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La Capitanata" è distribuita direttamente dalla Biblioteca Provinciale di Foggia. Per informazioni e per iscriversi alla lista delle persone e degli enti interessati rivolgersi a "La Capitanata", viale Michelangelo Erba curvata dal vento (… grano, canneti della costa o delle zone paludose…) e il terso cielo stellato sono elementi simbolicamente connotativi del nostro territorio. La dicitura A.D. 2000, insieme alla scritta ex-libris mutuata da Michele Vocino, rappresentano la volontà di tenere sempre presente il collegamento tra passato, presente e futuro senza soluzione di continuità. Questo ex-libris che d'ora in poi caratterizzerà i documenti posseduti dalla Biblioteca Provinciale, è stato per noi elaborato da "Red Hot -laboratorio di idee e comunicazione d'impresa" e da loro gentilmente donato.
Nuove prospettive di studio Incontro-dibattito in occasione della pubblicazione del volume di AnnA MAriA CArrubA, La Lupa Capitolina: un bronzo medievale Sapienza, Università di Roma, Roma 28 febbraio 2008 a cura di GildA bArtoloni Estratto VOLONTÀ D'ARTE, STILE E TÉCHNE
CAPITOLO 1: maltrattamento e abuso nell' infanzia I primi anni della vita di un bambino sono molto delicati sotto vari aspetti, proprio per questo i genitori dovranno essere presenti e partecipi alle varie esperienze, cercando di instaurare rapporti costruttivi e mai conflittuali. Già dai primi mesi il neonato è fortemente predisposto alla relazione sociale: reagisce adeguatamente alle espressioni emotive delle persone attorno a lui e, grazie a dei prerequisiti innati, risulta idoneo ad entrare in contatto con il mondo. Ciò è testimoniato da diversi elementi tra cui i più rilevanti sono la presenza di funzioni ritmiche e la sua attitudine al riconoscimento della voce e del volto umano. Primi segni di relazione Come detto in precedenza, il rapporto tra madre e bambino si basa su dei ritmi da rispettare necessariamente per uno sviluppo sano della relazione. Fondamentale quindi è il modo in cui i fanciulli vengono accuditi: la madre ad esempio deve essere premurosa fin dai primi giorni in quanto deve rispettare il ritmo di suzione-pausa attraverso cui il bambino viene nutrito. Oltre al riflesso di suzione, vi è una seconda area che necessita di un' interazione ritmica: quella visiva, che è caratterizzata da momenti di attenzione verso un oggetto e il successivo disinteressamento verso di esso, che consente al bambino di elaborare le varie informazioni modulando risposte differenti a seconda degli stimoli. È importante ricordare poi il fatto che il bambino sia predisposto a recepire ogni stimolo " umano " differenziandolo e preferendolo a tutto ciò che non è umano. A dimostrazione di quanto detto, vi è il fenomeno della sincronia interattiva che consiste in una sorta di modulazione tra i movimenti del neonato e il discorso dell' adulto. Il volto umano è inoltre la figura di più grande attrattiva per il piccolo in quanto possiede delle caratteristiche quali la complessità, la nitidezza dei contorni e la simmetria che rapiscono lo sguardo del fanciullo. Grazie a questa attrazione, durante l' infanzia il bambino sarà sempre più concentrato sugli occhi che diventano elementi focali e consentono, sul piano interattivo, quello scambio di sguardi importante per lo sviluppo cognitivo. Intorno ai 5 mesi infatti il bambino riesce a discriminare i tratti distintivi delle espressioni di amore, tristezza, gioia e collera; successivamente è lui stesso che esprime con la mimica facciale le varie espressioni di paura per persone estranee o non famigliari. Il genitore attraverso commenti deve aiutare il bambino nella scoperta dei vari stati emozionali. Infine alcuni esperimenti mostrano come nelle relazioni tra madre e figlio si creino delle aspettative che comportano rabbia e ritiro sociale se vengono disattese. Ed è proprio per questa stretta interazione che se le madri, o i genitori in generale, dovessero risultare distaccati, oppure enfatizzassero maggiormente le emozioni negative, il bambino svilupperebbe un' immagine negativa di sé durante l' infanzia. Non saprebbe inoltre riconoscere le emozioni facciali, né tantomeno utilizzarle per relazionarsi, poiché non è in grado di valutare correttamente gli stati affettivi altrui.
