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Ordine e Disordine in Politica e Storia
This article propose some features for an interpretation of the relation among morality, myth and violence, in the complexe and contradictory thought of Georges Sorel.
Scienza & Politica. Per una storia delle dottrine, 1995
Che cosa significa e a quale fine si studia la storia della cultura Heznz Du ter K,ttstezner* I La storia unzvr rvale della «rnent filo sofica» Qu indo il titolo di una prolusione comincia con «Che cos i significa e a qusle fine » sapete gia che il seguito deve esseie «si studia la storia universale» e non la «storia della cultura» Questo e infatti i 1 titolo dell'i prolusione tenuta a Jena il 26 maggio 1789 da Friedrich Schiller. Se però si guarda più da icino che cosa significhi «storia uniersale» nell eta dell iiimi nismo si trova essenzialmente che sotto questa voce si intende una generale storia della cultura come aveva mostr sto indicati vamente Voltaire nell'Essay sur les Moezirs. Anche Schillcr non intende nulla di di erso in una lettera a Korner scri e «a dire i 1 ',ero stori i dell i chies'i storia della filosofia storia dell arte dei costumi e dell agire si dovrebbero riassumere in una sola storia insieme a quella politica, che può essere solo 'storia universale'». Discipline diverse, un tempo separate, vengono raggruppate diversamente, riuniteun processo che non sarà stato del tutto sconosciuto ai membii della allora giovane facolta di scienza della cuitur'i alla «Viadrina» Sembri che tali movimenti di riforma siano di tanto in tanto necessari nelle scienze. Quanto il panora ma scientifico fosse allora in movimento è dimostrato dal fatto che Schiller non era stato invitato a Jena come professore di storia aeva invece una cattedra di filosofia ma con 1 incarico dietro raccomandazione di Goethe, di tenere un corso di storia. Ciò era possibile; ma quest'o fatto acquista il suo pieno significa to solo se ci si rende conto che fino al diciottesimo secolo molti no valeva ancora i antica divisione secondo il sistema aristotelico tra «storia» e «filosofia» lo storico tratt'i solo del singolo il suo Pro] usion all anno acc idemico 1994 19) tenuta presso la Euiopa Umvcrsit st Viadrina (Fr inkfurt an der Oder) 'Iraduzione di Anna Maria Pisapia
Georges Eugène Sorel (Cherbourg, 2 novembre 1847 -Boulogne-sur-Seine, 29 agosto 1922) è stato un filosofo, sociologo, ingegnere e pensatore francese, teorico del sindacalismo rivoluzionario .
Napoli, 1254: al tramonto dell’impero di Federico II, un «homo d’arme» venuto al seguito di papa Innocenzo IV decide di fermarsi in un sobborgo della grande capitale, colpito dalla bellezza di una donna: è la storia affascinante e sconosciuta di Giacomo Torello, dietro la cui incerta identità si cela probabilmente un piccolo, ma intrigante, giallo storico. Potrebbe infatti trattarsi del figlio del famoso capo ghibellino Salinguerra, le cui tracce si perdono proprio in questi anni. Ma cosa avrebbe spinto uno storico sostenitore del potere imperiale a lasciare le sue terre, nel cuore dell’Italia, per mettersi al seguito di un papa? Probabilmente la risposta va ricercata nella “scomoda eredità” che il vecchio Salinguerra aveva lasciato ad un figlio che – lo dicevano già i suoi contemporanei – non sarebbero mai stato come lui, e che andò incontro ad uno strano destino.
2017
Nelle raccolte Storie naturali, Vizio di forma e Lilít e altri racconti, così come anche nelle storie scritte negli ultimi anni di vita, è evidente l’intento di Levi di servirsi dei miti per dare forza alle proprie narrazioni: non solo ama giocare con i miti tradizionali, ne crea anche di alternativi, facendo convergere la tradizione greco-romana, quella ebraica e la fantascienza di cui era avido lettore. Prometeo, il Golem, Lilít e il centauro: sono queste le figure che ritornano in molti racconti e che per la loro origine mitica sono la porta d'accesso ad un universo di significati antropologicamente pregnante, arricchitosi nel corso di varie elaborazioni storiche. Grazie alla densità semiotica di questi simboli Levi può presentare la propria etica in forma narrativa senza correre eccessivi rischi di semplificazione, esplorando ambiguità e dilemmi della condizione umana. È tempo di rileggere questi racconti d’invenzione. Potrebbero rivelarsi resistenti al tempo tanto quanto i protocolli di Auschwitz.
