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L'utilizzo delle risorse messe a disposizione da internet è sempre più diffuso tra gli adolescenti e i preadolescenti che spesso vengono definiti " nativi digitali " , un'etichetta che semplifica eccessivamente il rapporto tra giovani e nuove tecnologie e relega le capacità di navigare in rete a mere competenze tecniche. La media education è frequentemente chiamata in causa per colmare i vuoti educativi e comunicativi che si creano tra adulti e minori in relazione all'utilizzo delle tecnologie digitali Questo articolo si sviluppa attorno ai risultati di ricerca che ha coinvolto un istituto scolastico secondario di primo grado (circa 300 studenti) in cui è stato svolto un progetto di digital media education rivolto a ragazzi, insegnanti e genitori. Il materiale empirico è composto da 62 ore di osservazione etnografica svolte durante gli incontri con i gli studenti dell'istituto e i questionari di gradimento raccolti al termine del progetto. L'obiettivo della ricerca è quello di comprendere, a partire dalla voce dei ragazzi, cosa questi pensino della media education, quali aspettative abbiano e in che modo rispondano agli stimoli e alle attività che gli vengono proposte. Il fine ultimo è quello di fornire strumenti interpretativi e operativi utili a creare discorsi e pratiche capaci di intersecare le pratiche mediali e le attività quotidiane dei giovani.
Il progetto "Sinto-nizzati!" nasce come una scommessa doppiamente ardua: coinvolgere i giovani sinti 2 , residenti nei due "campi nomadi" di Pavia, in un percorso extra-scolastico di apprendimento e di socializzazione, a partire da attività realizzate con il supporto di uno staff tecnico-educativo non istituzionale, e farlo attraverso l'avvicinamento ai nuovi media, web radio in primis, in un processo di learning by doing caratterizzato da un basso livello di strutturazione formale.
2009
© Edizioni Erickson, www.erickson.it Questo articolo è ripubblicato per gentile concessione della casa editrice Edizioni Erickson.
L e riflessioni che sono al centro di questo volume ruotano attorno a due poli principali: il radicamento dei media nella quotidianità odierna e il protagonismo delle giovani generazioni, poste al centro di quel mutamento, simbolico e tecnologico, che produce ed è prodotto dalla cultura mediale contemporanea. I capitoli, redatti da giovani ricercatori che da tempo si occupano di queste tematiche e da attenti ed esperti osservatori del mutamento in atto, si pongono come obiettivo quello di indagare cosa significhi essere giovani in un mondo tecnologico in continuo mutamento, in cui le offerte e le occasioni culturali, di consumo mediale, di relazione, di opportunità sono sempre più crescenti. Verranno presentate varie dimensioni della relazione, complessa e multiforme, tra giovani e media: dai new media al cinema, dalle serie tv alla musica e ai videogiochi, fino al più ampio fronte dei consumi culturali outdoor. E ancora: dall'uso dei social network alle implicazioni in termini relazionali ed affettivi e di partecipazione politica, fino agli interrogativi su come sono cambiate le pratiche di lettura/scrittura con l'avvento dei media digitali. Senza dimenticare una riflessione a partire dalla prospettiva adulta (genitori e insegnanti) rispetto a tali dinamiche. Per linguaggio, presentazione dei temi, organizzazione del discorso e contributi offerti, il volume vuole fornire, in maniera innovativa, inquadramenti teorici, discussioni specialistiche e casi di studio con i quali affacciarsi con consapevolezza alla relazione tra giovani e media.
Gran parte di questo articolo include aspetti dell'opera del professore spagnolo José Martínez de Toda, lui è stato il mio professore di media education nel Centro Interdisciplinare sulla Comunicazione Sociale (CICS) 2 della Pontificia Università Gregoriana di Roma. Martínez de Toda è uno studioso dei mass media e ha proposto una metodologia di valutazione sulla media education nel suo libro intitolato "Le sei dimensioni della media education" (2002) 3 . La mia intenzione qui è presentare elementi per una lettura sulla media education considerando che tale tipo d'insegnamento è flessibile e prende in considerazione, seguendo un approccio teorico interdisciplinare e pratico: la società, la cultura ed il tipo d'esperienza mediatica dell'audience. Una conoscenza previa dell'audience è importante per avviare un insegnamento sui mass media. Nella società contemporanea, il rapporto tra pubblico e mass media è diventato ormai una pratica socio-comunicativa quotidiana, della quale non possiamo fare a meno.
