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La libertà e la coercizione tante volte, si trovano ancora in un duello irrisolvibile, all'interno dei reparti psichiatrici.In questo lavoro, seppur modestamente, discuto i principali temi teorici e filosofici dell'anti-psichiatria che si fece fautrice in quegli anni di un tentativo di riforma dell'intero sistema psichiatrico, anche a livello internazionale. Nella seconda fase del lavoro si cercherà di approfondire la vita di Franco Basaglia e di dare una contestualizzazione sociale e storica della nascita del suo pensiero e delle sue applicazioni nel mondo psichiatrico. Basaglia e cooperatori, pongono al centro della discussione i diritti dei malati mentali, che successivamente sfocerà nell' approvazione della legge 180.
Anna Maria Mazziotti
In this text the author traces the activity of one of the deputies of the Neapolitan Parliament of 1820-21 highlighting the institutional issues, in particular relating to the relations of the constitutional regime with the ecclesiastical institution and the monarchy, and the transformations of language in the political debate, at a time when rhetoric too is undergoing important transformations.
Sommario: 1.- Libertà: le premesse; 2.- Libertà il catalogo è questo; 3.- La Libertà nella Carta Costituzionale. Pubblicato: Persona&Danno http://www.personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=48931&catid=235&Itemid=487&contentid=0&mese=01&anno=2016
A - Rivista Anarchica n. 385, 2013
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Ripercorrendo criticamente i primi nove articoli della quaestio 22 del De Veritate, vedremo come Tommaso formula la propria posizione partendo da considera- zioni sull’insieme del mondo fino ad arrivare alla definizione di volontà e al suo rapporto rispetto alle influenze esterne. In un commento successivo, cercheremo di mettere il luce le relazioni che intercorrono tra la posizione tomista e vicende politico-morali che occupano la contemporaneità, cercando di riflettere dunque sull’attualità del pensiero tommasiano e sulla sua forza liberatrice rispetto a mo- delli antropologici di diversa impostazione.
Gesù, uomo libero, 2020
È l'esercizio della libertà che ci rende veramente uomini e donne, persone capaci di tendere giorno dopo giorno a incarnare nella propria esistenza il vangelo di Gesù Cristo, il vangelo che è la libertà di amare.
According to almost all modern Constitutions, political power is charged with the protection of human dignity. Nevertheless, the concept of human dignity remains somehow ambiguous. This is not, in fact, surprising: this paper, given on 7 th May 2012 at the inauguration of the 'Antonio Rosmini' Research and Study Centre, points to the same ambiguity within Kant's practical philosophy, which is usually turned to as being the basis of the concept of human dignity. Only recently has the latter also become a juridical problem, especially in regard to bioethical questions. From a juridical point of view, the relationship between dignity and justice seems to be the most problematic aspect. From this perspective , human dignity can be seen as the link between morality and law, as long as it makes clear that the foundations of law have not been created by law itself: they are distinct from it and represent its true beginning.
Saggio sulla libertà (John Stuart Mill): analisi dell'introduzione e del capitolo I "Della libertà di pensiero e di discussione"
Gastarea è la decima musa: essa presiede ai piaceri del gusto.
Cinque studi su Croce , 2019
La parola liberazione ci rimanda, generalmente, a questioni eticopolitiche o a condizioni psicologiche. La lotta di liberazione di un popolo da una dittatura o dall'oppressione straniera; la liberazione da complessi o tic della nostra coscienza individuale. Ma in senso ampio, in senso potremmo dire, squisitamente filosofico, liberazione può assumere il significato di liberazione dai condizionamenti pur riconoscendo la necessità del rapporto dialettico fra libertà e necessità, liberazione dal determinismo e, dunque, riconoscimento delle distinzioni, delle autonomie. Liberarsi, perfino, dal meccanicismo dei processi naturali, dallo stesso principio conservativo della specie, la difesa della vita per accompagnarlo con il principio morale di responsabilità, come meglio non si potrebbe dire se non con le parole di un uomo del Medioevo, Dante Alighieri: «Libertà va cercando che è sì cara come sa chi per lei vita rifiuta.» In tale prospettiva la filosofia di Benedetto Croce si può interpretare come una filosofia della libertà intesa come liberazione. Della libertà in senso profondo, dinamico, non retorico. La libertà liberatrice, come icasticamente si esprimeva Adolfo Omodeo, che valica i confini della politica in senso stretto per tradursi in principio universale come affermazione della vita individuale, della distinzione e dell'autonomia all'interno dell'unitario percorso della storia. In conclusione del suo libro fondamentale e, per tanti aspetti, meno frequentato dalla critica, la Logica come scienza del concetto puro, nel riassumere i principii fondamentali del suo pensiero, il filosofo metteva in rilievo il concetto di autonomia a partire dalla distinzione compiuta fra scienze empiriche e matematiche e filosofia. La sua logica, scrive, «fonda l'a u t o n o m i a della filosofia e assieme la r e l a t i v a a u t o n o m i a delle scienze empiriche e matematiche costruite con pseudoconcetti.» 