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al fantastico» (R. Caillois, Nel cuore del fantastico, Milano, Feltrinelli, 1984, pp. 11, 13). 4 C. Benedetti, Lʼenunciazione fantastica come esperienza dei limiti cit., p. 349. 5 «La nevrosi è il risultato analogo di una perturbazione similare della relazione tra lʼio e il mondo esteriore» (T. Todorov, La letteratura fantastica, Milano, Garzanti, 2000, p. 152). 6 «La sera, di mano in mano che cresce lʼoscurità, si fa più intensa di contro a me» (Macchia grigia, p. 171). 7 «Notate poi che, quando chiudo gli occhi per dormire, io sento la mia macchia dentro di me. E allora è un supplizio diverso. La macchia non si aggira più intorno a se stessa, ma cammina, corre. Corre in su, e nel correre tira in su la pupilla; sicché mi pare che il globo dellʼocchio debba rovesciarsi, arrotolando dentro nellʼorbita. Poi corre in giù, poi corre dalle parti, e il globo dellʼocchio la segue, e i legamenti quasi si schiantano, ed io dopo un poco mi sento dolere, proprio effettivamente dolere gli occhi» (ibidem, p. 173). 8 Ibidem.
Profili psicologici, aspetti patologici e criteri di valutazione. Capitolo I – La genitorialità tra natura e cultura. La genitorialità ha sia radici culturali che naturali. Essa è il risultato di un processo evolutivo quindi sia naturale che culturale che dura da diversi milioni di anni. Ciò che noi siamo diventati non è dovuto al caso, ma è dato da un processo di adattamento avvenuto attraverso prove ed errori. 1. RADICI NATURALI L'evoluzione segue finalità organizzate in modo gerarchico. La finalità che occupa il posto più alto nella gerarchia è la replicazione dei geni: la meta, tutte le altre funzioni come ad esempio riprodursi ed allevare la prole rappresentano i mezzi attraverso i quali raggiungere la suddetta meta. La prospettiva neodarwiniana pensa che per aumentare il proprio successo riproduttivo non è semplicemente sufficiente sopravvivere, ma bisogna anche accoppiarsi ed allevare con successo i propri figli che a loro volta dovranno accoppiarsi e allevare la loro prole. La selezione naturale ha quindi favorito lo svilupparsi di alcuni comportamenti che sono funzionali alla replicazione dei geni. Il successo riproduttivo presuppone quindi che siano raggiunti altri importanti obiettivi che proprio per questo motivo risultano anche adattivi. L'investimento parentale è uno di essi. 1.1 L'investimento parentale L'investimento parentale è definibile come l'insieme di forme di aiuto che i genitori mettono in atto nei confronti della prole. I genitori investono nei figli sia in modo diretto che in modo indiretto: quello indiretto è costituito dall'eredità genetica, mentre quello diretto consiste nelle azioni svolte dai genitori nei confronti della prole che ne aumentano la probabilità di sopravvivenza, diminuendo al tempo stesso la capacità del genitore di investire in altra progenie. Tali attività sono per esempio fornire nutrimento, protezione dai pericoli e l'insegnamento di alcuni comportamenti utili nel corso della vita. L'investimento parentale ha dei costi, ma anche i suoi vantaggi in quanto grazie all'investimento parentale i figli hanno una probabilità minore di morire e quindi una probabilità maggiore di diventare adulti a loro volta capaci di investire nella loro prole. Dal punto di vista evoluzionistico questo procedimento non solo è giustificato, ma anche adattivo: se il vantaggio in termini di sopravvivenza non si fosse tradotto in un incremento del successo riproduttivo non ci sarebbe stata sufficiente pressione selettiva per l'evoluzione dell'investimento parentale. La fitness totale di un individuo infatti non dipende solo dal suo successo riproduttivo, ma anche da quello di altre persone che condividono con esso una parte del patrimonio genetico. L'obbiettivo quindi delle cure parentali è quello di massimizzare la presenza dei propri geni nelle generazioni future. Secondo la prospettiva evoluzionistica hanno senso anche le modalità di investimento parentale caratterizzate da cure di scarsa qualità perché anche esse in relazione a determinati tipi di ambiente e per particolari nicchie di individui si sono rilevate adattive. Non vi è dubbio quindi che esistano molti modi in cui è possibile allevare i propri figli. Le caratteristiche specie-specifiche che riguardano le fasi di vita rappresenterebbero degli adattamenti specifici che si sono evoluti per selezione naturale in quanto avrebbero favorito nel corso dell'evoluzione la fitness riproduttiva dei membri di quella specie.
