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Poeta èKiKaxd())opoc;è7iì xd averi: è la definizione che del tardo tragediografo Cheremone ci dà Ateneo (XIII 608d). Un poeta -è bene premettere col Collard 1970, 23 e 27s. -«writing in an unmistakably individuai way», nel quale «vivid description» e insistente ricorso alla metafora («the most common figure, in conformity with the rhetorical tendencies of both poetic and prose styles of Chaeremon's day») giocano un ruolo di primo piano.
Theogn. 1123-1128 mhv me kakw' n miv mnhske: pev ponqav toi oi| av t` `Odusseuṽ, o{ t` `Ai? dew mev ga dw' m` h[ luqen ej xanaduṽ. 1125 o} dh; kai; mnhsth' ra~ aj neiv leto nhlev i> qumw' / Phnelov ph~ eu[ frwn kouridiv h~ aj lov cou, h{ min dhv q` uJ pev meine fiv lw/ para; paidi; mev nousa, o[ frav te gh' ej pev bh deimalev ou~ te mucouṽ † 1123 mev mnhsqe o 1124 `Ai? dou o | meta; Sitzler, megav rwn Radermacher 1125 aj neiv lato A, rec. Young, van Groningen : ej nhv rato vel aj muv nato Emperius | nhlev i> calkw' / o 1126 e[ mfrwn o, rec. Bergk, Diehl, Carrière, Garzya, Adrados 1127 hJ me; n o | pro; o 1128 deilaleouste A : dhmalev ou~ ge I : deielinouṽ te Hertzberg : (`Iqav kh~ ...) daidalev ou te (mucou' ) Wassenbergh : (tev gh~ uJ pev bh) daidalev oisi (mucoi') Emperius : deiv n` aJ liv ou~ te Sitzler : daidalev ou te (lev ceu~) Haupt : (h| gh' ...) daidalev ou te (lev cou~) Bergk : deiv l` aJ liv ou~ te Young («dum pervasit terrae mala et salsos sinus») | post v. 1128 lac. stat. Hudson-Williams, prob. Edmonds, Carrière, Adrados
to; ej piv koton tou' proswv pou liv an para; fuv sin, o{ tan <de; > †pollav ki" h\ / , ej napoqnhv / skei <to; > prov schma h] to; teleutai' on aj pesbev sqh, w{ ste o{ lw" ej xafqh' nai mh; duv nasqai ... auj tw' / ge touv tw/ parakolouqei' n peirw' , o{ ti para; to; n lov gon. eij ga; r kai; hJ sunaiv sqhsi" tou' aJ martav nein oij chv setai, tiv " e[ ti tou' zh' n aij tiv a; 1 1s. Boot ap. Gataker : o{ tan pollav ki" ej napoqnhv / skein h\ (h] A) prov schma h] AT : o{ tan <de; > pollav ki" <giv gnhtai>, ej napoqnh/ v skei <to; > prov schma Coraes : o{ qen pollav ki" ej napoqnhv / skei to; prov schma h] Fournier : w| / pollav ki" ej napev qnh/ sken h[ dh to; prov schma h] Schenkl in adn. suppl. : <o} > o{ tan pollav ki" † ej nh' / , aj poqnh/ v skei dh; (h[ dh in app.) prov schma, h] Haines : o{ tan <de; > pollav ki" ej napoqnhv / skh/ <to; > prov schma, to; teleutai' on aj pesbev sqh Stich in app. : ej napoqnh/ v skh/ hJ proshv neia, to; teleutai' on Theiler : ej napoqnh/ v skh/ <ej n tw' / proswv pw/ to; eu[ schmon,> coll. VII 60 Dalfen 2 teleutaiv an A 3 lac. stat. Farquharson auj tw' / ge tou' to A : auj tov ge tou' to dubitanter Fournier o[ , ti Jackson 4 tou' <mh; > Coraes
In margine a Sapph fr. 96,8 V.
