Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
16 pages
1 file
In 1958 Ludovico Quaroni and associates undertook Ravenna masterplan aiming to fill war destructions. Some important architects were involved as Ignazio Gardella and Giovanni Michelucci.
L Architettura Delle Citta the Journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni, 2013
Questo saggio ha lo scopo di fare un punto-provvisorio-su uno dei temi che ricorre tipicamente negli scritti e nei progetti di Ludovico Quaroni, anche in quelli qui pubblicati: la bipolare unità di "emergenza-tessuto" come fondamento radicale dell'idea di città. Esso viene esplorato a partire dalla prima monografia scritta da Quaroni nel 1939, da cui questa rivista trae il nome, e si articola ragionando su altri documenti; ci si chiede, infine, se non valga la pena di avviare una ricerca sull'eventuale influenza, in ambito statunitense, nelle più importati facoltà di architettura, del pensiero e dell'opera di Ludovico Quaroni.
L’infaticabile OdB
Oreste del Buono fu animatore di una rivista dalla breve durata ma dalla grande importanza culturale: "Quaderni milanesi", pubblicati tra il 1960-1962, dove si coniò la formula della "narrativa integrale" quale nuova direzione per un'arte sperimentale, capace di raccogliere l'eredità del modernismo anglosassone. Aiutato da scrittori come Gramigna, Tadini, Bianciardi e La Capria, del Buono riuscì nell'impresa di creare una rivista aperta alle nuove suggestioni della cultura contemporanea (comprese le scienze dure).
1416: Savoie Bonnes Nouvelles. Studi di storia sabauda nel 600° anniversario del Ducato di Savoia, 2021
Elena Gianasso, "Lo Stato, la Città e la Chiesa. Progetti degli ingegneri del Duca di Savoia tra Cinquecento e Seicento", in "1416: Savoie Bonnes Nouvelles. Studi di storia sabauda nel 600° anniversario del Ducato di Savoia", a cura di Gustavo Mola di Nomaglio, vol. II, Torino, Centro Studi Piemontesi, 2021, pp. 1021-1034. ISBN: 9788882622916 DOI: 10.26344/CSP.SBN
Ricerche di Storia dell'Arte, 2018
The classicist projects designed by Ludovico Quaroni for E42 in 1937, along with Francesco Fariello and Saverio Muratori, surprised and disappointed some of their main supporters such as Carlo Belli. The criticism, starting from Manfredo Tafuri in 1964, has often interpreted those projects as an attempt to realize a monumental architecture, as the the fascism regime required, through an escape in the Scandinavian neoclassicism and mostly in the works of Erik G. Asplund. The unpublished sketches, stored in Quaroni's archival fonds, reveal that their design references came from a largest classic background, learnt in the Scuola Superiore di Architettura of Rome, that they attended from 1928 to 1934. The method taught in the school, especially in the classes run by Vincenzo Fasolo, Enrico Del Debbio, Gustavo Giovannonni, extracted planning models from historic architecture, useful to shape the students' design abilities. Thus, the built architecture, mainly the Roman and the Renaissance ones, became a complex living schoolbook, that students had to draw and re-elaborate, in order to absorb its formal and constructive rules.
3 ) al riguardo: I Documenti Diplomatici Italiani (d'ora in poi ddi), roma, istituto Poligrafico dello stato, 1952-, serie vii, volume 3, Quaroni a Mussolini, 9 aprile 1924, documento (d'ora innanzi d.) 131. ( 17 ) l. Monzali, Un Re afghano in esilio a Roma. Amanullah e l'Afghanistan nella politica estera italiana 1919-1943, cit.
