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Il mondo ebraico nella Tarda antichità

2010, in Giusto Traina (a c.), Storia d’Europa e del Mediterraneo, VII. Da Diocleziano a Giustiniano, Salerno Editrice, Roma 2010, pp. 351-385

Abstract

Il passaggio dall'impero pagano all'impero cristiano segna l'avvio di una fase di profondi mutamenti nella storia ebraica, da tempo ormai priva di un proprio riferimento territoriale e inserita, con modalità diverse, nelle due partes dell'impero. Di fatto, nel 313 Costantino e Licinio avevano sancito un'apertura alle tre componenti religiose dell'impero: pagani, cristiani e Giudei. In prospettiva ebraica, la seconda metà del IV secolo si connota in Oriente come in Occidente quale epoca di transizione fra due diversi regimi, in cui l'atteggiamento nei confronti degli Ebrei può essere definito sostanzialmente di continuità, pur con le dovute eccezioni. Non mancano, per questo, i segnali di cambiamento rispetto al passato. Essi possono essere individuati da un lato nella maggiore visibilità della realtà ebraica all'interno dei contesti generali (lo prova l'emergere, solo a partire da tale periodo, di manufatti e luoghi ebraici o destinati agli Ebrei), dall'altro, nella definizione della diversità degli spazi religiosi, economici e sociali che, anche sotto tale aspetto, costituiscono il preludio ai rapporti sempre piú difficili fra l'ebraismo e i mondi circostanti che caratterizzeranno, e in gran parte marchieranno, non poche pagine della storia del Medioevo.