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La corte della Niobe, 2018
Il modello di architettura cistercense realizzato nell'abbazia di Casanova è stato da tempo riconosciuto dalla critica 1 . Le ricerche si sono limitate necessariamente alla struttura della chiesa di Santa Maria, dal momento che i rifacimenti di età barocca hanno cancellato le tracce fuori terra del monastero medievale. Le fasi di costruzione, però, e le tecniche utilizzate per il progetto dell'edificio sacro sembrano richiedere nuove indagini e approfondimenti. La rilettura dei documenti d'archivio, l'analisi costruttiva, l'esplorazione dei sottotetti e la misurazione precisa delle strutture hanno consentito di formulare ipotesi più circostanziate circa lo sviluppo del cantiere cistercense.
in R. Comba, P. Grillo (a cura di), Santa Maria di Casanova. Un’abbazia cistercense fra i marchesi di Saluzzo e il mondo dei comuni, 2006
Il modello di architettura cistercense realizzato nell'abbazia di Casanova è stato da tempo riconosciuto dalla critica 1 . Le ricerche si sono limitate necessariamente alla struttura della chiesa di Santa Maria, dal momento che i rifacimenti di età barocca hanno cancellato le tracce fuori terra del monastero medievale. Le fasi di costruzione, però, e le tecniche utilizzate per il progetto dell'edificio sacro sembrano richiedere nuove indagini e approfondimenti. La rilettura dei documenti d'archivio, l'analisi costruttiva, l'esplorazione dei sottotetti e la misurazione precisa delle strutture hanno consentito di formulare ipotesi più circostanziate circa lo sviluppo del cantiere cistercense.
Tramite la legge 443/01 -nota come "Legge Obiettivo" -l'Italia ha interpretato la procedura europea di appalto del "terzo tipo", introducendo la figura del "contraente generale", impropriamente tradotto con il termine general contractor.
San Giovanni a Saluzzo a cura di Rinaldo Comba, 2009
Volume San Giovanni a Saluzzo a cura di Rinaldo Comba
'impatto della villa estense sul tessuto urbano del-la Tivoli nel XVI secolo, è paragonabile alle gran-di intrusioni edilizie che dettero inizio al fenome-no antico degli sventramenti urbanistici a Roma (Porticus Metelli, Porticus Octaviae, i complessi teatrali di Balbo e Pompeo, e, più tardi, quelli dei i Fori impe-riali-da Cesare a Traiano-e le grandi terme di Traiano, Ca-racalla, Diocleziano, ecc.). Anche le dimensioni (4,5 ettari rispetto ad un abitato di cir-ca 28 ettari) rientrano nello schema degli esempi citati. È evidente quindi che la sua costruzione abbia avuto pesan-ti ricadute sull'intorno, soprattutto sulla rete viaria a ridosso del suo perimetro, esattamente come era accaduto circa diciassette secoli prima con la costruzione del Santuario di Ercole che co-strinse a mutare sostanzialmente il primitivo assetto viario. L'area in cui sorse la villa aveva già ospitato grandi strut-ture: oltre le numerose ville di cui ci resta testimonianza, l'ele-mento di maggiore spicco fu proprio il Santuario di Ercole Vin-citore di poco meno di tre ettari di superficie, imponente pre-senza architettonica che coinvolse pesantemente, fin dalla sua origine, il sistema stradale tra Tivoli e Roma. La distanza minima tra i due monumenti è inferiore ai 40 m ed è praticamente costituita dal passaggio in obliquo del-l'asse via del Colle-strada degli Orti nel tratto compreso tra la piazza S. Nicola e la fontana di Votani con al centro la Por-ta del Colle (tav. 1; fig. 1). I RIFLESSI DEL CANTIERE DELLA VILLA D'ESTE SUL SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE
Citation: Mazzitelli, Lidia (2012), "Le costruzioni mec'+Inf. e mecca+Inf. in bielorusso", mediAzioni 13, http://mediazioni.sitlec.unibo.it, ISSN 1974-4382.
In Abitare/Costruire, come il titolo già enuncia, l’idea di internità della casa viene connessa ad una teorizzazione dell’atto del costruire come esperienza fondativa dell’agire umano. Congiunta all’avere cura dei luoghi, la pratica del costruire esprime una naturale analogia con il significato più profondo del termine abitare.
Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Römische Abteilung 109, 2002, pp. 395-417.
Le recenti indagini archeologiche svolte nell'area dei Fori hanno permesso di ottenere ricostruzioni sempre più reali del foro di Traiano e della tecnica costruttiva adottata per la sua realizzazione. Tali nuove conoscenze rendono possibile l’analisi particolareggiata della forza-lavoro e dei materiali utilizzati oltre ai tempi necessari per l’edificazione delle varie parti del monumento. Il numero delle giornate lavorative necessarie è stato quantificato sulla base di parametri già stabiliti in pubblicazioni recenti che hanno affrontato lo studio di grandi complessi pubblici di Roma secondo questa nuova ottica. La quantità complessiva dei materiali usati per la costruzione del foro risulta invece dal calcolo effettuato per dimensionare i vari elementi lignei, fittili e lapidei in rapporto ai diversi settori di esso. In tal senso sono stati presi in considerazione anche dati ottenuti attraverso lo studio geologico dei campioni di marmi e laterizi che hanno fornito indicazioni inedite e di notevole importanza. Il risultato, forse più importante, dell’analisi dello sforzo edilizio profuso nel foro di Traiano è stato quello di chiarire e precisare con notevole approssimazione la cronologia delle operazioni necessarie all’erezione dei diversi settori di esso.
