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Il saggio individua nell’ambito del pensiero protosocialista e successivamente nella scuola cristiano-sociale la genesi dei pilastri ideali e organizzativi che avevano consentito in Europa la nascita e il consolidamento del movimento cooperativo, che avrebbe trovato proprio nel Trentino di Chiara Lubich una terra particolarmente fertile su cui attecchire. Passa quindi a verificare le affinità tra impostazione di fondo, soprattutto di carattere motivazionale, dell’impresa cooperativa con quella che aderisce alla proposta di «Economia di Comunione». Viene rilevata una serie di elementi di convergenza tra le idealità propugnate dalle costruzioni teoriche del protosocialismo e le realizzazioni messe in campo da Chiara Lubich e da lei trasferite con un’intuizione particolarmente felice nel modello operativo dell’«Economia di Comunione». Un tratto comune particolarmente evidente risulta essere quello riscontrabile attorno alla realizzazione di rapporti, tra le persone e tra i popoli, improntati all’armonia.
Logoi (www.logoi.ph, II, 6/2016), 2016
What characterizes a ‘philosophical practice of community’? In this essay, Antonio Cosentino – reinterpreting the Socratic tradition, beyond the metaphysical urgency – puts the basic elements of dialogic relationship in the meeting, in the shared ability to ‘deconstruct and reconstruct meanings’ and to open research beyond well known answers. Indeed, only those elements are capable of transforming the exchange of thoughts in an activity that builds the society and so in a ‘practice’ of philosophy. Therefore, the dialogue has a pragmatic dimension and destination; it is capable to overcome its very competitive dimension and become a ‘shared act’, very different from other forms of communication.
Quaderni della Ginestra, 2017
Uniti da un senso comune? Il sensus communis e la collettività ABSTACT Se il senso comune lega tra loro una comunità di persone, il problema che sorge spontaneo è capire la dimensione di questa comunità. Il rischio, infatti, è che il senso comune diventi un principio di esclusione più che di inclusione. Gadamer, da parte sua, sostiene che il senso comune è il senso per il giusto e per il bene comune che vive in tutti gli uomini e che si acquista nel vivere comune. Tuttavia, seguendo la prospettiva di Gadamer, un processo di graduale ampliamente a tutto il genere umano è messo in crisi dalla peculiare legame tra senso comune e linguaggio. Un “linguaggio comune” a tutta l’umanità problematica e da discutere alla luce del concetto gadameriano di gioco. Tuttavia, secondo Hannah Arendt una teoria politica democratica deve fondarsi sul senso comune, che si esprime nella facoltà di giudizio. Il giudizio presuppone il confronto con gli altri, non può prescindere da un accordo potenziale con gli altri e questa sua caratteristica lega l’uomo agli altri e al mondo. La categoria del giudizio è strettamente connessa alla vita politica che costituisce l’unica via di realizzare un autentico consenso nell’ambito politico, radicato in quel senso comune che «ci svela la natura del mondo in quanto patrimonio comune a tutti noi» attraverso il pensiero rappresentativo. E proprio quest'ultimo, attivato tramite il giudizio, consente agli uomini di superare la loro distanza individuale. Pertanto, solo l’uomo, in quanto essere politico in senso aristotelico, può con-dividere il mondo, abbracciando non solo il punto di vista degli altri ma anche dirigendolo verso gli altri. In questo senso, il giudizio ha bisogno della presenza degli altri e radica l’uomo in quella pluralità che lo qualifica ontologicamente.
