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Presso il polo fieristico di Milano Rho, in occasione della rassegna dell'architettura, del design e dell'edilizia, MADE Expo tenutasi a marzo del 2015, oltre 30 padiglioni sono stati invitati a partecipare alla mostra Building the Expo. Ai progetti, presentati in anteprima attraverso disegni, dettagli costruttivi, materiali e foto di cantiere, Domus ha riservato il catalogo della mostra intitolato "Building the Expo".
La Rivista del Clero Italiano, 2014
Expo 2015, grande evento globale dalla prevalente natura commerciale, in questa edizione milanese può tuttavia divenire occasione di riflessione per la società civile e per le comunità cristiane. Il tema scelto infatti, Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, tocca ambiti di grande rilevanza etica e antropologica: è il motivo ispiratore della qualificata partecipazione della Santa Sede con un proprio padiglione gestito da Caritas Internationalis. L'articolo presenta le principali problematiche che fanno del cibo un tema strategico, attorno al quale si concentrano le principali contraddizioni che affliggono il nostro mondo globalizzato, analizzando quattro tensioni fondamentali implicate dalla tematica del nutrimento umano ed evidenziando come la ricchezza antropologica del tema sia alla base della possibilità di fare di Expo 2015 un’opportunità di promozione di autentico sviluppo umano.
Inizio con il diario minimo, un resumé abbreviato e risolutamente personale. Passo poi a argomentazioni più estese. Dunque: via al tabellino.
Gizmo Architectural Review, 25 Maggio 2015 , 2015
Milan is hosting its second World Expo in just over a century in 2015. Milano ospita nel 2015 la sua seconda Esposizione Universale in poco più di un secolo.
«[…] In una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce, e avevasi un'oca a denaio e un papero giunta, ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli, e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva; e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciol d'acqua. Oh, – disse Calandrino – cotesto è buon paese; ma dimmi, che si fa de' capponi che cuocon coloro?» (Giovanni Boccaccio. Decameron. Ottava giornata, Novella terza: «Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia»).
Better City, Better Life: «una città migliore per una vita migliore» è il titolo programmatico dell'Esposizione Universale di Shanghai che sceglie di interrogarsi sulla qualità della vita urbana nel XXI secolo. Un tema inedito nella storia di oltre 150 anni di Expo che, lanciato dal cuore dell'Oriente, assume un valore etico ancor più significativo per il futuro del pianeta. Dal crollo delle utopie del Movimento Moderno, l'architettura come civitas cioè, come strumento di qualità e responsabilità sociale, è un impegno marginalizzato dalle tendenze estetizzanti della contemporaneità. Un messaggio che torna, però, alla ribalta del dibattito internazionale alla Biennale del 2000 con lo slogan «less aesthetics, more ethics» e che viene riproposto, quest'anno, con taglio ancor più umanizzante, dall'attuale direttirce Kazuko Sejima, con il titolo «people meet in architecture». Dopo i giochi olimpici a Pechino, è quindi la volta di Shanghai di dimostrare la capacità di gestire una manifestazione che, da maggio a fine ottobre, attirerà un flusso record di 70 milioni di visitatori ed ospiterà oltre 200 istituzioni internazionali. L'Expo, che si estende per circa 5 chilometri quadrati, si sviluppa lungo le due rive del fiume Huangpu, nel tratto compreso tra il ponte Nanpu e Lupu. Il masterplan ha previsto la bonifica delle sponde del fiume e la realizzazione di nuove infrastrutture che, dopo la manifestazione, incentiveranno lo sviluppo dell'area come centro di attività pubbliche, culturali e finanziarie. Intorno all'Expo Boulevard si concentrano le cinque zone, ognuna di circa 60 ettari, dove, nello spirito di una sontuosa World Fair, si articolano i Padiglioni in base alla loro provenienza geografica. Ad un'incredibile ricchezza multiculturale corrisponde un'altrettanta condivisione di obiettivi, primi fra tutti, quelli di un benessere sociale diffuso e della tutela delle risorse dell'ecosistema, alla base dei valori eterni dell'architettura e del suo contenitore: la città. Ogni nazione ha però voluto suggerire una risposta specifica al tema dell'Expo, legando la qualità urbana all'incentivazione di alcuni rapporti interdisciplinari tra la città ed il suo potenziale innovativo, sociale e ambientale. Città e Natura, Città e Socialità, Città e Tecnologia, identificano i macro filoni tematici, proposti dal gruppo di Padiglioni selezionati che suggeriscono di rendere più equilibrato il rapporto tra costruito e natura, di rigenerare gli spazi pubblici come luoghi di interazione sociale, di rivalutare le tradizioni artigiane e la sperimentazione tecnologica. In questo terzo ambito, si spazia dalla proposta low-tech del padiglione spagnolo, all'avveniristico high-tech, del padiglione-riccio del Regno Unito. Dopo i lunghi anni del laissez-faire, l'Oriente dichiara la necessità di innovative politiche urbane che generino strategie di sviluppo sostenibile per una globale pacificazione tra uomo, città e pianeta: un messaggio che lancia Shangahi ma che il mondo intero condivide.
