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Filologia italiana, Rivista annuale, 12, 2015
Schema delle lezioni del Modulo: Fondamenti di filologia e linguistica romanza. N.B. I rinvii alle pagine si riferiscono al manuale di L.RENZI.-A.ANDREOSE, Manuale di linguistica e filologia romanza, Bologna, il Mulino, 2003 e successive edizioni (=R) e al testo di S.ASPERTI, Origini romanze, Roma, Viella, 2006 (= A). Gli schemi non sono sostitutivi del manuale, ma costituiscono una guida allo studio. La 'Filologia romanza' è una scienza storico-comparativa, sorta, come disciplina sistematica, nella prima metà dell'Ottocento (Romanticismo; R, cap. 3).
Martina Cita, La rima imperfetta di tipo siciliano nella «Commedia» di Dante 9 Giuseppe Mascherpa, Percorsi confraternali nel Medioevo lombardo. Sulle laude in volgare di un codice laurenziano (ms. Ashburnham 1179) 23 Cristiano Lorenzi Biondi, Filologia del volgare intorno al Salutati. Una prima giunta 47 Alessio Decaria, Machiavelli copista, “filologo”, “capocomico”: sulla tradizione della «Commedia in versi» di Lorenzo Strozzi 109 Valentina Gritti, Per l’edizione critica dei «Cinque canti» di Ariosto 139 Giacomo Vagni, Per una nuova edizione delle «Rime» di Giuliano di Lorenzo de’ Medici 193 Carmela Marranchino, L’editio princeps della «Musogonia» di Vincenzo Monti: i due esemplari superstiti 225 Donatella Martinelli, Prove di stampa della Ventisettana. Una pagina utile alla datazione dei «Modi di dire irregolari» («Promessi sposi», i , p. 42) 253 Indici, a cura di Luca Morlino i. Indice dei nomi 269 ii. Indice dei manoscritti e dei postillati 277 Sigle impiegate in questa rivista 283
Erik Olof Burman (1845–1929) was professor of practical philosophy at the University of Uppsala, Sweden, between 1896 and 1910. In 1879 he published a long essay entitled ”Om den nyare italienska filosofien” (”On recent Italian philosophy”). About half the essay is devoted to the philosophical system of Antonio Rosmini (1797–1855), the second half to that of Vincenzo Gioberti (1801–1852). The text is mainly descriptive, apparently aiming at informing Swedish colleagues about the situation in Italy. However, there are also passages revealing the rationalist-idealist subjectivism of Burman himself as well as his considering Rosmini’s ontology too objectivistic and Gioberti’s idealism insufficiently coherent. A preliminary translation of Burman’s essay into Italian is presented. Erik Olof Burman (1845–1929) fu professore di Filosofia Pratica all’Università di Uppsala negli anni 1896–1910. New 1879 publicò un saggio intitolato ”Om den nyare italienska filosofien” (“Sulla filosofia italiana recente”). Quasi metà di questo lavoro si concentra sul sistema di Antonio Rosmini (1797–1855); la seconda parte verte anzitutto invece su quello di Vincenzo Gioberti (1801–1852). Il testo è principalmente descrittivo, ovviamente mirante a informare filosofi svedesi sulle posizioni attuali in Italia. Vi si trovano anche però commenti sparsi indicanti il razialismo-idealismo soggetivo di Burman stesso e considerazioni riguardo a come egli consideri l’ontologia di Rosmini troppo oggettiva e l’idealismo di Gioberti insufficientemente coerente. Riflettendo l’immagine della filosofia italiana del IX secolo in uno specchio straniero, il lavoro potrebbe essere di un certo valore informativo per moderni filosofi e storici italiani. Per questa ragione una traduzione preliminare del saggio di Burman è presentata.
