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In copertina: Dettaglio da una moschea del complesso Po-i Kalyan. Buchara, XII-XX secolo (Foto Flash Ravenna)
Nuova Museologia , 2019
The article proposes a critical discussion of some of the main issues connected with displaying Islamic art in the XXI century, focusing on the historiography, the characters of the objects and of the collections, and the way it is presented in western museums. It puts attention on the influence of “orientalism” as understood by Said, in interpreting, collecting and displaying islamic art during the centuries. It raises the question whether the collections of islamic art in western museums can be considered as expressions of islamic civilization, rather than of the taste of western collectors and of the “modern orientalism”, and whether they can be used to promote an effective understanding of the islamic world. Keywords: museology, islamic Art, orientalism.
Arte Islamica. Spazi sacri a confronto, 2008
Churches and mosques are both places of prayer. During the time of the Crusaders, in the Near East each one of these temples were used with very small changes, both by Christians and Muslims. The reasons lay in the shape and patterns of the decorations, and of architecture itself, because patterns are since older times the same in antiquity, all through Europe and Asia.
2018
L’arte islamica è un tema che purtroppo non ha ricevuto dagli studiosi musulmani e non l’attenzione che merita. Spesso, infatti, è stata interpretata in maniera monolitica senza considerare le sue modalità espressive nei diversi paesi e nelle diverse epoche storiche, e secondo i paradigmi propri dell’arte figurativa occidentale. Per questa ragione è stata spesso descritta e considerata come una forma di arte religiosa minore. Questo giudizio è ricondotto al divieto di rappresentare gli esseri animati- animali ed esseri umani- e la stessa divinità. Questa proibizione è considerata infatti la causa della mancanza nell’arte islamica di originalità e sviluppo storico.
Arte Islamica e Mediterraneo. Castelli, musica, maioliche, 2007
A small compendium about the architecture of castles, the evolution of popular songs and the influences in ceramic decorations in Islamic art, around the Mediterranean area, with the connections to other cultures of the same coasts and lands.
Semiotic Papers - Lettere semiotiche, 2022
Questo lavoro si inserisce in un ambito di semiologia delle arti e dell’architettura. Il progetto di ricerca dovrebbe riguardare il complesso delle arti e dell’architettura orientale, studiate da un punto di vista comunicativo. Arte e architettura qualificano lo spazio urbano più di qualsiasi altra manifestazione. Cercheremo di indagare la connessione delle strutture con la dimensione religiosa. La ricerca ha un’impostazione semiologica, tuttavia essa non può prescindere da un inquadramento storico, che incornicia e contestualizza le evidenze artistiche.
Nella produzione artistica di tradizione buddhista del Ladak, regione del Tibet indiano, sono presenti elementi stilistici e iconografici riconducibili a forme di arte islamica 1 . Benché sporadici, tali esempi si rivelano tuttavia particolarmente significativi. Si tratta talvolta di dettagli, raffigurazioni di oggetti quotidiani in uso nelle corti reali del Ladak, riprodotti con un ruolo marginale all'interno di un ciclo pittorico. Spesso, invece, si è di fronte ad un tema rappresentativo proprio dell'arte islamica, di grande valenza simbolica. Rintracciare e delineare tali elementi stilistici e tematici significa far luce sulla natura dei rapporti tra due importanti religioni a confronto, quali l'Islam e il Buddhismo. Laddove le fonti storiche non giungono a fornire un quadro completo di tali relazioni, l'arte, talvolta, può colmare queste lacune mostrando prospettive inaspettate.
2024
Nell'anno 620, secondo gli storici antichi, quando Muhammad si ritirò sulle montagne vicino alla Mecca per meditare, una donna che bruciava l'incenso davanti al sacro tempio della Ka'ba mandò a fuoco accidentalmente la tenda posta davanti all'entrata, da cui l'incendio si diffuse poi per tutto l'edificio che venne distrutto. I Quraysh si prepararono di conseguenza a ricostruirlo e per una fortunata coincidenza una nave greca, che trasportava materiali di costruzione per una chiesa in Abissinia, fece naufragio sulla costa del Mar Rosso vicino a Jiddah, e un copto o greco che si trovava a bordo, di nome Baqum ed esperto nell'arte della carpenteria, si lasciò convincere a porre sia la sua abilità che il contenuto della barca a servizio degli arabi. Gli abitanti della Mecca si alternarono come operai partecipando attivamente all'opera di ricostruzione. La nuova struttura includeva colonne di marmo ed una scala, anche se gli antichi scrittori differiscono parecchio relativamente ai dettagli. Alcuni affermarono che lo stesso legname della nave venne utilizzato per la costruzione, mentre altri sottolinearono che il copto fosse abile nell'arte di tagliare e lavorare il legno, di cui probabilmente i Quraysh non erano molto esperti. Quando il Profeta arrivò a Medina nel 622, l'anno dell'Hijrah, fondò la prima moschea dell'Islam. Diresse il suo cammello in un frutteto di palme al di fuori della città, dove si trovava uno spazio aperto che misurava circa 45,72 metri quadrati. Intorno a questo spazio venne costruito un muro alto non meno di 3, 20 metri. Le fondamenta erano fatte di pietre, mentre la parte superiore di mattoni cotti al sole. Questo semplice spazio chiuso, che venne acquistato dal suo proprietario, aveva un pozzo adiacente e non differiva in nessun modo dagli orti che si possono osservare in ogni spazio verde in Medio Oriente. Dal cortile si aprivano una serie di stanze abitate dalle spose del Profeta. Queste costruzioni assomigliavano alle semplici capanne dei villaggi egiziani, in quanto non erano più grandi di 3,65 metri quadri ed erano alte circa 2 metri; le mura erano costruite con mattoni cotti al sole e il tetto era fatto di tronchi di palma tenuti insieme dal fango. Una stanza aggiuntiva veniva utilizzata dal Profeta per ritirarsi in preghiera. Non vi era alcun arredo interno. Successivamente venne aggiunta una tettoia di tronchi di palma coperta con fango e rami di palma. Questa copertura fu l'origine del liwan e del sahn
Lettere pittoriche: nuove acquisizioni per le committenze bresciane di Tiepolo e Batoni, 2021
Nuova serie 193 | 2021 | 3 I contributi presentati ad «Arte Lombarda» sono valutati, in forma anonima, da studiosi competenti per la specifica disciplina (double-blind peer review).
Par ol e chi av e: t a r s i a , a r c h i i n t r e c c i a t i , a r c h i t e t t u r a n o r ma n n a , a r c h i t e t t u r a i s l a mi c a , C a mp a n i a .
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LA CITTÀ CHE PRODUCE. Archeologia della produzione negli spazi urbani , 2018
Dolce è la luce. Arte, architettura, teologia, 2019
dialnet.unirioja.es
Doctor Virtualis, Quaderno n.7, Cuem, Milano, pp. 149-168, 2008
"Oltre la soglia": Iran. Cultura, arte, storia, 1998
in Arti suntuarie della collezione Gualino della Galleria Sabauda a cura di A.Bava, G. Careddu, F. Crivello, 2017
Corpora delle antichità della Sardegna. La Sardegna medievale moderna contemporanea. Storia e materiali, 2021
Discorsi d'arte contemporanea, 2002