louis fournel (Paris VIII), alfred noe (Universität Wien), franCisCo riCo (Universidad autónoma de Barcelona), maria antonietta terzoli (Universität Basel). redazione enriCo mattioda (segretario), lorenzo BoCCa Il «Giornale storico della letteratura italiana», fondato nel 1883 da Arturo Graf, Francesco Novati e Rodolfo Renier, e da allora pubblicato a Torino dalla Loescher, è punto di riferimento per gli studi di Italianistica. È presente nelle più importanti biblioteche internazionali ed è sempre valutato al livello più alto nelle classifiche delle riviste umanistiche. Si avvale della consulenza di lettori anonimi (peer review) per la valutazione dei contributi proposti per la pubblicazione. Contributi proposti per la pubblicazione e libri da recensire debbono essere inviati a: «Giornale storico della letteratura italiana» Coloro che desiderano sottoporre un contributo dovranno fare riferimento alle norme per la compilazione che sono scaricabili, in formato PDF, dal sito internet www.loescher.it/riviste »
Rationes Rerum. Rivista di filologia e storia, 2013
2018
Nel percorso di ricezione del mito faustiano, le figure di Mefistofele e di Margherita contendono allo stesso Dottor Faust il ruolo da protagonista della vicenda. Assurgere Mefistofele a vero protagonista comporta un'attenzione prioritaria attribuita alla questione etico-religiosa del mito, e in Italia Arrigo Boito offre certamente in tal senso l'interpretazione più originale, complessa e duratura. In the Faustian myth, the figures of Mefistofele and Margherita contend to Doctor Faust the role of main character of the story. To consider Mefistofele as the true main character implies a priority attention attributed to the ethical-religious matter of the myth. In Italy Arrigo Boito certainly offers to the history of the myth the most original, complex and lasting interpretation in this direction. Contatti
Erodoto, il miele tossico e le grayanotossine (II parte, ricerca e tossicologia) , 2010
64 natural 1 ottobre 2010 Il miele, al di là delle grayanotossine, è un alimento sano e completo, presente in molte tradizioni popolari Foto di S.Galeotti * Giovanna Serenelli Parte seconda Il Rhododendron luteum, una delle specie contenente le grayanotossine ottobre 2010 natural 1 65 Le note relative ai numeri tra parentesi quadre saranno pubblicate con l'ultima puntata del ciclo Foto di Chrumps 70 natural 1 ottobre 2010
È allo schiavo Palinuro che Plauto fa dire bibit arcus, "L'arcobaleno sta bevendo" in una scena del Curculio: in cui Palinuro e il suo giovane padrone Fedromo, in vista dell'altare di Venere e davanti alla porta di casa di Cappadoce, sono alle prese con la vecchia ubriacona Leonessa, schiava e guardiana della casa di Cappadoce. E subito dopo quest'affermazione, quasi ad evitare malintesi sul suo significato, Palinuro aggiunge: pluet credo hercle hodie, "credo che oggi pioverà, per Ercole". Anche senza l'aggiunta chiarificatrice, tuttavia, non vi sarebbe alcun dubbio che il significato letterale di bibit arcus sia "l'arcobaleno beve". Lo dimostra una lunga serie di riscontri, fra cui scegliamo: Virgilio, Georg. I 380 sg.: bibit ingens/arcus; Propezio, III 5, 32: purpureus pluvius cur bibit arcus aquas; Tibullo I 4, 44: venturam admittat imbrifer arcus aquam; Stazio Theb. IV 841 sg.: raptasque alio de fonte refundit / aquas. Tutti meno uno, fra i commentatori del Curculio di Plauto che ho consultato -Paratore (1958), Collart (1962), Monaco (1969), Nixon (1977), e Wright (1981) -(e fra questi spicca, per precisione e profondità d'indagine Giusto Monaco), citano i principali testi paralleli latini, e descrivono in modo generico la credenza soggiacente alla frase plautina: l'idea cioè che l'arcobaleno avesse la capacità di bere, quasi di risucchiare l'acqua dalla terra o dalle acque su cui si posava, per poi restituirla in forma di pioggia. Unica, e sorprendente eccezione, Ettore Paratore, che vede nella nostra frase una "allusione oscena agli effetti diuretici della sbornia"! 1
MIBACT Struttura e organizzazione
Quaderns d’Italià, 2012
Questa nota prende spunto dall'edizione spagnola di tre romanzi di Vitaliano Brancati
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in I. Pozzoni (ed.), L’oscurità di Eraclito di Efeso. Frammenti e <leggenda>, Limina Mentis, Villasanta, 2014
Andrea Zanzotto: un poeta nel tempo, ed. by Francesco Carbognin, Bologna, Aspasia, 2008, pp. 163-181, 2008
ALTIRPINIA , 1998
in Gli erbari aretini da Andrea Cesalpino ai giorni nostri, a cura di C. Nepi, E. Gusmeroli, ISBN 978-88-8453-765-2 (print), ISBN 978-88-8453-803-1 (online), 2008
Giornale Storico della Letteratura Italiana, vol. CXCVII, 659, 2020
Ara Pacis. Le fonti, i significati, la fortuna. Materiale in corso di elaborazione a uso del seminario del centro Studi. In occasione della lezione e degli incontri con Eugenio La Rocca e Henner von Hesberg (6-7 febbraio 2007) Venezia , 2007
In: L. Zemmer-Plank (a cura di), Kult der Vorzeit in den Alpen. Opfergaben, Opferplätze, Opferbrauchtum/Culti nella Preistoria delle Alpi. Le offerte, i santuari, i riti, “Arge Alp”, Bolzano, 2002