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| p r o g e t t o c o n t e m p o r a n e o 22 eLementIfacciate 11
Nell'attuale compagine governativa pare finalmente emergere il paladino di un protezionismo mirato, il fautore della "messa in sicurezza del paese": Carlo Calenda. Il ministro aveva evidenziato al pubblico le proprie doti di chiarezza e determinazione (https://www.youtube.com/watch?v=MW0ERHOqqr4) già nel suo primo intervento da ministro del Governo Renzi all'assemblea di Confindustria. L'intervista al Corriere della Sera del 1° gennaio (http://www.corriere.it/economia/17_gennaio_01/calenda-una-rete-protezione-difendere-interessi-nazionali-2ecfb74e-d05c-11e6-a287-5b1c5604d8ca.shtml) sembra infine tracciare chiaramente il nuovo orientamento delle forze dette progressiste, della possibile grande coalizione che si va profilando con le prossime elezioni o quantomeno del perpetuarsi dell'attuale gioco politico nelle mutate condizioni del contesto interno e internazionale. Più che i punti salienti dell'intervista, facilmente desumibili dal testo, mi paiono significative piuttosto quelle espressioni che delimitano l'orizzonte culturale e politico, quindi la sostanziale inadeguatezza della attuale classe dirigente, della quale Calenda mi pare uno dei migliori esponenti, ad affrontare le sfide in atto. L'Italia anello debole dell'Europa "rischia di esserlo se si interrompe il percorso che ha iniziato a portarci fuori dalla crisi, e mettere in sicurezza il Paese, dopo la sconfitta sulle riforme istituzionali, richiede un cambiamento di strategia"; " entriamo in una stagione dove il nazionalismo economico si rafforzerà in tutto il mondo. Non dobbiamo abbracciarlo, ma neanche essere impreparati ad affrontarlo " ; " questo non vuol dire limitare gli spazi di mercato, ma essere in grado di reagire quando viene distorto o manipolato, anche con regole scritte ad hoc, per indebolire il nostro tessuto economico " ; " dovremmo da subito lavorare al progetto di una nuova Europa con i Paesi fondatori, ma oggi la priorità è vincere i populismi " ; i settori prioritari sono " L'industria, dando supporto solo a chi investe in innovazione e internazionalizzazione con strumenti automatici che eliminino l'intermediazione politica e burocratica, come abbiamo fatto con il piano Industria 4.0. Analogo lavoro va fatto nei settori del turismo, della cultura, dove moltissimo è già stato realizzato, e delle scienze della vita " ; " Nessuna forza politica, da sola, potrà portare il fardello delle scelte che si renderanno necessarie. La stessa legge elettorale va disegnata tenendo presente questo scenario, che " chiamerà " probabilmente una grande coalizione. " ; " Questo esecutivo assolverà al suo compito se sarà il ponte tra la stagione importantissima di rottura del governo Renzi e quella di messa in sicurezza del Paese che dovrà portare avanti il prossimo esecutivo, mi auguro sempre con Renzi alla guida ". Alla luce di queste dichiarazioni l'intenzione di " fare sistema " e l'obbiettivo di " ricostruire una rete fatta di grandi aziende, pubbliche e private, e di istituzioni finanziarie capaci di muoversi all'occorrenza in modo coordinato, tra di loro e insieme al governo " appaiono rispettivamente meno realistica e poco coerente. Appaiono più che altro un ripiego legato al soprassalto di nazionalismo economico e all'ondata di populismo; esauritosi il primo e sconfitto il secondo non resterebbe che riprendere coerentemente le politiche comunitarie di creazione di un mercato unico nel rispetto delle regole stesse di mercato. Da dirigente e manager, più spesso da politico e da ministro, abbiamo ascoltato Calenda difendere il liberismo dal suo peggior nemico: il dogmatismo liberista. Critica giustamente, anche se tardivamente, l'assunzione pedissequa di un modello economico astratto, associato negli ultimi venti anni alla retorica magnifica e progressiva della globalizzazione, ma ritiene l'intervento politico di regolamentazione e l'intervento pubblico diretto nelle scelte gestionali e di investimento un evento straordinario, un espediente o uno strumento temporaneo teso a ripristinare il mercato. Di fatto quel dogma che cerca di cacciare dalla porta rientra surrettiziamente dalla finestra. Un dogma che impedisce di vedere il mercato come una combinazione infinita e variabile di dirigismo e di libertà di iniziativa, di protezioni e di spontaneità, di regolamentazione della circolazione e delle caratteristiche dei prodotti e delle merci, di tutela della proprietà e del patrimonio la cui particolare peculiarità dipende da determinati rapporti di forza politici/economici che delimitano la formazione di una o più aree di influenza. Paradossalmente la " libertà " e la " spontaneità " di scelta e circolazione individuale si liberano con la vittoria egemonica di centri strategici, di un paese e di una formazione sociale in grado di stabilire un perimetro di influenza, le regole di funzionamento e le necessarie trasgressioni, il grado e gli ambiti di liberismo e dirigismo.
