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2009, L' arte digitale in mostra a Bari. Con iPhone e iPad si dipinge nel futuro.
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Siamo nell'era del web e del digitale. Il web è ormai così importante nelle nostre vite da essere stato il propulsore della febbre rivoluzionaria mediorientale e, forse, ora anche occidentale. La stessa campagna elettorale dell'attuale presidente degli Stati Uniti si è svolta sul web. Anche l'arte digitale si sta diffondendo, accendendo numerose querelles sui diritti d'autore e su come renderla fruttevole. L'iPhone ed iPad art, che hanno sinora approfittato dell'unico showroom completamente libero, gratuito e privo di pregiudizi, cercano ora di emanciparsi dal web per raggiungere the real world e le vetuste gallerie borghesi.
Itinera, 2021
The contemporary artist David Hockney is well known as a painter of nature. However, what is the focus of his art? What is his self-appointed purpose as a painter? From a critical review of his numerous publications the answer arises naturally: humanity. David Hockney abandons abstraction and excessive naturalism, criticizes and uses photography (and other new medias) to find a way to better understand and express his humanity; to communicate his personal vision of the word. The subjects of his paintings – present or not – are humans and their peculiar way of looking, which is very different from that of a camera. Human vision takes place over time, and it carves the space. It is close to its object, and it is influenced by memory. Human beings are not only the subject but also the recipient of his work, he draws for humanity. He aims to educate himself on a more human perception and communicate it to others. Art education is visual education. Art sharpens the visual sense and makes it see the world as beautiful, thrilling and mysterious. Thus, by changing perception, it can change the world. If we look at the world more closely, if we allow ourselves to truly perceive the beauty of the ordinary, we can better love and care for our environment. This is Hockney’s duty as an artist, to paint humanity and its visual perception in order to make the world more human. In this overstimulating era of new media, he indicates to his anesthetized contemporaries a possible way to fight against their many distractions and emerging depressions and, perhaps, even to address major environmental issues.
Rinascimento anacronico, 2024
Alexander Nagel, Christopher S. Wood, Rinascimento anacronico, a cura di Stefano Chiodi, Quodlibet, Macerata 2024 Rinascimento anacronico propone una sorprendente rilettura di una stagione fondamentale della cultura europea e una nuova concezione della storicità delle opere d’arte. Definire un’opera «anacronica» significa in effetti, scrivono Alexander Nagel e Christopher S. Wood, dire ciò che essa fa «quando ripete, quando esita, quando ricorda, ma anche quando progetta un futuro o un ideale», eccedendo il «mondo della vita» che l’ha generata. Le architetture di Leon Battista Alberti e Bramante, i dipinti di Guido da Siena, Jan van Eyck e Vittore Carpaccio, le sculture di Michelangelo o gli affreschi della Stanza della Segnatura, così come le icone, i disegni, le stampe, i mosaici, le medaglie esaminate da Nagel e Wood, fanno emergere interrogativi imprevisti circa la loro autenticità, riferimenti a precedenti prestigiosi, così come gli effetti della trasposizione da un medium a un altro. Le icone bizantine considerate come antichità paleocristiane, le immagini non create da mano umana, le spoliazioni e le citazioni, i diversi approcci al restauro, le leggende sugli edifici, i falsi e i pastiches si rivelano in questo modo altrettante componenti di una originale e più esauriente visione dell’arte rinascimentale. Se è vero che un’opera d’arte testimonia il momento della sua realizzazione, Nagel e Wood dimostrano che è altrettanto determinante comprenderne la costitutiva instabilità temporale e i modi con cui essa rimanda a remote origini ancestrali, a un artefatto o a un’immagine anteriore, o persino a un’origine divina posta fuori dal tempo. Rinascimento anacronico cerca di estrarre dalle opere d’arte una temporalità in strutturale disallineamento con la disciplina della storia dell’arte, «verso una cronotopologia della creazione artistica». Se l’opera, come scrivono gli autori, è un messaggio i cui mittenti e destinatari sono in costante spostamento, l’arte è la possibilità di un indispensabile colloquio attraverso il tempo. Edizione italiana a cura di Stefano Chiodi | Italian edition of Anachronic Renaissance, Zone Books 2010
in Il carteggio d’artista fonti, questioni, ricerche tra XVII e XIX secolo, a cura di Serenella Rolfi Ožvald e Carla Mazzarelli, Cinisello Balsamo (Milano), SilvanaEditoriale, 2019, pp. 294-307.
Students aged 13-14 years analyze "En rythme", a Paul Klee’s picture. They transform the viewing experience in musical composition. Particularly interesting are analysis and assessments that the students operate on their musical products, showing lucidity and critical spirit.