Compressa, e quasi sovrastata dall'azione pastorale -che per lui era soprattutto ascolto e consolazione di ogni persona che gli chiedesse un aiuto -l'attività scientifica di Paolo Serra Zanetti ha corso spesso il rischio di apparire secondaria, nella vita di un uomo che sembrava avere altrove «il suo tesoro e il suo cuore», e di essere perciò sottovalutata: agli occhi dell'Accademia, a quelli dei colleghi e degli amici, e persino ai suoi, se una bibliografia da lui stesso scritta su sollecitazione altrui -a penna, con la caratteristica grafia regolare e minuta -comprendeva poco più della metà delle pubblicazioni effettivamente prodotte.
Bibliografia completa dello studioso recentemente scomparso (7.12.1949-24.12.2015)
Eust. 1068,60-1069,23 (su un comico e qualche alessandrino) Nel commentare Hom. P 432 "Hrhn de; prosev eipe kasignhv thn a[ locov n te (soggetto è Krov nou pav i> ", v. 431), Eustazio si mostra particolarmente interessato alla definizione di Era quale sorella e moglie di Zeus (la dea è così qualificata anche in S 356 Zeu; " d` "Hrhn prosev eipe kasignhv thn a[ locov n te, H. Hymn. 5,40 "Hrh" ej klelaqou' sa kasignhv th" aj lov cou te e 12,3 Zhno; " ej rigdouv poio kasignhv thn a[ locov n te). Le osservazioni in proposito si snodano su due fronti, accomunati dal richiamo al caso delle nozze di Tolemeo Filadelfo con la sorella Arsinoe: ad una prima parte relativa all'inopportuna kolakeiv a tendente a legittimare tale evento -non si fanno nomi espliciti -ne segue una relativa alla parrhsiv a, ugualmente inopportuna, con rinvio al caso emblematico del cinedologo Sotade, messo a morte a seguito della censura rivolta all''empia' unione.
Eikasmos 30, 2019
On P. Amst. inv. 66, edited by J. Lenaerts («Chronique d’Égypte» XCIII/185 [2018] 111-115) and attributed by him to the hand of ‘Scribe 2’ (which is probable) and considered part of the same scroll as PSI IX 1090, containing fragments of Erinna (which is much less so).
A systematic survey of hiatus’ occurences in Sappho must suggest prudence in removing them all by conjecture.
AA.VV., Intorno al Papiro di Artemidoro, I. Contesto culturale, lingua, stile e tradizione. «Atti del convegno internazionale del 15 novembre 2008 presso la Scuola normale Superiore di Pisa», ed. da ClAudio GAllAzzi-BäRBel KRAmeR-sAlVAToRe seTTis, con AGosTino soldATi («Colloquium»), Milano (LED) 2010, 296 pp., € 32,00, ISBn 9788879164221.
Plutarco scrisse la decima Quaestio Platonica per giustificare l'asserzione di Platone secondo cui il discorso risulta dalla mescolanza di nome e verbo (Soph. 262c 2-7) 1 . Di tale estratto egli fornisce un'interpretazione strettamente grammaticale, ritenendo che per legittimare il punto di vista platonico sia necessario dimostrare che tutte le altre 'parti del discorso' non sono in realtà tali. A questo scopo egli si serve -come universalmente riconosciuto -di argomenti derivati dalla grammatica alessandrina e dalla logica stoica, insieme ad una serie di analogie con il mondo quotidiano.
1. Nell'epitalamio per Zacaria (Or. 5 F.-R.), Coricio suggella la parabola di Demofonte, giovinetto ateniese dalla vita dissoluta 1 , che il padre riporta a una condotta più morigerata grazie al matrimonio (5,17), esaltando gli effetti che un amore sancito dalle nozze potrà avere su una natura già predisposta alla semnov th". Questo il testo stampato dagli editori (p. 86,5-7): eij toiv nun aj kov laston nev on oJ gav mo" paralabw; n ej gkrath' didav skein ej qev lei, tiv a] n drav seien ej nnov mw" `Afrodiv th ej mfuv tw/ semnov thti sunelqou' sa;
Diog. Laert. X 13 can be emended by changing the transmitted Πραξιφάνους into Πραξιφάνης. As a consequence, the Peripatetic Praxiphanes can be regarded as the source for the tradition about the relationship between Nausiphanes and Epicurus.
