni appaiono mostruosi (Conte 2011-2012). L'esperimento dei Rimini Pro-tokoll consiste proprio nell'interrogare il pubblico, nel verificare il limi-te da oltrepassare perché l'empatia si trasformi, precipitosamente, in un abisso, in una 'valle' profonda, di empatia negativa. 2. Gli spettatori sanno di vedere e ascoltare una macchina, ma il loro cervello ed i loro corpi reagiscono come in presenza di un essere umano; il robot non è 'come un uomo', è un uomo, addirittura 'un figlio', di-chiara Thomas Melle. La confusione tra i piani emotivi diventa inestri-cabile: l'empatia degli spettatori si trova messa in discussione, la freddezza razionale e algoritmica della macchina si sgretola, sino a che il robot chiede ai presenti: «se dunque posso funzionare grazie alla tecno-logia, perderò la mia umanità?». Di quale umanità è questione? L'umanità costruita del robot che parla o quella dell'essere umano che duplica? Oppure l'umanità come espressione fisica degli affetti?
La storia ci insegna che in tutti i tempi gli esseri umani hanno sofferto dell'irruzione violenta nella loro psiche e che questa irruzione li ha durevolmente segnati, perturbando i loro sogni. La storia degli ultimi due ultimi secoli ha visto evidenziare i concetti di nevrosi traumatica e di nevrosi da guerra; in questi ultimi decenni la definizione di questi stessi concetti è stata poi messa in dubbio per motivi di risonanza psicoanalitica, e il DSM americano ha, infatti, proposto la loro sostituzione con il concetto di stato post-traumatico di stress. Si è rilevato, tuttavia, che non tutti i quadri clinici da allora osservati dopo un trauma si sono poi strutturati in nevrosi traumatica. Tenendo conto di queste riflessioni, andando controcorrente, la scuola francofona ha proposto di utilizzare la denominazione generica sindromi psicotraumatiche. Essa ha il merito di enunciare esplicitamente che si tratta di un trauma psichico e può coprire tutti gli stadi della patologia traumatica: immediata, post-immediata e cronica. Inoltre, tra quest'ultimi, permette di inquadrare bene anche i casi strutturati come nevrosi traumatica, che rispondono ai criteri restrittivi del PTSD, e tutti gli altri casi non chiaramente classificabili o atipici.
La trama delle emozioni nel Floriant et Florete L'articolo propone una lettura del Floriant et Florete che ripercorre nel loro succedersi nell'intreccio narrativo i passaggi in cui si descrivono le emozioni e i sentimenti dei personaggi. Il lavoro si pone così come base di futuri approfondimenti sui risultati emersi, ai fini della comparazione con altri romanzi arturiani, in particolare quelli di Chrétien de Troyes. Il "racconto" delle emozioni consente già di vedere in opera, nel loro emergere, i meccanismi di funzionamento del sistema affettivo romanzesco.
DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality
Da sempre la rappresentazione visiva oltre a risentire del condizionamento imposto dal pensiero culturale e politico subisce l'influenza delle conoscenze scientifiche. A sottolineare l'importanza del dialogo e delle visioni e interazioni disciplinari tra la rappresentazione, le scienze e le tecnologie si intende proporre un'indagine sulla lettura critica di specifiche tecnologie digitali immersive che, a seconda del tipo di relazione e interazione tra il mondo reale e quello virtuale, rientrano nel concetto di realtà estesa (XR). L'obiettivo della ricerca-frutto di una convenzione in fase di stipula tra il dipartimento dAD dell'Università di Genova e la società informatica anglosassone V NOVA-risiede nell'individuazione e nella definizione di efficaci temi narrativi da divulgare attraverso forme di comunicazione contemporanee legate alla realtà immersiva della cross reality. Grazie al coinvolgimento multidisciplinare è possibile, infatti, ampliare gli scenari legati alla rappresentazione visiva attraverso la ricerca e lo sviluppo di accurate ambientazioni architettoniche virtuali idonee alla visualizzazione immersiva a 360° visibili attraverso l'ausilio dei visori VR. Siamo di fronte a un nuovo concetto di rappresentazione virtuale immersiva: la "visione volumetrica", non più legata al solo punto di vista (POV) della telecamera virtuale ma al concetto di "zona di vista" (ZOV) una sorta di box virtuale all'interno del quale è possibile muoversi liberamente nell'ambiente 3d. In conclusione, la lettura critica dei risultati legati alla comparazione tra la visione immersiva dei modelli virtuali creati per la realtà estesa, la visione fotografica del medesimo ambiente e la sua visione reale, è necessaria per comprendere il futuro di tali forme di realtà estesa e le sfide ancora da superare.
AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica, 2014
Identità di genere e maternità Negli ultimi anni è aumentato l'interesse e l'attenzione verso le tematiche che riguardano i rapporti sociali e la costruzione del femminile e del maschile: ovvero come nella contemporaneità si producono differenti modelli di femminilità e mascolinità.
NUOVA SECONDARIA, 2011
Una delle novità più interessanti della nuova formula dell'Esame di Stato Conclusivo (ESC) è rappresentata senza dubbio dalla presentazione, da parte del candidato, di un argomento a scelta, introdotto tramite mezzo multimediale o cartaceo (la cosiddetta "tesina"). Bisogna riconoscere che spesso questi lavori si riducono o a semplici operazioni di "copia e incolla" di articoli presenti sul web (quasi sempre di non comprovata scientificità) o addirittura a vere e "scopiazzature" (sempre dal web) di lavori già svolti e presentati in altri anni scolastici.
È il momento delle emozioni. Che lo si ritenga un campo di ricerca autonomo o meno, la ridefinizione radicale del concetto di emozione e la sua conseguente nuova centralità hanno investito un gran numero di discipline, molte delle quali ancora si dibattevano fra i paradossi del tornante linguistico cercando una via d'uscita. È vero che si parla già da tempo di un cognitive turn che sarebbe successo a quello linguistico, e l'avrebbe, per così dire, «sussunto». Il tornante cognitivo ha certo molto a che fare con la recente fortuna delle emozioni, ma lo studio di queste, soprattutto nelle scienze sociali, ha seguito un suo proprio percorso, lungo un buon secolo e mezzo e culminato negli ultimi due decenni in una nuova fase di istituzionalizzazione.
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"Sguardi differenti. Studi di cinema in onore di Lorenzo Cuccu" a cura di Lucia Cardone e Sandra Lischi, 2014
Deianira, i presagi, la paura: il prologo delle "Trachinie" di Sofocle, 2018
Sxi — Springer per l’Innovazione / Sxi — Springer for Innovation, 2014
in E. Antonelli/A. Martinengo (a cura di), Confini dell’estetica. Studi in onore di Roberto Salizzoni, Aracne, Roma 2014, pp. 223-235