1 Dove pseudoconcetti si riferisce alla distinzione da quelli che Croce ha definito concetti puri appunto per distinguerli dai concetti empirici o da quelli matematici. L'infelice scelta del termine pseudo, sia detto di sfuggita, ha contribuito malauguratamente, ad ingenerare polemiche e malintesi di cui solo da poco tempo ci si sta faticosamente liberando. Subito dopo nel passaggio fondamentale nel quale determina il suo percorso filosofico, l'autonomia risalta come principio irrinunciabile e autonomia, in questo contesto, significa riconoscimento delle libertà delle funzioni essenziali
«Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell'uomo» 1 «Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta» 2
Per certi versi Gesù di Nazareth, un semplice "carpentiere figlio di Maria e di Giuseppe" (Mc 6, Lc 4,22), era un galileo come molti altri, praticava il suo onesto lavoro e rispettava la fede jhwhista del suo popolo. Poteva facilmente essere confuso con uno dei tanti ebrei: era circonciso (Lc 2,21), tutti gli anni si recava al tempio di Gerusalemme per celebrare la Pasqua (Lc 2,41), frequentava abitualmente la sinagoga di sabato (Lc 4,16) e talvolta addirittura in veste di "maestro" (Mc 1,21), versava la tassa per il tempio (Mt 17,(24)(25)(26)(27), pregava cantando i salmi (Mc 14,26) 1 .
Siamo solo potenzialmente liberi, la libertà non è un modo d'essere dell'uomo in quanto tale, indipendente dal suo sapere, dalla sua volontà e dalla sua prassi. La libertà dalle passioni e dal vizio si realizza solo mediante la disciplina e l'educazione; la libertà in senso politico, la libertà dalla tirannide, si raggiunge e si mantiene con l'azione politica e l'esercizio delle prerogative idonee a mantenerla viva e attuale. Perciò l'alternativa tra libertà e necessità è falsa; l'uomo può diventare libero da tutto ciò che limita la sua capacità di decisione, scelta e azione, ma può anche adagiarsi nell'assuefazione a dispotismi allettanti. Tutti sono sottoposti al tirocinio della libertà; la vita etica è liberazione da tutto ciò che limita e opprime: dalle pessime abitudini, dal bisogno, dalla malattia, dalla miseria, dalla tirannia del tempo, dai seccatori, dall'invidia del prossimo, dal conformismo moralistico della società e, infine, dalla morte. Non ci sentiamo forse sollevati e realizzati, padroni di noi stessi, non appena riusciamo ad avere la prova di avere sconfitto una qualche dipendenza, di avere spezzato qualche catena privata o pubblica? Nel suo Discorso sulla servitù volontaria Étienne de La Boétie enumerava le circostanze che inducono gli esseri umani, sia individualmente che collettivamente, a rinunciare alla libertà cui hanno diritto. Ma la causa principale è la rinuncia interiore, la mancanza di coraggio, la subdola ignavia per cui si preferisce seguire la corrente del conformismo e godere dei vantaggi derivanti dall'obbedienza acquiescente ai tiranni di varia specie che in ogni epoca irreggimentano e manipolano le coscienze.
2016
Polifonica: una collana per persone di confine, che credono nel dialogo, talvolta anche conflittuale, tra i diversi sguardi disciplinari riconducibili al vasto insieme delle Scienze Umane: la pedagogia, la filosofia, la psicologia, l'antropologia, la storia, l'arte, la musica, la psichiatria e la letteratura. Specializzazione e approfondimento disciplinare non dovrebbero essere sinonimi di chiusura, poiché è esattamente dal dialogo con altri sguardi che si può rendere il proprio più profondo e complesso. Si può abitare un territorio collocandosi al suo centro e da lì osservarne l'estensione oppure privilegiarne i confini e spingere il proprio sguardo dentro e fuori per infrangere almeno un po' le barriere che li delimitano. Si tratta di qualcosa di simile a quanto accade in musica con la polifonia: un modo di comporre, contrapposto alla monodia, che mette in dialogo voci diverse, umane e strumentali, con differenti disegni melodici e ritmici, ma con pari dignità le une rispetto alle altre. Il risultato è una sorprendente armonia d'insieme, ottenuta attraverso una ben precisa costruzione contrappuntistica, cioè di contrapposizione delle parti. La complessità, del resto, altro non è se non la capacità di individuare legami dove non sembrano essercene o di crearne di nuovi ottenendo, così, una visione multiforme e creativa dell'oggetto di studio prescelto.
