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La chiesa parrocchiale di Albignano d'Adda, oltre ad essere un capolavoro architettonico, contiene statue lignee genovesi e tele di Giuseppe Nuvolone, di Martino Cignaroli e in particolare una serie di Misteri del Rosario, eseguiti in età giovanile, da Federico Ferrario
Visinada nel tempo, 2020
Pittura, Seicento e Settecento, Girolamo Grimani, Zorzi Ventura, Francesco Montemezzano, incisioni, Giuseppe Angeli, Madonna in gloria, Madonna della Neve
2022
La villa campestre dei Rodinò di Miglione fu edificata nella seconda metà del XVIII secolo, nei pressi dell’attuale Comune di Cittanova (Italia - RC). La villa ha tre livelli con un piccolo cortile al centro, ed è circondata da un grande giardino con fontana a facciata monumentale, datata al 1771. Il giardino è recintato da un alto muro con quattro grandi portali. All’interno dell’edificio vi è una cappella dedicata a Sant’Antonio Abate, con accesso principale dall’esterno. Nei pressi della Villa si trovano un frantoio, i magazzini e un mulino con acquedotto su arcate. Nei suoi dintorni, due volte l’anno, si svolgevano le fiere per animali e nel giardino si trova l’edicola, con abbeveratoio, dedicata al Santo protettore degli animali. La villa era il centro di gestione del latifondo agricolo ma anche la dimora di campagna dove soggiornare d’estate fino ai primi tempi della vendemmia. La Villa oggi ospita un’interessante collezione delle opere dell’artista Giuseppe Niglia. The rural villa of the Rodinò di Miglione was built in the second half of the 18th century, near the current Municipality of Cittanova (Italy - RC). The villa was built on three levels with a small courtyard in the center. It is surrounded by a large garden with a monumental facade fountain, dated 1771. The garden is enclosed by a high wall with four large portals. Inside the building there is a chapel dedicated to Saint Anthony the Abbot, with main access from the outside. Near the Villa there is an oil mill, warehouses and a mill with an aqueduct on arches. Near the villa, twice a year, animal fairs were held and in the garden there is the newsstand, with drinking trough, dedicated to the patron saint of animals. The villa was the management center of the agricultural estates but also the country residence where to stay in the summer until the early days of the harvest. The Villa now houses an interesting collection of the works of the artist Giuseppe Niglia.
Il foglio di Lumen, 2009
Un organo barocco a due tastiere a sud delle Alpi, 2019
L'organo settecentesco di Giovanni Battista Reina della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Solduno: un organo barocco a due tastiere a sud delle Alpi. Di Ilic Colzani. Ripercorrendo le vicende dell'organo di Solduno, mentre mi accingo a scrivere queste pagine, si rafforza in me la consapevolezza di quanto sia grande il dono che la storia ci ha fatto consegnandoci questo strumento preziosissimo ed estremamente raro: uno fra i più antichi organi a due tastiere costruiti a sud delle Alpi ha attraversato tre secoli ed è giunto a noi, seppur con qualche acciacco. Il suo autore, Giovanni Battista Reina, nel realizzarlo mise a frutto l'eredità ricevuta dal suo illustre maestro Carlo Prati, uno fra i massimi organari dell'Italia Settentrionale, padre dell'organaria barocca lombarda. Nonostante fossero trascorsi poco più di cent'anni dalla sua costruzione quando si decise di sostituirlo con uno strumento più grande e "moderno", doveva sopravvivere una certa consapevolezza del suo valore se l'organo fu preservato dalla distruzione e vi fu chi prese l'iniziativa di acquistarlo e trasferirlo nell'attuale collocazione che ci consente di apprezzarlo oggi in tutto il suo ritrovato splendore. Va detto che, a differenza di quanto accadde all'organo