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Le seguenti pagine propongono una lettura critica degli scenari del mondo contemporaneo, integrando i contributi degli studi internazionali con quelli delle discipline sociologiche ed economiche.
Tempi, modi e mutamenti della contemporaneità.
Quando, nell'agosto del '49, fu conclusa la pace con l'Austria -in base alla quale il Piemonte si impegnava a pagare una forte indennità di guerra -la Camera rifiutò d'approvarla. La corona e il governo D'Azeglio, decisero di sciogliere la Camera e di indire nuove consultazioni da cui venne fuori una maggioranza "moderata" che approvò la pace.
Territori, 2019
This text collects the revisions of some of the most significant degree theses written from 2011 to 2015 in the bachelor degree in City, territory and landscape planning and in the Master's degree in City and territory planning and design of University of Florence, Empoli campus. The theses cover the current diversified scenery of problems within the urban planning discipline, using very different methodologies, interpretations and perspectives of analysis. The territory emerging as the protagonist of the young authors' narratives is a complex and multi-layered object; it is constituted by things and relationships, set on the long times of history, aimed towards the present and projected into the future, and it continues to raise their questions, doubts, curiosities and also some fruitful answers. In summary, rather than chances for discussion on a disposable form of knowledge, this works offer chances for reflection and experimentation, and opportunities for the incremental...
Commento e spunti sul saggio Prospettive sui conflitti del mondo odierno di Massimo Ampola, quarto capitolo all'interno di Dialogo su Jurgen Habermas, le trasformazioni della modernità 1. I conflitti etnici-tribali post coloniali.
Complessità - Un modo di pensare il mondo
Per capire i fenomeni complessi bisogna accettare che tra la causa e l’effetto ci possa essere una relazione circolare. È necessario entrare in una logica di circolarità non tautologica, di una circolarità capace di migliorare la nostra capacità di comprensione anziché intrappolarci in un circolo vizioso. Bisogna imparare a “nuotare” nella complessità, allenandosi a un pensiero più ricco e, appunto, più complesso. E il pensiero complesso è quello che riconosce le causalità complesse, che accetta e valorizza il ruolo dell'imprevisto e del caso, che articola tra loro molteplici punti di vista, che pensa anche se stesso pensante.
The author proposes a critical reflection on the topic of scale for the innovation of the relationships between urbanism, architectural, landscape policies and planning. In this essay, the author claims that a dynamic interpretation of multiscalarity as interpretative lens and as a previsional tool, in a time of deep attention to the eco- logical and landscape sensitive approaches in planning process, is fundamental to re-think the urban planning project of contemporaneity. http://www.francoangeli.it/riviste/Scheda_Rivista.aspx?IDArticolo=54705&Tipo=Articolo%20PDF&lingua=it&idRivista=3
Le istanze critiche della contemporaneità Il realismo è stato per l"Occidente anche una tecnica di potere: invadere imperialisticamente il mondo con riproduzioni della realtà è comodo e conveniente, quando sul mondo abbiamo un totale dominio 1 . na parentesi, una piccola parentesi, anzitutto; perché la questione della critica e delle sue più recenti configurazioni, figurazioni, e magari anche de-figurazioni (quei metodi e quelle prassi che, più o meno lentamente, qualcuno teme possano sfigurarla), è una domanda aperta che appassiona i critici letterari da tempo, ma certo dal 1993, giusto un ventennio a oggi, quando esce Notizie della crisi di Cesare Segre (finito di stampare: settembre). Guardato da vicino, il volume di Segre è poi una di quelle raccolte di saggi teorici la cui formula egli aveva inaugurato nel 1969, con I segni e la critica (sempre per Einaudi): primo tra i rilevanti esercizi di ricollocazione -in seno a una certa classica tradizione della critica letteraria italiana -dell"impresa semiologica. E infatti, il titolo 1993 di Notizie dalla crisi era seguito da un sottotitolo che rinsaldava il nodo etimologico (krisis come "passaggio, fase" scaturito da una scarsa inclinazione al krinein, in quanto "distinguere, analizzare, giudicare"), e metteva in chiaro il carattere interrogativo della riflessione: Dove va la critica letteraria? Tutto giusto; ma poi la vera questione posta da Segre, in linea con la silloge teorico-critica, concerneva l"uso o gli usi che si fanno, in critica letteraria, della teoria della letteratura e della semiologia.