Augusto Campana alla fine della prolusione urbinate, ricordando la crisi della libertà tra le due guerre mondiali, crisi che precluse a chi non aderiva al fascismo la carriera dell'insegnamento, scrive: «nell'atrio della mia Università [scil. Bologna], e ogni volta che ne varco la soglia non posso non rivolgerle uno sguardo, un'epigrafe del Carducci, per gli studenti caduti nei moti e nelle guerre del Risorgimento, ammonisce 'che scienza è libertà'» 1 . Se quanto recitato dall'epigrafe carducciana è vero per ogni scienza in quanto tale, Luciano Canfora, studiando il rapporto tra filologia e libertà dall'Umanesimo al XX secolo, si spinge oltre, definendo, a buon diritto, la filologia la più eversiva delle discipline 2 . La chiave di questa affermazione risiede in quanto osserva Giorgio Pasquali all'inizio della sua Storia della tradizione e critica del testo: «Quanto alla recensio la philologia profana [...] è ancor sempre, senza saperlo, tributaria della philologia sacra» 3 . I libri sacri infatti e il libro per eccellenza, la Bibbia, il Vecchio e il Nuovo Testamento, sono fra i testi più affascinanti per il filologo, sia per quel che riguarda le modalità della loro formazione che per quelle di traduzione e trasmissione. Non è difficile comprendere la diffidenza delle chiese ufficiali di fronte a ricerche che mettevano in discussione la costituzione di un testo che, in quanto 'parola di Dio', veniva giudicato non passibile di cambiamenti. Di conseguenza, gli studiosi moderni che si confrontarono con i problemi ecdotici della Sacra Scrittura si trovarono ad affrontare la resistenza violentissima dell'ortodossia rabbinica e cristiana; valga per tutti l'esempio di Spinoza che, sulla base di affermazioni come quelle che si trovano nei capitoli VII e VIII del Trattato teologicopolitico 4 , nel 1656, come ricorda Canfora 5 , fu espulso dalla sinagoga per le sue opinioni eterodosse e atti mostruosi. Fu così che molti grandi della filologia, non ultimo Karl Lachmann, partiti dagli studi testamentari, approdarono ai testi della classicità greca e latina, meno pericolosi ai fini della sopravvivenza quotidiana. La confessione religiosa di appartenenza, ebraica o cristiana, ha comunque naturalmente prodotto sulla vocazione 1 Campana 1967, 1031. 2 Canfora 2008. 3 Pasquali 1952, 8. 4 Si veda Mignini -Proietti (a cura di) 2007, 563 «tutte le difficoltà nell'interpretazione della scrittura sono derivate non tanto da un difetto di forze del lume naturale, quanto dalla trascuratezza (per non dire la malizia) di uomini che neglessero la storia della scrittura»; 569 il titolo del capitolo VIII «In cui si mostra che il Pentateuco e i libri di Giosuè, dei Giudici, di Ruth, di Samuele e dei Re non sono autografi. Si chiede poi se gli scrittori di tutti questi libri siano stati molti o uno solo, e chi sia stato». 5 Canfora 2008, 15.
Il rapporto della filologia con i testi filosofici (o, in un senso ancora più estremo, con quelli scientifici) è meno diretto o decisivo rispetto alla maniera nella quale questa disciplina opera con i testi letterari o, più in generale, con qualunque testo cosiddetto “canonico” (testi sacri, giuridici, testi dal forte valore storico o archeologico). La questione riguardante un simile privilegio della filologia per certi testi rispetto ad altri è a un tempo banale ma anche fortemente problematica.
La filologia in Italia nel Rinascimento, 2018
Il volume intende offrire un quadro ampio sulla filologia in Italia nel Rinascimento. In questi saggi, scritti dai maggiori specialisti della materia, si approfondiscono i casi più significativi relativi all’attività filologica condotta nel corso del Cinquecento sui testi volgari: dalle cure riservate a Dante e Petrarca nelle celebri aldine curate da Bembo, al lavorio intorno alle edizioni di Boccaccio e di Ariosto; dalla tradizione delle opere di Guicciardini e Tasso a una serie di contributi mirati all’incrocio tra le questioni filologiche e il dibattito linguistico che corre lungo tutto il secolo.
Coordination générale . Coordinamento generale . General co-ordination
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Il pensiero al femminile. Hannah Arendt, 2019
Giornale critico della filosofia italiana, 2021
ricerca a cura di Emilio Esposito, 2019