Giornale Di Metafisica, 2012
The metaphysical indispensability of the opposite principles of the one and the many can be justified by thinking of the original no longer as immovable or as causa sui. In the latter case a duplication is certainly justified but such as to flow back into unity. There is only real difference if what the original posits has a dimension of otherness in relation to it. Only by thinking of the original as liberty can a principle be conceived that is capable of positing itself being able not to posit itself (because liberty is beginning and choice) and therefore one can think that what is posited is other than that which posits. This other is the being of the original liberty that has passed through pure beginning to existence. The original relationship of liberty and being can then further manifest itself in that the original liberty, which positing itself posits the totality of being, can posit aspects of its being outside itself. In this way the dimension of otherness is fully displayed because being posited outside itself, in that it is being of liberty, is free being that, though finite, cannot, precisely because it is free, give rise to full mediation with the infinite original. On the other hand, the principle of unity is not lost, but takes on a new form, that is to say that of love.
Il due in questione. Prospettive interdisciplinari sul riconoscimento, 2020
Questo scritto si colloca nell"ambito di una mia personale riflessione sul concetto di libertà già sviluppata nel corso degli anni del dottorato di ricerca in attinenza al pensiero heideggeriano. Mi si permetta dunque, brevemente, di fare il riassunto delle "puntate precedenti" per introdurre ed inquadrare al meglio quanto andrò a dire. Il confronto con un pensatore cristiano come Guardini sorge dall"esigenza di rintracciare dei fondamenti del concetto di libertà in un ambito che offra la possibilità di un superamento effettivo della dialettica heideggeriana tra libertà e destino. Nell"ambito di pensiero del filosofo di Messkirch infatti questi due termini si inseguono e si alternano in maniera spesso in decidibile ed indecifrabile in un gioco che sembra non lasciare alternative all"affermazione di una certa ambigua identificazione. La crisi della soggettività moderna e l"emergenza del nichilismo e della morte di Dio come destino dell"occidente filosofico sembra tagliare ad Heidegger la possibilità di un"effettiva acquisizione di una libertà capace di superare l"impasse di un pensare che ancora indugia nell"ambito della finitezza irredenta. A quale fondamento ancorare la libertà dell"uomo? È possibile superare questa tragica alternativa tra libertà e destino, oppure è invitabile doversi abbandonare a questa assenza di ancoramenti e di certezze? La risposta non è affatto scontata e ci interpella nella contemporaneità come non mai. L"analisi heideggeriana della crisi dell"occidente, della sua metafisica che destinalmente si tramuta in tecnica capace di sconvolgere e di soggiogare le potenze planetarie nel progetto di dominio dell"ente nella sua totalità sta diventando sempre più pressante ed evidente anche per le coscienze non aduse alla concettualità filosofica. Il fatto è che tale critica, nella sua radicalità, è stata effettivamente in grado di toccare anche quei "valori" perenni dell"umanesimo cristiano di stampo metafisico che si sono trovati inevitabilmente coinvolti nella caduta "umanistica" del pensare essenziale dentro l"ambito del "calcolo" rappresentativo dell"ente. Tra questi: Dio, la creaturalità del mondo e dell"uomo, il concetto di volontà, e con esso quello della libertà come arbitrium indifferentiae posto a fondamento della scelta tra bene e male. Si presenta così l"esigenza di un ripensamento radicale anche delle categorie del pensare cristiano, ripensamento che trova proprio in Guardini un punto di riferimento essenziale, nella sua capacità di confrontarsi apertamente con le sfide concettuali della contemporaneità e di porle in relazione con la dimensione educativa come sfera imprescindibile di un pensiero cristianamente criteriato. Il tema di libertà appartiene sicuramente a questo ambito che ci interpella radicalmente poiché è solo a partire dalla libertà che all"uomo è dato di diventare persona e di fare esperienza dell"essenza di tali "concetti" nella loro principialità, -al di là delle vuote rappresentazioni, che spesso per comodità si è soliti sostituirvi obliandone la radicalità e la difficoltà che essi comportano, in cambio di un po" di certezza in più e della possibilità di esercitare il diritto di giudicare, anche quando questo evangelicamente non sussiste.
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