2005
"The book deal with the Urban Design discipline in Italy. The scenario that comes out is very interesting and demonstrates the role of Italian research in the international urban design research frame. The aim of this book is to recompose a frame that appears really complex. The Urban design discipline have not a precise date of birth. Many architects have tryed to explane it but few have traced a path between Architecture and Urbanism that see, unitl now, Architects and Urbanists engaged in a struggle to assume the paternity of the Discipline. A very hard work of study of the italian publications and the discovery of not yet published stuff, together with the words of the principal protagonists, illustrate the story of a group of Architects who, by many different instruments and media, look for a dream: to design the towns by Architecture. It's a story well known by the elder architects but it must be totally told to the new generations of designers to confirm the centrality of Italian debate. Questo testo ricompone, attraverso la forma retorica del racconto, un quadro che ancora oggi appare complesso e disorganico. Il "progetto urbano" non ha mai avuto un riconoscimento né una data di nascita ufficiali. Molti hanno provato a spiegarlo, pochi si sono inoltrati nella strada più tortuosa della ricostruzione di un cammino - tra architettura ed urbanistica - che ha visto e vede tutt'ora, gli architetti -urbanisti impegnati in una instancabile ricerca. Catalogando materiale inedito, oltre a gran parte della pubblicistica italiana del dopoguerra ad oggi e ricorrendo alle parole dei protagonisti, volutamente lasciati liberi di parlare all'interno del testo, appare in filigrana la storia di un gruppo di architetti che, attraverso strumenti di volta in volta differenti, insegue un sogno: disegnare la città attraverso l'architettura. E' una storia nota soprattutto a chi oggi ha più di cinquant'anni ma che merita di essere trasmessa alle nuove generazioni per testimoniare la centralità del dibattito italiano negli ultimi cinque decenni, fugare -se possibile- il sospetto di un ingiusto provincialismo e collocare in un contesto preciso quei magnifici e spesso incompresi frammenti che l'architettura urbana italiana ci ha lasciato in eredità."
in A. Ranaldi, Museo Nazionale di Ravenna. Porta Aurea, Palladio e il monastero benedettino di San Vitale, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 2015, pp. 33-57.
Filologia italiana, 2009
Per la migliore riuscita delle pubblicazioni si invitano gli autori ad attenersi, nel predisporre i materiali da consegnare alla Redazione ed alla Casa editrice, alle norme specificate nel volume Fabrizio Serra, Regole editoriali, tipografiche & redazionali, Pisa-Roma, Serra, 20092 (ordini a: [email protected]). Il capitolo Norme redazionali, estratto dalle Regole, cit., è consultabile
2006
Il dibattito culturale degli anni Sessanta si caratterizza per la molteplicità di ambiti che interessa, e per la quantità di questioni che affronta, spesso in chiave fortemente polemica. In architettura, la crisi del movimento moderno, apertasi nel decennio precedente, mina le certezze di una operatività consolidata, ed in parte accademizzata, aprendo la strada a ricerche diverse tra loro. Anche l’arte si caratterizza per le opposizioni tra correnti eterogenee: al filone dell’informale, che prosegue dagli anni Cinquanta, si contrappongono le proposte sperimentali dei gruppi internazionalmente ricondotti alle nouvelles tendances. Le esperienze di tali correnti, e soprattutto l’ispirazione neoavanguardista che emerge in quel periodo, saranno fondamentali nell’indirizzare le ricerche critiche verso l’idea della necessità di uno studio comune dei fenomeni sociali ed estetici contemporanei. Maurizio Sacripanti è in quegli anni figura di primo piano nell’ambito architettonico romano; amico di Mario Mafai, storico esponente della scuola romana, e del formalista Achille Perilli, con i quali collabora nel corso del decennio, la sua figura appare come enigmatica ed al tempo stesso ricca di fascino per gli architetti di quella generazione. Gli anni Sessanta rappresentano il cuore della sua produzione progettuale, che però rimane interamente sulla carta; le sue proposte di architettura riguardano