Reina, spesso quando si procedeva alla costruzione di un nuovo organo, l'organaro reimpiegava il materiale fonico antico, modificandolo per adattarlo all'impostazione fonica che intendeva conferire alla sua nuova opera. Ne risultava quindi la conservazione del materiale, ma la totale perdita dell'identità fonica originaria. Come possiamo riscontrare in molti organi ottocenteschi, nonostante la presenza di un gran numero di canne più antiche, il timbro derivante dalla nuova intonazione è molto differente da quello originario e su tali strumenti non si può eseguire con proprietà di stile il repertorio a cui l'organo antico era destinato, anche a causa di un diverso temperamento. In molti altri casi le canne dell'organo antico venivano semplicemente vendute all'organaro come materiale da fondere per la produzione delle nuove canne. La storia dell'organo di Solduno non è solo un susseguirsi di vicende che riguardano un manufatto-in questo caso un bene culturale di inestimabile valore-, ma è la storia degli uomini che l'hanno commissionato, oltre trecento anni fa, di altri uomini che l'hanno acquistato cent'anni dopo e, a distanza di altri duecento anni, di uomini che l'hanno voluto restaurare per preservarlo dall'oblio e tramandarlo ai posteri
Annales Oratorii, 2017
UVILIAE Chiese e popolamento antico nel territorio di Oviglio Atti del Convegno Oviglio, Castello Reale 18 settembre 2009 a cura di
Nuovi Orientamenti, 2021
Le chiese ruraLi La presenza di una fitta rete di chiese rurali costituì parte essenziale del paesaggio rurale tardoantico e medievale della Puglia. Accanto allo sviluppo del sistema vicanico, e ad esso collegato, nelle campagne pugliesi si ebbe la diffusione delle chiese rurali 1. Tale fenomeno cominciò a partire dal V secolo, come è risultato dalle evidenze archeologiche. Le chiese rurali spesso vennero a costituire il fulcro dei vici rurali, tant'è che talvolta il villaggio, e poi il casale, prendeva il nome dal santo a cui era dedicata la chiesa. Sovente esse furono costruite utilizzando le strutture di preesistenti ville romane della prima e/o media età imperiale. L'affermazione delle chiese pievane 2 rurali si può ascrivere nel più ampio fenomeno delle istituzioni religiose private, favorito dalla debolezza, economica ed organizzativa, della chiesa ufficiale in ambito rurale, dipendente come era dalla figura e dal ruolo episcopale, per lungo tempo connotato da tratti eminentemente urbani. Esse hanno una duplice funzione: servire da luogo di culto a una popolazione sparsa e fare da catalizzatore per nuovi abitanti. Fra la seconda metà dell'VIII e la fine dell'XI secolo, quindi, duchi e principi, signori fondiari, vescovi e chierici moltiplicarono l'erezione di chiese, cappelle e monasteri privati sia nelle campagne che nelle città. Anche lo Stato, sia bizantino che longobardo, partecipò con una propria rete di chiese patrimoniali. Grazie alle chiese private, diffuse capillarmente nelle campagne, si assicurò per lungo tempo la cura animarum (attribuendosi talvolta anche funzioni battesimali) e l'inquadramento pastorale della popolazione rurale. Promuovere la fondazione di una chiesa costituiva, con il controllo che ne derivava, un'indubbia opportunità di promozione per le famiglie di parvenues, le quali si garantivano in questo modo una sorta di legittimazione sociale, mentre quelle già affermate vi vedevano il modo di rafforzare il proprio prestigio. In ogni caso, in questo impegno si intravedeva uno strumento idoneo per la promozione economica
