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Epigrafe Ginestra - Lettere italiane

Abstract

In ignem: sull'epigrafe giovannea della Ginestra Il dialogo con Nicodemo Solo di recente la critica ha cominciato ad affrancarsi dal pregiudizio dell'anti-cristianesimo leopardiano, ed è diventato possibile inquadrare la presenza del dato religioso in un più generale interrogativo filosofico: di qui l'attenzione diretta non solo alla cosiddetta "fase apologetica" del pensiero di Leopardi e al progetto di stesura degli Inni cristiani, ma anche alla diffusa presenza di fonti scritturali nei suoi testi, e alla definizione del male inteso come concetto di rilevanza teoretica. 1 Su questo sfondo può essere ricollocato e parzialmente riletto anche un luogo canonico dell'opera poetica leopardiana come l'epigrafe alla Ginestra, dove filosofia ed etica diventano tutt'uno a partire da un retroterra cristiano esplicitamente dichiarato, ma privato del suo valore metafisico originario: la virata anti-provvidenzialista del pensiero di Leopardi, chiara già nel Bruto, diventa infatti più netta dopo il 1832, con il rifiuto radicale delle «frivoles espérances d'une prétendue félicité future 1 Cfr. L. Derla, Leopardi dall'apologetica alla filosofia, «Aevum», XLVIII, 1974, pp. 419-448; F. Martina, Leopardi: l'adolescenza filosofica, «Belfagor», XXXVIII, 1983, pp. 377-394; P. rota, La "biblioteca sacra" in casa Leopardi, «Studi e problemi di critica testuale», 1993, n° 46, pp. 143-157; P. GirolaMi, L'antiteodicea. Dio, dei, religione nello Zibaldone di Giacomo Leopardi, Firenze, Olschki, 1995 (e in particolare la premessa di M. BionDi, Sulla religione in Leopardi); P. rota, Leopardi e la Bibbia: sulla soglia d'alti eldoradi, Bologna, il Mulino, 1998; E. niccoli -B. Salvarani, In difesa di Giobbe e Salomon: Leopardi e la Bibbia, Diabasis, Reggio Emilia, 1998; M. Moneta, L'officina delle aporie. Leopardi e la riflessione sul male negli anni dello Zibaldone, Milano, Franco Angeli, 2006; mi sia infine concesso il rimando al mio Un infinito che non comprendiamo. Leopardi e l'apologetica cristiana dei secoli XVIII e XIX, Alessandria, Dell'Orso, 2008. 2 Così si esprime Leopardi nell'importantissima lettera a Luis de Sinner del 24 maggio 1832 (in Lettere, a cura di R. Damiani, Milano, Mondadori, 2006, p. 1006)