in P. Cherchi – M. Rinaldi – M. Tempera (eds) Giovan Battista Giraldi Cinzio gentiluomo ferrarese (Firenze: Olschki, 2008), pp. 145-56., 2008
I Castelli Di Yale Online, 2013
Schede Umanistiche. Antichi e Moderni, 2020
Con Dissipatio H. G., Guido Morselli propone una scrittura chiaramente in commercio con i miti della distruzione. Il saggio propone un’analisi che tiene conto non solo dell’articolazione della tradizione mitica nel secondo dopoguerra – a partire dal lavoro di Frank Kermode – ma anche del trattamento particolare che Morselli riserva alla Storia tout court. Proprio nella particolare contro-storia morselliana, chiaramente tracciata in Contro-passato prossimo, è infatti possibile rinvenire i prodromi della contro-mitologia percorsa lungo Dissipatio H. G., in cui Deucalione e Giovanni dialogano con la paura della bomba atomica e la fine della civiltà moderna.
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Sinestesie, 2020
Comitato scientifico internazionale / International Scientific Board zyGmunt G. BaranSki (University of Cambridge), mark William EpStEin (Princeton University), maria pia dE pauliS d'alamBErt
Sapere Aude Revista De Filosofia, 2012
Intendo affrontare il tema della violenza in rapporto al dialogo filosofico inteso non come testo o genere di scrittura, bensì come pratica attivata attualmente in differenti contesti di vita pubblica in Italia e in altri Paesi europei. La riflessione su: significato di violenza, rapporto razionalità-linguaggio, rapporto linguaggio-filosofia, sarà svolta in funzione di questa tematizzazione. Dunque metto in evidenza una costellazione di parole-valori che possono formare una trama essenziale: violenza, ragione, filosofia, dialogo Parole-chiave: Violenza. Ragione. Filosofia. Dialogo. Resumo Pretendo discutir o tema da violência em relação ao diálogo filosófico não apenas como texto ou gênero de escrita, mas como atual prática desenvolvida em diferentes contextos de vida pública na Itália e em outros países europeus. A reflexão sobre significado de violência, relação entre racionalidade e linguagem, relação entre linguagem e filosofia, será desenvolvida em função desta tematização. Desta feita, põe-se em evidência uma constelação de palavras-valores que podem formar uma trama essencial: violência, razão, filosofia, diálogo.
Antigone, che Hegel definì 'la più radiosa figura mai apparsa sulla terra', è un personaggio complesso, dai connotati antitetici: se è raffigurata come vittima che subisce una sorte tragica, porta con sé anche il carattere opposto di eroina, di artefice consapevole del proprio tragico destino, destinata a diventare, nelle molteplici riprese letterarie della vicenda (Alfieri, Anouilh, Brecht, Gide, Hoffmannstahl), addirittura martire, testimone del valore supremo della giustizia contro la sopraffazione del potere.
At the end of the Eighteenth century, anatomists aimed at detaching themselves from a mere classifying and descriptive approach to establish a philosophic science studying form patterns and relationships. Organic forms can either be part of a research program, grounded on how their components coordinate and are related from a functionalist perspective, as Cuvier maintained, or explained by placing them within a pattern, a single framework of organization (unity of composition), as it is for Etienne Geoffroy Saint-Hilaire. These positions came to a clash in 1830, resulting in what...