2010
Until now, the drawings of the Marchigian artist Giovan Battista Lombardelli, active in the Marches, Umbria and Rome during the last quarter of the sixteenth century, have remained little known (unlike his paintings), forming a body of work based on uncertain attributions and lacking any comprehensive analysis. As well as affirming his authorship of four unpublished drawings — in the Drawings Cabinet of the Uffizi Gallery, preparatory for the cycle of frescoes in the Palazzo Cesi in Acquasparta — the article also considers the sheets attributed (early on, in many cases) to Lombardelli, some demonstrably autograph and connected with known works, and others discarded. Of special importance is the group of drawings in the Istituto Nazionale per la Grafica in Rome, attributed decades ago by Walter Vitzthum; others are in the collections of the Musée du Louvre and the Metropolitan Museum of Art. Among the rejected drawings, two distinct groups divided between various public collections are here given to the painters Pasquale Cati and Vespasiano Strada. In the case of Cati, whose firmly attributed drawings are extremely rare, there are three red chalk studies, preparatory for the Moses cycle in Palazzo Altemps, Rome. As for Strada, by whom only one secure drawing was known, five sheets are attributed here, all preparatory for the frescoed lunettes in the cloister of Sant’Onofrio al Gianicolo. Every work examined clarifies these artists’ careers and style, enabling us to identify and resolve the confusion surrounding many drawings in the complex and sometimes still cloudy phenomenon of Late Roman Mannerism.
a partire dal 1809 anno di annessione dei territori dello Stato Pontificio alla Francia di Napoleone e fino al 1814, la Consulta Straordinaria degli Stati romani con il decreto del 9 dicembre 1809 riorganizzò l'amministrazione dei lavori pubblici introducendo nei territori dello Stato Pontificio il Bureau des Ponts, arges et travaux publics 1 . Un organo esecutivo, questo, preposto all'amministrazione delle Strade, acque e Fabbriche di roma e dello Stato, alle dirette dipendenze della prefettura, la quale assumeva le competenze della Presidenza delle Strade e della Congregazione del Buon Governo 2 .
Il volume è dedicato allo studio dei boschi della Repubblica di Venezia, delle loro cratteristiche, dei metodi di gestione, del complesso meccanismo di approvvigionamento del legname per la cantieristica navale e della sua utilizzazione da parte dell’Arsenale. Vengono affrontate tematiche relative alla evoluzione dei sistemi costruttivi e dei costi di produzione di galee, galeazze e altre imbarcazioni a remi; da fine Seicento anche di vascelli, fregate e altri bastimenti a vela, in connessione con la trasformazione delle tecniche della navigazione e di quelle della guerra sul mare. Sono prese in considerazione le complesse questioni attinenti alla pressione esercitata sui boschi, soprattutto quelli di rovere, che forniscono la materia prima essenziale; i particolari regimi giuridici cui vengono sottoposti, sottraendoli alla disponibilità delle comunità locali; gli strumenti, a volte fortemente innovativi, usati a fini di conoscenza e di controllo, quali la compilazione di catastici e mappe; il ruolo esercitato dagli organi politici e tecnici dell’Arsenale nell’opera di governo e gestione; i valori e i limiti della riforma forestale che viene faticosamente approvata negli ultimi anni di vita della Repubblica.
Gli studi su palazzo Cusani pubblicati negli ultimi decenni hanno seguito direttrici di ricerca tese ad asseverare l'attribuzione del progetto a Giovanni Ruggeri (1665-1729) 1 e ad anticiparne, solo recentemente, la datazione tra la fine del Seicento e il primo decennio del Settecento 2 , riconducendo l'edificio quindi alla committenza dell'abate Gerolamo Cusani (1652-1707). La messa a fuoco dei dati biografici 3 , indispensabili per assegnare un concreto profilo all'architetto romano, ha nel contempo consentito di dissipare gli equivoci più superficiali; resta ancora da rifondare su basi documentarie meno labili il catalogo della sua opera nello stato di Milano.
Valentino Martinelli (Hrg.), Le statue berniniane del …, 1987
Hiram 1, 2018
RElationships between history of Templars Knights and Master Builders in Middle Age
2021
Introductory note to the book forum on Ernesto De Martino, La fine del mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali, new edition edited by Giordana Charuty, Daniel Fabre and Marcello Massenzio, 2019 [ed. fr. La fin du monde. Essai sur les apocalypses culturelles, Éditions EHESS, 2016].Nota introduttiva al book forum su Ernesto De Martino, La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali, nuova edizione a cura di Giordana Charuty, Daniel Fabre e Marcello Massenzio, 2019 [ed. fr. La fin du monde. Essai sur les apocalypses culturelles, Éditions EHESS, 2016]
Catalogo della mostra tenutasi a Pisa nel 2011
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