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2015, Il concetto umano di mondo
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Saggio introduttivo alla traduzione italiana di Der menschliche Weltbegriff di Richard Avenarius
2017
Le Osservazioni sul concetto di oggetto della psicologia costituiscono l’ultima opera di Richard Avenarius, in cui il fondatore dell’empiriocriticismo presenta il suo tentativo di fondare su basi filosoficamente rigorose la neonata psicologia scientifica di stampo fisiologico-sperimentale. Questo scritto si colloca così all’incrocio di quell’ampio dibattito sulla definizione di psicologia, che sul finire del diciannovesimo secolo vide coinvolte personalità del calibro di Wilhelm Wundt, Ernst Mach, Oswald Külpe, Hermann Ebbinghaus, Hugo Münsterberg ed Edward B. Titchener.
La vicenda biografica di Günther Anders comprende e attraversa per tutta la sua durata il cosiddetto breve ventesimo secolo , periodo storico compreso tra la Grande Guerra e la dissoluzione del blocco comunista. La sua vita e le sue opere sono pesantemente influenzate dagli avvenimenti e mutamenti epocali che hanno contraddistinto questo secolo; nato a Breslau (oggi Wrocław in Polonia) da una famiglia ebraica assimilata, assistette già in gioventù, sebbene non da diretto partecipante, alle sofferenze e atrocità del primo conflitto mondiale. Fu allievo negli anni venti di Husserl e Heidegger -dal quale poi prenderà radicalmente le distanze -a Friburgo: in questo periodo si dedicò alla costruzione di un'antropologia filosofica sistematica, che decise di accantonare nel montante clima antisemita in Germania per dedicarsi -con una "svolta morale" -a testi di carattere politico. Lasciò la Germania già nel marzo 1933 per riparare, dopo tre anni di esilio a Parigi, negli Stati Uniti, dove rimase per quattordici anni. In questo periodo affiancò alla produzione letteraria, destinata ad una Germania che sarebbe stata da ricostruire, l'esperienza del lavoro in fabbrica, che ebbe una concreta influenza nello sviluppo della sua pessimistica concezione dello sviluppo tecnico. A questa altezza cronologica si situa l'evento -vero e proprio spartiacque della storia -che segna indelebilmente il pensiero di Anders nei decenni successivi: l'impiego della bomba atomica contro la città giapponese di Hiroshima.
I.S.P.E.F., 2018
Il libro è un contributo scientifico originale sulla Neuropsicología, le Scienze Cognitive e le Scienze Psicologiche, inoltre è uno strumento molto utile per poter operare nei campi della Cultura e delle Scienze Umane riguardo i modi di pensare di ogni individuo. Il libro tratta la rappresentazione del Modello NeuroMentale e dell’Universo Cosciente, elaborato da Fausto Presutti negli anni 1980e aggiornato nel 2018. Il libro tratta i seguente argomenti: L’ UNIVERSO MENTALEA. I quattro cervelli dell’Universo Mentale Le Galassiedell’Universo Mentale I Mondi dell’Universo Mentale D. Il processo ciclico evolutivo autostimolante tra Realtà Esterna e Universo Mentale dell’individuo Capitolo 1: BILOGICA, UNIVERSO INTELLIGENTE E UNIVERSO COSCIENTE 1.1. La Bilogica dell’Intelligenza1.2. L’Universo Intelligente e l’Universo Cosciente1.3. Il processo ciclico –evolutivo–autostimolante -autoriproduttivo -autogenerativo dell’Universo CoscienteIn questo capitolo si espongono le tematiche riguardanti la Biologica dell’Intelligenza del Mondo della Razionalità e del Mondo della Creatività con il Mondo della Consapevolezza dell’Universo Cosciente. Capitolo 2: L’UNIVERSO COSCIENTE2.1. La matrice mentale dell’ Universo Cosciente2.2.Obiettivi e funzioni mentali dell’Universo Cosciente2.3. La costruzione/generazione di concetti / rappresentazioni / previsioni dell’Universo Cosciente 2.4. Il Percorso ciclico–evolutivo –autostimolante -autoriproduttivo -autovalutativodell’Universo Cosciente 2.5. Le componenti dell’Universo Cosciente2.6.Le Strutture Logico-Intellettive e i Processi di Apprendimento-Elaborazione-Socializzazione dell’Universo Cosciente Capitolo 3: LE STRUTTURE DELL’UNIVERSO COSCIENTE3.1. Le componenti delle Strutture Cognitive-Ideative-Riflessive3.2. Le corrispondenze tra i Mondi della Logica con i Mondi della Intelligenza3.3. Dimensioni e livelli dei Mondi della Logica3.4. Dimensioni e livelli dei Mondi della Intelligenza3.5. La Mappa mentale dei Mondi delle Logiche e delle Intelligenze.