2017
Comitato scientifico A D B, G G, F P, F S, A S, M V © Centro Nazionale Studi Manzoniani via Morone, . Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. del febbraio - STUDI G C L'ARGOMENTAZIONE MORALE NELLA «STORIA DELLA COLONNA INFAME»
Fata Morgana, n. 7, pp. 217-225, 2009
Il seguente elaborato si pone come obiettivo l’analisi della figura di Antigone in due rivisitazioni contemporanee del mito e della tragedia sofoclea in area tedesca: Die Berliner Antigone di Rolf Hochhuth (1963) e Meine Schwester Antigone di Grete Weil (1980). Sulla base di un forte interesse personale nei confronti di tematiche femministe e di genere, chi scrive ha voluto concentrare la propria attenzione primariamente sul personaggio femminile e sulla sua caratterizzazione nelle tre versioni sopra citate. Se ne sono voluti osservare da un lato eventuali punti di incontro e divergenze, dall’altro si è cercato di far luce sui riferimenti a donne di spicco nella storia del Novecento. Il lavoro di approfondimento vuole quindi anche essere un omaggio a identità femminili che nel corso del secolo, come Antigone, hanno avuto il coraggio di ribellarsi alla tirannia, di insistere per il loro amore e di resistere per i loro valori. Il panorama degli studi pregressi sullo stesso tema è a dir poco sconfinato: moltissime sono le riscritture del mito di Sofocle e altrettanto numerosi sono, di conseguenza, gli studi effettuati a riguardo. In molte occasioni, inoltre, il personaggio di Antigone è stato già utilizzato come stendardo della lotta femminile, come simbolo dei diritti civili o come emblema della Resistenza. Questo approfondimento, rispetto ad altri, vuole in tutta umiltà isolare le due riscritture scelte e farle dialogare con la versione originale del mito e tra di loro, nella speranza di riuscire a scoprire come esso riesca ad essere adattato a diversi periodi storici e di mettere in evidenza la sua universalità. Ponendo attenzione, invece, alla struttura del seguente lavoro di approfondimento, si è ritenuto opportuno suddividere il contenuto in tre capitoli. Il primo, interamente dedicato a Rolf Hochhuth, è a sua volta suddiviso in tre sezioni. La prima di esse presenta la biografia dell’autore, concentrandosi maggiormente su episodi emblematici relativi alla sua controversa posizione nel panorama culturale tedesco. La seconda invece passa in rassegna le opere più celebri di Hochhuth, di cui viene presentata la trama, facendo fede alla loro suddivisone per generi letterari: teatro, prosa e poesia. L’ultima delle tre sezioni si concentra unicamente sull’opera dello scrittore assiano che è oggetto di analisi dell’elaborato, cioè Die Berliner Antigone. Il secondo capitolo è strutturalmente speculare al primo e dedicato però a Grete Weil. Anch’esso si dipana su tre sezioni: la prima incentrata sulla vita dell’autrice, sulla sua origine ebraica e sul contradditorio confronto instaurato con il nazionalsocialismo. La seconda dedica spazio alle opere dell’autrice – romanzi, racconti e un’autobiografia – che hanno faticato nel corso degli anni ha attirare l’attenzione di pubblico e critica. L’ultima sezione di questo secondo capitolo prende in esame, invece, il romanzo breve Meine Schwester Antigone: opera con la quale la scrittrice ha visto finalmente riconosciuto il suo indubbio talento. Il terzo capitolo, che si presenta come il più lungo e articolato del lavoro, permette in apertura di comprendere meglio il mito dell’Antigone di Sofocle, non limitandosi a riportarne l’intreccio, ma presentando anche alcuni antefatti relativi all’intero ciclo mitico di Tebe. Dopo una necessaria introduzione alla prima versione del mito, l’attenzione è spostata nuovamente prima sull’opera di Hochhuth e poi su quella di Weil, al fine primario di caratterizzare la protagonista femminile e di metterne in luce i punti di contatto e quelli di lontananza dal modello sofocleo. Ulteriore scopo del capitolo conclusivo è di verificare la pregnanza e la durevolezza storica del mito, evidenziandone l’eventuale adattabilità a diversi avvenimenti storici.
Interpres 36 (2018), pp. 238-249, 2018
The article deals with the meaning of the explicit of a Greek letter by Francesco Filelfo to Lapo da Castiglionchio the Younger. In Sophocles’ Ajax the author traces the source of an insulting expression coined by Filelfo and, thanks to a comparison with a passage from the Commentationes Florentinae de exilio, proposes to identify with Lorenzo de’ Medici the Older the unknown person hidden behind this periphrasis.
Spunti e Ricerche, 2017
In questo articolo analizzo come, attraverso il racconto di un mito, per Levi sia possibile veicolare una riflessione etica in via traslata. Dopo aver introdotto il mito di Lilit così come ci perviene dalla tradizione, entrerò in medias res nel racconto-memoria di Levi al fine di indagare alcuni concetti fondamentali, come la credenza, il vero e il verosimile, dal punto di vista della filosofia del linguaggio.
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