La Città Vecchia e la sua Città Ipogea. PHI Taranto 2017, 2018
Il dato forse più impressionante della crisi attuale consiste nel silenzio che la circonda. L’afasia della politica dei partiti e delle istituzioni incapace di andare oltre il mantra dell’evocazione ossessiva quanto impotente della crescita e della ripresa come panacee di tutti i mali. Ma anche il silenzio dell’assenza di movimenti, conflitti sociali, forme di resistenza organizzata a difesa delle condizioni materiali di chi ne subisce gli effetti. La politica sembra così la grande assente nello scenario della crisi. Perpetuamente oscillante fra una dimensione istituzionale sottomessa ad imperativi sistemici di varia natura e forme di mobilitazione dal basso effimere e incapaci di prefigurare ricette e strategie al tempo stesso alternative e praticabili. Immobilismo istituzionale e ribellismo dal fiato corto, stanca riproposizione di ricette neoliberiste e populismi urlanti sembrano così essere due facce della stessa medaglia. Due espressioni della stessa incapacità di pensare politicamente in modo diverso. La crisi diviene allora fenomeno essenzialmente privato, tragedia quasi sempre vissuta in solitudine e con esiti non di rado tragici. Per rendere ragione di questo scenario si evoca spesso il declino delle capacità immaginative della soggettività occidentale. Difficoltà crescente di pensare e agire politicamente sui tempi lunghi, incapacità di immaginare un futuro comune, molecolarizzazione del conflitto (Enzensberger 2007) costituiscono altrettante manifestazioni di un deficit di immaginazione che costituisce il principale indiziato per l’asfissia della politica liberaldemocratica ai tempi della crisi. La latitanza dell’immaginazione come facoltà di critica sociale o come capacità di innovazione politica o istituzionale costituisce, in realtà, più una constatazione che una diagnosi. Rimane, infatti, totalmente irrisolta la questione di quali siano le ragioni di questa atrofizzazione dell’immaginazione. E, più in generale, della sua ineguale distribuzione fra i diversi ambiti delle attività umane. È infatti l’immaginazione specificamente politica e sociale ad essere in crisi. La mia idea è che la crisi dell’immaginazione politica possa essere compresa a partire dall’intreccio fra la fisionomia dell’immagine del mondo prevalente nelle liberaldemocrazie occidentali e le profonde e molteplici trasformazioni materiali che hanno investito le nostre società sul finire del secolo breve. La tesi che intendo argomentare è che la potenza dell’immaginazione non è una costante antropologica, ma, al contrario, è una grandezza variabile dipendente al tempo stesso da fattori ideali e materiali: dalla fisionomia dell’immagine del mondo e delle condizioni economiche, sociali, tecniche della vita sociale. Proverò, cioè, a leggere la crisi contemporanea dell’immaginazione come il prodotto della combinazione di processi materiali e di trasformazioni delle immagini del mondo che hanno avuto come esito l’indebolimento del soggetto e la conseguente esiguità della rappresentazione del possibile, della capacità di immaginare il nuovo. Per argomentare questa posizione sarà necessario, in primo luogo, chiarire, in termini generali, natura e funzioni delle immagini del mondo (Badii, Fabbri 2011) e, in secondo luogo, tratteggiare sommariamente le trasformazioni che hanno investito nella tarda modernità sia l’immagine del mondo, sia gli assetti materiali delle società occidentali.
Ethics in Progress, 2017
In 2008 Chris Anderson wrote a provocative piece titled TheEnd of Theory. The idea being that we no longer need to abstract and hypothesis; we simply need to let machines lead us to the patterns, trends, and relationships in social, economic, political, and environmental relationships. According to Anderson, the new availability of huge amounts of data offers a whole new way of understanding the world. Correlation supersedes causation, and science can advance even without coherent models and unified theories. But numbers, contrary to Anderson’s assertion, do not, in fact, speak for themselves. From the neuroscience’s standpoint, every choice we make is a reflection of an, often unstated, set of assumptions and hypotheses about what we want and expect from the data: no assertion, no prediction, no decision making is possible without an a priori opinion, without a project. Data-driven science essentially refers to the application of mathematics and technology on data to extract insights for problems, which are very clearly defined. In the real world, however, not all problems are such. To help solve them, one needs to understand and appreciate the context. The problem of landscape becomes, for this reason, critical and decisive. It requires an interdisciplinary approach consisting of several different competencies and skills.
Studi e saggi, 2021
Segni e comprensione, 2009
Vera Cantoni e Nicolò Casella (edd.), "Lingua orale e parola scenica. Risorsa e testimonianza", Cue Press, Imola-Bologna, EAN: 9788899737702, 2018
Storia Amministrazione Costituzione. Annale dell'Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica, 2008
La Scuola Cattolica, 2022
E. Dansero e A. Segre (a cura di) Il territorio dei …, 2006
XXI secolo, vol. 2: Comunicare e rappresentare, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma 2009
Locus Amoenus, 2014
Giornale di metafisica, 2013
Sezione Di Lettere, 2006
Fata Morgana Web 2017. Un anno di visioni