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Music senses body: proceedings from the …, 2008
L'OCCHIO DELL'ASCOLTATORE Credo che il modo migliore per iniziare questo breve saggio sia spiegare come e perché ho scelto questo titolo ed argomento. Lo stimolo viene da una circostanza occasionale: il Conservatorio dove insegno mi chiese di partecipare ad una tavola rotonda dal titolo: "la musica elettronica: e il pubblico?" Naturalmente, questo titolo si riferiva alle difficoltà che il pubblico dei "normali" concerti di musica classica incontra quando assiste ad un concerto di sola musica elettronica. La normale e un po' banale risposta può essere "la musica elettronica è difficile da seguire perché non c'è nulla da vedere". Ma, mi chiesi: perché è così importante vedere qualcosa, in un concerto? Dopotutto, noi normalmente ascoltiamo musica sui nostri impianti hi-fi dove non c'è proprio nulla da vedere e non si può dire che sia sempre particolarmente spettacolare vedere dei musicisti che suonano. Un primo accenno al problema lo si può trovare in Stravinskij (1942Stravinskij ( [1978), quando sostiene che la musica si dovrebbe pure vedere: ma in realtà, qui egli sembra riferirsi maggiormente al corretto comportamento che deve tenere l'esecutore durante la sua performance; si tratta di un problema di contegno sociale del musicista più che di comprensione del fatto sonoro.
Note di Pastorale Giovanile, 2022
An exploration of our “restless search” for beauty through Saint-Exupéry’s The Little Prince and the tragedy of Narcissus and Echo.
ITALIA CONTEMPORANEA, 2014
I testimoni raccontano balle! Non lo fanno apposta. È la memoria che gli gioca degli scherzi". Quando ero studente ho sentito diverse volte Giovanni Levi usare più o meno queste parole per prendere le distanze dalla storia orale. Levi insegnava Storia economica a Venezia ed era stato -con Carlo Ginzburg ed Edoardo Grendi -uno dei fondatori della "microstoria". Sono cresciuto con l'idea che la tribù dei microstorici e quella degli storici orali fossero in guerra tra loro; che la prima fosse una cerchia di persone coltissime, esigenti e pure un filino aristocratiche, e la seconda fosse popolata da studiosi un po' irregolari ma alla mano e ben disposti verso la gente comune. Tuttavia non riuscivo a spiegarmi come mai alcuni membri autorevoli dei due gruppi fraternizzassero tra loro e persino si mostrassero reciproca stima. Mi ci sono voluti degli anni per capire che c'era stato un tempo in cui le due tribù erano parte di uno stesso popolo e che erano proprio i legami di parentela a creare tensioni reciproche, spesso stemperate nei rapporti di scherzo.
Lo sQquaderno, 2008
Queste brevi note sul suono e sul paesaggio nascono da un lungo lavoro di ricerca sulle trasformazioni del paesaggio alpino contemporaneo condotto assieme al fotografo e filmaker Armin Linke . All'inizio si trattava di indagare sul piano visivo lo scarto esistente tra i cosiddetti "bei paesaggi" delle Alpi e le realtà fisiche che oggi li accompagnano e circondano: da un lato, infatti, ci sono le Alpi come territorio, centrale per l'Europa, che ha vissuto e vive trasformazioni profonde; dall'altro c'è l'immagine delle Alpi, come icona che, grazie all'immaginario che può mobilitare, rimane fedele a sé stessa al di là di qualunque trasformazione.
2022
In this research I analyze some performances of Visual Vernacular, an art typical of the Deaf culture that combines pantomime, cinema, music, acting, poetry. The purpose of this research is to use the Visual Vernacular within an inclusive music lesson at school and, therefore, to generate an inclusive musical practice for the deaf and hard of hearing. My intent is to test the validity and effective usability of a lesson of this type on pupils aged between 10 and 12 years. The state of my work is in an initial phase of planning the lessons and defining the methods for verifying and evaluating the validity of my proposal.
Come psicoanalista e terapeuta del Gioco della Sabbia, sono naturalmente interessata a tutto ciò che è manifestazione dell'anima, oggettivazione della psiche, e all'immaginazione come cura, di cui il gioco e il disegno sono espressione, riparazione e cura. Jung diceva: "Tutto quello di cui siamo consapevoli è un'Immagine. E l'Immagine è Psiche." E Hillman : "Siamo tutti pazienti della immaginazione" Per questo vorrei ora parlarvi di John Berger, che ha "guardato" e interrogato immagini tutta la vita, e disegnato per guardare meglio, come atto di conoscenza. Berger si è interrogato su tutto ciò che cadeva sotto il suo sguardo e le sue mani chetoccando -vedevano: opere d'arte, articoli di giornale, oggetti, alberi, fiori, nuvole. John Berger (1926-2017) è noto in tutto il mondo come critico d'arte, poeta, narratore, sceneggiatore cinematografico, autore teatrale e disegnatore. Lui preferiva definirsi semplice storyteller. Stavo lavorando al mio libro sul Gioco della Sabbia e la Pazienza dello Sguardo e mi portavo dentro la domanda "Qual è lo Sguardo che cura?", quando ho incontrato lo Sguardo originale di Berger e i suoi libri: Questione di Sguardi, Modi di vedere, Perché guardiamo gli animali?, Sul Disegnare,Confabulazioni.
Perché guardare non è vedere 1 -Ignazio Mauro Mirto 2 agosto 2020 «Una teoria […] può essere messa alla prova verificando la sua capacità di risolvere enigmi» Bertrand Russell (1973: 185) 2
Tesi di baccellierato in teologia presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio E., affiliato alla P.U. Sant'Anselmo in Roma. Una rilettura del libro di Giobbe alla luce di alcuni testi di autori del XIX e XX secolo: C.S. Lewis, Cioran, Girard, Dostoevskij, Chesterton.
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L'avventura di uno spettatore. Italo Calvino e il cinema, 2015
Sensi alterati: droghe, musica, immagini , 2005
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"Musica/Realtà" 125, luglio 2021
Appendix to the Eranos Yearbook / Annale di Eranos 74, 2018