spazi decisamente inconsueti, caratterizzati dalla ricerca di un linguaggio basato sul fattore tempo e sull’estetica della macchina e del movimento, ma anche dallo studio pratico delle possibilità realizzative. Il disegno di complesse strutture edilizie, nelle quali il movimento e la riconfigurazione continua degli spazi non appaiano solamente come una suggestione estetica, ma come una possibilità concreta, rappresenta il nodo essenziale di tale ricerca. I progetti che vanno dal grattacielo Peugeot a Buenos Aires al padiglione italiano per l’Esposizione Internazionale di Osaka del 1970, passando per il teatro di Cagliari, rappresentano un corpus che qualifica l’attività di Sacripanti sia rispetto alla sua produzione precedente, orientata nel solco razionalista, sia rispetto a quella successiva, nella quale vengono esplorate le potenzialità espressive del cemento armato. La raccolta del materiale relativo a tale attività professionale è stata condotta tramite uno studio bibliografico, rivolto soprattutto all’individuazione dei numerosi articoli apparsi a riguardo sulle riviste, e alla ricerca diretta effettuata nel fondo Sacripanti all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Si è inteso analizzare l’opera di Sacripanti attraverso la lente che viene fornita dalla ricerca di un importante studioso dei fenomeni estetici e linguistici quale è Umberto Eco. Il dibattito che si sviluppa nel periodo preso in esame può infatti essere riassunto in due sue opere fondamentali, che colgono momenti diversi dello sviluppo delle principali questioni critiche del decennio: Opera aperta, del 1962, e La struttura assente, pubblicato nel 1968. Nella prima, egli introduce, o meglio fissa criticamente, l’idea di un atteggiamento comune alle poetiche contemporanee, basato sull’intenzionale inclusione del dato aleatorio nelle operazioni artistiche; la seconda, sei anni più tardi, sviluppa lo stesso tema nell’ambito linguistico, divenuto stringente ed irrinunciabile nel dibattito artistico ed architettonico. Lo studio dei temi culturali contemporanei passa dunque attraverso una serie di esperienze e situazioni che possono definire con più rigore il campo di indagine. Innanzitutto una lettura delle proposte sperimentali sviluppate in arte ed architettura, con particolare riferimento alle attività dei gruppi neoavanguardisti, e alle metodologie che le sottendono, per tentare un inquadramento della effettiva pregnanza dell’idea di apertura nelle poetiche contemporanee, e di rimando la trasposizione di tali considerazioni nell’ambito progettuale di Sacripanti. In seconda battuta, una lettura delle posizioni sostenute dalle diverse personalità sul tema del linguaggio nelle diverse discipline, dibattito questo condotto principalmente sulle pagine delle riviste, al quale lo stesso Sacripanti partecipa all’inizio degli anni Settanta, riassumendo le sue esperienze ed assunzioni critiche a riguardo. L’intento è in definitiva quello di cercare una chiave di lettura obliqua, per usare un termine caro a Bruno Zevi, utile per individuare una linea di operatività coerente e sufficientemente approfondita all’interno di ambiti e poetiche spesso bloccati da rigidità di posizioni teoriche e critiche di difficile superamento.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
R. Regoli (ed.), Ercole Consalvi. 250 anni dalla nascita. Atti del Convegno di Roma 8 giugno 2007, (Neoclassico, n. 30 a. 2006), Trieste 2008, 2008
AFAT. Rivista di Storia dell’arte fondata nel 1975 , 2017
Franco Purini, Luogo e progetto, pp. 4-10, 1976
Edifici alti in Emilia-Romagna, edited by Annalisa Trentin, pp. 41-51, 2006
Rigenerare l'Avana. Patrimoni e culture, città e pratiche, 2018
Adriatico altomedievale (VI-XI secolo). Venezia, Edizioni Ca' Foscari - Digital Publishing, 2017-07-09., 2017
in P. Delogu, S. Gasparri (a cura di), Le trasformazioni del V secolo. L’Italia, i barbari e l’Occidente romano, Brepols, Turnhout, 2010
Bollettino d'Arte, 2020
Per Eleonora Duse. Omaggio nel centocinquantesimo dalla nascita, a cura di L. Giordano, saggi di V. Terraroli, V. Palumbo, L. Malavasi, Società Storica Vigevanese, Vigevano 2008, pp. 22-27, 2008
… R., PEDUTO P.(a cura di), …, 2003
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Rendiconti di Lettere