in: A. La Vergata (a cura di), "Nature. Studi su concetti e immagini della natura", ETS, Pisa 2014, pp. 89-117., 2014
Seguendo una suggestione di Karl Löwith, secondo il quale: «l’antropologia diviene filosofica solamente con questa enorme domanda che riguarda il rapporto dell’uomo con il mondo», queste pagine prendono a tema l’eclettica figura di Carl Gustav Carus, in particolare la sua singolare interpretazione del rapporto tra uomo e natura, tra psyche e physis. Si tratta di un plesso tematico del tutto centrale tanto nella sua produzione artistica quanto in quella scientifica quanto in quella strettamente filosofica; plesso retto dalla convinzione che «la chiave per conoscere l’essenza della vita psichica cosciente si trova nella regione dell’inconscio». Attraverso l’attenzione dedicata al pensiero di Carus, ci si pone anche il più generale obiettivo di battere un “sentiero interrotto” della modernità filosofica: quello di un’antropologia cosmocentrica ("physiologica") nella quale l’intreccio fra uomo e mondo, dell’uomo entro la totalità cosmica non deve essere postulato e costruito, ma vale come la precondizione originaria che di fatto sempre è. Come scrive ancora Löwith, è solo considerando «quei fenomeni ordinari e quotidiani […] i quali collegano le fasi vitali con la natura della vita organica e con il mondo naturale», che è possibile cogliere «i limiti della tradizionale antropologia filosofica dello spirito o dell’autocoscienza».
Apocalisse. Modernità e fine del mondo, 2008
Auschwitz non è un angolo morto della storia, non è una svolta insensata, un'eccezione, un elemento fuori scala. Nulla di tutto questo, piuttosto una situazione estrema per l'umanità stessa. Auschwitz rappresenta il punto limite, il punto nel quale tutte le premesse di una storia, di una civiltà, diventano effettive realtà, nel quale tutte le condizioni si realizzano, il luogo in cui tutto il passato diviene futuro, ed il futuro si fa presente in una sacca del tempo che non ne rappresenta l'eccezione ma piuttosto la proiezione, non il copione sbagliato finito per errore sulla scena della storia, ma l'anticipazione che porta in atto la potenza di condizioni reali.
2012
Un tentativo di pensare fino in fondo l’umano, di immergersi nell’abisso delle sue possibilità, nella problematicità e meraviglia di ogni sua parola. Una risposta all’appello del filosofo Emmanuel Lévinas e a una delle sue opere più enigmatiche, Altrimenti che essere (1974). L’avventura del pensare altrimenti prende avvio dall’esser prossimi, situazione ineludibile e mai garantita, attraverso cui è possibile lasciarsi stupire e interrogare dagli infiniti volti dell’umano, da ciò in cui la cosa più naturale diventa la più problematica. Con la prossimità e la sua carica di rottura e risveglio, ha inizio un cammino di esplosione e ri-pensamento che coinvolge il tempo, lo spazio, il corpo, il dire, l’etica, l’approssimarsi stesso. Si va alla ricerca dell’altrimenti nelle parole, nei pensieri, nel modo d’essere, perché, forse, c’è qualcosa di più oltre il puro esser così come si è, qualcosa di ben oltre il già pensato, già detto, già stato, persino oltre il non c’è più nulla da fare, da dire, da pensare.
È noto che nell'attività letteraria di Pirandello la produzione novellistica è stata la più continuativa; verosimilmente, come scrive Benedetto Terracini, per il «dualismo» inconciliabile da cui nasce la sua narrativa: «l'angoscia [...] dell'individuo, dinanzi al disgregarsi di ogni realtà, contenuta nelle dimensioni di una tragedia soggettivamente umana che ad ogni caso si profila, si risolve e si ripropone». 1 Non è dunque un'operazione impropria trascegliere dall'ampio repertorio delle Novelle per un anno un «caso» che ha per oggetto il tema tragico per eccellenza, quello della morte. Una «tragedia soggettivamente umana» -si è detto -per ciò stesso destinata a riproporsi senza soluzione; ma anche una vicenda esemplare in cui il motivo della morte è declinato in modo specifico anche in virtù del modello letterario che vi opera: quello leopardiano. Opportunamente studiata da una consolidata tradizione critica, la presenza di Leopardi nell'opera di Pirandello è argomento che esula dalla presente ricognizione; 2 interessante è, invece, vedere come la memoria testuale dello Zibaldone, dei Canti e delle Operette morali agisca all'interno di un singolo contesto con esiti, senza dubbio, originali.
In this essay I try to underline the relation between different ways to think about the end of the world and different philosophical anthropologies, which are always presupposed in those thoughts. The article begins with an analysis of some scenes of the film Melancholia of Lars Von Trier. The explanation of those scenes is supposed to clarify my intentions and some thesis I will demonstrate in the rest of the article. I approach the problem of the relation between the end of the world and the philosophical anthropology using De Castro and Danowski's book Is there any world to come?, and I develop their investigation by analyzing the work of Gunther Anders. I conclude the article trying to demonstrate that the problem of the Anthropocene is not the end of Life but the end of the world, and in this sense is important to conceive in a different way the man and is relation to the world.
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in «Paradigmi», Bari, II , n.4, 1984
L’umana scienza di Primo Levi: vizio di forma o smagliatura di sostanza?
MLN, 129/1 (Italian Issue), 2014
Lo scrigno delle segnature: Lingua e poesia in Giorgio Agamben, a cura di Lucia Dell’Aia e Jacopo D’Alonzo, 2019
Notiziario della Guardia Costiera, 2011
Etica e Politica, vol. 12, 2010
in: Ricercare le radici. Primo Levi lettore - Lettori di Primo Levi. Nuovi studi su Primo Levi, a cura di Raniero Speelman, Elisabetta Tonello e Silvia Gaiga, Utrecht, Igitur Publishing, 2014, alle pp. 125-135. ISBN 9789067010382, 2014
Revista de literatura medieval, 2018
in "Lessico di etica pubblica", 2020