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Partner e sponsor New Press Edizioni BCC Credito Cooperativo, Alta Brianza, Alzate Brianza Comune di Porlezza Hotel Stella d'Italia Domasino Hotel Merloni Proprietà letteraria riservata Printed in Italy
La recente pubblicazione di un'antologia di satire bizantine di epoca tarda, corredata di introduzione, testo greco a fronte, traduzione italiana e note ha reso molto più agevole la conoscenza complessiva di un genere risorto a Bisanzio che non ha ancora riscosso diffusi apprezzamenti nel panorama degli studi greci, sia classici sia bizantinistici. Tra le ragioni che hanno impedito questa divulgazione va annoverata anzitutto la difficoltà nel reperire, leggere e valutare i testi, editi nel XIX o XX secolo in maniera discontinua, sparsa e non sempre filologicamente adeguata, tale da rendere non di rado il contenuto poco perspicuo all'intelligenza del fruitore moderno; in secondo luogo si può aggiungere che, anche da parte di chi si è assunto, sia pur episodicamente, questo onere, non è giunto un giudizio particolarmente attraente nei confronti di un genere segnato in profondità da procedimenti di mimesi erudita, e dunque esposto alla taccia di produzione "imitativa" e poco originale. 2 In questa sede desidero mostrare uno specimen del lavoro che ho intrapreso sulla produzione satirica di Teodoro Prodromo, 3 pubblicando l'edizione critica, con traduzione e note, di una delle due satire volutamente omesse da Romano nella sua antologia. 4 A suggerirmi l'opportunità di un'edizione critica delle satire di Teodoro Prodromo è stato il prof. E. V. Maltese, che ringrazio anche per le osservazioni a questo e ad altri testi; ad esse vanno aggiunte quelle dei proff. A. Carlini, W. Hörandner e G. W. Most, nonché di alcuni amici. 1 Romano 1999. 2 Mi riferisco in particolare all'elenco ragionato delle opere di Prodromo stilato da Hörandner 1974, che aveva già allora individuato a proposito delle opere satiriche la matrice prettamente lucianesca. Gli ultimi articoli su Prodromo si limitano alla produzione poetica non satirica (Magnelli 2003a-b). 3 Di questo poligrafo, vissuto nella Costantinopoli del XII sec., negli ultimi anni i filologi bizantinisti hanno compiuto o stanno concludendo l'edizione critica delle opere, sia pur non sotto l'egida di un comitato riunito: l'ultima apparsa è Papagiannis 1997; si attendono quella dell'epistolario (M. op de Coul) e quella del commento al II libro degli Analytica posteriora (M. Cacouros). 4 Romano 1999, p. 235 n. 28 «non è stato possibile inserire questi due opuscoletti
MUSEUM inV. 1931.20.0002) * © PEnSA MULtiMEdiA s.r.l. PAPyRoLogiCA LUPiEnSiA, SUPPLEMEnto, 2015 iSSn 1591-2140 * Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza il fondamentale aiuto del personale della Rare Books and Manuscripts Library della Urbana-Champaign University Library e soprattutto di Jessica Followell, Assistant Registrar dello Spurlock Museum di Urbana, grazie alla quale ho ottenuto le immagini ad alta risoluzione del frammento e le scansioni dei fogli dei quaderni manoscritti contenenti gli studi condotti sul frammento nel 1931, rimasti inediti, conservati presso la Biblioteca e da lei stessa per me rintracciati. Esprimo a tutti loro e a Jessica in parti-colare la mia più profonda gratitudine. Le immagini accluse sono pubblicate in conformità alle norme di copyright vigenti per l'istituzione di conservazione.
This contribution aims to provide a new interpretation of Bruder Wernher's anti-papal Spruch N. 2 (Gregorie, babest, geislich vatter, wache vnd brich abe dinen slaf!). The analysis will take into account some relevant documents produced by the papal and imperial chanceries, in order to better define the historical and political context which may be reflected in the text. Thus, it will be shown that the poet enters into the debate of the second half of the 1230s, giving voice to growing demands for a change in the political strategy adopted by Gregory IX against Frederick II. Furthermore, it will be argued that the opening lines of the Spruch contain an allusion to Psalm 43 (Exsurge, quare dormis, Domine?). Therefore, the poet touches upon a crucial issue in the ideological and political conflict between sacerdotium and regnum: the role as vicarius Dei that both the Pope and the Emperor claimed to hold.
Introduzione 2 L'orfismo e la ricerca del dionisiaco 2
2018
THE LABIRYNTHE CAVE-MINE (Courmayeur, Aosta Valley, Italy) was considered a Roman gold mine by the alpine local population, that call it "Trou des Romains". About 1752-1760's it was recognized as silver-lead mine by a well-known mine state official (Nicolis de Robilant), with a very short and shallow visit: nevertheless, in two publications of 20-30 years later (1786 and 1788) he explained presumed Roman works, that were endorsed by the following autors. Question remained regarding the natural or artifact origin of the whole cave. Documents finding and recent underground explorations allow to affirm that it is question of a natural cave in wich a small lead-silver mineralisation was exploited at the XVI cerntury half, by German miners.
Paris, Bibl. Mazarine, ms. Faralicq 05, f. 082( Heures à l'usage de Rennes ), 1433-dopo 1476 ? : Saint Albert de Messine Gli Abbate di Trapani "…al tempo che il buon re Guglielmo la Cicilia reggeva, era nella isola un gentile uomo chiamato messere Amerigo Abbate da Trapani, il quale, tra gli altri beni temporali, era di figliuoli assai ben fornito" G. Boccaccio, Decameron, V, VII "Henricus enim de Abbate, vir dives agri et auri ac habundans pecoribus in Valle Mazarie" "Palmerius de Abbate, oriundus de Trapano, civis Panormitanus, famosus in tota Sycilia, dives agri et pecoris inter omnes illos de Valle Mazarie" Saba Malaspina, Cronaca, pp. 133 s., 345 s. "Palmerius Abbas, miles egregius, cum immensa frugum copia donisque regalibus letus occurrit" Nicolò Speciale, Historia sicula, p, 311 La parabola degli Abbate di Trapani è anomala rispetto a quella di altre potenti famiglie siciliane del pieno Medioevo, perchè si svolge in un arco di tempo che va dagli anni '20 del XII secolo alla seconda metà del XIV, mentre il panorama della nobiltà siciliana di quei secoli vede scomparire, sul finire del Duecento, gran parte delle famiglie di origine normanna, come i Lentini o i Fimetta, e nascere, a volte proprio sulle spoglie di quelle, i nuovi signori della Sicilia trecentesca, venuti dal Meridione continentale, come i Chiaromonte, i Palizzi o i Rosso, o dalla Spagna, come gli Alagona, i Moncada, o, più tardi, i Peralta. I limiti cronologici di questa parabola sono il sintomo più evidente di un'altra anomalia degli Abbate, e cioè di una fedeltà alla monarchia che li apparta, per così dire, dalle altre grandi famiglie, fedeli alla "nazione" siciliana, come sostiene Enrico Mazzarese Fardella, più che alla monarchia.
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SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna
MuNDA Museo Nazionale d'Abruzzo. Storie, testimonianze, restauri, 2020
Aspetti della dimensione individuale e privata del dantismo tra gli intellettuali esuli in epoca risorgimentale: il Fondo Saffi, 2021
Maranola di Formia. Luogo geografico antropologico, 2019