crosbi.znanstvenici.hr
A Pomer, sulla costa occidentale del golfo di Medolino, fra il 20 marzo e il 20 aprile 2007, è stata effettuata un'esplorazione di recupero che ha interessato la particella catastale 242/2 del comune catastale di Pomer, per una superficie complessiva di 525 m2. A causa di atti irresponsabili da parte dell'investitore, nel novembre del 2006, la meccanizzazione edile distrusse all'incirca l'80% della particella, compromettendo il materiale archeologico immobile e mobile. L'esemplare più rappresentativo dei resti archeologici su questa parte della particella, è un mosaico policromo a pavimento, conservato su una superficie di 5 m2. Qui sono stati inoltre rinvenuti i resti di mura, di cui sono principalmente visibili le fondamenta e gli ammassi sparsi di pietre e intonaco di calce. Una situazione del genere non offre la possibilità d'interpretare la struttura di tutte le costruzioni murate; comunque, in base ai resti devastati, è possibile delineare la pianta della parte esaminata dell'antico edificio.
ANTONIO GAGLIARDI, VITA NOVA. IL ROMANZO INTELLETTUALE DI DANTE, MARTIN (SLOVACCHIA), 2019
Se si prende alla lettera la biografia letteraria di Dante appare immediatamente che nella sua vita vi furono molte donne. Alcune con nome altre senza nome. Un vero dongiovanni per un uomo vissuto nel medioevo, con moglie e figli e una vita travagliata. Per tutte le donne di Dante, però, bisogna sempre partire dalla domanda se si tratta di una donna reale oppure di una personificazione. Questa domanda vale anche per <<la pargoletta>>. La sicurezza che si tratta di una personificazione si ha soltanto quando si toglie il velo della parola per raggiungere il piano del concetto o del principio filosofico che si nasconde dietro l'immagine di questa neonata. Questa scrittura, per quanto dissimulata, ha al suo interno il seme di un pensiero che rimanda a un testo certo. Il pensiero non è mai totalmente sostituito ma rimangono tracce significative e impronte leggibili anche nelle forme più estreme di personificazione. Soprattutto in queste situazioni dottrinali è possibile comprendere come il poeta è filosofo ed ha imparato ad elaborare il linguaggio in modo adeguato. Gli esempi di Dante e Boccaccio mostrano una stretta analogia nel fare parlare poeticamente la filosofia. Pensare per immagini è un'arte che questi poeti hanno appreso in un esercizio continuo e comune, per tracciare un perimetro di identità dentro il quale trovarsi senza interferenze esterne. Sarebbe necessario confrontare queste opere poetiche con la produzione allegorica contemporanea e precedente per comprendere il debito che questi poeti anno nei confronti con la tradizione allegorica e l'abitudine a un linguaggio mitico di formazione filosofica risalente a Platone e ai suoi epigoni. Non vi sono soltanto forme fisse di personificazione ma ogni ente astratto può diventare concreto attraverso questo procedimento. La filosofia si trasforma in formule immaginarie e mette a loro disposizione il proprio contenuto concettuale. Si costituisce una relazione tra persone e personaggi su un unico terreno praticabile virtualmente da tutti e si ottiene una narrazione, l'allegoria. Si può conoscere personalmente la species intelligibilis da bambina oppure da adulta sempre secondo le leggi della realtà e del concetto trasfigurato. La sostanza linguistica ne rivela il contenuto ed è possibile ricostituire il piano originario del testo filosofico. Il linguaggio di questa poesia è da esaminare soprattutto nei modi dell'azione del verbo. L'agire rende conto di un soggetto mascherato o personificato che procede su un piano precostituito secondo leggi fisse di natura metafisica. Cosa succede quando un soggetto personificato agisce? C'è uno spazio nel quale eventi si verificano e costituiscono un diagramma leggibile nel suo interno e danno il fondamento dottrinale. Si può trattare di tracce di un sistema metafisico che appare nelle sue coordinate essenziali. Generalmente tra il cielo e la terra ma tra il cielo e la terra avvengono molte cose. Vi sono diverse situazioni simili anche se con fini e soggetti diversi. L'uomo abita nell'universo e ne diventa il fine e misura di razionalità. Ogni volta conta la specificità de fine del quale è necessario individuare il contenuto