Amor extasim facit. Sull'autotrascendenza della natura umana nel pensiero di Robert Spacmann bnti ALDO GIACCHETTI PASTOR DALL'BSPERIENZA DI ESSEREPERSONA ALL'ORIGINE NELLA COMUNIONE Sgsno DELLE PERSONEoulh bh &h Nel contesto attuale, l'accesso alla realtà della persona è oscurato. Nel panorama culturale della cosiddetta postr-modernità, non sembra più auspicabile postulare una sorta di unità e dominio del nostro mondo interiore, in particolare delle nostre emozioni, dei sentimenti, delle passioni e degli affeti, perché ciò sarebbe considerato una violenza e una imposizione e, di conseguenza, un ostacolo all'espressione di ciò che è più proprio dell'essere umano'. Questo rifiuto di un possibile punto di unità e di dominio si estende all'idea di persona, dal momento che ne ha fatto parte in diversi momenti della storia". Tuttavia, come Cfr. G. DELEUZE, Mille piani. Capitalismo ceschizofrenia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma 1987, vol. I, p. 384: «NON si diviene animali senza una fascinazione per la muta, per la molteplicità. Fascino del di fuori? Oppure la molteplicità che ci affascina è già in rapporto con una molteplicità che abita in noi?». Deleuze nel suo approccio al "divenire-animale" dell'essere unmano lo ha associato non solo a un fascino per la molteplicità estema ma anche interna. Cf. SAN TOMMASO D'AQUINO, Summa theologiae, I, q. 29, a 1, co.: «L'individuo particolare, poi, si trova in un modo ancora più speciale e più perfetto nelle sostanze razionali, che hanno il dominio dei propri atti e che si muovono da se stesse, non già spinte dall'esterno come gli altri esseri; e le azioni d'altra parte si verificano proprio nelle realtà particolari. Quindi, fra tutte le altre sostanze, gli individui di natura razionale hanno un nome speciale. E questo nome è persona». 211 fatti assolutamente priva di relazione, perché la natura non possiede nessuna potenzialità, quale che sia, di riceverla: allora, infatti, non sarebbe più grazia ma manifestazione dell'atto secondo la capacità naturale" (MASSIMO IL CON-FESSORE,Ambiguum 20, in Patrologia Graeca 91, 1237AB)», Nicholas Constas, in MAXIMOS THECONFESSOR,On Dificultics in the Church Fathers-The Ambigua, Edited and Translated by N. Constas, Harvard University Press, Cambridge (MA)-London (UK) 2014, vol. I, p. 408, legge «cháris te théöseös» («grazia della divinizzazione»), anziché «cháris tčsthéseõs» («grazia della collocazione»), discostandosi con ciò dal testo greco ripoato in J.-P. MIGNE (ed.), PG 91, 1237A.
The article is in Italian and presents the main features of the interreligious experience of the Focolare Movement, an ecclesial organization which has been active in this field since mid-sixties of last century
La Civiltà Cattolica 2005 I 342-351 quaderno 3712 (19 febbraio 2005)
Da circa 40 anni la catechesi costituisce un campo di innovazione, di sperimentazione, di creazione veramente notevole. In concreto, sotto la pressione della vita, sono apparse nuove forme, nuove modalità di organizzazione della catechesi, rivolte soprattutto agli adulti. A livello di Chiesa universale, il Magistero si è fortemente impegnato nel rinnovamento catechetico. Ricordiamo alcuni interventi: la pubblicazione del Direttorio Catechistico Generale (1971), il Sinodo dei vescovi sulla catechesi (1977), l'Esortazione apostolica Catechesi tradendae (1979), il Catechismo della Chiesa Cattolica (1993) e, infine, il nuovo Direttorio Generale per la Catechesi (1997). Da questo punto di vista, sia alla base sia a livello dei Pastori, possiamo affermare che la catechesi, sin dalla conclusione del Concilio Vaticano II, è entrata in una fase di ricostruzione. Attraverso difficoltà e tentativi, assistiamo alla formazione di un nuovo sistema. Un modello catechetico passa e un altro arriva anche se ancora nell'incertezza, anche se i punti di riferimento teoretici non sono ancora bene stabiliti e le direttive pastorali non sempre sono chiare.
eugenio solla, 2020
Primo e parziale tentativo di ripensare analiticamente l'accoglienza e il ruolo dell'operatore sociale a favore della promozione di comunità accoglienti, per il definitivo il superamento di ciò che rimane delle Istituzioni totali.
2016
The city of Naples has always made social dynamics of Campania specific and, at times, conflicting. We can, then, to find in the same region notables who acted within the community and notables who have acted in corporate, according to the dichotomy community / society. It existed, therefore, a notability born in the city, with knowledge and acquaintances and professional institutional and notables born in rural and owner with knowledge and professional behavior patterns. On the other hand, even in the pre- sence of this dichotomy, one can not disregard the ductility of the model notabilare in different times and spaces. The figure seems to recur through representatives who, despite not starting from family background and social type notabilare, aim to take back the types of behavior and cultural. Notables, therefore, representative of different historical and political moments, but also adaptable to different social and environmental circumstances. The party leaders who established...