The Lost Art of Drawing non è un semplice titolo per un articolo o una mostra d' arte. L' editoriale di Michael Graves sul New York Times è anzitutto un grido di passione, di dolore e di responsabilità insieme. Non si discute sul concetto e la rappresentazione dell' architettura, intesa come arte, mestiere e professione, bensì sul suo divorzio dal disegno: una parte essenziale di un percorso mentale e creativo che nasce da un bozzetto estemporaneo, utile a catturare un' idea, fino al progetto finito. Un esercizio che trasforma l' immaginazione in materia. La collezione dei disegni, custoditi nell' archivio storico dell' Accademia delle Belle Arti di Roma, che vengono portati a conoscenza del pubblico, ne prende le mosse e di quella voce ne è l' eco. Un risuonar felice di mani e di segni che sono il tratto delle alte scuole di formazione italiana. L' Harvard Club of Italy non solo rappresenta una prestigiosa Accademia degli Stati Uniti d' America e la comunità dei suoi laureati in Italia, ma sostiene i valori dell' eccellenza e del merito. Come quelli degli studenti di architettura di oltre cento anni fà - successivamente riconosciuti nel mondo quali grandi architetti - che sono tra coloro i quali hanno fatto tra le cose più belle, sicuramente a Roma, ma non solo. Almeno prima e fintanto che, per troppo tempo, andasse in qualche misura sfumando il senso della bellezza e del paesaggio che fanno dell' Italia il Paese ammirato che è. Dal Saggio di Fabio Filocamo
In questo volume, Nicholas DeMaria Harney, presenta il resoconto di un viaggio attraverso i luoghi e i simboli della comunità italiana di Toronto, nel tentativo di fissare gli elementi di un'identità etnica in continua evoluzione. Il padre di Nicholas, Robert F. Harney, fu tra i primi a dedicarsi allo studio della storia dei nostri connazionali in Canada (Dalla Frontiera alle Little Italies. Gli italiani in Canada 1800-1945, pubblicato in Italia per i tipi della Bonacci Editore, Roma). A differenza del padre però, Nicholas DeMaria Harney, predilige un linguaggio e un'impostazione squisitamente sociologici. La sua ricerca, infatti, si basa essenzialmente su interviste e osservazioni sul campo, condotte dal 1992 al 1995 su un campione di popolazione relativamente ristretto per numero e distribuzione sul territorio, anche se non sono stati trascurati i fondi conservati presso la Multicultural History Society of Ontario e gli Ontario Archives.
Scritti per Eugenio 27 testi per Eugenio Riccòmini, 2014
in: Scritti per Eugenio 27 testi per Eugenio Riccòmini
Frank Wedekind: Il cantante di corte, 2015
1897: L'anno del collasso di Hugo Wolf, a causa della malattia venerea di cui soffriva. È anche l'anno in cui si svolge il dramma di Frank Wedekind "Il cantante di corte", con una figura di compositore che, come Hugo Wolf, deve subire il diniego dei potenti.
Prima di avviare qualsiasi analisi storica o approfondimento in questa materia è importante fare una premessa e soffermarsi su un argomento di non poca importanza, analizzando, prima della video arte e di Nam June Paik, quel sottile legame che esiste tra il video e la televisione, o meglio il rapporto tra arte visiva e mezzo televisivo. Ciò che crea confusione è che entrambi sfruttano lo stesso medium per comunicare, ma cosa distingue la comunicazione televisiva da quella del video e delle arti visuali? Quando si parla di televisione, bisogna far assolutamente riferimento a cosa essa rappresenta per la società, le sue influenze e la comunicazione mediatica. L'obiettivo è l'audience. Premettendo ciò, s'è andato creando un linguaggio prestabilito, quello televisivo, appartenente a un unico modello culturale fatto di stereotipi, finzioni e attrazioni molto prevedibili.
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Vittore Grubicy De Dragon. Un intellettuale-artista e la sua eredità. Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo, a cura di S. Rebora e A. Scotti, catalogo della mostra (Livorno, 8 aprile - 10 luglio 2022), Pacini 2022, pp. 89-99
Fragmentology, 2021
L'Architettura del Novecento, 2013
Elephant & Castle, n. 25 "Figure dell'artista", 2021
Raphael: Drawing and Eloquence, 2020
Between XI.2021, pp. 384-392, 2021
Senzacornice, 2023
Opus incertum, 2018
Quaderni d'Italianistica, 2017
Arte e tecnologia per l’accessibilità. Tradurre la pittura: incisioni e quadri tattili, atti della giornata di studi (Roma, Palazzo Poli, 3 dicembre 2019), a cura di F. Bertini e S. Baroni, UniversItalia, Roma 2019, pp. XXXIX – XLVII, 2019
Mededelingen van het Nederlands Instituut te Rome 54 (1995) 167-175, 1995
"MDCCC 1800", n. 7 (luglio 2018), Ed. Ca' Foscari, Venezia, 2018
Arte e filosofia nel 900, 2019
Open Journal of Humanities, 2022