L'uomo attraverso tutti i tempi ha sempre cercato di capire il perché dalla sua esistenza, cioè della sua presenza in questo mondo fisico. Inoltre è sempre stato affascinato dal suo pensiero che gli permetteva di comprendere il mondo che lo circondava e lo metteva in relazione con esso. Consapevole delle enormi forze dalla natura che lo attorniavano, lo dominavano ed anche lo distruggevano, decise di venire in contatto con esse onde accattivarsene i favori. L'unico modo consisteva nell'antropomorfizzare tali forze attribuendo ad esse immagini e forme umane, le uniche concesse alla sua comprensione. Nacquero così i primi Dei vitalizzati dalla costante adorazione ed immaginazione. Dalla schiera di Dei al Dio unico, capo supremo delle divinità il passo fu breve. Nacquero così le varie religioni, varie a seconda del luogo e dell'ambiente da cui scaturirono ma con lo stesso unico substrato. La CABALA non è altro che un sistema ingegnosissimo di classificazione di queste forze riassunte in simboli e numeri: i Sephiroth. La Cabala quindi tratta della natura di Dio e di tutto ciò che da esso emana, degli angeli e dell'uomo. Dio permea e contiene tutto l'universo e tutto è Dio. Ne consegue che per giustificare la sua esistenza la Divinità si manifesta e diviene attiva attraverso i dieci Sephiroth emanati da essa come raggi di luce da un'unica fonte, per cui possiamo considerare la Cabala come un perfetto sistema teosofico. Proseguendo nello studio dobbiamo ora considerare i singoli Sephiroth rappresentati in un diagramma chiamato "Albero della Vita" che tutti conosciamo. Questi Sephiroth sono collegati fra loro da sentieri in numero di 22 e sono designati dalle 22 lettere dell'alfabeto ebraico. I 22 sentieri insieme con i 10 Sephiroth costituiscono le 32 vie attraverso le quali la Divinità scende nell'uomo, ma sono anche le vie per cui l'uomo può a sua volta ascendere fino alla Divinità, in un processo di alchimia spirituale. Secondo la tradizione ogni Sephirah contiene in se tutti i successivi e quello da cui promana. Considerando infine che i cabalisti dividono l'universo manifestato in quattro mondi: ATZILUTH, BRIAH, YETZIRAH, ASSIAH, considerando che in ognuno di questi 4 mondi vi sono i 10 Sephiroth di quel mondo e che ognuna delle Sephirah e a sua volta suddivisa in un albero della vita suo proprio formato anche esso da 10 Sephiroth ne avremo in totale 400, il numero della lettera TAU, ultima lettera dell'alfabeto ebraico, che esprime il compimento di tutte le cose. Quanto sopra se consideriamo l'albero della vita in relazione al macrocosmo; ma l'albero della vita si presta egregiamente ad essere applicato alla natura dell'uomo. In questo caso viene diviso in tre parti: NEPHESCH-RUACH-NESCHAMAH, che corrispondono al corpo fisico, all'anima ed allo spirito. NEFHESCH corrisponde a MALKUT, l'io animale, l'io inferiore, attraverso il quale il RUACH, la mente raziocinante, viene in contatto con la materia. RUACH come è stato detto, è la mente o intelletto, ed è formata dai sei Sephiroth inferiori: YESOD-HOD-NETZAH-TIPHARETH-GEBURAH-CHESED-e corrisponde pure alla volontà umana. NESCHAMAH corrisponde a sua volta a BINAH e COKMAN, l'io superiore-comprende pure KETHER la scintilla divina, Dio. Altre interpretazioni vengono date in questo modo: MALKUTH corrisponde al corpo fisico; YESOD al corpo astrale; HOD, NETZAH, THIPHARETH, CHESED, GEBURAH all'inconscio; BINAH , CHOKMAH al superconscio; mentre KETHER è lo spirito immortale, scintilla divina. Consideriamo ora i Sephiroth sull'albero. Partiamo da MALKUTH sede della materia e saliamo progressivamente sui piani. MALKUTH è il regno, cioè il regno di Kether per cui è stato creato. Come Kether è l'armonia del principio così Malkuth è l'armonia della fine in quanto è il ricettacolo ultimo di tutte le emanazioni che assumono in esso forma materiale. YESOD è invece il ricettacolo di tutte le emanazioni a lui precedenti nonchè il correttore di esse prima di trasmetterle all'ultimo Sephirah; è anche la sfera dell'astrale, e nell'uomo la sfera delle sensazioni. HOD rappresenta l'aspetto forma in cui si riversa la forza di Netzach, è anche la sfera delle facoltà mentali. NETZACH è la forza dell'amore che ha spinto gli Elohim alla creazione. TIFHARETH è il centro comune armonizzante CHESED e GEBURAH, l'attivo ed il passivo del mondo morale, è il sole splendente a cui può riferirsi l'uomo. In lui il macroprosopus si trasforma in microprosopus. In lui ha sede RUACH, la mente razionale, la volontà umana; è anche il centro cristico dell'uomo. GEBURAH a cui è attribuito il pianeta Marte, porta con sè l'idea del rigore, della severità della Giustizia. E' energia dinamica e distruttrice. CHESED al contrario significa grazia, amore, compassione, è il contrario di GEBURAH il distruttore; ambedue vengono equilibrati in TIFHARETH. BINAH è l'utero archetipale attraverso il quale la vita viene alla manifestazione, di conseguenza vincola la forza proveniente da COKMAN, è quindi la datrice della forma archetipale (si riflette in Malkuth su di un piano inferiore). CHOKMAN è il primo nato da Kether, è il Logos, il Figlio, come potremmo anche considerare Binah lo Spirito Santo, è un canale attraverso cui la forza fluisce e non ristagna, è forza dinamica. KETHER, la corona, rappresenta la prima Pagina 1 di 11 30/06/02
Studio ,con documenti inediti, su Edoardo Alfieri, scultore del XX sec. Di origini piemontesi, lavora a Genova e per committenze internazionali. I suoi disegni sono conservati al Gabinetto di Disegni e Stampe di Palazzo Rosso a Genova; sculture e bozzetti in vari musei italiani , dalla GAM di Torino all'Accademia Ligustica di Genova, ecc... Foto a colori e b/n, bibliografia.