Understanding other minds is a performance that reveals a dialectic tension between community and plurality. The paper explores this tensions analyzing the contemporary debate about mindreading. The debate is interpreted as focusing on two contrasting views centered on the notion of rationality and simulation. Two different moments of the history of analytic philosophy such as Ryle and his critici- sm of Collingwood and Quine and his criticism of Davidson are examined. They are valued as contributing to solve the contrast between simulation and rationality and suggesting how to find an equilibrium between the assimilatory instances re- presented by community and the respect of the other as different that the notion of plurality suggests.
La nozione di cultura è stata interpretata, sia in chiave teorica che in chiave applicativa, in una varietà di modi e secondo prospettive diverse. In chiave pedagogica essa costituisce uno dei temi centrali all"interno del dibattito sull" insegnamento di lingue non materne. Testimoniano tale centralità gli innumerevoli contributi italiani che si sono succeduti su tale tema nel corso del tempo a partire dagli anni "70 del secolo scorso, quando i flussi migratori verso il nostro paese cominciavano a diventare via via più consistenti. Punti nodali del dibattito sono stati, da un lato, la concezione di cultura da adottare; d"altro lato, all"interno dell"accezione adottata, la scelta di quali contributi culturali si dovessero offrire agli apprendenti (Pugliese R., 2003). Ma la difficoltà forse maggiore ha riguardato la decisione relativa al come pedagogizzare il nesso lingua-cultura, vale a dire al come presentare in modo didatticamente proficuo il legame inscindibile che esiste tra gli aspetti formali e regolistici della lingua e gli aspetti sociali e culturali che la lingua esprime e costruisce. 2. COSA INTENDERE CON CULTURA. PRODOTTO O PROCESSO? Quanto al cosa intendere con cultura, possiamo fare nostre le osservazioni di Claire Kramsch (1996) laddove sostiene che, in termini generali, tale nozione è stata abbinata ad almeno due modi di definire una comunità sociale. La prima definizione-che adotta una visione antropologica-si focalizza sul modo in cui i gruppi sociali rappresentano culturalmente se stessi e gli altri attraverso le loro produzioni materiali: ad esempio attraverso i prodotti culturali di eccellenza all"interno della loro produzione artistica: musicale, letteraria, cinematografica, eccetera; oppure attraverso le loro istituzioni sociali: gli organi dello stato, i sistemi scolastico, giudiziario, economico, e così via. Adottando tale focalizzazione, la cultura viene dunque intesa come prodotto. La seconda definizione di comunità sociale proviene invece dalle scienze sociali e si riferisce alle abitudini, agli atteggiamenti, alle credenze, ai modi di pensare, di ricordare 1 Università per Stranieri di Perugia. Relazione tenuta al Convegno "I fondamenti della Pace" promosso dal "Centro di ricerca sulle culture della Pace" dell"università di Modena (area tematica "Culture, lingue e integrazione"), Modena, 31 ottobre 2014.
in A. D'Aloia (a cura di), La tempesta del Covid. Dimensioni bioetiche, Milano, FrancoAngeli, 2020
In questi mesi abbiamo vissuto una emergenza senza precedenti, impensabile. È difficile persino trovare le parole per spiegare l'enormità di questa pandemia. Le abbiamo usate tutte, abbiamo sperimentato l'intero vocabolario della paura e dello sgomento. Il Covid-19 è davvero una di quelle 'rotture' che attraversano la storia dell'umanità, in termini individuali e collettivi; un evento che spezza le vite individuali, si abbatte su famiglie, comunità, Paesi, diventa storia collettiva. Ora sappiamo qualcosa in più, forse stiamo cominciando lentamente a reagire e ad uscire dall'angolo disperato in cui la forza apparentemente inarrestabile del contagio ci aveva costretto nei mesi scorsi. Ci aspetta un lungo cammino, questa epidemia lascerà un segno indelebile nella coscienza collettiva. Non per forza soltanto negativo se non smetteremo di riflettere su quello che è successo. In questo, l'Università ha una parte importante da svolgere.
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Educazione Democratica, 2011
Religioni e sviluppo sostenibile, 2021
PER LA FILOSOFIA Filosofia e insegnamento, 2016
AICCON Working Papers, 2004
sQuaderno N°38, 2015
Diritto e futuro dell’Europa, 2020
Esperienze Sociali, 2018
Per una sharing economy di comunità. CheFare: rivista cultura e innovazione , 2017
Massimo Cislaghi, 2020