Le donne hanno decretato che le §ax>Xóxzpa\ Kai oipóxepai (v. 617) -le più brutte insomma (cf. v. 618) -abbiano la precedenza su quelle belle (cf. v. 699). Immediata la realizzazione scenica del nuovo regime sessuale. Ne è vittima un veaviaq (suo il lamento circa il tributo prioritario da pagare a ogni donna dvdoipoq o 7T.p£of3oxépa, v. 940): se la dovrà infatti vedere con un trio di vogliose vegliarde.
In Plat. Men. 95e, the much debated expression ὀλίγον μεταβάς, that introduces the quotation of Theogn. 434-438, should not be interpreted in a spatial sense (“a little further on” or similar) and does not allow any deduction on the form of the Theognidean collection in Plato’s time. The expression means “changing his mind a little”, or similar, and must be understood in the light of passages such as Plat. Phaedr. 261e-262a: Theognis’ “small change of opinion” leads to complete self-contradiction. This interpretation may also explain the strange way in which Socrates quotes ll. 434-438: he changes the order and the logic of the elegy to represent the gradual process of contradiction that makes Theognis’ thought uncertain and inconsistent.
1980
Verg. Aen. 6.280 apparently reproduces a passage of Antimachus (fr. 187 Wyss), where θάλαμοι means just house (rooms) and not nuptial bedrooms. This allows to understand Vergil’s thalami more precisely.
Edition and analysis of three unpublished Greek epigrams by Giovanni Pascoli: two are translations from Horace (Epod. 7,11s., Carm. I 16,1); the third, entitled Εἰς Νικήτορα Κέντρωνα, celebrates the well-known Hellenist Vittorio Puntoni
Una crux affligge la Vocum hippocraticarum collectio di Eroziano (p 45 Nachm.): †p h c ev d e o n: to; n tau' ron. oiJ de; to; periv neon. Bakcei' o" de; diav basiv n tina.
avrebbero ben potuto costituire un capitolo a sé stante. Il primo di essi (cap. 4.4) cerca di arrivare a una classificazione all'interno della tipologia, partendo dalle testimonianze antiche (Alessi, fr. 121 K.-A.; Terenzio, prologo dell'Eunuchus; Donato; Nonio) per arrivare ai tentativi dei moderni (Ribbeck; Giese; D'Agostino; Brinkhoff; Kraus). Seguendo parzialmente la sistemazione proposta da Kraus in Der Kleine Pauly (IV, 1972, 507s.), l'A.-R. distingue quattro tipi a seconda delle funzionicaratteri complementari, motori dell'intrigo, aiutanti del servus callidus, personaggi comiciassegnando particolare spazio agli ultimi, le cui caratteristiche più spiccate sono in ogni caso la voracità (p. 210: «tutto ventre», Avezzù, Chiarini) e la camaleontica capacità di districarsi nelle più diverse situazioni («Tausendsassa», Nesselrath). A un tempo, proprio la maggiore o minore enfasi sui tratti della 'voracità' e della 'fame' distingue le figure plautine da quelle terenziane: ne sono causa senza dubbio la diversa personalità dei commediografi, ma anche i modelli greci a monte. Un veloce excursus sul mezzo linguistico come elemento evocativo della comicità («Sprachkomik») chiude il volume. Decisamente più marcato in Plauto, esso poggia sulla personificazione di cibo e organi corporei (cf. la famosa uscita di scena di Ergasilo in Capt. 901-904), l'accumulo di sinonimi con climax e amplificatio, l'iperbole, sostenuta dalla strategia fonica (cf. pp. 220-225). Le note sottolineano le possibili analogie con i frammenti greci: ma la creatività plautina sembra il più delle volte fuori discussione (andava ricordato almeno A. Traina, Forma e suono. Da Plauto a Pascoli, Bologna 1999 2 ). A Terenzio, oltre che alcuni riscontri nelle note (es. 959 e 961), sono riservate solo poche righe, che segnalano l'incidenza del contrasto e del gioco etimologico, ma che purtroppo non rendono giustizia al linguaggio di questo autore.
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