L'identità in facciata si pone come obiettivo quello di investigare sulla possibile costruzione dell'identità del luogo usando come medium le facciate mediatiche e come mezzi la narrazione e la partecipazione. Si è deciso di cominciare con la definizione di città secondo un approccio umanista e sistemico, che possa evidenziare nuove problematiche e potenzialità, quali la globalizzazione e il decentramento urbanistico. Questi fenomeni hanno infatti portato a un'attenzione sempre maggiore sul senso del luogo, inteso come tutte quelle tematiche che hanno a che fare lo spazio e l'essere umano che lo usa e ci abita. Partendo dalla stretta relazione presente tra ethos del luogo e memorie sociali e personali, si è proceduto all'investigazione del tema della narrazione, intesa non solo come tecnica atta alla creazione di storie ma anche come processo cognitivo che influenza la percezione del mondo che circonda la persona che lo compie e incide sull'immagine che questa ha di sé. Per compiere un percorso comunicativo di memorie e narrazioni sul luogo, si è ritenuto opportuno lavorare sulla partecipazione, in modo tale che il risultato possa essere ritenuto il più inclusivo possibile. La partecipazione non è vista qui solo come la possibilità di permettere agli utenti di un mezzo di creare il proprio contenuto, ma permea l'idea progettuale stessa, al fine di coinvolgere più entità possibili nell'organizzazione e nella definizione di contenuti. Si è scelto di lavorare sulle facciate mediatiche perché le si ritiene un mezzo per sua natura pubblico e progettato per essere installato in un luogo urbano. Questa scelta, dettata anche dall'esperienza da me fatta presso BRENNEREI, ha determinato una riflessione ulteriore su quale potrebbe essere il ruolo di uno schermo in un luogo pubblico e urbano. Il progetto che si ipotizza in questa tesi, ID:BVS, si pone come percorso flessibile, partecipato e pubblico che possa portare gli utenti del luogo a riflettere su cos'è il luogo in cui sono. La modifica della percezione di un elemento esterno potrebbe portare le persone a cambiare anche il modo in cui agiscono nel mondo reale, dando forma così a ciò che siamo abituati ad avvertire con i sensi. Il sorprendente interesse mostrato dalle realtà educative e associative presenti nel quartiere scelto ha, da una parte, confermato l'esigenza di un lavoro sull'identità del luogo che vada al di là del branding e dell'urbanistica, mostrando dall'altra parte uno spontaneo sospetto sul ruolo commerciale che uno schermo del genere potrebe avere.
2020
Da Vibio Pansa a Proietto Caburrum, il suo territorio, le valli tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C. Atti della giornata di studio Abbazia di Santa Maria, Cavour (TO) 23 giugno 2018 Volume pubblicato con il concorso di fondi assegnati dalla Fondazione Parini-Chirio con il Bando per la selezione di opere originali-anno 2017. Finito di stampare nel mese di dicembre 2020 dalla Tipografia Graphot di Torino per conto della LAReditore di Andrea Garavello-www.laredit.it.
Osservazione Etnosemiotica Palazzo Poggi
la Biblioteca di Via Senato, 2018
Il fascino ingannevole della dotta citazione. Quello delle fake news, le cosiddette ‘bufale’ per intenderci, non è il solo problema che affligge il web, strumento potentissimo, che dà voce a tutti, ma in maniera incontrollata. C’è un fenomeno ancor più preoccupante: quello delle false citazioni (fake quotes).
AQUILEIA. FONDI COSSAR 3.3. - Tomo 2 - L’instrumentum, il materiale vitreo, metallico e gli elementi architettonico-decorativi, 2021
Tutti i diritti sono riservati. È vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni.
Ariminum. Storia, arte, cultura della provincia di Rimini, 2017
2019
Questa “fabula fantastica quarta” racconta una curiosa storia vissuta tra Cedegolo e San Floriano, una chiesetta campestre immersa nei castagni secolari della media Valle Camonica. La vita di un erborista si intreccia con i demoni di un grande scultore scalvino vissuto tra il XVII e XVIII secolo. Le sue mani ci hanno donato una straordinaria eredità istoriata nel legno. Misteri svelati e domande irrisolte vi condurranno in un tempo remoto, del quale possiamo ancor oggi osservare le testimonianze.
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Arte Veneta, 2008
Gli archi e gli strali, Foscolo inattuale, 2021
in "Cronache della guerra in casa. Scritture dal Trentino e dal Tirolo 1914-1918". A cura di Quinto Antonelli, Anna Pisetti, Fabrizio Rasera, Camillo Zadra. Museo Storico Italiano della Guerra, Accademia Roveretana degli Agiati, pp. 147-163, 2020, 2020
Ricerche di Storia dell'Arte, 124, 2018, pp. 23-35, 2018