Le idee di Expo 2015 - The ideas of Expo 2015
Il Primo Maggio 2015, Milano si trovò ad essere non soltanto al centro delle cronache nazionali (come capita piuttosto spesso), ma anche sotto i riflettori del mondo intero (dove, invece, non era più abituata ad essere da diverso tempo). Quel giorno accaddero due cose: mentre a Rho veniva inaugurata l'Esposizione Universale 2015 con tema " Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita " , nel centro del capoluogo meneghino si svolgeva la consueta manifestazione della MayDay Parade, declinata tuttavia in modo specifico in riferimento alla contestazione del grande evento, e diventata a tutti gli effetti una No-Expo MayDay. I media mainstream e l'opinione pubblica scoprirono così l'esistenza di due mondi diametralmente opposti: da una parte quello colorito, entusiasmante e sberluccicante di Expo, dall'altra quello conflittuale, contestativo ed alternativo degli oppositori. Quella giornata, per molti, si rivelò un'epifania, una rivelazione, qualcosa di totalmente inatteso. A ben vedere, invece, il moto di stupore (ed indignazione) collettiva che ne seguì, può configurarsi all'incirca come " la scoperta dell'acqua calda " , che rese visibile e tangibile una situazione latente, conosciuta e assolutamente prevedibile. Le ragioni per cui l'Esposizione avrebbe dovuto vedere tutti positivamente allineati sono piuttosto conosciute (essendo state presentate in ogni salsa durante lo svolgimento dell'evento stesso); meno note risultano le critiche mosse nei suoi confronti da una serie di soggetti (individuali e collettivi), per la stragrande maggioranza afferenti alla Rete No-Expo, o in qualche modo vicini alle sue istanze: tali critiche, già oscurate dai canali di informazione generalisti prima dell'inizio della kermesse e veicolate solo in alcune " nicchie " di contestazione organizzata, sono state totalmente annientate dalla campagna mediatica seguita alla giornata del Primo Maggio. A distanza di ormai alcuni mesi dalla chiusura dei cancelli di Rho e pertanto, come si suol dire, " a bocce ferme " , pare utile ricordare le principali critiche mosse ad Expo2015, anche alla luce del fatto che alcune delle sue caratteristiche si possono leggere come test per strategie adottate in altri contesti: si pensi, per esempio, alla gestione " emergenziale " del Giubileo della misericordia, alla nomina Francesco Paolo Tronca quale commissario straordinario della Capitale (in pieno stile Giuseppe Sala), o ancora al decreto Sblocca Italia, che ha consentito e consentirà azioni in deroga nello sviluppo dei " grandi progetti " , sulla falsa riga di quanto avvenuto nei cantieri di Rho durante i primi mesi del 2015. Il percorso di opposizione all'evento (e, all'opposto, quello di costruzione dell'immaginario pro-Expo) è iniziato più di 9 anni fa, quando, più o meno in contemporanea, si costituì il Comitato No-Expo, e poco dopo il Bureau International des Expositions assegnò a Milano, restata in competizione con la città turca di Smirne, l'organizzazione dell'Esposizione Universale. La principale caratteristica della Rete No-Expo risiedeva, fin dagli inizi e in modo crescente nel corso del tempo, nella sua variegata composizione interna, peculiarità tipica dei movimenti sociali (o più in generale dei network, come in questo caso) degli ultimi 15 anni, in cui si trovano in contatto movimenti per la casa, gruppi ambientalisti, femministe, anarchici, collettivi studenteschi, centri sociali, etc. Tale multivocalità ha consentito di elaborare una critica sfaccettata ad Expo, evidenziandone diversi motivi di contraddizione: nel tentativo di dare una panoramica il più completa possibile di tali critiche, pur nel poco spazio di un articolo, possiamo partire dicendo che la lotta per il diritto alla casa e per il diritto alla città abbiano rappresentato il perno della
2015
dare un passaggio in auto sotto compenso durante Expo 2015 prestare la macchina sotto compenso durante Expo 2015 proporsi come guida sotto compenso durante Expo 2015 proporsi come cuoco sotto compenso durante Expo 2015 Fonte: duepuntozero DOXA (aprile 2013)-300 casi in Lombardia CO zoni, spettacoli), spazi (case e luoghi di lavoro/coworking), tempo/ competenze, idee e denaro. Il valore dei beni e servizi condivisi può essere determinato in termini monetari oppure attraverso crediti/monete complementari o, ancora, rientrare nell'ambito di La sharing economy non è una reazione temporanea alla crisi, ma si propone come ripensamento strutturale dei rapporti tra economia e società, basato sulla creazione di legame sociale come fondativo dello scambio economico. Si basa su un principio di capacitazione di un cittadino attivo e produttivo. Metodologia di indagine L'analisi di alcuni articoli e ricerche del settore ha permesso di isolare 30 concetti di interesse che sono stati utilizzati come sonde per acquisire-dai social media-le discussioni di potenziale interesse, in lingua italiana, per gli obiettivi di indagine. Il perimetro di analisi è dato dalle conversazioni su blog, forum, news online e dai principali social network raccolte dal 21 marzo al 20 giugno 2014. Le metodologie utilizzate sono la statistica quantitativa classica per il social listening in generale e la Social Network Analysis per l'approfondimento sul canale Twitter. Per i concetti individuati si registrano 22.750 mention totali, con una reach potenziale di 73,3 milioni di utenti. Il canale social più rappresentato è Twitter con il 66% delle mention totali.
Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 2016
EXPO 1851-2015. Storie e immagini delle Grandi Esposizioni
Annali del Liceo Classico "Publio Elio Adriano" (già "Amedeo di Savoia") di Tivoli, 2015
Laurea Magistrale in Mediazione Linguistica e Culturale per la Cooperazione Internazionale, 2016