2014
Il contributo affronta il tema della valutazione in ambito mediaeducativo. La media education è campo didattico e di ricerca. Ci interroga continuamente in relazione alle questioni docimologiche all'interno di percorsi che, in modalità differenti, fanno uso dei media, ma anche, in generale, in relazione alla valutazione orientata alle competenze. Progettazione, documentazione, valutazione (che implicano processi e prodotti) rappresentano punti chiave per intraprendere un dialogo centrato sul "filo rosso" che lega tutte le fasi di un'attività mediaeducativa: alcuni elementi definitori, il peso da assegnare a finalità e obiettivi, i differenti livelli della valutazione rappresentano gli aspetti significativi di questo articolo, resi comprensibili da alcuni esempi proposti soprattutto nell'ultimo paragrafo.
Media Education. Analisi critica e buone pratiche , 2020
Questo testo nasce sia dal lavoro di ricerca accademico svolto dai curatori che dalle attività formative e di sensibilizzazione sui temi della Media Education svolte negli ultimi otto anni nel mondo della scuola, del Terzo Settore e dell’associazionismo.Il tentativo è stato quello di raccogliere le diverse pratiche utilizzate, mettendole a sistema e facendole dialogare con le diverse discipline, i contesti professionali e gli approcci metodologici. Il lettore troverà uno strumento di riflessione e di lavoro sugli ambiti del rapporto tra educazione, comunicazione e tecnologie.
Media Education
The paper presents Critical Discourse Analysis (CDA) as a qualitative research method particularly suitable for the study of media education practices. The contribution highlights how the CDA allows to focus on social functions, identities and power relations mediated by language(s) in educational settings and then it presents an analytical framework widely adopted in social and educational research. Secondly, it exemplifies the application of CDA by presenting a case study on literacy education. Finally, after underlying the convergence between new media literacies and CDA perspectives on the concept of learning, it outlines some possible applications of CDA for the empirical study of media education practices.
2017
Il volume presenta i risultati di un articolato progetto di ricerca avente come oggetto gli sguardi digitali adottati da studenti e docenti per dare significato all’uso che, fuori e dentro la scuola, essi fanno dei nuovi media. Ci sono gli sguardi dei ragazzi che danno per scontata la presenza di Internet o dei social network nella loro quotidianità. E gli sguardi adulti sui media e sulle tecnologie, spesso intese da genitori e insegnanti più come fonte di rischio che di opportunità. In una prospettiva educativa più ampia, c’è anche lo sguardo della scuola come istituzione che, con alterne fortune, dà una certa direzione all’introduzione del digitale. Inoltre, nella quotidianità delle aule, ci sono gli sguardi degli insegnanti, che testimoniano l’uso dei media da parte dei ragazzi, interpretandolo attraverso la loro competenza professionale e la propria esperienza del digitale. È in grado la scuola di fronteggiare le tante sfide poste dal digitale? Quali immagini e rappresentazioni stanno circolando tra gli insegnanti e gli studenti? Di quali risorse dispongono i docenti per riconoscere, formare o riposizionare le competenze che i ragazzi hanno rispetto all’uso dei nuovi media? Cosa significa parlare di literacy nell’uso dei media digitali? A partire dalle voci stesse di studenti e docenti, il volume affronta questi interrogativi complessi, nel tentativo di identificare terreni di dialogo e di confronto nei quali, superando l’opposizione noi-loro, le diverse generazioni possano giocare il proprio ruolo nel mondo dei media.
2013
CARLA CHAMBERLIN-QUINLISK-Learning about culture: the web as an obstacle (with opportunities) PAIGE WARE-Teaching Comments: Intercultural Communication Skills in the digital Age GEOFF LAWRENCE-Building Investment in Intercultural On-line Language Learning Environments NICOLAS GEERAERT-Coping with intercultural adaptation, functional and dysfunctional strategies 11:30-13:00 Plenaria con le osservazioni emerse dai seminari Plenary session with reports from the seminar groups Presiede l'Ambasciatore ROBERTO TOSCANO, chair of the session
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Orientamenti pedagogici, 2002
MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni, 2020
In Bernardi, C., Mosconi, E. (eds.), Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia, Vita e Pensiero, Milano, pp. 245- 248, 2018
XXI: Revista de Educación, 2011
Il telespettatore, 2014
Form Re Open Journal Per La Formazione in Rete, 2010
Italian Journal of Educational Technology, 2000
Form Re Open Journal Per La Formazione in Rete, 2010
MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni, 2020
Teoria e pratica delle new media literacies - Editor: Maria Ranieri, 2018
Vita di Vita allo specchio, giovani "seconde generazioni" "riflesse" nel processo educativo, 2020