Mi fu chiesto una volta: un anno fa, forse due, di preparare un volume sulla cattedrale di Padova. L' idea era partita da mons. Claudio Bellinati, che incontro quasi quotidianamente in via San Gregorio Barbarigo, a due passi dalla mia abitazione. Lo studioso, ben noto nella città antenorea e al quale son legato da sincera amicizia e da profonda riconoscenza per aver celebrato le mie nozze nel lontano 1971, mi aveva suggerito, col solito garbo che lo contraddistingue, di pubblicare un volume sulla cattedrale e dedicarlo a Sua Eccellenza il Vescovo Antonio Mattiazzo in occasione del suo settantacinquesimo compleanno. Non ho avuto esitazioni e ho accettato senza batter ciglio; del resto la proposta mi appariva particolarmente interessante, anche perché mi offriva la possibilità di dar vita al quinto volume della collana Chiese monumentali padovane, da me diretta per conto dell' Erma di Bretschneider di Roma. Anche il titolo che s'è voluto dare a questo libro segue lo schema degli altri volumi della collana; ma, a onor del vero, è stato lo stesso Bellinati a suggerirlo laddove, in uno dei nostri tanti incontri, l' assumeva quale risposta alla domanda intorno al significato delle realtà storiche artistiche archeologiche emerse da nuovi studi e al modo di coglierlo e comprenderlo nella sua compiutezza. Ma v'è un' altra, e chiarificatrice confidenza di Bellinati, che s' accorda col tema a lui tanto caro e che avrebbe voluto affrontare: il sito della primitiva cattedrale. All' uopo, lo invitai più volte a preparare un saggio sull' argomento, ma col passare del tempo m' avvedevo che le scadenze per la consegna incombevano, ragion per cui gli domandai, in via imperativa, di pensare un titolo, seppur provvisorio, per inserirlo nell'Indice del volume. Mi chiedo, ancor oggi, se l' ansia o, peggio, il panico l' avesse preso; o, piuttosto, se un po' di stanchezza e impegni istituzionali l' avessero portato a rinunciare ciò che forse avrebbe voluto fare più di ogni altra cosa. Comunque sia, credo sia stato un modo per venirne fuori. A tal fine è stata indirizzata questa breve divagazione, giacché premeva render conto dell' adozione di una proposta su come era nata: la stampa di un volume sulla cattedrale patavina come omaggio al Vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, in quiescènza dal settembre 2015
Sunto… La scelta di dotare il nuovo ponte di una seconda corsia, accanto a quella esistente, non sarebbe eticamente giustificabile, né verso la fatica di chi, nel corso dei secoli, s’è adoperato per la sua manutenzione, né verso il materiale che è parte integrante della topografia del luogo… In questo modo abbiamo cercato di dare alla vecchia struttura e alle fatiche della gente locale un’altra opportunità per esprimersi, un nuovo significato simbolico. La ricostruzione di alcuni conci del vecchio ponte, ai fini della costruzione del nuovo ponte, ci sembra un’opera sia giustificata nelle sue intenzioni, sia pregna di significati simbolici. Le vecchie parti, una volta rinnovate e ricostruite, riceveranno, così, un concreto ruolo nella realizzazione della nuova struttura, serviranno, cioè, alla sua realizzazione ma con una portata ampliata. Poiché affideremo ai vecchi elementi rinnovati il ruolo di supporto provvisorio, per liberarli in seguito dal loro compito che hanno onorato nei secoli con gran dedizione, rimuoveremo i giunti che servono per il montaggio e li lasceremo liberi di morire ancora una volta, se lo vorranno, nelle impetuose acque del torrente...
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