The monograph "Michael, the celestial warrior. The Abbey of St. Michael the Archangel in Cervignano of Friuli. The history, the digging, the worship" - published in 2010 - contains the proceedings of the homonymous conference held in Cervignano (Udine) at the end of September 2008 on the initiative of the Aquileia Archaeological Group. On pages 188-217, the author of the essay "Historical documents on the 'Abbey' of St. Michael of Cervignano" analyzes the (few) testimonies related to the michaelic 'monasterium' riverside Ausa, the "castrum Ciruiganum" and the surrounding 'silva', the "villa de Siruiana", the 'centa' encircling the 'plebs' with its 'platea', and the "Insula Cirvignani"; also talking about a possible mention of that 'monasterium' in the eighth century, about the ancient (bell) tower, about the presumed "little church" of the eleventh century, about the remains of mosaic floors, about the ambiguities of the term 'monasterium' before the twelfth century and finally about the main stages in the history of the local 'pieve' of St. Michael the Archangel Nel 2010 è stata data alle stampe la monografia "Michele, il guerriero celeste. L’Abbazia di S. Michele Arcangelo di Cervignano del Friuli. La storia, lo scavo, il culto", contenente gli atti del convegno omonimo svoltosi a Cervignano (Udine) alla fine di settembre del 2008 su iniziativa del Gruppo Archeologico di Aquileia. Alle pagine 188-217, trova spazio il saggio "Documenti storici sulla 'abbazia' di San Michele di Cervignano": in esso l’autore analizza le (poche) testimonianze relative al 'monasterium' micaelitico in riva al fiume Ausa, al "castrum Ciruiganum" e alla 'silva' circostante, alla "villa de Siruiana", alla 'centa' attorniante la 'plebs' con la 'platea' antistante, e alla "Insula Cirvignani"; trattando pure dell’eventuale citazione del 'monasterium' nell’VIII sec., dell’antica torre (campanaria), dell’ipotizzata "chiesetta" dell’XI sec., dei resti musivi pavimentali, della non univocità del termine 'monasterium' prima del XII sec. e infine delle principali fasi della storia della locale 'pieve' di San Michele Arcangelo
C A T A N I A. La grande Catania. La nobiltà virtuosa, la borghesia operosa, 2010
Lo spazio religioso della città di Catania è il risultato della sovrapposizione di pratiche differenti che convivono e si fondono dando luogo a dinamiche comunitarie originali. Dagli edifici alle devozioni, dai legati di messe alle processioni, dalla liturgia alla cura d’anime il teatro urbano può essere letto attraverso questi indici che rimandano al vissuto religioso dei ceti subalterni e delle élites e attestano una serie di processi che curvano quegli stessi orizzonti sociali in cui le istituzioni ecclesiastiche sono inserite.
Ricerche archeologiche hanno permesso di riconoscere le fasi altomedievali della chiesa e interpretare con nuovi elementi l'evangeliario già noto
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Splendori aurei della liturgia, 2018
Quinto: la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, “Arte e Cultura”, VI, 2021
Παλαιά Φιλία, Studi di Topografia Antica in onore di G. Uggeri, (a cura di C. Marangio e G. Laudizi), Galatina 2009
Gli ultimi quattro secoli dell'abbazia di Santa Maria di Pinerolo, a cura di Piercarlo Pazé - atti del convegno annuale del Laux, agosto 2018, 2019
Padova e il suo territorio, 2019
Federico Botta, «Pasqua alla Pietà di Savigliano», Edizioni Cristoforo Beggiami, Savigliano, 2009
Architettura Sacra dell'Ottocento in Abruzzo. Pratola Peligna e il santuario di Maria ss. della Libera, 2020
Santa Maria della Pietà di Bibbona tra Cinque e Seicento, 2019
La cattedrale dell’Assunta di Fermo dalla seconda metà del Settecento al Novecento, in "Marca/Marche" 11 (2018), pp. 217-243., 2018
Die ac Nocte. I Codici Liturgici di Oristano dal Giudicato di Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), a cura di G. Mele, Cagliari 2009, pp. 97-140., 2009
«Benedictina», LIX, 1, 2013, pp. 107-135
Société Académique Religieuse et Scientifique de l'Ancien Duché d'Aoste, 2010
"Il Ducato. Storia arte e tradizione modenesi", n. 10, marzo, 2004